Questa
è la traduzione della storia “A dark
tale” pubblicata sul sito
‘fanfiction.net’
da The-shiny-girl.
Potete
trovare il link della versione originale nel profilo.
A
Dark Tale
~
Chapter 5 ~
Le
cose devono cambiare.
Ho
deciso di parlare con Piton e tentare di rendere le cose migliori. Non
possiamo
continuare a litigare ogni giorno. Non ce la faccio.
Devo
solo ricordare perché l'ho sposato, prima di tutto. Mi
dispiaceva per lui, ero
grata per tutto ciò che ha fatto per l'Ordine. E dopo aver
saputo della sua
triste vita sentivo che gli spettava qualcosa in cambio.
Così ho deciso di
dargli il dono della vita. Una vita tranquilla e in pace come merita.
Ed è
esattamente ciò che otterrà. Dopo che me ne
sarò andata, ovviamente.
Non
avrei mai immaginato che essere sposata con lui sarebbe stato
così difficile.
Non
avrei mai immaginato che lui
sarebbe
stato così difficile.
xxx
Fuori
è una bellissima giornata.
Ma
io non mi sento così bene.
Mi
fa ancora male lo stomaco.
Sono
a letto, rannicchiata e sotto le coperte. A quanto pare non
andrò a lezione
oggi.
Spero
che la McGranitt troverà qualche scusa per spiegare la mia
assenza. Non ho
voglia di vedere nessuno. Non che qualcuno verrebbe a farmi visita,
poi, si
sentono tutti troppo a disagio negli alloggi di Piton. Ginny
è l'unica che è
venuta a trovarmi da quando ci sono state le nozze. Nemmeno Harry ha
osato
venire qui.
Divertente.
Sono
tutti così spaventati da Piton.
Non
posso biasimarli.
xxx
Qualcuno
bussa alla porta.
No.
Non
posso vederlo adesso.
Così
resto in silenzio, sperando solo che se ne vada. Non sento nulla per
una
manciata di secondi e mi rilasso, ma poi lo sento di nuovo.
Non
ha intenzione di andarsene.
"Che
c'è?" dico, sforzandomi di cacciare una voce forte.
Nulla.
A
cosa sta giocando?
Improvvisamente
la porta si apre ed entra fiduciosamente.
Mi
metto in una posizione seduta, "Cosa sta facendo?"
"Sono
venuto a dare un'occhiata a mia moglie,"
risponde, avvicinandosi.
"Non
le ho dato il permesso di entrare!"
Incrocia
le braccia al petto, "Ero semplicemente preoccupato per mia moglie. Non
ho
il permesso di esserlo?"
"Non
ha nessun rispetto per la mia privacy," lo accuso.
"Perché
non eri a lezione oggi?" chiede, ignorando il mio commento di poco
prima.
"I-io...
non è affar suo."
"Vedi,
Miss Granger, è affar mio. Sei mia moglie, dopo tutto."
"Questa
sì che è bella, Professore.
Continua
a ricordarmi che sono sua moglie, però mi chiama Miss Granger."
S'immobilizza.
"Se
ne vada," mi distendo nuovamente, rimboccandomi le coperte fino al
collo.
"Cosa
c'è che non va?" chiede.
Sembra
preoccupato. Me lo sto immaginando?
"Non
mi è permesso sentirmi male di tanto in tanto?"
Sa
che sto mentendo. Persino io posso avvertire l'agitazione nel mio tono
di voce.
Non può essergli sfuggito.
Parla
di nuovo, lentamente, "Mi stai mentendo?"
Silenzio.
"Allora?"
chiede di nuovo.
"Mentendo
su cosa?"
Il
suo tono di voce è più basso adesso, "Hai preso
la pozione
contraccettiva?"
Alzo
gli occhi al cielo, "Per amor di Dio, non sono incinta!"
Il
suo volto s'irrigidisce, "Vorrei prendere un campione del tuo sangue
per
esserne sicuro. La pozione può aver fallito. E un bambino
è l'ultima cosa di
cui abbiamo bisogno in questo momento."
L'agitazione
s'impossessa di me, "No. Nessun campione di sangue."
"E
perché no?"
