Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: _stopthetape    23/07/2013    1 recensioni
Mi svegliai stranamente da un sonno profondo, non ricordavo neanche il momento in cui mi addormentai la sera prima. Aprii gli occhi. Pareti bianche, ma pareti sporche. Erano le pareti di un ospedale, come ero arrivata in ospedale? Tutti gli sforzi per riuscire a ricordare erano vani, completamente inutili. Ricordavo il mio nome, ma non sapevo chi fossi. Un dottore mi disse che avevo perso la memoria. "Un grave incidente." dicevano. Ma quale incidente? Avevo perso i miei ricordi, avevo perso me stessa.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Chapter fourteen
 
Passai i due giorni più felici, confusi e tristi di sempre.
Per accontentare mio padre avevo ricominciato a vedere lo psicologo di mattina, per il quale iniziavo a provare parecchia inimicizia. Avevo molte cose di cui parlare, i ricordi ancora un po’ confusi e mischiati, la mancanza di mia madre. Eppure a lui interessava solamente una cosa. Niall.
Era ossessionato dal mio rapporto con lui, voleva sapere cosa provavo, cosa mi ricordavo di lui. Parlarne mi aveva aiutato molto a ricordare altre cose sulla nostra relazione, sì, ma le sue teorie cominciavano a insinuarsi nella mia testa.
I pomeriggi, al contrario, li passai con Niall all’insegna della spensieratezza e della felicità. Un giorno rimanemmo a casa sua, perché Niall sosteneva di aver finito le idee, l’altro invece lo passammo al mare, sulla spiaggia del nostro “primo appuntamento”. Anche se qualche dubbio cominciava a farsi strada, lui con un bacio, un abbraccio o qualche parola riusciva a farmi dimenticare di tutto. E ogni bacio, abbraccio, parola mi rendeva felice.
Poi, le due sere, furono strazianti. Pensare peggiorava tutto. Pensavo ai momenti passati poco prima con Niall, ma le parole dello psicologo facevano da colonna sonora alle immagini che mi passavano davanti. “Sentimenti repressi”, “Confusione tra passato e presente”.. avevo pensato a teorie del genere già per conto mio, ma sentirmelo dire era un altro paio di maniche. Quella parte di me, come una vocina all’orecchio, mi perseguitava e mi spaventava. L’altra parte, quella di cui volevo fidarmi di più, era convinta di amare Niall, di amarlo davvero. Nessuna memoria dei sentimenti repressi, o cose del genere.
Fortunatamente il venerdì è l’inizio del weekend e, sempre fortunatamente, nel weekend non c’era alcuna psicanalisi.
Ero sul pavimento della mia camera, con la schiena appoggiata al letto, a leggere il mio diario, come se leggere ciò che avevo fatto il giorno prima mi aiutasse. Non mi aiutava affatto, rendeva le cose più complicate. Ma qualcosa dentro di me diceva ‘impara, memorizza, non dimenticherai di nuovo dei bei momenti’. Madison sul letto sembrava molto concentrata a maneggiare il mio cellulare, frugando tra la musica e scegliendo canzoni “a tema”, secondo lei.
Don’t Forgetdi Demi Lovato.
«Sei seria? Davvero questa è la canzone più ascoltata nella tua playlist?» mi limitai ad annuire, mentre con la penna appuntavo dettagli che avevo dimenticato di scrivere il giorno prima, sul pomeriggio passato con Niall.
«Diventerà anche la colonna sonora della tua vita, oltre che della mia..» farfugliai senza pensarci. Appena mi resi conto di aver fatto uno dei miei soliti casini, mi voltai. Era triste, davvero triste. Mi lamentavo, ero indecisa, ma in realtà potevo considerarmi più fortunata di Mad. «Scusa, non mi sono resa conto.. sai, Zayn-» mi fermai da sola, prima di dire qualcosa che la facesse stare peggio.
«Non posso credere che non lo rivedrò più, Jones, non ce la faccio..» gettò il cellulare tra le lenzuola, lasciando che la canzone suonasse quasi come un’eco. «È iniziato tutto così per gioco, eppure so che mi mancherà da matti..» scivolò accanto a me. Chiusi il diario e le mostrai un sorriso d’incoraggiamento.
