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Autore: theshinygirl    23/07/2013    1 recensioni
Perchè mai Hermione Granger ha obbligato Severus Piton a sposarla?
Traduzione
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hermione Granger, Severus Piton
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Questa è la traduzione della storia “A dark tale” pubblicata sul sito ‘fanfiction.net’ da The-shiny-girl. Potete trovare il link della versione originale nel profilo.

 

 

A Dark Tale

~ Chapter 5 ~

 

 

Le cose devono cambiare.

Ho deciso di parlare con Piton e tentare di rendere le cose migliori. Non possiamo continuare a litigare ogni giorno. Non ce la faccio.

Devo solo ricordare perché l'ho sposato, prima di tutto. Mi dispiaceva per lui, ero grata per tutto ciò che ha fatto per l'Ordine. E dopo aver saputo della sua triste vita sentivo che gli spettava qualcosa in cambio. Così ho deciso di dargli il dono della vita. Una vita tranquilla e in pace come merita. Ed è esattamente ciò che otterrà. Dopo che me ne sarò andata, ovviamente.

Non avrei mai immaginato che essere sposata con lui sarebbe stato così difficile.

Non avrei mai immaginato che lui sarebbe stato così difficile.

 

xxx

 

Fuori è una bellissima giornata.

Ma io non mi sento così bene.

Mi fa ancora male lo stomaco.

Sono a letto, rannicchiata e sotto le coperte. A quanto pare non andrò a lezione oggi.

Spero che la McGranitt troverà qualche scusa per spiegare la mia assenza. Non ho voglia di vedere nessuno. Non che qualcuno verrebbe a farmi visita, poi, si sentono tutti troppo a disagio negli alloggi di Piton. Ginny è l'unica che è venuta a trovarmi da quando ci sono state le nozze. Nemmeno Harry ha osato venire qui.

Divertente.

Sono tutti così spaventati da Piton.

Non posso biasimarli.

 

xxx

 

Qualcuno bussa alla porta.

No. 

Non posso vederlo adesso.

Così resto in silenzio, sperando solo che se ne vada. Non sento nulla per una manciata di secondi e mi rilasso, ma poi lo sento di nuovo.

Non ha intenzione di andarsene.

"Che c'è?" dico, sforzandomi di cacciare una voce forte.

Nulla.

A cosa sta giocando?

Improvvisamente la porta si apre ed entra fiduciosamente.

Mi metto in una posizione seduta, "Cosa sta facendo?"

"Sono venuto a dare un'occhiata a mia moglie," risponde, avvicinandosi.

"Non le ho dato il permesso di entrare!"

Incrocia le braccia al petto, "Ero semplicemente preoccupato per mia moglie. Non ho il permesso di esserlo?"

"Non ha nessun rispetto per la mia privacy," lo accuso.

"Perché non eri a lezione oggi?" chiede, ignorando il mio commento di poco prima.

"I-io... non è affar suo."

"Vedi, Miss Granger, è affar mio. Sei mia moglie, dopo tutto."

"Questa sì che è bella, Professore. Continua a ricordarmi che sono sua moglie, però mi chiama Miss Granger."

S'immobilizza.

"Se ne vada," mi distendo nuovamente, rimboccandomi le coperte fino al collo.

"Cosa c'è che non va?" chiede.

Sembra preoccupato. Me lo sto immaginando?

"Non mi è permesso sentirmi male di tanto in tanto?"

Sa che sto mentendo. Persino io posso avvertire l'agitazione nel mio tono di voce. Non può essergli sfuggito.

Parla di nuovo, lentamente, "Mi stai mentendo?"

Silenzio.

"Allora?" chiede di nuovo.

"Mentendo su cosa?"

Il suo tono di voce è più basso adesso, "Hai preso la pozione contraccettiva?"

Alzo gli occhi al cielo, "Per amor di Dio, non sono incinta!"

Il suo volto s'irrigidisce, "Vorrei prendere un campione del tuo sangue per esserne sicuro. La pozione può aver fallito. E un bambino è l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno in questo momento."

