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Autore: lightoftheday    29/09/2004    1 recensioni
Jennifer è l’emblema della donna normale: non è belllissima, non è intelligentissima, non ha niente che la renda speciale o particolare. Ha quasi trentun anni, un lavoro stabile da segretaria, una vita senza scossoni, quella che ha sempre desiderato. Almeno finché il destino non ci mette del suo…
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Monaghan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti!

Per la gioia di tutte le Orlandiste anonime che popolano questa sezione, questo è il primo di alcuni capitoli di cui sarà protagonista, tra gli altri, il vostro eroe… una parte breve, ma intensa!

Buona lettura, Mandy

 

Capitolo 36

La cocciutaggine premia

 

Billy era partito per andare a New York con Elijah due giorni dopo quella notte, dato che dovevano entrambi andare nella stessa città si erano accordati per partire insieme. Billy sarebbe tornato dopo qualche giorno, dopo aver sbrigato tutti i suoi impegni.

Se questo periodo all’inizio Dominic aveva pensato di dedicarlo un po’ di più a Jennifer, a quel punto tutto era nuovamente in discussione. Non si era sentito a suo agio quella mattina svegliandosi dopo aver dormito decisamente poco e male.  Come gli capitava spesso quando si sentiva così l'unica cosa che era riuscito a fare era stata andarsene il prima possibile cercando di non dare ad intendere a Jennifer che lo faceva perché si sentiva a disagio.  Era stato abbastanza discreto, aveva detto che aveva diversi impegni e che preferiva ritornare subito, aveva rifiutato anche di fare colazione con lei a casa sua.

Quel sabato mattina, il giorno seguente, si era alzato piuttosto tardi ed era stato svegliato dal citofono. Dovevano aver suonato parecchie volte perché dapprima l’aveva sentito lontano, quasi come se fosse un rumore che veniva da un altro mondo, poi era riuscito a svegliarsi e a scendere dal letto. Era sceso al piano inferiore e aveva sollevato la cornetta del citofono, dopo aver appreso chi fosse si era svegliato del tutto, aveva aperto il cancello all’entrata e poi era uscito per andargli incontro. Non ci poteva credere che era Orlando.

- Certo che sei veramente un coglione! Bastava che venivi un paio di giorni prima e ci trovavi anche Billy e Lij!- gli aveva detto andandogli incontro. Si erano salutati ed erano entrati in casa, Orlando aveva in mano un borsone, Dominic dedusse che doveva essere appena arrivato, anche se l’altro subito gli spiegò com’è che era in città. Era a Los Angeles per sbrigare delle faccende di lavoro, ma aveva deciso di concedersi anche un paio di giorni di vacanza quel fine settimana, lontano anche dalla sua dolce metà.

Per quello che aveva raccontato a Dominic, Orlando doveva essere in piena crisi, una delle sue solite. Nessuno aveva messo mai in dubbio che con Kate fosse una cosa seria, ma ogni tanto, a cadenze quasi regolari, avevano una piccola crisi, per i motivi più disparati: una volta era perché s’arrabbiava lei con lui perché le dava poche attenzioni, un’altra volta perché la soffocava, altre volte era lui a dire che era Kate a soffocarlo. Si tenevano il broncio per una settimana, durante la quale solitamente succedeva di tutto e di più, e poi i due colombi tornavano insieme più felici di prima. Non che Dominic avesse mai avuto a che fare con Kate, non poteva dire di conoscerla, ma aveva capito che tipo fosse a grandi linee, un tipetto semplice, un po’ rompipalle magari a momenti, ma non una di quelle donne che ti rendono la vita impossibile almeno per la maggior parte del tempo, una come ci voleva ad Orlando per farla breve. Non poteva dire né che gli piacesse né che non gli piacesse, era troppo difficile tracciare un quadro preciso su di lei dato che Kate non si era mai esposta troppo con loro. Dominic e anche gli altri a volte avevano avuto come la sensazione che si comportasse così per superbia, ma non avevano mai dato troppo peso alla cosa.

