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Autore: idrilcelebrindal    23/07/2013    3 recensioni
Seguito de "L'Erede di Durin"
Kili e Miralys stanno insieme da un mese e, dopo tante traversie e momenti difficili, tutto sembra finalmente andare per il suo verso. Ma una nube minacciosa compare all'orizzonte e minaccia i loro progetti di matrimonio: le rispettive madri. A causa di una ruggine vecchia di oltre un secolo, le due volitive signore sembrano intenzionate a creare problemi al giovane Re di Erebor ed alla sua compagna. E ancora: Ori alle prese con una nana ninfomane, Dàin che rivela doti di scrittore satirico, una truppa di cortigiani indolenti, un nano molto raffinato, una spia poco fedele... anche dopo la Riconquista, la Montagna Solitaria è un posto molto interessante!
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dìs, Kili, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Erede di Durin'
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5 Nori, Fili, la legna e la birra
5. Nori, Fili, la legna e la birra

Miralys aspettò di essere lontana dal suo amato per lasciarsi scappare un sorrisetto.
Ma com’è adorabile il mio amore quando è imbarazzato!
L’arrabbiatura era durata solo pochi momenti. Il legame tra lei e Kili era troppo  profondo, troppo importante per poter essere anche solo sfiorato da una cosa insignificante come un bacio… l’iniziativa del quale non era stata di lui.
Se Kili era stato il primo amante per Miralys, lei sapeva benissimo  che la stessa cosa non valeva per lui; e del resto, a meno che le Nane dei Monti Azzurri non fossero affette da una forma collettiva e totale di cecità, Kili doveva aver avuto quanto meno un’intensa vita sociale, e qualche ex, qua e là, doveva pur esserci.
Questo non significa che gli permetterò di abituarsi a darmi per scontata! Vediamo come te la cavi, mio signore…  Così aveva giocato la sua carta, e si era pure divertita… peccato che ad un certo punto lui era talmente tenero che non aveva resistito alla tentazione di baciarlo.
Beh, ho rimediato bene, no?
E poi era curiosa. Molto, molto curiosa.