L'agitazione s'impossessa di me, "No. Nessun campione di sangue."

"E perché no?"

"P-perché... non sono incinta. Lo so che non sono incinta e non c'è bisogno di nessun'analisi del sangue."

Mi guarda diffidente, "Altri segreti, Granger?"

"Non c'è alcun segreto. Mi sento solo un po'...stressata ultimamente e non sto mangiando bene."

Lo sguardo cupo nei suoi occhi mi fa capire che non mi crede.

"Vorrei riposarmi un po' adesso," mi giro dall'altra parte voltandogli le spalle, sperando che se ne vada.

E lo fa.

 

 

xxx

 

 

Finalmente è sabato.

E mi sento meglio così ho deciso di trarre il meglio da questa giornata.

Entro in cucina, notando Piton seduto al tavolo intento a leggere la Gazzetta del Profeta.

"Buongiorno," borbotto mentre mi verso un bicchiere di succo di zucca.

Lui abbassa il giornale lentamente e mi guarda, "Esci?"

"Sì, io e Ginny andiamo a Diagon Alley a fare un po' di spese."

"Spese?" chiede, "Di cosa hai bisogno?"

"Non ho bisogno di nulla, è solo...per divertimento."

Mi guarda in modo strano.

"É quello che facciamo, noi ragazze, per divertirci," cerco di spiegare.

"Andare a Diagon Alley, in mezzo alla confusione cercando di farsi strada tra i negozi affollati è la vostra idea di divertimento?"

"Sì?" mi viene fuori come se fosse una domanda.

Mi sta guardando come se avessi due teste.

"Devo andare," bevo in fretta il mio succo e mi volto per andarmene.

"Lo sai che non è prudente," dice improvvisamente.

Mi giro verso di lui.

Continua, "Non tutti i Mangiamorte sono stati catturati. E sono sicuro che molti di loro non vedono l'ora di mettere le mani su un membro del Trio d’Oro."

"Starò bene. Nessuno mi attaccherebbe in pubblico," rispondo, "Comunque, so badare a me stessa."

Solleva un sopracciglio, senza dire nulla.

"D'accordo," annuisco, "Tornerò tra un paio d'ore."

Non appena sto per uscire lui parla di nuovo, "Hai bisogno...di Galeoni?"

"No, sono a posto, ce li ho, i soldi."

"Oh, perdonami," risponde, "Dimenticavo che avessi dei genitori. Dimmi, hai preso il loro denaro prima o dopo averli Obliviati?"

Apro la bocca per controbattere, ma in qualche modo mi trattengo. Non ne vale la pena. Sono di buon'umore stamattina e lui non cambierà le cose.

Esco dalla cucina senza dire una parola.

 

 

xxx

 

 

"Allora..." inizio a dire, "Dovremmo iniziare probabilmente."

Se ne sta nell'angolo della stanza, dandomi le spalle.

Abbasso lo sguardo verso il mio vestito da sposa, ricordandomi della cerimonia. Era così patetica. É durata solo un paio di minuti e poi ce ne siamo andati entrambi. C'erano dieci o quindici invitati. Nessuno, eccetto la McGranitt, aveva capito perché ci stavamo sposando. L'atmosfera era imbarazzante, cupa.

Sembrava di essere a un funerale.

Sospiro, passandomi una mano tra i capelli.

La prima parte è fatta.

Adesso dobbiamo solo finire la seconda parte e saremo sposati legalmente.

"Non posso farlo," sussurra.

"Cosa?" mi alzo dal letto, "Non può tirarsi indietro adesso."

Mi guarda in faccia, "Sei mentalmente stabile?"

Sono presa un po' alla sprovvista da quella domanda, ma annuisco, "Sì, lo sono."

"Ne sei sicura?"

"Sì."

"Forse sei innamorata di me? Questo è il momento in cui ammetti di essere stata innamorata di me da molti anni ormai?"

Arrossisco un po', "N-no."

