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Autore: Edsvoice_    23/07/2013    1 recensioni
Grace's Hospital.
Harry è solo. Si sente solo. Ha tentato il suicidio e ora si ritrova ricoverato in questa clinica, che odia. Ma, un giorno fa un incontro strano. Louis, un ragazzo curioso, con il sarcasmo come unica difesa e via di fuga.
Poi ci sono Liam, Zayn, Ed e Niall, ad incorniciare il tutto e rendere la storia più movimentata, risolvendo casini e creandone il doppio.
Dal primo capitolo:
Sento una risata dietro di me. Mi volto di scatto. Un ragazzo con i capelli castano chiaro e gli occhi cristallini mi guarda divertito. La barba di un giornio segue le rughette che si formano intorno alla sue labbra. La cosa più impressionante è la magrezza di questo ragazzo.
***
-Sai, sono qui da due mesi e mezzo e ancora mi stupisco delle stupide posate che ci propongono in mensa: forchette di metallo e coltelli di plastica smussata. Capisco il motivo, ma se non riusciamo a tagliare un pezzo di carne, come possono pensare di riuscire a farci mangiare?-.
Aggiornamento: Martedì
Spudoratamente Larry.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Let me be your reason to fight/2 Did I hurt him?

Sono passate due settimane dal mio incontro con Louis. Non lo vedo da allora.
Come al solito sono steso sul mio letto vicino la finestra e ascolto della musica che trasmettono in radio. Chiudo gli occhi, ma sono costretto ad aprirli appena sento la porta aprirsi rumorosamente. Chris, con la faccia ancora più scura degli altri giorni, tiene per il braccio un ragazzo mai visto prima. Alto, magro e tonico. Il tipo sorride a Chris che risponde con un grugnito.
Il nuovo arrivato butta con poca grazia il suo borsone sul letto. Ha i capelli cortissimi, gli occhi color nocciola e le guance rosee. Sembra avere la mia età.
-Ciao.- dico soltanto porgendogli la mano- io sono Harry.-.
-Liam.- dice stringendomela sorridendomi. Liam indossa una maglietta a maniche corte e posso vedere le braccia: pulite. Neanche un graffio o una piccola cicatrice. Sembra solare e non smette di sorridermi. Mi chiedo se non mi abbiano rifilato in camera uno psicopatico. Liam si mette a sistemare la sua roba, fischiettando un motivetto sconosciuto.
-Vuoi che ti aiuti?- domando sperando in una risposta negativa.
-Grazie, Harry. Questo borsone è pesantissimo.- dice. Sbuffo mentalmente, ma per fare buona impressione lo aiuto. In realtà sembra che di vestiti ne abbia ben pochi. Lanciandomi un occhiatina e ammicando, apre una zip in fondo alla borsa. Quello che pensavo fosse il fondo viene via e mostra un portatile, una quantità smisurata di chiavette per la connessione ad internet e due caricatori. Sbalordito, lo guardo mentre sistema la roba.
-Bello, no?- dice stendendosi sul letto affianco al mio.
-Direi.- rispondo sedendomi sul bordo del mio.
Onestamente, il personaggio di Liam non mi incuriosisce. Ne ho visti tanti come lui qui. Durano una settimana e se ne vanno, peggio di come sono entrati.
-Vorrei subito dire una cosa.- esclama serio -Non sono depresso, non ho problemi mentali e non sono uno psicopatico. Chiaro?-. Lo squadro attentamente e la prima cosa che mi viene in mente è di pensare che Liam sia veramente tutte le cose che ha detto di non essere.
-E sentiamo, cosa ci faresti qui, di grazia?- domando alzando un sopracciglio, sospettoso.
-Diciamo che ho qualche.. problemino con la giustizia.- Alzo entrambe le sopracciglia. Sono anche un po' allarmato: non ho mai avuto compagni di stanza finora, e il primo che mi rifilano è un criminale? Oh, bene.
-Continuo a non capire.- gli dico. Incrocio le gambe e aspetto che mi risponda. Il ragazzo sospira forte e tira fuori il suo portatile, nerissimo e piattissimo.
-In poche parole, dovrei farmi alcuni mesi di carcere e non mi va, così ho finto di essere uno psicolabile per non finire dentro. Penso ti dovrebbe bastare.- afferma con non chalance, accendendo il computer e mettendosi le cuffie. Allibito, lo fisso alcuni minuti, poi Chris, con la faccia di un padre di famiglia a cui hanno detto di essere sterile dalla nascita, entra sbattendo la porta. Non sembra accorgersi del computer di Liam, nonostante sia in bella vista.