«Te l’ho detto, a prescindere da quello che accadrà tra me e Niall, tu verrai con me a Londra tra una settimana. Fingi che sia diventata già casa tua..» le passai una mano dietro la schiena, per avvicinarla. Gli occhi di entrambe diventarono lucidi, ma lei pianse tra le mie braccia, come non aveva mai fatto.
«Scusami.» disse tra un singhiozzo e l’altro. Lei non era così, lei non aveva mai pianto per un ragazzo. «L’unico ragazzo che voglio davvero, tra un giorno partirà..» cercò di ricomporsi, tirando su col naso e asciugandosi le lacrime con il lenzuolo del mio letto. Aveva sempre avuto migliaia di ragazzi a ronzarle intorno, che lei non faceva avvicinare più di tanto. Non fisicamente, ma emotivamente.
«Che ne dici di passare la sera insieme, noi quattro?» le tolsi le ciocche bagnate di lacrime dal volto.
«Dove?» cercò di sorridere e, con un gesto della testa, di scacciare tutti i pensieri inutili. Ricambiai il sorriso e le tesi la mano.
 
«Vuoi dirmi che questo si ripete ogni anno?» domandò Zayn, rivolgendosi a Madison.
Passeggiavamo per il parco, che, quel weekend ospitava la solita fiera di fine estate – come la chiamavamo là. Il parco non sembrava più un parco, ma sembrava quasi.. una strada di Londra, già.. Erano le sette e ormai il sole era sceso, lasciando spazio a quel primo blu della sera. Le luci delle bancarelle, delle giostre e dei chioschi illuminavano tutto, minimizzando i lampioni che spenti, o accesi, non avrebbero fatto alcuna differenza. Passeggiare al mare, o andare al bar non era come mischiarsi tra la gente di una città che sapeva tutto di tutti. Eravamo osservati da sguardi curiosi. Io ero “la figlia di Jones che ha perso la memoria”, Madison era “quella facile”, mentre Zayn e Niall erano semplicemente “i turisti inglesi”.
«Forse non è stata una buona idea questa..» biasciai. Niall guardò i ragazzi accanto a noi. Mad e Zayn si tenevano per mano e sembravano felici.
«Che vorresti dire?»
«Voglio dire che ci guardano tutti, non è la fiera l’attrazione, ma noi..» acquistai l’attenzione della mia amica.
«Lascia che ci guardino. Dovrebbero essere invidiosi..» sorrise e schioccò un bacio sulle labbra del moro, continuando a sorridere. Quasi non sembrava la stessa ragazza che quella mattina piangeva tra le mie braccia e Zayn, che dava l’impressione di essere un ragazzo freddo e distaccato, pareva vergognarsi.
Niall, come se volesse prendere l’esempio, intessé le dita tra le mie, senza movimenti sbagliati, tutto automatico. Era giusto. Avevo sempre pensato che anche in questi piccoli gesti, si notasse se una cosa era sbagliata, o meno. Le nostre mani, che intrecciate era come se si completassero, non avevano niente di sbagliato.
«Ruota panoramica!» urlò Madison.
«Dovresti vedere il London Eye, è il triplo di quella..» le sorrise Zayn, cingendola con le braccia.
«Lo vedrà..» le scompigliai i capelli.
In dieci minuti i ragazzi avevano recuperato i biglietti e, dopo altri cinque minuti di coda salimmo. Per usare lo stesso paragone di Zayn, quella non era come il London Eye. Lì in una cabina entrava un gruppo di persone, mentre nei sedili di questa a malapena entravamo io e Niall.
Ma aveva qualcosa di romantico, dopotutto.
«Mi dispiace davvero per loro, sai a Zayn piace davvero la tua amica..» li guardavamo, mentre si baciavano due coppie avanti a noi.
«Lo stesso vale per Mad.. loro tra una settimana potranno vedersi di nuovo..» appoggiai la testa sulla sua spalla.
«Anche noi potremmo se-»
«Niall James Horan! Ti ho già detto come stanno le cose. Ora, se non ti dispiace, vorrei baciare un ragazzo..»
«Chi?» mi fece staccare dalla sua spalla.
Soffocai una risata. «Pensavo al bigliettaio del Tunnel dell’Amore..» solo dopo averlo detto, gli buttai un’occhiata. Era un uomo sulla cinquantina, con pochi capelli, magro e alto, che fumava un sigaro e aveva l’aria di essere un po’ ubriaco.
