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Autore: Piccolanessie    23/07/2013    1 recensioni
Ho dimenticato i tradimenti,gli occhi tristi,la sua morte.
Sono andata avanti.
Perché c’è un momento in cui devi decidere : O sei la principessa che aspetta di essere salvata,o sei la guerriera che si salva da sé.
Io credo di aver già scelto.
Io mi sono salvata da sola.
O almeno,questo era quello che credevo.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan, Jacob Black, Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward, Bella/Emmett
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Isabella non aveva mai niente da fare a scuola,se non stare attenta,riguardare la loro scritta sul quel banco consumato e pensare ai vecchi ricordi con il suo vicino di vita.

Ma quel giorno,quel giorno avrebbe avuto da fare perché la ragazza con cui lei non voleva neanche sforzarsi di parlare,invece,era decisa a parlare in continuazione e forse,dopottutto,alla nostra Isabella un po di chiacchere non avrebbero fatto male.
Non più di quanto le faceva male sentirsi costantemente sola,perche infondo era quella la cosa peggiore,lei era rimasta sola.Tutto ciò che aveva era Jacob e gli era stato portato via.Si ripeteva che Dio era un egoista,che prendeva con se le persone migliori,sua nonna,zia Sue,Jacob. Ed era immensamente arrabbiata perché nessuno sembrava capirla,tutti a dirle di riprendersi,di andare avanti ma nessuno che le spiegasse come fare.
Una volta a Katy,la madre di Jacob,l’aveva chiesto,e lei le aveva risposto sorridendo che Jacob era ancora con lei,che lo sentiva,ma soprattutto che lei doveva andare avanti per Joseph.E lei? Isabella per chi doveva andare avanti? Per papà che lavorava tutto il giorno? Per mamma che l’unica cosa che sapeva fare era abbracciarla?Per chi Isabella doveva farlo?
Con il passare del tempo lo capì,doveva andare avanti per se stessa.
 
 
 
Pov Isabella.