Kili entrò nel salotto di sua madre e la trovò seduta su un basso sgabello accanto al fuoco, occupata a pettinarsi i capelli bagnati in modo che asciugassero senza arricciarsi. Ricordò che Dìs detestava i suoi capelli ribelli. Grazie per avermeli passati, ma’.
Lei lo accolse con un sorriso, che lo riportò indietro di molti anni. Era lo stesso sorriso con cui lo accoglieva al ritorno dalle sue scorribande, stanco, sporco e soddisfatto di sé… lo stesso sorriso con cui aveva ascoltato i suoi dubbi e le sue domande più difficili.
“Vieni, caro, siediti qui. Non mi sembra vero di averti vicino.”
Kili sedette sul tappeto e subito lei gli accarezzò la guancia. Il figlio capì che aveva un disperato bisogno di toccarlo, ed ormai non era più l’adolescente che si sarebbe  risentito di quel gesto. Alzò il viso e la guardò negli occhi.
“Mamma, io credo che ci sia stato un equivoco riguardo a … a questo matrimonio che sembri detestare tanto. Tu hai pensato che fosse un matrimonio diplomatico, combinato per motivi politici…”
“ E non lo è? Non è una brillante idea di Balin, guai a lui quando gli metterò le mani addosso?” Dìs alzò le sopracciglia sorpresa. Kili tirò un sospiro di sollievo.  
“No, mamma. Capisco che hai potuto pensarlo, e forse avrei dovuto spiegarmi meglio quando ti ho mandato la notizia; ma questo matrimonio non è affatto stato combinato. E’ solo successo che Miralys ed io ci siamo innamorati.”
Dìs spalancò gli occhi e fece per dire qualcosa, ma Kili la interruppe.
“Ti prego,” disse con un sorriso a mezza bocca, “lasciami finire, è già abbastanza difficile così. Vedi… lei è l’amore della mia vita. Da quanto ho sentito su te e papà, potrai capire… “  Dìs annui.
“C’è stato un periodo in cui ho pensato di averla persa,” proseguì Kili, guardandosi le mani, “ed ero come … morto dentro. Come dopo la battaglia… poi per fortuna tutto è andato a posto. Ma c’è qualcosa d’altro… “ la parte difficile,  pensò. Come si fa a dire certe cose alla propria madre?  Sempre senza guardarla, trasse un profondo sospiro. “Vedi, io e lei… noi… abbiamo già… siamo già…”
“Stai cercando di dirmi che siete amanti?” e brava, mamma. Alzò finalmente gli occhi, e gli sembrò che le labbra di Dìs tremassero leggermente. Stai ridendo anche tu di me, dannazione?
“Sì, ma non solo… lei è qui. Noi viviamo già insieme. A tutti gli effetti, tranne l’ufficialità, lei è già la mia  regina.”
“E questo ti fa felice, Kili?” gli occhi azzurri lo fissavano, e lui ricambiò quello sguardo diretto.
“Più di quanto sia capace di dirti.” E di colpo quegli occhi indagatori  furono lucidi di lacrime. Kili rimase senza fiato, sgomento.
“Mamma, no… non fare c...” non potè finire. Dìs lo abbracciò forte,  stringendolo a sé, e Kili, sorpreso, ricambiò, senza capire, finchè fu lei a staccarsi ed a guardarlo. Le lacrime le rigavano le  guance.
“Mamma, mi dispiace, non vo...”
“Kili,” lo interruppe Dìs, “ho pianto tanto in questi mesi, ma queste lacrime sono benedette. Sentire quello che mi dici è un sollievo enorme…” Kili era sempre più sorpreso, e lei gli prese le mani fra le sue.
“Quando mi hai scritto che avresti sposato la principessa dei Colli Ferrosi, mi sono sentita morire.”
“Ma perch…”
“Kili, sei mio  figlio. Ti conosco. Hai un cuore troppo grande per il tuo stesso bene; così capace di amare e così facile da ferire. Il bambino che mi portava i fiori quando ero triste, il ragazzo così sensibile da dire sempre la parola giusta… tu, proprio tu, senza tuo fratello, gravato di una  responsabilità enorme, del tutto inaspettata, e intrappolato in un matrimonio senza amore! E per giunta con la figlia di una vipera… come avrei potuto stare tranquilla?”
Kili tacque per qualche momento, profondamente commosso.
“Ora capisco… E comunque devi sapere che Miralys non assomiglia affatto a sua madre, anzi… è una lunga  storia, ma fidati di me su questo punto.”
“Se lei ti ama, non chiedo altro. L’unica cosa che mi sorprende è che Dàin abbia permesso a sua figlia di venire a stare con te prima del matrimonio…”
“Anche questa è una lunga storia, comunque lei è qui dal giorno della battaglia. Sai, quando sono stato male, dopo la  morte di Thorin… lei si è occupata di me, fa la guaritrice, e così… beh,” si strinse nelle spalle, “è successo. Adesso è impegnata con i feriti del crollo, ma più tardi la conoscerai, ho ordinato di portarci la cena nelle nostre stanze… ma che hai?” Dìs aveva spalancato di nuovo  gli occhi.
“Fa la guaritrice, hai detto..? Beh, credo di averla già conosciuta… e hai ragione, non somiglia affatto a sua madre!”
 
Kili tornò nelle sue stanze sorridendo tra sé, finchè non ricordò che aveva qualcosa in sospeso con la sua amata.
Sarà ancora arrabbiata? Come posso farle capire che quella era un’altra vita, un altro mondo, un altro Kili? E che, comunque, anche nell’altra vita, Gleis non era, e non era mai stata, nulla?  Gli tornò il sorriso, pensando alla  storia con Gleis… Non posso credere di avere fatto sciocchezze simili! Ma dove avevamo la testa, tutti?
Kee, eravamo giovani e sciocchi. Sì, anch’io, ricordi? In fondo fu colpa mia…
Beh, Fee…  tua, di Nori, della mia testardaggine, della legna e della birra!
All’istante,  Kili decise che la cosa migliore da fare era lasciar parlare il cuore.
Bravo, fratellino. Sempre la soluzione migliore.
Passò dal salotto alla camera da letto. Miralys era lì, davanti allo specchio, e gli voltava le spalle; lui però poteva vedere il suo riflesso, ed il suo battito accelerò all’istante: lei era una gioia per gli occhi.
“Mira…” le appoggiò le mani sulle spalle e sentì che un brivido correva sulla pelle chiara. Non la vedeva in viso: lei stava cercando qualcosa dentro un cofanetto che teneva in grembo, ed aveva la testa chinata.
“Voglio dirti, ancora una volta, che tu sei e sarai sempre l’unico amore della mia vita. Quello che provo per te… non ho parole che possano farti capire. Posso solo fartelo sentire con ogni tocco, ogni sguardo, ogni momento passato con te. Sei diventata parte di me, mi sei entrata così a fondo nel cuore e nelle ossa che riesco a stare lontano da te solo perché so che tu ci sei, che sei ad aspettarmi.”
Le mani di Miralys si erano fermate.
“Prima di te, prima della ricerca,  tutto era diverso… io ero diverso. Ero un giovane idiota, e se vorrai ti racconterò tutta la storia, e credo che potrai solo riderne. Ma il cuore di quel giovane idiota è sempre stato libero come l’aria: mai nessuna lo ha anche solo sfiorato. Poi sei arrivata tu…”
Non riuscì a continuare: Miralys si era alzata, e lo guardava con gli occhi splendenti. Gli fece scivolare le braccia intorno ai fianchi e si appoggiò a lui.
“Kili… lo so. Non ho mai pensato che qualcosa o qualcuno potesse mettersi tra noi… il nostro amore sarebbe ben poca cosa se bastasse un bacio a metterci in difficoltà. Però” un sorriso malizioso, “hai detto delle cose dolcissime. Non aspettare che qualche altra Nana ti baci per ripeterle!”
“A proposito di baci…” fece lui, e dalla teoria passò alla pratica.