La crisi quella volta verteva sul fatto che entrambi si erano sentiti soffocare: del resto erano stati insieme giorno e notte per un sacco di mesi, Orlando addirittura si era fatto scortare in Marocco da lei mentre girava, arrivati negli Stati Uniti dove avrebbe cominciato di lì a poco a girare un altro film, avevano cominciato a non sopportarsi più e ad avere voglia di una pausa. Ed ecco che Orlando aveva deciso di concedersi un paio di giorni di follie a Los Angeles.

- Non ti ho avvertito che arrivavo ma ero sicuro che eri in città. Sai, sono partito in fretta e furia, se no quell’arpia avrebbe continuato a darmi il tormento!- si era giustificato Orlando.

- Hai fatto benissimo a venire qui, ti difendo io dalla monogamia!-

In pochi minuti si erano già organizzati il fine settimana: per prima cosa quella sera si sarebbero messi in tiro, sarebbero usciti e avrebbero rimorchiato due sventolone da paura che certamente non avrebbero dato modo ad entrambi di pensare ai loro problemi con il gentil sesso; il giorno dopo si sarebbero svegliati nel pomeriggio e avrebbero passato la giornata a vegetare davanti alla televisione nel soggiorno di casa Monaghan con pizza, birra a volontà e magari anche rutto libero. La variante poteva essere sfinirsi con la play station come facevano di solito loro due, ma avevano deciso che quel sabato sera doveva essere talmente tanto movimentato che il giorno dopo, anche giocare alla play sarebbe stato chiedere troppo alle loro stanche membra.

Così era stato deciso e così era stato fatto. Dominic e Orlando avevano pranzato insieme quel giorno e poi ognuno era andato alle sue occupazioni, per incontrarsi la sera al posto e all’ora stabilita, con tutta la compagnia di Dominic al completo. Purtroppo per Dominic anche Ethan si faceva vedere con loro quasi sempre negli ultimi giorni dato che era stato piantato. Inizialmente, quando aveva saputo quella cosa, un po’ ci aveva fatto del cinico sarcasmo che aveva strappato una risata amara a Jonathan, ma poi aveva potuto vedere che il fatto che Ethan fosse libero significava trovarselo sempre tra i piedi, il che non era poi il massimo della vita, dato che questo significava che la sua sempre presente amichetta Jodie gli andava dietro come un cagnolino. Trovarsela ogni benedetta volta che usciva lo infastidiva non poco, però Dominic aveva applicato con rigore ciò che aveva stabilito: non la salutava nemmeno per educazione, non la guardava e per lui era come se non esistesse, non gl’importava niente di lei, poteva fare un po’ quello che voleva per quello che lo riguardava.

La cosa divertente era che, non si sapeva bene come ciò fosse stato possibile, tutti sapevano che Patricia aveva dato il giro ad Ethan perché lui non aveva voluto fare sesso con lei.

- Io lo sapevo che è impotente! O peggio un eiaculatore precoce, io dico che non c’ha voluto scopare perché si vergogna!- aveva commentato Dominic. Jonathan gli aveva detto che era uno stronzo, ma aveva riso di gusto ugualmente alla sua battuta.

Quella sera infatti la situazione era la seguente: Dominic e Orlando avevano fatto la loro trionfale apparizione nel locale, più tardi degli altri. Orlando, per quanto riguardava gli amici di Dominic, era conosciuto da quasi tutti di persona, ovviamente era molto probabile che non ci fosse anima viva in quel locale che non sapesse chi fosse. Non aveva nemmeno fatto in tempo a mettere piede dentro che c’era stato il tripudio tra la popolazione femminile presente.

- Che uomo che sei! Quasi quasi subisco anch’io il tuo fascino…- aveva commentato Dominic dopo la terza o quarta che si era avvicinata ad Orlando per farci un po’ la scema, prendendolo un po’ in giro.

- Questa è classe!- aveva risposto pavoneggiandosi l’altro. - E comunque stasera siamo troppo due begli uomini perché la popolazione femminile non svenga al nostro cospetto!-

Effettivamente si erano davvero tirati a lucido, facevano davvero una gran bella figura a vedersi.

Avevano raggiunto gli altri al tavolo, si erano seduti e avevano attaccato a chiacchierare, l’attenzione delle amiche di Jonathan ovviamente era stata tutta per Orlando, Dominic ridacchiava sotto i baffi per quella situazione che si era venuta a creare. La serata era divertente, avevano decisamente alzato entrambi il gomito ed erano serenamente brilli e felici, per di più erano contenti di essere insieme: erano abbastanza affezionati l’uno all’altro, e il fatto che non si vedessero tanto spesso per via dei loro rispettivi impegni pesava un po’ ad entrambi.