"P-perché...
non sono incinta. Lo so che non sono incinta e non c'è
bisogno di
nessun'analisi del sangue."
Mi
guarda diffidente, "Altri segreti, Granger?"
"Non
c'è alcun segreto. Mi sento solo un po'...stressata
ultimamente e non sto mangiando
bene."
Lo
sguardo cupo nei suoi occhi mi fa capire che non mi crede.
"Vorrei
riposarmi un po' adesso," mi giro dall'altra parte voltandogli le
spalle,
sperando che se ne vada.
E
lo fa.
xxx
Finalmente
è sabato.
E
mi sento meglio così ho deciso di trarre il meglio da questa
giornata.
Entro
in cucina, notando Piton seduto al tavolo intento a leggere la Gazzetta
del
Profeta.
"Buongiorno,"
borbotto mentre mi verso un bicchiere di succo di zucca.
Lui
abbassa il giornale lentamente e mi guarda, "Esci?"
"Sì,
io e Ginny andiamo a Diagon Alley a fare un po' di spese."
"Spese?"
chiede, "Di cosa hai bisogno?"
"Non
ho bisogno di nulla, è solo...per divertimento."
Mi
guarda in modo strano.
"É
quello che facciamo, noi ragazze, per divertirci," cerco di spiegare.
"Andare
a Diagon Alley, in mezzo alla confusione cercando di farsi strada tra i
negozi
affollati è la vostra idea di divertimento?"
"Sì?"
mi viene fuori come se fosse una domanda.
Mi
sta guardando come se avessi due teste.
"Devo
andare," bevo in fretta il mio succo e mi volto per andarmene.
"Lo
sai che non è prudente," dice improvvisamente.
Mi
giro verso di lui.
Continua,
"Non tutti i Mangiamorte sono stati catturati. E sono sicuro che molti
di
loro non vedono l'ora di mettere le mani su un membro del Trio
d’Oro."
"Starò
bene. Nessuno mi attaccherebbe in pubblico," rispondo, "Comunque, so
badare a me stessa."
Solleva
un sopracciglio, senza dire nulla.
"D'accordo,"
annuisco, "Tornerò tra un paio d'ore."
Non
appena sto per uscire lui parla di nuovo, "Hai bisogno...di Galeoni?"
"No,
sono a posto, ce li ho, i soldi."
"Oh,
perdonami," risponde, "Dimenticavo che avessi dei genitori. Dimmi,
hai preso il loro denaro prima o dopo averli Obliviati?"
Apro
la bocca per controbattere, ma in qualche modo mi trattengo. Non ne
vale la
pena. Sono di buon'umore stamattina e lui non cambierà le
cose.
Esco
dalla cucina senza dire una parola.
xxx
"Allora..."
inizio a dire, "Dovremmo iniziare probabilmente."
Se ne sta
nell'angolo della
stanza, dandomi le spalle.
Abbasso lo
sguardo
verso il mio vestito da sposa, ricordandomi della cerimonia. Era
così patetica.
É durata solo un paio di minuti e poi ce ne siamo andati
entrambi. C'erano
dieci o quindici invitati. Nessuno, eccetto la McGranitt, aveva capito
perché
ci stavamo sposando. L'atmosfera era imbarazzante, cupa.
Sembrava di
essere a
un funerale.
Sospiro,
passandomi
una mano tra i capelli.
La prima parte
è
fatta.
Adesso dobbiamo
solo
finire la seconda parte e saremo sposati legalmente.
"Non posso
farlo," sussurra.
"Cosa?" mi
alzo dal letto, "Non può tirarsi indietro adesso."
Mi guarda in
faccia,
"Sei mentalmente stabile?"
Sono presa un
po' alla
sprovvista da quella domanda, ma annuisco, "Sì, lo sono."
"Ne sei
sicura?"
"Sì."
"Forse sei
innamorata di me? Questo è il momento in cui ammetti di
essere stata innamorata
di me da molti anni ormai?"
Arrossisco un
po',
"N-no."
"Lo
immaginavo," commenta, poi il suo volto si fa cupo, "Forse ti diverte
il dolore e la sofferenza e l'oscurità e la
malvagità. Forse è per questo che
mi hai scelto. Sai che posso darti tutto questo."