“Ma ora le cose serie.” Riprese lei dopo un po’ “Tua madre sta arrivando? Sei riuscito a parlarle?”
“Sì, e credo che sia tutto a posto…” ma Miralys era nervosissima.
“Kili, vado bene, così?” Lui le cinse la vita con un braccio per  condurla nell’altra stanza, e si chinò per baciarla  di nuovo.
“Sei bellissima. E più tardi ho intenzione di dimostrarti esattamente quanto tu vada bene…”
“Sul serio, Kili! Vado bene  per incontrare tua madre?” l’ansia negli occhi verdi riempì Kili di tenerezza.
“Io non mi preoccuperei, tesoro. Anche perché, se mi avessi lasciato finire, ti avrei detto che l’hai già incontrata…”
“Che co…” poi la verità si fece strada nella mente di Miralys, come una folgorazione. Ecco perché mi pareva tanto familiare! Per un attimo rimase senza parole. Poi  guardò Kili, il cui sorrisetto divertito diventava sempre più largo. Quando lui sollevò le sopracciglia in una buffa espressione, Miralys non potè evitare di sorridere a sua volta… finchè si trovò a ridere irrefrenabilmente.
“Oh,  déi, che idiota! E’ da ieri che mi tormento e cerco mille  modi per  farle buona impressione, e lei mi trova sudata, arruffata, disordinata  e probabilmente con delle strisce di sangue in faccia! E credo di non averla nemmeno trattata con troppa gentilezza…! Benissimo, ora non avrò solo mia  madre che mi odia, anche mia suocera! Fantastico, Miralys, ottimo lavoro… due su due! Chi mi resta da offendere, ancora, a questo mondo?”
Qualcuno bussò alla porta.

Miralys guardava la nana davanti a lei. Come ho fatto a non riconoscerla?  Era del tutto evidente da quale dei genitori Kili  avesse ereditato i lineamenti delicati, le sopracciglia arcuate, gli  zigomi; solo il colore degli occhi era diverso, ed era quello che traeva in inganno. Gli occhi blu di Dìs  catalizzavano l’attenzione.
E non vi era disapprovazione, in quegli occhi, né critica: solo un po’ di curiosità, un filo di apprensione.
Guarderei anch’io così la fidanzata del mio unico figlio, pensò Miralys; tutta la sua ansia scomparve, e sorrise.
“Mi dispiace di non aver capito che eri tu, ieri,” iniziò, “ e non posso credere di averlo fatto! Non sono neanche stata tanto gentile…” ma Dìs a questo punto ridacchiò..
“Non avevi tempo per conversazioni da salotto, mi sembra di ricordare. Ed io ammetto che non avevo capito niente della situazione. Tutti  cercavano di dirmelo, ma non ho ascoltato… e sai qual è la cosa più ridicola? Che mentre inveivo tra me  e me contro questo matrimonio, ti guardavo mentre ti occupavi dei feriti, con tanta dedizione, ma anche con tanta grazia, e pensavo Ecco! Kili ha bisogno di una così, di una Nana vera, non una stupida bambola viziata di principessa!”
A questo punto fu Kili a scoppiare in una risata; cinse la madre con il braccio destro, la fidanzata con il sinistro e distribuì imparzialmente baci ad entrambe.
“E brave le mie ragazze! Che ne dite, possiamo metterci a tavola?”