«Hai perso tempo con me, quando potevi avere lui. Non è che intralcio il vostro grande amore per caso?» continuavo a fissare il bigliettaio, perché sapevo che se avessi guardato Niall, sarei scoppiata a ridere.
«Forse.. ma adesso, qua sopra, lui non può vederci..» mi sporsi di lato a me, per dargli in qualche modo le spalle. Con un gesto mi fece girare di scatto e mi baciò. Era così.. imprevedibile. Per un secondo ebbi le vertigini, forse il risultato delle sue labbra e dell’altezza. Non sono certa di quanto durò, ma fu abbastanza da far finire il fiato a entrambi e anche il giro sulla ruota.
«Io e Zayn pensavamo di andare nel Tunnel..» indicarono quel tunnel.
«Che vi prende?» fu la risposta di Zayn alla nostra vergognosa e fragorosa risata. Con le lacrime agli occhi gli dissi che andava bene e ci avvicinammo all’attrazione. Non riuscimmo a guardare in faccia quel povero uomo e ridemmo per buona parte del “viaggio”. A metà, più o meno, qualcosa andò storto. Non so se fosse una trovata di qualcuno che si voleva divertire, o se facesse parte del giro, ma rabbrividii. Più che il tunnel dell’amore, sembrava quello degli orrori. Era diventato tutto buio, come quando nei film stavano per uccidere qualcuno. Anche questa idea mi fece venire la pelle d’oca.
«Stai tremando?» scoppiò a ridere.
«C-chi? Io? Macché!» nel frattempo mi incollai a lui. Per convincermi di avere accanto Niall, quello vero, quello irlandese, quello biondo e non qualche assassino travestito da lui, affondai la faccia sul suo petto e respirai a fondo il suo profumo. Nessun assassino.
«Dopotutto non è male..» dopo cinque minuti bloccati là ero riuscita ad abituarmi e i tratti del viso di Niall erano ben visibili. Non si vedevano i cuori sdolcinati appesi alle pareti, non si sentivano le canzoni come All You Need Is Love, ma riuscivamo ad avvertire le voci di chi era fuori e imprecava per farci uscire.
«Perché non approfittiamo del buio?» non lo vidi bene, ma sicuramente mi guardò sconcertato.
«La paura ti fa uno strano effetto, Jay..» disse, fingendosi spaventato da quella parte di me.
«Beh, è un’occasione unica..» sorrisi, anche se probabilmente neanche lui riusciva a notarlo. Ciò che sicuramente notammo fu la distanza che man mano si abbreviava. Prima tra le nostre labbra, poi tra i nostri petti. Facendomi trasportare dall’atmosfera – ovvero, il buio pesto – mi ritrovai seduta sulle sue gambe, davanti a lui, a baciarlo come se non l’avessi mai fatto, entusiasta come se la mia lingua stesse gustando qualcosa di nuovo e assolutamente buono. L’aria si fece pesante, pesante ma incredibilmente piacevole ed estasiante. Riuscivamo a sentire i lamenti di chi stava con noi nelle “carrozze” vicine e gli schiamazzi di quelli fuori e sorridevamo, mentre il suo fiato si condensava sul mio collo e lo stesso faceva il mio.
«Ovvio!» imprecammo, quando si accesero le luci e tutto tornò rosa e abbastanza dolce da uccidere un diabetico. Poco dopo eravamo fuori, un po’ arrossati.
Niall fece finta di niente, mentre io cercavo di capire dallo sguardo della gente se ci ritenevano colpevoli di aver fatto qualcosa di.. sbagliato? Era sbagliato scambiarsi baci non proprio decorosi in un tunnel che si chiamava “dell’amore”?
 
Avevamo un piano. Entrambe volevamo passare l’ultima notte stando con i nostri rispettivi “ragazzi”. Io raccontai a mio padre che avrei dormito da Madison, lei disse ai suoi di stare da Juliet e, dato che i genitori di Madison non conoscevano bene la madre di Juliet, non l’avrebbero chiamata. Niall disse di avere una sorpresa. Quindi, dopo aver salutato Zayn e Mad mentre correvano verso casa, mi afferrò per la mano e mi trascinò per le vie della città.