"Lo immaginavo," commenta, poi il suo volto si fa cupo, "Forse ti diverte il dolore e la sofferenza e l'oscurità e la malvagità. Forse è per questo che mi hai scelto. Sai che posso darti tutto questo."

Adesso mi sta spaventando.

"No, q-questo non è vero," mi difendo.

"É per sesso? Non dovevi obbligarmi a sposarti se volevi portarmi a letto. Ci sono vie più semplici."

"La smetta!" alzo la voce, "Perché si comporta così?"

Si avvicina a me e posso sentire l'odore di Whiskey Incendiario che emana, "Sto semplicemente cercando di comprenderti, Miss Granger."

"Sta sprecando il suo tempo," mi sforzo di dire, "Non ci sono segreti. Le ho spiegato tutto. Otterremo molto entrambi da questo matrimonio."

"Ah sì, la libertà."

"Esattamente. Questo matrimonio è falso e possiamo vivere entrambi come abbiamo vissuto prima. Solo... insieme."

Dopo un momento annuisce, "Sai cosa si deve fare adesso, giusto?"

"S-sì, lo so," mi guardo le mani.

"Non fare la timida adesso. É stata tutta una tua idea," la sua voce è crudele.

Annuisco, mostrando una faccia coraggiosa. Prima lo facciamo, meglio è. Abbasso la zip del vestito e la sua voce mi ferma, "Cosa stai facendo?"

"Mi tolgo il vestito?"

"Non ce n'è bisogno."

"No?"

"No."

Annuisco, cercando di comprendere cosa vuole dire.

"Stenditi solo sul letto," mi ordina.

Si volta di nuovo, "Sono un uomo sposato," sussurra poi si lascia sfuggire una risata.

Credo sia un po' ubriaco.

"Ho sposato una studentessa," ride di nuovo.

Il suo comportamento mi sta preoccupando. Sono agitata e lui è ubriaco. Non penso che finirà bene.

Sta ancora parlando da solo, mormorando parole che non riesco a capire.

Mi schiarisco la gola, "Non l'ho mai fatto davvero."

Questo attira la sua attenzione.

Si gira a guardarmi, "Chiedo scusa?"

"Non l'ho mai fatto davvero prima," ripeto, irrigidendomi.

Silenzio.

Mi fissa, senza alcuna espressione sul volto.

"Pensavo solo... che avrebbe dovuto saperlo," dico, sedendomi sul letto.

Perchè mi sta guardando in quel modo?

Appena apro la bocca per parlare si volta improvvisamente ed entra nel bagno, sbattendo la porta.

 

 

xxx

 

 

"Sì, amo Harry, ma non sono sicura di voler trascorrere il resto della mia vita con lui," ammette Ginny mentre ci dirigiamo verso un altro negozio.

"Beh, non hai molto tempo per trovare un'altra persona," rispondo.

"Lo so," sospira, "E non sto cercando di trovare un'altra persona, è solo che... l'idea del matrimonio... è terribile."

"Non è così orribile."

Ginny mi guarda, "Dici sul serio?"

Annuisco.

"Quindi stai dicendo che essere sposata con Piton non è orribile?"

"É... sopportabile."

Ginny ride, "Qualunque cosa significhi, Hermione."

Entriamo nel negozio e sono sorpresa per ciò che c'è dentro.

"Ginny, è un negozio di lingerie."

Lei ride, "Già."

"Ma non ho bisogno di comprare nulla qui."

"Io sì," mi fa l'occhiolino, "Vorrei fare una sorpresa a Harry."

Faccio una smorfia, "Troppe informazioni."

Ginny ride, "Forse potresti fare una sorpresa al tuo marito adorato?"

"Non penso che la sorpresa gli piacerebbe molto."

"Davvero? Allora le voci sono vere?"

Socchiudo gli occhi, "Quali voci?"

"Che lui è... sai... asessuale?"

Lo è? Non lo so. Forse lo è. Non ha mai mostrato interesse per una cosa del genere. O forse è solo che io non gli piaccio.

"Allora, lo è?" insiste Ginny.

"Stai chiedendo alla persona sbagliata."