Kili osservava di sottecchi le due nane della sua vita che chiacchieravano tranquillamente. Tirò mentalmente un sospiro di sollievo.
Miralys, libera dall’ansia, era tornata ad essere se stessa, ed era evidente che le due si erano trovate subito a loro agio; conoscendo entrambe, Kili ne era stato quasi sicuro, anzi, forse ognuna di loro rispondeva ad un desiderio inespresso dell’altra. Certo, con due personalità decise, sarebbe stato necessario definire i rispettivi spazi, ma il giovane Re aveva fiducia nella sensibilità di entrambe.
Mamma ha sempre desiderato una figlia; e Mira, da parte sua, una madre che provasse a capire la sua vocazione ed il suo desiderio di indipendenza. E che meglio di Dìs è in grado di capire una nana che vuole cavarsela da sola?
Dal momento che su questo versante andava tutto bene, Kili pensò che si poteva risolvere un altro problema.
“Mamma, vorrei presentare la mia Miralys ai nostri amici. Cosa ne pensi?”
“E’ un’ottima idea, anche per sgombrare il campo da alcuni equivoci…” Dìs ridacchiò. “Puoi stare tranquilla, Miralys. Gleis è una vera ochetta, basta poco per rimetterla a posto. La quota di cervello della famiglia se l’è presa tutta la sorella…”
Miralys era un po’ diffidente.
“Cosa hai in mente, Kili?”

“Buonasera, amici miei!”
La voce di Kili risuonò nella grande sala ai piani inferiori, adiacente alle cucine, dove i Nani giunti dai Monti Azzurri avevano appena finito di  cenare. Tra loro anche molti altri, che già si trovavano ad Erebor, ne avevano approfittato per rinnovare l’amicizia con persone che non incontravano da molti anni.
“No, restate dove siete, niente cerimonie! Non siamo nella sala di Thròr e questa non è un’occasione ufficiale.” Tutti  i nani si immobilizzarono, gli occhi di tutti  fissi sul Re e sulla splendida, giovane nana bionda accanto a lui. I sussurri si rincorsero, mentre i nuovi venuti si interrogavano sull’identità della sconosciuta; gli altri si stringevano nelle spalle con un sorriso sornione.
“Devo farvi conoscere una persona che mi è stata vicina nei  momenti  più difficili della mia vita; una persona che amo con tutto me stesso: Miralys, principessa dei Colli Ferrosi… la mia fidanzata.”
Seguì un attimo di silenzio assoluto; poi, i Nani che già la conoscevano cominciarono ad applaudire, mentre Miralys, un po’ intimidita,   si stringeva al fidanzato. Kili le passò un braccio intorno alla vita e si chinò per baciarla… ed agli applausi si unirono allegri “ooooh!” e fischi. Lui le sussurrò sulle labbra:
“Dovrai dire qualche parola…” Miralys spalancò gli occhi.
“Guardali, “ proseguì Kili, “se lo aspettano.”
“Ma io non so parlare in pubblico! Cosa devo dire?”
“Sarà meglio che ti abitui…”
Kili sollevò il braccio, ed a poco a poco calò il silenzio.
Oh Mahal! E adesso cosa dico?
Oddio.
“Amici,” inizò con voce un po’ incerta, “siete la mia gente e la mia famiglia. Chi vive già qui mi conosce; nulla è più importante per me che vivere tra voi e con voi. Per ora voglio solo darvi il benvenuto in questo nuovo regno che ci stiamo costruendo, per noi e per i nostri figli. Grazie di essere qui!”  Un applauso seguì le ultime parole, poi Kili prese per mano la sua amata e la condusse lungo i tavoli.
Miralys conobbe Nenuis, la moglie di Glòìn, e suo figlio Gimli, un nano dai capelli rosso fuoco di suo padre, e dotato di una formidabile barba nonostante forse più giovane di Kili;  parlò con tutti e sorrise a tutti, lasciandosi dietro una scia di Nani affascinati, giovani e vecchi.
Ed  infine giunse davanti a due nane molto belle, accanto alla loro orgogliosa madre.
“Mira, questa è Bleis… “ disse Kili; si alzò una nana, giovane ma non più una ragazza, forse di qualche anno più anziana di lui; bella, con grandi occhi chiari ed uno sguardo tranquillo e un po’ triste. A Miralys piacque immediatamente.
“… e questa è sua sorella Gleis…” Capelli ramati, occhi scuri, un fisico prorompente, guardò Kili sbattendo le lunghe ciglia. Il sorriso di Miralys si fece soave.
“Sono immensamente felice di conoscervi. Questo regno ha un gran bisogno di Nane forti ed  intelligenti; il lavoro sarà moltissimo, ed i riconoscimenti altrettanto grandi, per chi saprà conquistarseli. Sono certa che non siete di quelle ochette che pensano solo a rincorrere il nano altrui! Non è vero, amore mio?”
Così dicendo,  si strinse a lui e sollevò il viso; Kili le vide negli occhi un bagliore metallico e si affrettò a rispondere alla muta richiesta… o meglio ordine. L’impresa valse una nutrita serie di fischi ed applausi.