-Devi andare da Joanne.- dice solo.
Mi alzo dal letto lisciando i jeans neri e passandomi una mano tra i ricci. Seguo Chris mentre mi fa strada per i corridoi brulicanti di pazienti. C'è un eccitazione generale, poiché tra circa un'ora potranno farci visita i parenti. Succede una volta ogni due settimane ed è un evento molto atteso da tutti. Arrivati nello studio della dottoressa, Chris mi lascia da solo e mi siedo sulla poltrona in pelle al centro della stanza. Joanne è la mia psicologa. Mi assiste da quando sono arrivato qui e per me è come una seconda mamma. Ha quarantasette anni, bionda, capelli lunghi e degli occhi azzurri profondissimi. E' una delle donne più belle che abbia mai visto.
Entra nella stanza, strofinandosi le mani sui pantaloni di lino, che si stropicciano subito.
-Oh, già sei qui Harry.- sorride, sedendosi sulla poltrona davanti la mia -Che mi racconti di bello oggi? Come va?- domanda con quel tono premuroso che ha sempre avuto con me.
-Bene, bene grazie.- rispondo sorridendo -sai Jen, ho conosciuto un ragazzo.- le confesso abbassantomi le maniche sulle mani fino alle nocche. Quando sto con lei torno per un attimo bambino, insicuro e fragile, che racconta alla madre della sua prima cotta.
Jen si illumina letteralmente in viso e sorride. Amo il suo sorriso. E' perfetto. Bianco, luminoso, caldo. Mi fa sentire a casa. Ringrazio chiunque ci sia lassù per averla fatta diventare una psicologa. La mia psicologa.
-Mi fa molto piacere Harry. Ti piace questo ragazzo di cui parli?- chiede interessata lei, protraendosi in avanti, come fa sempre quando le racconto qualcosa.
-N-non lo so.- balbetto incerto -L'ho incontrato in cortile e mi ha chiesto perché..- lascio la frase in sospeso, non sapendo come continuare. Mi sfrego piano la mano sopra la fasciatura e guardo in basso. Jenna capisce subito e si allunga verso la mano destra, quella del braccio non ferito. La prende e la stringe. Forse è in dificoltà, oppure è combattuta su cosa dirmi, visto che non parla e si mordicchia il labro inferiore, spostando gli occhi da una parte all'altra.
-Harry, tu cosa gli hai risposto?- chiede alzando lo sguardo e fissando i miei occhi. Sono dello stesso colore di Luois. Quasi. Mi stupisco, guardando veramente per la prima volta gli occhi di Jenna. Sono più chiari di quelli di Louis e non sono cerchiati da quella linea azzurra scura che invece contorna le iridi del ragazzo.
-Gli ho chiesto perché si è ridotto lui, così.- rispondo, stringendo la sua mano. Per un attimo, mi pento di averglielo detto. E se lo avessi ferito? E se lo avessi ferito più di quanto lui abbia fatto a me? Dopotutto io mi sto rimettendo in sesto, ma lui era ancora così magro...
D'un tratto mi sento in colpa. Forse è per questo che non lo vedo da due settimane. Forse mi evita.
Sento gli occhi pizzicarmi e la gola chiudersi. Ma è possibile? Possibile che io sia così troppo sbagliato? Possibile che faccia male qualsiasi cosa? Sento il bisogno di incontrare Louis di nuovo per dirgli che mi dispiace per quello che gli ho detto. La mano di Jen mi scivola dalle mani e la donna si piega sotto la scrivania per prendere un pacchetto di fazzoletti che mi porge.
-Ho sbagliato a dirglielo, vero Jen?- chiedo sapendo già la risposta. Mi asciugo velocemente gli occhi e mi soffio il naso.
-Harry, si sbaglia molte volte. Ma si può sempre rimediare, non credi?- dice apprensiva. Si volta verso l'orologio a muro, segna la fine della seduta. Il tempo è passato così in fretta? Mi ricompongo, srofinandomi gli occhi con la manica. Saluto abbracciando Jenna ed esco dallo studio, deciso a trovare Louis a chiedergli scusa.
Trovo Chris che mi aspetta, come al solito. Mi porta in camera e se ne va, senza dire una parola. Non capisco perché dobbiamo essere scortati per tutto l'ospedale. Insomma, è un mese che sono qua, penso di saper trovare la mensa o lo studio di Jenna.
Liam è disteso sul letto, il portatile in grembo e degli occhialini rettangolari sul naso. E' buffo a vedersi. Mi siedo sul bordo del suo letto, osservando lo schermo.