Era forse anche per quello stato di euforia che, quando Dominic si sentì picchiettare una spalla e si girò per vedere chi fosse, non provò il solito magone che provava sempre nel vedere Susan. Anzi, dato che per gli occhi era sempre un gran bello spettacolo ci si era intrattenuto anche un po’.

Non sapeva bene come lei fosse riuscita a convincerlo, Dominic si era alzato ed era andato a prendersi una cosa da bere al bar con lei, poi l’aveva lasciata nuovamente al suo tavolo facendosi strappare la promessa che però sarebbe passato a salutarla più tardi. Susan aveva colto anche l’occasione di presentargli una tipa con cui era, una gran bella ragazza anche lei.

Quando era tornato al tavolo Orlando l’aveva guardato e gli aveva sorriso un po’ inebetito, evidentemente doveva aver bevuto abbastanza più di lui, Dominic aveva riso e gli aveva appoggiato una mano sulla spalla:- Non mi dire che sei già sbronzo!-

Orlando aveva alzato la testa e l’aveva guardato con l’occhio assente:- Un pochino…- aveva risposto.

Si era seduto nuovamente al tavolo con lui e gli altri ed erano stati a chiacchierare per un bel pezzo ancora indisturbati. Anche Ethan quella sera sembrava essere meno propenso a rompere e addirittura, cosa che Dominic non si aspettava davvero, Jodie non si era presentata.

 

Sedute ad un tavolo non lontano, Susan e la sua amica, che altri non era che un’attrice che interpretava una parte in quella soap dove recitava anche lei, continuavano a discutere della faccenda della quale parlavano sin da quando avevano visto entrare Dominic insieme a niente di meno che Orlando Bloom. Inutile dire che Susan era andata a salutarlo nella vana speranza che lui le presentasse Orlando, la sua amica Kathleen infatti aveva cominciato a ben sperare che, dato che Susan conosceva Dominic, quell’incontro avesse buone possibilità di potersi fare. Susan, più che farsi promettere da Dominic che non sarebbe andato via senza salutarla, altro non era riuscita a combinare, ma ormai erano passate quasi due ore e Dominic non aveva fatto nemmeno il gesto di voler andare da lei. Quella situazione cominciava ad essere fastidiosa, ormai era un bel po’ di tempo che tutte le volte che lo incontrava provava a circuirlo in tutti i modi che conosceva, ma lui, testardo, riusciva sempre a neutralizzare le sue mosse. Pensò che fosse l’ora di cominciare ad usare le maniere forti, prese una decisione drastica.

- Katy, andiamo noi da loro. Tu lascia parlare me. - disse decisa all’altra, che trovò l’idea meravigliosa e la seguì.

Con Dominic e Orlando c’erano Jonathan con una ragazza e Ethan solo. Attorno al tavolo sei sedie, di cui una sola era vuota.

- Buonasera a tutti, scusate se vi disturbiamo!- aveva detto Susan con un tono stucchevole.

Tutte le persone al tavolo avevano risposto al saluto.

- Io e Kathleen ci sentivamo sole, così abbiamo pensato che potremmo unirci a voi, se non disturbiamo.-

Orlando, dopo averle squadrate bene entrambe prese in mano la situazione. Dedusse che doveva essere quella Susan di cui Dominic gli aveva appena accennato come ad una che le stava tentando tutte pur di farsi sfilare le mutandine da lui, per lo meno la descrizione fisica combaciava.

- Prego accomodatevi!- aveva detto sorridendo ad entrambe. - Io sono Orlando e credo di essere l’unico qui che non ha avuto ancora il piacere di fare la vostra conoscenza.- aveva detto alle ragazze presentandosi, poi era stato il turno delle presentazioni per Kathleen.

Dopo quell’inizio Susan si sentì forte, Orlando non solo non era refrattario come Dominic, ma era addirittura notevolmente espansivo. Susan aveva occupato l’unica sedia libera, guarda caso accanto a Dominic, Orlando si era addirittura scomodato per cercare una sedia per Kathleen. Dopo nemmeno molto le cose avevano già cominciato a prendere una certa piega e Dominic cominciava a sentirsi fortemente a disagio.