Adesso mi sta
spaventando.
"No, q-questo
non
è vero," mi difendo.
"É
per sesso? Non
dovevi obbligarmi a sposarti se volevi portarmi a letto. Ci sono vie
più
semplici."
"La smetta!"
alzo la voce, "Perché si comporta così?"
Si avvicina a
me e
posso sentire l'odore di Whiskey Incendiario che emana, "Sto
semplicemente
cercando di comprenderti, Miss Granger."
"Sta sprecando
il
suo tempo," mi sforzo di dire, "Non ci sono segreti. Le ho spiegato
tutto. Otterremo molto entrambi da questo matrimonio."
"Ah
sì, la
libertà."
"Esattamente.
Questo matrimonio è falso e possiamo vivere entrambi come
abbiamo vissuto
prima. Solo... insieme."
Dopo un momento
annuisce, "Sai cosa si deve fare adesso, giusto?"
"S-sì,
lo
so," mi guardo le mani.
"Non fare la
timida adesso. É stata tutta una tua idea," la sua voce
è crudele.
Annuisco,
mostrando
una faccia coraggiosa. Prima lo facciamo, meglio è. Abbasso
la zip del vestito e
la sua voce mi ferma, "Cosa stai facendo?"
"Mi tolgo il
vestito?"
"Non ce
n'è
bisogno."
"No?"
"No."
Annuisco,
cercando di
comprendere cosa vuole dire.
"Stenditi solo
sul letto," mi ordina.
Si volta di
nuovo,
"Sono un uomo sposato," sussurra poi si lascia sfuggire una risata.
Credo sia un
po'
ubriaco.
"Ho sposato una
studentessa," ride di nuovo.
Il suo
comportamento
mi sta preoccupando. Sono agitata e lui è ubriaco. Non penso
che finirà bene.
Sta ancora
parlando da
solo, mormorando parole che non riesco a capire.
Mi schiarisco
la gola,
"Non l'ho mai fatto davvero."
Questo attira
la sua
attenzione.
Si gira a
guardarmi,
"Chiedo scusa?"
"Non l'ho mai
fatto davvero prima," ripeto, irrigidendomi.
Silenzio.
Mi fissa, senza
alcuna
espressione sul volto.
"Pensavo
solo...
che avrebbe dovuto saperlo," dico, sedendomi sul letto.
Perchè
mi sta
guardando in quel modo?
Appena apro la
bocca
per parlare si volta improvvisamente ed entra nel bagno, sbattendo la
porta.
xxx
"Sì,
amo Harry, ma non sono sicura di voler trascorrere il resto della mia
vita con
lui," ammette Ginny mentre ci dirigiamo verso un altro negozio.
"Beh,
non hai molto tempo per trovare un'altra persona," rispondo.
"Lo
so," sospira, "E non sto cercando di trovare un'altra persona,
è solo
che... l'idea del matrimonio... è terribile."
"Non
è così orribile."
Ginny
mi guarda, "Dici sul serio?"
Annuisco.
"Quindi
stai dicendo che essere sposata con Piton non è orribile?"
"É...
sopportabile."
Ginny
ride, "Qualunque cosa significhi, Hermione."
Entriamo
nel negozio e sono sorpresa per ciò che c'è
dentro.
"Ginny,
è un negozio di lingerie."
Lei
ride, "Già."
"Ma
non ho bisogno di comprare nulla qui."
"Io
sì," mi fa l'occhiolino, "Vorrei fare una sorpresa a Harry."
Faccio
una smorfia, "Troppe informazioni."
Ginny
ride, "Forse potresti fare una sorpresa al tuo marito adorato?"
"Non
penso che la sorpresa gli piacerebbe molto."
"Davvero?
Allora le voci sono vere?"
Socchiudo
gli occhi, "Quali voci?"
"Che
lui è... sai... asessuale?"
Lo
è? Non lo so. Forse lo è. Non ha mai mostrato
interesse per una cosa del
genere. O forse è solo che io
non gli
piaccio.
"Allora,
lo è?" insiste Ginny.
"Stai
chiedendo alla persona sbagliata."
