“Scusi, Konoamaru-Sensei, mi dispiace per il ritardo!”

Konoamaru scosse sconsolato la testa.

“Obito… sei diventato Ninja da un giorno e già ti presenti in ritardo?!”

Obito rispose con una scrollata di spalle.

“Non è colpa mia! Ho dovuto aiutare un povero coccodrillo a scappare da una brutta signora che voleva farlo diventare parte integrante del guardaroba… poi mi sono imbattuto in una bambina che aveva perso il palloncino, diceva che era volato sulla Luna… mi sentivo in colpa a non andare a recuperarlo…”

“E quindi sei andato sulla Luna?”                                                  

“Già!”

“Già…”

 Konoamaru era davvero abbattuto.

Guardò la sua quadra: erano il team 7.

A sinistra sedeva il ragazzino Nara, con i capelli biondi come quelli della madre, raccolti in un codino corto come il padre: aveva un’aria annoiata, ma Konoamaru era certo che almeno aveva ereditato la forza di Temari.

In mezzo a loro sedeva una ragazzina con i capelli marroni raccolti in due codini e gli occhi bianchi: la figlia di Neji e TenTen

A destra c’era Obito.

 “Allora… per prima cosa ci presenteremo… anche se credo che mi conosciate già. Mi chiamo Konoamaru, ho svariati interessi, tra i quali… beh… in fondo Jiraia è stato mio maestro… e il mio sogno è diventare Hokage!”

Il ragazzo Nara parlò per primo:

“Mi chiamo Nara Temaru… voglio avere una vita tranquilla… sposare una donna ne bella ne brutta, avere due figli, prima un maschio  poi una femmina… lavorerò finché il figlio non troverà un buon lavoro e la figlia non si sarà sposata… poi andrò in pensione… e con mia moglie giocherò tutti i giorni a scacchi…”

Konoamaru sorrise… questa storia l’aveva già sentita.

“E tu, Hinata?”

“Mi chiamo Hinata Hyuga… non ho sogni particolari… ma ho un dovere: il mio compito è proteggere la casata principale!”

Konoamaru annui, serio.

Poi si rivolse a Obito.

“Mi chiamo Obito Hatake… ho diversi interessi… (così dicendo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni un certo libro di nostra conoscenza XD ) poi… ho un sogno…”

“Vuoi dici qual è?”

Konoamaru conosceva già la risposta.

I capelli argentati di Obito erano mossi dalla leggera brezza pomeridiana. Gli occhi verdi, come quelli di sua madre, socchiusi in un’espressione determinata.

Il suo viso sottile, dai bei tratti… così uguali a quelli del padre… Zanna Bianca non sarebbe mai morto, finché un ragazzino magro, abile, coraggioso, un po’ sfacciato… avrebbe detto:

“Diventerò un eroe... come mio padre.”

FINE... spero che questa storia sia stata di vostro gradimento! Commentate, voglio sentire il vostro parere! E ditemi quale è il capito più bello! Baci... alla prossima FF!