«Sei sicuro di sapere dove stiamo andando? Non è che ti sei perso?» ripetei questa frase circa ogni cinque minuti per mezz’ora, finché non capii che stavamo andando al porticciolo.
«È bellissimo, ma cos’hai intenzione di fare?» mi zittì per la sedicesima volta, circa. Respirai profondamente, godendomi la salsedine dell’aria. Amavo l’odore del mare, la sabbia sotto i piedi e il rumore delle onde e soprattutto, di sera era una favola. Sembrava cercare qualcosa tra le barche, ma non riuscivo a capire cosa.
«Madison avrebbe dovuto essere più precisa..» farfugliò, mentre giravamo avanti e indietro per il porticciolo, senza trovare quello che Niall stava cercando.
«Cosa c’entra Ma-»
«ECCO!» urlò.
«Oh.. come.. cioè che cosa..» guardai la barca di fronte a me e la riconobbi subito. Non perché ci fosse scritto ‘Rachel’ poco sopra lo scafo, ma perché ricordavo che quella era la mia barca, cioè.. quella di mio padre. Giocherellò con una sola chiave tra le mani e mi sorrise.
«Madison mi ha dato questa.» me la mostrò.
«Sembriamo due ladri..» dissi, mentre cercava di aprire la porticina che portava di sotto. Non era una grandissima barca, ma comunque aveva un “secondo piano”. Mi guardai intorno. Era tutto pieno di polvere e incredibilmente rovinato dal sale. Quella barca aveva stile in apparenza, ma era diventata un quasi un relitto. Mio padre non aveva il tempo di prendersene cura, né la voglia, credo. Aveva solamente ridipinto la scritta ‘Rachel’ di un blu più acceso, quando ero in coma, ed era l’unica cosa che faceva sembrare quell’imbarcazione più “viva”. Scendemmo giù, tra la polvere e il legno che scricchiolava. Al contrario della parte di sopra, lì era tutto semplice, elegante e normale. Non sembrava una parte morta. C’era il quadro con dei comandi, il piccolo frigorifero, il letto e tutto il necessario per vivere là dentro. Anche se nel frigorifero non doveva esserci cibo e, se ci fosse stato, non sarebbe stato il caso di mangiarlo.
«Come ti è venuto in mente?» mi buttai sul letto, che cigolò.
«Lo avevi detto l’altro giorno e, non so.. ho chiesto a Madison e si è resa davvero disponibile..» ancora una volta, una persona che mi aveva avvertito di stare lontano da Niall, aveva complottato con lui. Tipico di Madison. Se qualcuno dava qualcosa a lei, lei doveva ricambiare.
Ci sdraiammo con la testa rivolta verso il soffitto, era davvero piccolo. Come i vampiri vecchio stile che dormivano dentro le bare, avevamo le mani sul petto.
«Cosa stai facendo?» alzai il collo e seguii tutti i suoi movimenti. Si era alzato dal letto e camminava avanti e indietro per quei pochi metri quadri. «Niall.. stai bene? Che ne dici se saliamo a prendere una boccata d’aria.» mi trascinai giù dal letto e gli arrivai da dietro, mettendogli una mano sulla schiena. Mi prese l’altra mano e mi trascinò su per gli scalini. Incespicai e per non farmi cadere si voltò, afferrandomi. Rimasi scossa quando incrociai il suo sguardo per ringraziarlo con un sorriso. Aveva gli occhi lucidi e lo sguardo perso, dannatamente triste.
«C’è qualcosa che non va?» domandai, arrivati su. Ci affacciammo, appoggiandoci sul legno della prua. Il mare rifletteva le luci di Orange County, mostrando tanti puntini sbiaditi e colorati su uno sfondo blu scuro. Guardai su e cercai di intravedere la luna, ma era coperta da qualche piccola nuvola.
«Si sta avvicinando domani..» ebbe il coraggio di dire.
«Niall..» cosa? Cosa avevo da dirgli? “Mi dispiace se dubito ancora di te..” “ti voglio, ma non ne sono sicura..” “Stammi bene”?!
«Scusa..» prese un grande respiro e la sua bocca si incurvò in un sorriso incerto. «Avevo promesso a me stesso che non ne avremmo parlato, ma sono stato uno stupido a crederci davvero..» si strinse il volto tra le mani. Feci per rispondergli, ma continuò a parlare. «Non voglio sapere se intendi tornare con me o no..»