"Sei sua moglie."

Sospiro, "Possiamo non parlare di Piton, per favore?"

Ginny annuisce, comprendendo, "Certo."

"Grazie."

"Hermione, io sono qui se vuoi parlare, lo sai questo, vero?"

Guardo la mia amica e improvvisamente sento come se avessi bisogno di dirle tutto. Di confessare cosa c'è davvero nella mia testa, di spiegare perché ho sposato Piton, di dirle che sono malata. Sarebbe bello appoggiarsi a qualcuno, per parlare.

Parlarne aiuta. Così dicono.

Ma sarebbe ridicolo.

Non posso dirle che sto morendo in un negozio di lingerie.

Improvvisamente una commessa si avvicina a noi, "Ciao, posso aiutarvi?"

Ginny inizia a parlarle mentre mi perdo nei miei pensieri.

Perché non posso fidarmi di nessuno? Sto tradendo i miei amici nascondendogli le cose. Mi odieranno una volta che lo scopriranno.

Perché non posso dirglielo?

E poi capisco perché.

Lo renderebbe troppo reale.

Persino io non l'ho accettato veramente e dicendolo a tutti dovrei... ammetterlo a me stessa. E questo è troppo.

Vorrei solo ignorarlo quanto più a lungo possibile.

Oggi mi sento bene. Posso fingere di essere una ragazza normale che ha un'intera vita davanti a sé.

 

 

 

xxx

 

 

 

Lascio cadere la mia borsa da shopping sul pavimento e mi siedo sul divano, facendo un bel respiro.

É quasi notte fuori.

Ginny davvero non sa quando è ora di tornare a casa.

É tutto così silenzioso.

Mi guardo intorno, notando che tutto è esattamente dov'era quando me ne sono andata.

Mi alzo e mi dirigo verso la camera di Piton lentamente, bussando gentilmente alla porta.

Nessuna risposta.

Busso ancora.

Nulla.

Apro la porta e do una sbirciata all'interno.

Non è qui.

Tornando nel salotto non posso fare a meno di chiedermi dove sia.

 

 

 

xxx

 

 

Mezzanotte è passata e lui non è ancora tornato a casa.

Inizio a preoccuparmi.

Ci sono ancora Mangiamorte in fuga, proprio come ha detto lui.

E se-?

Improvvisamente sento un rumore.

Poi dei passi.

Nemmeno un secondo dopo compare, venendo in salotto. Si paralizza quando mi vede, ma si riprende velocemente.

"Perché non sei a letto?" chiede.

"Dov'era?" mi alzo, "Mi ha fatto stare in pensiero."

"In pensiero?"

"Sì, è mezzanotte passata."

Si schiarisce la gola, "Come puoi vedere sto bene. Va' in camera tua."

"Dov'era?" chiedo.

"Non sono cose che ti riguardano."

Questo mi ferisce un po'.

"Volevo solo -"

Mi interrompe, "Tu mi tieni dei segreti. Non mi è concesso fare lo stesso?"

Piano piano inizio a capire, "Stava con un'altra donna?"

Non risponde.

Perché non dice nulla?

Lo guardo sorpresa, "Lei sta... con un'altra?"

É impossibile. Non posso nemmeno immaginare Piton con una donna. Non è qualcosa che farebbe.

Resta in silenzio.

"Mi risponda," dico.

"E se stessi con un'altra? Tu stessa hai detto che questo matrimonio è falso."

Faccio un passo indietro, "Lei è..."

"Non ho ammesso nulla, Granger. Non saltare alle conclusioni."

"Allora mi risponda."

Scuote semplicemente la testa, "Dovresti davvero andare a letto."

E con quelle parole se ne va, lasciandomi sola.

Me ne sto lì per una manciata di lunghi minuti.

Sta succedendo davvero?

E se fosse così, perché ci sto male? Perché mi sento tradita? Il nostro matrimonio è falso, questo lo so.

Faccio un respiro profondo per calmarmi.

Non importa.

É la sua vita.

E io ho la mia.

  
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