E' nel sito dell'ospedale, lo vedo dal logo a destra in alto della pagina. Sono due chiavi che di incrociano e un nastro rosso  scuro che si intreccia tutt'intorno.
Sulla pagina c'è una lista di pazienti, tra i quali vedo il mio nome e altri nomi di persone che si trovano ricoverate su questo piano. Liam sta scorrendo con il cursore, arrivato alla lettera T, lo blocco, vedendo un Louis.
Tomlinson. Me lo annoto mentalmente e gli dico di continuare.
-Come mai stai vedendo la lista dei pazienti?- domando dopo un po'. Intanto il mio compagno di stanza si scrive su un foglietto dei nomi. -Non dovresti essere amministratore?- gli chiedo, ancora più incuriosito e sospettoso.
-Teoricamente sì.- dice togliendosi gli occhiali e riponendoli nella custodia -Conosci un certo Zayn Malik?- chiede controllando il figlietti con scritti i nomi.
Scuoto la testa.
-Reparto drogati?- tenta. Che finezza. Alzo le spalle, non sapendo chi sia.
-Come mai ti serve saperlo?- chiedo leggendo il foglietto.
-Dicono che possa farti avere di tutto qua dentro. Entra ed esce in continuazione.- dice compiaciuto. Ripiega il foglietto e se lo ficca in tasca. Mi alzo dal suo letto e quando vedo che Liam esce, lo seguo.
-Non mi fai vedere com'è il posto?- chiede prendendomi sotto braccio. Io sono ancora convinto a trovare Louis, perciò gli spiego che al momento sono occupato perché devo trovare una persona.
-Allora siamo in due amico.- continua, andando nell'ala est dell'ospedale. Non credo che ci sia permesso girovagare nella struttura, ma Liam sembra così sicuro di se che mi fa dimenticare delle regole.
-Chi dovresti cercare?- domando.
-Zayn Malik, ovviamente.- sorride imboccando un corridoio di cui ignoro l'esistenza. Lo seguo guardandomi intorno. E' pieno di gente. Sembrano tutti felici, come se i pazienti non fossero ricoverati e i familiari non fossero preoccupati. Nessuno si accorge di noi e passiamo inosservati anche ai dottori e agli infermieri. Liam si ferma davanti ad una stanza infondo al corridoio. Qua non c'è nessuno. Bussa alla porta che si apre immediatamente, mostrando un ragazzo poco più grande di me. Ha i capelli neri tutti disordinati, la barba di due giorni e gli occhi rossi. Ma non sembra che abbia pianto.
-Che volete? Non siete miei parenti.- dice squdrandoci. Si passa una mano sul viso, fino a passare le dita tra il ciuffo tenuto su con quantità industriali di gel.
-Sei Zayn, giusto?- chiede Liam. Quello annuisce, poggiandosi sullo stipite della porta.
-Cosa vi serve?- ha capito subito cosa fa lì Liam. Sorride mestamente.
-Piacere, Liam. Questo è Harry.- ci presenta -Ce la puoi procurare dell'erba?- domanda schietto. Zayn annuisce.
-Vuoi anche delle cartine? Quanti grammi?- chiede esperto.
-Dieci cartine, venti grammi.- risponde il mio compagno di stanza. Sono allibito. Li guardo mentre trafficano. Rapido, Zayn gli passa due bustine, una con l'erba e l'altra con le cartine. Liam gli da dei soldi e ringrazia il moro, che dopo averli contati, chiude la porta.
-Tu sei matto.- sentenzio, guardandolo dal basso verso l'alto.
-Chissà quanto tempo ci dovrò stare qui. E' un bel modo per passarlo.- sorride. Mi fermo e di colpo mi ricordo che potrei chiedere a Zayn un'altra cosa. Torno indietro e busso. Zayn mi apre scocciato.
-Sono venti grammi, se non ti fidi vai a pesarli.-
-No no, volevo chiederti se per caso conosci un certo Louis Tomlinson.- chiedo velocemente e arrossendo.
-Questi giorni è nel reparto intensivo, quarto piano, ala nord. Ciao.- risponde sbattendomi la porta in faccia.
Reparto intensivo? So bene cosa significa. Ritorno da Liam che si era fermato ad aspettarmi dove l'avevo lasciato.
-Ritorniamo in camera.- dico.

Wah.
Sssalve gente c:
Vorrei ringraziare chi segue/preferisce la storia e la ragazza che ha recensito il primo capitolo c:
Vado di corsissima e non sono molto orgogliosa di questo capitolo, ma spero che tanto schifo non faccia.
Detto questo scappo, adios
Edsvoice <3


  
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