“Bene, cara, hai chiarito la tua opinione. Soddisfatta?”
Miralys si strinse al fianco del suo amato, appoggiato ai cuscini. Le sue dita giocherellavano con i peli scuri al centro del petto di lui.
“Ho chiarito il punto, sì… ma sto ancora aspettando una spiegazione. E’ chiaro che Gleis è un’oca; è altrettanto chiaro che si era fatta delle idee sbagliate sul nostro matrimonio;  ma questo non giustifica il suo comportamento in pubblico! Quindi, fuori il  rospo.”
“E’ stato tutto un malinteso! Quello è che successo allora, intendo. Lei si è fatta delle idee sbagliate…”
“D’accordo, ma sei sicuro di non averle mai dato motivo di farsele, quelle idee sbagliate?”
Kili era assolutamente sicuro che Miralys si stesse divertendo un mondo a metterlo in imbarazzo. Sospirò tra sé. Avanti.
“E’ stata colpa di Nori!”
“E che c’entra, Nori?”
“Capisci, lei è stata arrabbiata con me per anni, e lui diceva che non sarei mai riuscito… cioè…e allora Fili ha scommesso con Nori che io…” A raccontare questa storia sembro ancora più idiota!
“Fermo, fermo! Perché dici che Gleis è stata arrabbiata con te per anni? Non si direbbe!”
“E’ cambiata solo alla fine! Prima ci mancava solo che mi prendesse a schiaffi ogni volta che mi vedeva passare!”
“Ma cosa le avevi fatto?”
“Beh… è stata colpa di Fili! C’era la Festa di Mezza Estate, e lui ci sarebbe andato con Bleis, ed io non avevo mai invitato una ragazza… sai, ero proprio giovane, e non avevo il coraggio! Così mi sono fatto animo con un paio di birre… e ho chiesto alla prima ragazza che ho visto di venire alla festa con me! E lei ha accettato!”
“Era Gleis.”
“Non lo so! Non mi ricordo… so che ero così soddisfatto, e mi sono detto ‘wow, ma allora è facile!’ Così ho bevuto un’altra birra…e ho invitato un’altra ragazza!”
“Che cosa..?”
“E poi non so, ho dei ricordi molto confusi, ma devo averlo fatto ancora… e ancora…** finchè Fili mi ha portato a casa di peso perché non mi reggevo sulle gambe…”
“E poi?”
“E poi sono stato malissimo, e non ti dico lo zio…! E mamma…!”
“No, volevo dire: e poi, alla festa?”
“La sera della festa si sono incontrate tutte… tutte nello stesso posto… ed una era Gleis… e sono venute a casa! A cercarmi…! Erano un po’ seccate…”
“E ci credo… che hai fatto?”
“Io niente! Zio Thorin ha detto che ero malato… e ha riso con Dwalin per il resto della serata… e il giorno dopo mi ha spedito con lui per un giro di esplorazione. E’ stata una settimana terrificante, non ti dico…! Devo aver frugato tutte le tane di animali di pelo e di piuma dei Monti Azzurri; non so in quanti torrenti gelati mi ha buttato; camminavamo per chilometri e chilometri… e con tutto ciò, la sera, prima di cena, una sessione di allenamenti alla spada!” Kili rabbrividì e Miralys rise.  Per Durin, era proprio un’altra vita..!
“Quindi, Gleis mi odiava. Solo me, beninteso; non è certo una che si fa pregare. Così Nori mi prendeva in giro… e Fili ha scommesso che ce l’avrei fatta, comunque, a… insomma… capisci?”
“Speravo di non aver capito. Ma è un’indecenza!”
“Ma no! E’ che Dori aveva costretto Nori a procurare una scorta di legna per la vecchia cugina che viveva con loro, e che sarebbe rimasta sola almeno per un anno, quando noi fossimo partiti. E così ha scommesso con Fili che se non  fossi riuscito a … ehm, mio fratello avrebbe dovuto spaccare tutta quella legna! E quell’idiota ha accettato! Non potevo tirarmi indietro, no? L'ho fatto per il bene della famiglia!”

** N.d.A. Fatte le debite precisazioni (non era la Festa di Mezza Estate, ma un cinema) l’episodio è realmente accaduto  a qualcuno che conosco molto bene. Ci tengo a dire che non ero una delle fortunate. Io sono arrivata dopo.
  
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