24/07/2013
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The very words that they had sung
Became their last communion
16 agosto 2005, Casa Potter
Non ho mai voluto nulla di tutto questo, lo sapete, ve l’ho detto.
Nessuno di voi sarebbe mai dovuto morire per me, per un neonato e per colpa di un folle.
Ma voi eravate forti, talmente forti da combattere una guerra contro un nemico invisibile e spaventoso.
Ce l’ho fatta, sapete?
L’ho sconfitto, non tornerà più.
Ora c’è la pace, penso che vi piacerebbe.
Teddy ti manda un bacio, Remus, spero ti possa arrivare.
Ne manda anche uno a Tonks, diglielo tu.
In questo momento sta tenendo in mano una vostra vecchia foto, con te, papà, Sirius.
Ci sarebbe anche Minus, ma qualcuno (Sirius non fare finta di niente, l’ho trovata in camera tua), gli ha rimosso la faccia con molta poca delicatezza.
Devo ammettere che mi ricordi tua madre con questo gesto. Sbaglio, o anche lei aveva la malsana abitudine di “bruciare” chi non le andava a genio?
Ora Teddy si sta trasformando in ognuno di voi. Se non avessi paura di dovergli spiegare perché piango, darei libero sfogo alle lacrime.
Siete così belli in quella foto, sorridete.
Ne ho un’altra dove ci sei anche tu, mamma, ma quella la tengo nel portafoglio, lontana dalle mani pasticcione di un bambino-terremoto come Teddy.
Tonks, saresti fiera di lui. Anche il tuo bimbo inciampa sempre nel nostro portaombrelli, ogni volta che ci viene a trovare insieme a Meda. Anche lei vi manda un bacio.
È il mio figlioccio, ma lo amo come se fosse mio. È come avere ancora un pezzo di voi con me.
È solo guardandolo che capisco il vostro gesto, pensare a lui o al bambino in arrivo ( papà, Sirius, vi piaceranno i nomi che abbiamo scelto. Remus, non avertene a male, abbiamo in mente una grande famiglia…) in pericolo mi fa salire il sangue al cervello e la mano corre subito alla bacchetta.
Quindi, non mi rimane altro da fare se non dirvi che siete i miei eroi e che spero che un giorno Teddy e i miei figli pensino di me quello che io penso di voi.
On this lonely barricade, at dawn