«Cosa..? C-che intendi dire?» per un attimo mi sentii una stupida e anche egoista. Io potevo essere indecisa perché avevo paura, ma lui non poteva cercare di proteggere se stesso?
«Non voglio partire sapendo che non ti rivedrò più.. forse sono un idiota a pensare che starei meglio, ma intendo avere un bel ricordo..» ebbi un tuffo al cuore. Per due secondi avevo dubitato di lui e ne ero rimasta delusa. Mi sentivo incredibilmente in colpa. Lo abbracciai, forte. In realtà, non so se ero io che abbracciavo e consolavo lui, o viceversa. Rimanemmo stretti per un bel po’, mentre le lacrime rigavano il mio volto. Che senso aveva soffrire così? Cosa mi bloccava dall’essere felice con Niall? Nessuno mi vietava di starci insieme, a parte me stessa. Era contro di me che stavo lottando. Si staccò, mi strinse il mento con le dita e scacciò dalle guance i residui delle lacrime mischiate col mascara.
«Devo essere orribile..» riuscii a ridere, mentre col polso cercavo di pulirmi sotto gli occhi.
«Non ci crederai, ma sei.. sexy.» mi sorrise. Sapevo di non esserlo.
«Non penso che la parola ‘sexy’ sia per me..»
«Il fatto che tu sia adorabile ti rende terribilmente attraente ai miei occhi..» tutta quella tristezza e quella preoccupazione sfumò subito.
«Beh, lo stesso vale per te..» gli sussurrai, sfiorandogli le labbra. Mi baciò delicatamente, come per chiedermi il permesso di continuare. Capì che lo aveva e quel contatto si fece più intenso, come quello nel tunnel dell’amore. Quel bacio assunse il sapore di menta e ciliegia, mischiato alle lacrime che prima avevano sfiorato le mie labbra.
Contemporaneamente, come se fossimo stati legati da un pensiero comune, le mie mani finirono per toccare la sua schiena e le sue la mia, passando al di sotto della maglietta. Indietreggiai, indietreggiai ancora e ancora, finché non scendemmo di nuovo giù. Non potevo sottrarmi alla sensazione che avevo mentre toccavo la sua pelle o al piacere del contatto delle sue mani sulla mia.
«Niall..» ansimai, tra un bacio e l’altro. Continuò a baciarmi il collo, senza rispondermi. «Niall» ripetei. Si staccò e mi guardò con lo sguardo di chi ha fatto qualcosa di sbagliato. Forse non ero pronta per quello, anche se non era la prima volta. Ma poi guardai il suo viso e capii. «Voglio anche io un bel ricordo..» mi tolsi i capelli dalla fronte e li posai dietro le orecchie. Spalancò un sorriso e riprese da dove lo avevo fermato. Con un coraggio che avevo dimenticato di avere gli sbottonai la camicia e la lasciai cadere a terra. Niall fece lo stesso con la mia maglietta. Tutto diventò dolce, magnetico, un passo che portava irrefrenabilmente a un altro. L’attrito tra noi mi spaventava un momento, quello dopo non ne potevo fare a meno. Niente Londra, niente Newport, niente psicologo, niente memoria, nessuna distanza. C’era solamente una barca, un letto e due corpi intrecciati.
Prima di addormentarmi mi guardai due secondi intorno. Tutti i vestiti erano a terra e riuscivo ad aver ben impressi nella mente i momenti in cui ce ne privammo. Ero aggrovigliata a un lenzuolo e Niall dietro di me respirava tranquillamente, stringendomi forte. Appoggiai la mia mano sulla sua. Cercai di soffocare i singhiozzi, mentre il mio volto s’inumidiva disperatamente.




 

SHE SAYS
seraaaaaaaaaaaaaaaa
omg è l'ultimo capitolo prima dell'epilogo :o
sinceramente? non lo so ahahah
non so ancora se mi piaccia o meno questo capitolo, ma boh..
okay, c'è x factor, vado di fretta (?)
umh che ne pensate?
cosa pensate che accadrà nell'epilogo? che vi aspettate? :D
dai daiiiiii
ora, ringrazio imeetyouihateyouiloveyou per le sue recensioni
ovviamente fortunata
e xtomlegendson aka jessica lol
okay credo di aver finito,
a martedìì

xx

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: _stopthetape