"Sei
sua moglie."
Sospiro,
"Possiamo non parlare di Piton, per favore?"
Ginny
annuisce, comprendendo, "Certo."
"Grazie."
"Hermione,
io sono qui se vuoi parlare, lo sai questo, vero?"
Guardo
la mia amica e improvvisamente sento come se avessi bisogno di dirle
tutto. Di
confessare cosa c'è davvero nella mia testa, di spiegare
perché ho sposato
Piton, di dirle che sono malata. Sarebbe bello appoggiarsi a qualcuno,
per
parlare.
Parlarne
aiuta. Così dicono.
Ma
sarebbe ridicolo.
Non
posso dirle che sto morendo in un negozio di lingerie.
Improvvisamente
una commessa si avvicina a noi, "Ciao, posso aiutarvi?"
Ginny
inizia a parlarle mentre mi perdo nei miei pensieri.
Perché
non posso fidarmi di nessuno? Sto tradendo i miei amici nascondendogli
le cose.
Mi odieranno una volta che lo scopriranno.
Perché non posso
dirglielo?
E
poi capisco perché.
Lo
renderebbe troppo reale.
Persino
io non l'ho accettato veramente e
dicendolo a tutti dovrei... ammetterlo a me stessa. E questo
è troppo.
Vorrei
solo ignorarlo quanto più a lungo possibile.
Oggi
mi sento bene. Posso fingere di essere una ragazza normale che ha
un'intera
vita davanti a sé.
xxx
Lascio
cadere la mia borsa da shopping sul pavimento e mi siedo sul divano,
facendo un
bel respiro.
É
quasi notte fuori.
Ginny
davvero non sa quando è ora di tornare a casa.
É
tutto così silenzioso.
Mi
guardo intorno, notando che tutto è esattamente dov'era
quando me ne sono
andata.
Mi
alzo e mi dirigo verso la camera di Piton lentamente, bussando
gentilmente alla
porta.
Nessuna
risposta.
Busso
ancora.
Nulla.
Apro
la porta e do una sbirciata all'interno.
Non
è qui.
Tornando
nel salotto non posso fare a meno di chiedermi dove sia.
xxx
Mezzanotte
è passata e lui non è ancora tornato a casa.
Inizio
a preoccuparmi.
Ci
sono ancora Mangiamorte in fuga, proprio come ha detto lui.
E
se-?
Improvvisamente
sento un rumore.
Poi
dei passi.
Nemmeno
un secondo dopo compare, venendo in salotto. Si paralizza quando mi
vede, ma si
riprende velocemente.
"Perché
non sei a letto?" chiede.
"Dov'era?"
mi alzo, "Mi ha fatto stare in pensiero."
"In
pensiero?"
"Sì,
è mezzanotte passata."
Si
schiarisce la gola, "Come puoi vedere sto bene. Va' in camera tua."
"Dov'era?"
chiedo.
"Non
sono cose che ti riguardano."
Questo
mi ferisce un po'.
"Volevo
solo -"
Mi
interrompe, "Tu mi tieni dei segreti. Non mi è concesso fare
lo
stesso?"
Piano
piano inizio a capire, "Stava con un'altra donna?"
Non
risponde.
Perché
non dice nulla?
Lo
guardo sorpresa, "Lei sta... con un'altra?"
É
impossibile. Non posso nemmeno immaginare Piton con una donna. Non
è qualcosa
che farebbe.
Resta
in silenzio.
"Mi
risponda," dico.
"E
se stessi con un'altra? Tu stessa
hai
detto che questo matrimonio è falso."
Faccio
un passo indietro, "Lei è..."
"Non
ho ammesso nulla, Granger. Non saltare alle conclusioni."
"Allora
mi risponda."
Scuote
semplicemente la testa, "Dovresti davvero andare a letto."
E
con quelle parole se ne va, lasciandomi sola.
Me
ne sto lì per una manciata di lunghi minuti.
Sta
succedendo davvero?
E
se fosse così, perché ci sto male?
Perché mi sento tradita? Il nostro
matrimonio è falso, questo lo so.
Faccio
un respiro profondo per calmarmi.
Non
importa.
É
la sua vita.
E
io ho la mia.