Alice Charleston,così si chiamava la nuova ragazza che da più di quarantacinque minuti ripeteva come fosse diversa Forks da New York,faceva battute simpatiche,avevo anche riso ad un paio,era simpatica in fondo,ma rimpiangevo il fatto che forse ancora non ero pronta per nuove amicizie.
“Ti va,si insomma,io non conosco nessuno,mi chiedevo se possiamo passare il pomeriggio insieme!Ma magari sono invadente,scusami,lascia stare!” mi aveva posto la domanda ma prontamente si era risposta da sola.
“Alice,Alice,frena.Per me va bene!” Parlai a bassa voce in modo che il prof. Non potesse sentirmi.
Le altre ore passarono tra una chiacchiera e l’altra.
All’uscita la piccola ragazza nuova,mi stupii ancora.
“Scusa,lo so che è dalla prima ora che ti stresso,ma i miei non ci sono tutto il giorno e mi chiedevo,si insomma,se volessi venire adesso via con me,non mi va di stare sola,e tutto così nuovo per me” La capii,a me non era per niente nuovo sentirmi sola.
“Non sei una specie di psicopatica che tenterà di uccidermi,vero?” era la prima battuta dopo mesi,mi sentii fiera di me in un certo senso.
“Isabella Swan,allora sei più simpatica di quanto tu mi abbia fatto credere in queste ore” risi,risi di gusto. C’era qualcosa di speciale in quella ragazza,me lo sentivo.
“Andiamo,prima che cambi idea Charleston!” .
La segui con l’auto che i miei genitori mi avevano comprato dopo l’incidente,una semplice mini cooper rossa. La casa di Alice non era come me l’aspettavo,immaginavo qualcosa di eclatante,di eccentrico,e invece era una semplice villetta azzurra a due piani,all’interno però,e questo lo constatai durante il tour che Alice mi fece fare,era meravigliosa. La sua camera era di un semplice bianco,il letto era enorme e..rotondo. Avevo un debole per i letti rotondi,erano bellissimi.
Vedevo Alice litigare con la sua borsa,cercava qualcosa
“Scusa,e che le mie borse sono sempre un casino” era impacciata ma aggraziata allo stesso tempo. Aveva un enorme cabina armadio “sono una patita di moda” cosi si era scusata.
“Allora Isabella,voglio sapere tutto di te,voglio che ci conosciamo!Credo che potremmo diventare ottime amiche,non sembri come le altre di questa scuola,come la Stanley per esempio,che idiota quella ragazza!” Jessica Stanley era la più bella della scuola,almeno dicevano,a me sembrava parecchio bruttina ma il tutto è soggettivo,sta di fatto che faceva il filo a Jacob prima dell’accaduto e Jacob non se l’era mai filata,a lui piacevano le ragazze semplici,come quella Leah che stava frequentando,anche lei pianse tanto al funerale.
“Beh,in realtà non mi piace parlare di me…” lei rispose con un “oh” appena sussurrato,decisi di rimediare
“Ma mi piacerebbe che mi chiamassi Bella,Isabella è troppo lungo” Mi sorrise di risposta.
“Ok,allora che ne dici se ti parlo un po’ di me?Poi deciderai tu se vuoi parlare,o meno,d’accordo?” io annuii soltanto,consapevole che non l’avrei fatto.
“Allora,mi chiamo Alice,ma fino a qui ci siamo,no?Mi sono trasferita a Forks perché i miei genitori non sopportavano più di stare a New York,tu dici : “Ma chi non sopporterebbe di stare nella grande mela?” Beh,i miei. Mio padre è un tipo molto alla mano,dice sempre la cosa giusta,è iperattivo e parla in modo così veloce che ti sconvolge!” a quell’affermazione risi,chissà se Alice si era resa conto che era la stessa cosa che faceva lei..
“E’ un archittetto,come mia madre.
Oh,lei è un po’ più fredda e distaccata,ma non gliene facciamo una colpa,non è sempre stata così..Sai Bella,io non sono figlia unica,almeno,non lo ero. Mio fratello è scomparso,otto anni fa circa,io avevo solo otto anni.Lui era il mio secondo padre,il mio migliore amico,il mio compagno di giochi,mi proteggeva da qualsiasi cosa,aveva quindici anni, andò ad una festa ma non rientrò più a casa.” Rimasi sconvolta dalla notizia di Alice,suo fratello era scomparso da otto anni,e lei sorrideva tranquillamente come se non fosse successo niente,ed io non riuscivo a riprendermi dalla morte del mio migliore amico,che razza di debole che sei Bella.
“Mi dispiace Alice..io..non so che dire” ed era vero,sapevo cosa si provava a perdere una persona,ma lei,dopotutto poteva avere la possibilità di ritrovarlo,invece io,Jacob,l’avevo visto per terra morto,spento.
“Oh beh,sono passati tanti anni,è stata dura,pensavano che potessi non riprendermi mai più,ma c’è l’ho fatta,l’ho fatto per i miei genitori che erano più distrutti di me,per mia madre che ha pianto per anni e che lo fa ancora oggi,ed anche per lui,perché se non fosse scomparso,se non c’è l’avesse fatta da solo in questi anni,so che Edward avrebbe voluto che io fossi felice. Ed è anche per lui che sono qui a sorridere e a raccontarti quanto fosse speciale il mio fratellone”
Aveva gli occhi lucidi..
“Il mio migliore amico è morto,nove mesi fa..”
 Mi uscii letteralmente di bocca. Lei si era confidata con me che ero quasi una sconosciuta,perché in fondo ci conosciamo da poche ore.Ma io non posso parlarle di Jacob,o posso?Mi guarda come a voler sapere di più.
“Si chiamava Jacob,ci conoscevamo da sempre,e non lo dico perché ci conoscevamo da tanto tempo,lo dico perché siamo nati a pochi giorni di distanza,eravamo vicini di culla,di casa e vicini di vita. Era una cosa tutta nostra questa.Jacob aveva la nostra età,era sempre solare,sapeva cosa dire in ogni momento,era sincero,anche troppo a volte,ma era perfetto così com’era,ed era quello di cui avevo sempre avuto bisogno.Ma un giorno,abbiamo avuto un incidente,eravamo di fretta,i nostri genitori ci aspettavano,è stato un attimo,lui non c’è l’ha fatta,e ancora non mi capacito di questo,eravamo insieme dannazione,perché lui no e io si? Che diavolo avevo io più di lui?L’ultima cosa che ricordo di Jacob e che mi ha sorriso,aveva il corpo martoriato,il sangue che fuoriusciva dalle ferite,ma mi ha sorriso per rassicurarmi,classico di Jacob. Il suo viso mi tormenta tutte le notti. A lui saresti piaciuta,sai? Lui adorava chiacchierare,e sempre stato più loquace di me,piu simpatico. Mi manca,mi manca tantissimo Alice.” Avevo raccontato il tutto ad una sconosciuta che mi aveva raccontato altrettanto di se.
“Posso capire come ci si sente a non aver più chi faceva immensamente parte della tua vita quotidiana,non ti dirò che passa Bella,non lo farò perché è una bugia,il dolore si alleggerisce,e una ferita è per quanto tu cerca i cerotti per alleviare il dolore,continua a fare male. Ma ci si abitua,ci si abitua all’assenza.” Sorrideva debolmente,mentre io avevo sol voglia di piangere.
“Beh basta con i discorsi tristi,che ne dici se entrambe ci aiutiamo?Insieme sarebbe più facile,e un amica a dirla tutta mi farebbe più che bene” Era veramente incredibile come cambiava umore cosi facilmente.
“Tutti mi consigliano uno psicologo per sboccarmi nuovamente con la gente,ma non ho tanto bisogno di un medico quanto di una persona che abbia una ferita simile alla mia”
Finì cosi la nostra chiacchierata triste,infinita,ma importante.
I mesi successivi li passammo insieme,trovai in Alice un’amica speciale,trovai in lei c’ho che avevo trovato tempo fa con Jacob,e questo mi rassicurava.
I Mercoledi,come gli altri,li passai con Jacob al cimitero.
"Sai Jake,forse un opportunità questa tua pazza migliore amica che ti voleva un gran bene,c'è l'ha."

 

 

Angolo autrice :

Hola,mie cari (: Scusatemi il ritardo,sono la solita ritardataria. Spero che il capitolo vi piaccia (:

Grazie a chi ha messo la storia nei seguiti/preferiti/ricordati,e ovviamente per le recensioni!Bacioni,Pn.

  
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