Orlando sembrava totalmente perso dietro alle risatine e alle mossettine studiate di quella Kathleen, lui invece stava nel pieno di una vera e propria guerra con se stesso nel tentativo di fare chiarezza.

Susan gli piaceva, anzi, più che piacergli doveva ammettere che gli risvegliava gli istinti più bassi che aveva. Ci sapeva fare, sapeva come muoversi, sembrava che con ogni singola parte del suo corpo lo stesse invitando a cedere, ma Dominic non voleva cederle. Anche se non ne era più tanto sicuro.

Non era più sicuro di nulla in quel momento, ma non lasciò che quei bassi istinti lo dominassero. Non voleva dare a Susan la soddisfazione di vincere quella sfida, se poi Orlando voleva approfittare della sua disponibile amica quella era una cosa diversa. Ma Susan si stava giocando così bene le sue carte che Dominic capì improvvisamente che o chiudeva la serata così, oppure sarebbe successo qualcosa oltre il suo controllo. Quella sera Susan era veramente in forma, così in forma che quasi gli dispiaceva mandarla in bianco.

Ad un certo punto, come se non bastasse già il fatto che lo avesse provocato in tutti i modi possibili, si era appoggiata a lui facendo bene attenzione che, in un gesto che sembrasse del tutto casuale, il braccio di Dominic toccasse il suo seno destro, quando era stata abbastanza sicura della cosa ovviamente aveva cominciato ad atteggiarsi di conseguenza. Praticamente, considerando la stoffa leggerissima della canottierina che lei portava, non c’era in sostanza niente a parte quel millimetro di stoffa tra la pelle di Dominic e il capezzolo di lei, che gli stava strusciando addosso senza un minimo di vergogna e in un gesto che in altre occasione avrebbe fatto ridere Dominic fino alle lacrime, data la poca eleganza e anche la scarsissima classe di Susan. Ma quella volta il tutto risultava semplicemente di una pesantezza insopportabile. Fece per allontanarsi un po’ da Susan, che però ci aveva messo poco a spostarsi con lui; intanto qualcun altro osservava la scena e ne era quasi disgustato.

Dominic si era alzato e si era scusato, era andato verso il bagno, una pausa pensò che gli ci voleva per riordinare le idee, per chiarire quali fossero le sue priorità ma soprattutto per staccarsi da quella piovra che lo stava mettendo suo malgrado in difficoltà.

Nel frattempo Ethan si era girato verso Jonathan che stoicamente faceva finta di non vedere, si era avvicinato all’amico.- Io non ce la faccio più a sopportare questo spettacolo deprimente, francamente se devo stare qui a vedere i preliminari di questi me ne vado a casa a dormire.- aveva commentato.

Jonathan si era girato verso di lui, poi aveva dato una sbirciata sia ad Orlando e Kathleen che a Susan, momentaneamente da sola, come se avesse bisogno di guardarli tutti nuovamente per farsi un’idea di cosa stesse succedendo davanti ai suoi occhi.

- Hai ragione, sai che c’è? Che adesso ci togliamo di mezzo tutti.- aveva risposto, anche lui del resto era stufo, da quando quelle due erano arrivate al tavolo la conversazione era stata praticamente interrotta e la serata, da divertente, era diventata di un noioso insopportabile.

Jonathan si era alzato un momento e aveva raggiunto il bagno, con l’intenzione appena tornato di togliere le tende insieme ad Ethan e alla ragazza con cui era uscito quella sera e che di certo non doveva aver avuto una gran bella impressione della serata. Non era per una sorta di perbenismo che Jonathan si era trovato a fare quelle considerazioni, era semplicemente il fatto che il suo amico, quella sera aveva esagerato, Orlando insieme a lui.

