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Autore: Inathia Len    23/07/2013    1 recensioni
Storia ambientata al settimo anno dei Malandrini. Lily e James escono finalmente insieme, tutto sembra perfetto tranne che per una cosa: Sirius sembra non aver preso bene questo cambiamento. è geloso del suo migliore amico o c'è dell'altro sotto?
dalla storia *“E sappi che sono riuscito a calmare i genitori della signorina Flaubert, non la diserederanno, ma hanno posto la condizione lei che non dovrà mai cercarla.”
Miseriaccia, che ne sa lui di Camille?*
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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- Questa storia fa parte della serie 'Classe 1960'
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“Senti, io non voglio farti finire nei guai. Mi piaci, parecchio, ma…”
“Tranquilla, non succederà nulla se staremo attenti”.
“Ma non potremo mai vederci! Già sarebbe difficile se tu non fossi un mago, ma poi con tutta questa storia della segretezza e delle leggi infrante…”
“Lo so, ma non voglio perderti, non ora che ci siamo appena conosciuti.”
Camminavamo mano nella mano per Londra. Ci eravamo lasciati alle spalle Diagon Alley e il Paiolo Magico, ma non avevamo smesso di discutere. In teoria, sapevo quello che avrei dovuto fare, ma non ne avevo il coraggio. Era un incantesimo complesso e bisognava essere perfettamente concentrati per avere successo e, farlo su Camille, non avrebbe di certo aiutato. E se il mio “rimedio” fosse stato ancora peggio di quello che avrebbe dovuto passare se ci avessero scoperti?
“Non voglio che diventiamo i novelli Romeo e Giulietta” continuò lei, ridestandomi dai miei allegri pensieri.
“I novelli chi?” chiesi io, sentendomi ignorante.
“Due innamorati che non potevano stare insieme e che non hanno fatto una bella fine.”
La interrogai con lo sguardo.
“Sono morti, Sirius.”
Deglutii. Di certo non era a questo che aspiravo.
Camminando ritornammo alla panchina dove ci eravamo conosciuti quella mattina. Era incredibile che fosse passato un solo giorno. Ci sedemmo e, per un bel pezzo, nessuno dei due aprì bocca.
“Potrei rimuoverti io la memoria. Ti dimenticheresti del nostro incontro” dissi a un certo punto, incapace di rimanere in silenzio ancora per molto.
“Ne saresti capace?”
“Ho letto la teoria…” dissi stringendomi nelle spalle.
“Chissà perché non mi suona bene” ribatté lei, con l’ombra di un sorriso sul volto.
“Comunque, meglio io che loro. Starei più attento e mi fermerei al momento giusto per non renderti uno zombie smemorato.”
“Anche questo è vero” ammise lei. “Non c’è proprio altro da fare?”
“Potremmo sposarci.”
 
Ma non vi siete sposati!” esclama Peter, quasi offeso dal fatto che la storia si sia interrotta.
“Te ne stai zitto una volta per tutte?!” interviene Remus, quasi arrabbiato. “Se non è James, sei tu a interrompere. E basta!”
“Visto Felpato, questa volta non sono stato io. Sono stato bravo Mamma Lunastorta? Me lo merito un morsetto della tua nuova cioccolata, quella con tutti i gusti?”
Remus, rassegnato, gli passa la barretta sotto gli occhi famelici di Peter.
“Puoi continuare” esclama James, masticando rumorosamente e teatralmente, tutto a beneficio del povero Codaliscia, che sbava goloso.
“Grazie” ribatto io, a denti stretti.
 
“No.”
“No?” chiesi io, stordito.
“Sirius, è assurdo. Non ci siamo mai visti prima d’oggi, abbiamo sedici anni, come possiamo sapere che passeremo tutta la vita insieme e saremo felici?”
Borbottai qualcosa di incomprensibile.
“Quindi che si fa?” chiesi a un certo punto.
“Andiamo avanti con il piano originale, mi rimuovi tu la memoria. Promettimi una cosa, però, modificherai anche la tua.”
“Non è possibile, non posso incantarmi da solo.”
“E allora…?” chiese, guardandomi con i suoi bellissimi occhi, “Vuol dire che tu non mi dimenticherai?”
“Non voglio” risposi, semplicemente. “E quando sarà il momento giusto, verrò a cercarti e staremo di nuovo insieme e questa volta per sempre.”
Camille rimase in silenzio per assimilare quello che le avevo appena detto.
“Ma io non mi ricorderò di te.”
“Ti farò rinnamorare di me. Se ci sono riuscito in così poche ore, figurati con tutta l’eternità davanti.”
“Buffone” mormora lei, senza ridere.
“Quindi,” dissi, sospirando rumorosamente. Prima finivamo quella cosa, meglio era.
“Quindi?” chiese Camille.
“Ti dimenticherai completamente di me, tutto quello che ti ho detto e abbiamo fatto. Crederai di aver passato la giornata qui a leggere il tuo libro” dissi, cercando di sembrare il più distaccato possibile, mentre in realtà, non volevo fare altro che baciarla.
Camille annuì lentamente, poi sempre più convinta, ma intanto una lacrima solitaria le solcava il viso.
“Meglio tu che loro” sussurrò, più rivolta a se stessa che a me. “Fallo.”
Tirai fuori la bacchetta con una lentezza incredibile, evitando di guardarla negli occhi.
“Ti amo, Camille” dissi, incapace di trattenermi oltre. “Ti amo e ti amerò per sempre. Tornerò a cercarti.”
“Abbiamo solo sedici anni…”
“Te lo giuro.”
I nostri sguardi si incontrano per l’ultima volta, incatenandosi come era successo quella mattina. Le nostre labbra si sfiorarono in un bacio che sapeva già di addio.
“Oblivion” sussurrai.



angolo autrice:

Eccomi eccomi eccomi!!!!! Come promesso, questo è l'ultimo capitolo. Sono stata brava o no? Me la merito una recensioncina piccina picciò? (ho fatto anche la rima, che volete di più? :-) )
Comunque, giusto per non essere un'ingrata, ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza di leggere la mia storia e tutti quelli che l'hanno messa tra i ricordati, preferiti e seguiti. Grazie anche a itoe_akimoto (ps: trovo meravigliosa la tua nuova immagine....) per la recensione...
un bacione enorme a tutti e a risentirci!
Intathia Len
  
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