Non che avesse bisogno di usare i servizi, voleva solo dirgli una parolina: Orlando non l’avrebbe fatto e di questo era sicuro per un motivo ben preciso. Se conosceva Dominic, Jonathan sapeva che non doveva aver detto assolutamente niente di Jennifer all’amico e di conseguenza lui non avrebbe potuto redarguirlo; Jonathan invece sapeva che stava ad un passo da andare a letto con un’amica della donna con cui si vedeva ormai da parecchio tempo. Anche se per Dominic non si sarebbe trattato di più che di una scopata e che continuamente supportasse la tesi che con Jennifer non c’era niente di serio, non era comunque una mossa intelligente: da amico voleva ricordarglielo.

Era entrato e l’aveva trovato che si guardava con uno sguardo perso davanti allo specchio. Si era avvicinato e aveva aperto il rubinetto, mentre si sciacquava le mani gli aveva parlato.

- Insomma, questa t’ha messo le mani da tutte le parti…-

- Così pare.- aveva risposto evasivo Dominic.

- Mica farai ‘sta cazzata vero?-

Dominic si girò e lo guardò a metà tra l’allarmato e l’incuriosito.- Ma perché ti preoccupi?- gli aveva chiesto. - Voglio dire, pensavo che non avessi nessun interesse per lei.-

Jonathan lo guardò storto, quella domanda l’aveva innervosito. Insomma, a lui di Susan non fregava niente, come aveva fatto Dominic a pensare che lui fosse interessato a quella e a non pensare che se gli diceva una cosa del genere era per via di Jennifer proprio non lo capiva. Dominic continuò dato che Jonathan taceva.

- Comunque sia no, ‘sta cazzata cerco proprio di non farla, la soddisfazione a quella non gliela do.-

Jonathan lo guardò come se fosse stato un deficiente, Dominic non capì il perché sul momento.

- Buonanotte, eh.-  gli disse, prima di dargli una pacca sulla spalla e andarsene.

Non aveva voluto nemmeno perdere tempo a spiegargli come stavano le cose, a che pro doveva farlo? Se uno non vuole capire, non vuole capire, punto.

Era tornato al tavolo dove aveva recuperato Ethan e la ragazza con cui era uscito, aveva salutato gli altri e se n’era andato. Dentro di se aveva la consapevolezza che forse se fosse rimasto avrebbe evitato a Dominic di fare una stronzata, anche se lui aveva detto il contrario era convinto che con Susan quella sera sarebbe successo qualcosa. Ma era anche vero che era un po’ stufo di contenere le sue stronzate, quella sera più che mai era in totale accordo con Ethan.

Dominic aveva l’età per fare le sue scelte, se erano cazzate tanto peggio per lui, se ci sbatteva il muso probabilmente era anche meglio.

Non appena erano stati lontani dal tavolo, c’era stato un fugace scambio di sguardi complici tra Susan e Kathleen che erano rimaste sole con Orlando. L’occasione era propizia per usare davvero le maniere forti, fino ad allora Susan sapeva di aver solo giocato. Orlando al tavolo non si era accorto di niente, Susan si era alzata e senza indugiare si era infilata nel bagno degli uomini, dove per sua fortuna altri non c’era se non l’unica persona che gli interessava.

L’occasione si era presentata e lei l’aveva saputa prendere al volo, aveva avuto la fortuna che quell’attimo d’indecisione di Dominic nel vedersela apparire le lasciasse il tempo per fare le sue mosse. Ci aveva giocato abbastanza intorno per sapere con precisione che se lo portava fino ad un certo punto dopo lui non sarebbe riuscito a dirle di no nemmeno se avesse voluto, sapeva bene che gli uomini erano tutti così. Dominic ovviamente non faceva nessuna eccezione.

L’approccio che aveva avuto con lui anche in quel frangente era stato dello stesso tipo di quelli che aveva sempre tenuto. Diretto, sicuramente poco elegante, atto solo a svegliare nel minor tempo possibile gli istinti peggiori.

Alla fine l’aveva preso quasi per sfinimento, quando aveva deciso di fregarsene di tutto e tutti e di portarsela al letto una buona volta, dato che non sembrava aspettare altro, Dominic l’aveva fatto con un misto di sentimenti negativi addosso, quasi come se quella cosa la facesse per dimostrarle quanto fosse infastidito che lei alla fine ci fosse riuscita a portarlo a quel punto di non ritorno.

Ci era mancato addirittura poco che non succedesse lì, in quel bagno, a Dominic per altro sembrò che per lei non avrebbe fatto differenza, e la sua impressione era giusta: ormai Susan voleva talmente tanto che lui cedesse che se Dominic avesse voluto, avrebbe lasciato che la prendesse anche lì.

Intuendo lo stato delle cose, Dominic aveva ceduto a fare quel passo proprio per il senso di potere che gli dava. Se sapeva che Susan si stava offrendo a lui solo per quello che rappresentava? Certo che lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene, e in un certo senso si stava esaltando del potere che tutto quello che aveva conquistato gli stava permettendo.  Se non fosse stato Dominic Monaghan una come Susan non l’avrebbe mai nemmeno guardato, invece in quel momento era lì, in quel bagno di quel locale, e Dominic sapeva perfettamente che avrebbe potuto chiederle quello che voleva.

Si erano spostati a casa di Susan in tempi relativamente brevi, era lei quella che abitava più vicino al locale dove erano. I tempi erano stati veloci anche per il seguito, soprattutto per via dello stato d’animo con il quale Dominic si era approcciato alla cosa.

Per lui compiere quel gesto non era, almeno razionalmente, un modo per dimostrarle il suo disprezzo, ma anche senza che lui lo volesse era stato così. Quell’atto non gli aveva nemmeno permesso di testare se Susan era effettivamente così intrigante come Jonathan gli aveva raccontato, era stata una cosa meccanica, fatta senza pensare e volutamente mantenuta così: se solo si fosse fermato a riflettere su cosa stava facendo, si sarebbe reso conto della stupidità di quell’azione. Alla fine era molto meglio non pensarci.

Dopo Dominic aveva sentito prepotentemente il desiderio di andarsene senza nemmeno aspettare che Susan si addormentasse, del resto era così fastidioso stare con lei in quel momento che altro d’intelligente non c’era da fare. Susan addirittura trovò il modo di essere fastidiosa anche in quel contesto: aveva cominciato a fare domande, che riflettevano esattamente il fatto che fosse molto innervosita che, per usare le sue parole, lui si fosse preso quello che voleva e poi si comportasse in quel modo.

- Più che io, penso proprio che l’hai ottenuto tu quello che volevi, dato che tra i due non sono certo io quello che c’ha provato in tutti i modi. - le aveva detto mentre si rivestiva quasi al buio, Susan lo stava guardando furente, ma a Dominic non faceva assolutamente nessun effetto la sua rabbia.

- Tanto per essere chiari - aveva continuato, - io spero vivamente che tu non ti aspetti altro da me, perché non lo avrai. Anzi, io spero proprio di non rivederti più.- 

Se n’era andato poco dopo, senza nemmeno guardarsi indietro.

Era ovvio che Susan si aspettasse qualcosa di più da lui, si era già fatta il suo bel programmino. Per prima cosa era sicura che una volta con lei sarebbe bastata a fare in modo che agli occhi di Dominic Jennifer risultasse solo una ragazzetta insignificante e che lui avrebbe lasciato perdere quella specie di relazione per concentrarsi su di lei. Quella cosa sarebbe durata e Dominic sarebbe stato del tutto soggiogato da lei che sarebbe riuscita a circuirlo ben bene con i suoi mezzi convincenti. Poi ci sarebbe stata qualche apparizione pubblica, foto suoi giornali e interesse per lei da parte della stampa. Nel frattempo chi di dovere avrebbe capito che doveva stare al suo posto, insieme a lei la sua perfetta amica Patricia, modello di virtù e con la mania di stare sempre a giudicare gli altri. Poi, quando non avrebbe avuto più bisogno di Dominic se lo sarebbe tolto di torno.

Il fatto che lui le avesse fatto chiaramente capire che non gl’importava niente, non solo era stato degradante per lei, ma era stato anche il vedere il suo progetto, che nella sua grettezza credeva perfetto e realizzabile, andare in fumo senza possibilità di fare niente per rimettere le cose apposto.

Ma Dominic non aveva fatto i conti con la sua voglia di rivalsa. Prima di tutto aveva pensato che anche lei si sarebbe guardata bene dal rivelare qualsiasi cosa a Jennifer perché di certo non le sarebbe convenuto che lei lo sapesse, non immaginando nemmeno che in tutta quella faccenda c’era anche il fine di colpire lei usandolo.

   
 
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