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Autore: martinazerozero    24/07/2013    1 recensioni
La siringa spingeva il liquido nelle sue vene. Il suo braccio era diventato grigio. Eccolo, stava arrivando il flash. Ora stava meglio. La droga non lo abbandonava come facevano le persone.Stava come volando, era come un orgasmo che attraversa tutto il corpo. Respira Kurt, è facile. Ora stai meglio, starai meglio. I pensieri diventano leggeri, il corpo si rilassa ... le ore sembrano minuti e i minuti sembrano secondi. Per un po Kurt non penserai a lei, tutta sola e indifesa. Non pensare a lei K, ti fai solo del male. Quando l'effetto finirà il tormento ricomincerà. La fregatura della droga è che l'effetto finisce e ti ritrovi in un tunnel da cui non riuscirai a uscire. Doveva trovarla.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kurt era vicino alla porta. La vedeva correre via, scappare via da lui. Lei non si voltò. Scappava, correva velocemente lungo in viale ghiacciato. l'asciugamano le era caduto, ma lei non si era fermata a raccoglierlo. Le macchie di sangue cadevano sulla neve candida. Polly voleva voltarsi, tornare da lui...ma non poteva, no. Se ci teneva veramente a lui non doveva farlo. La ragazza voltò l'angolo per arrivare sulla statale. Kurt uscì di casa e si diresse da Bob. -Si fermi la prego.- Polly era sul ciglio della strada. Doveva andarsene al più presto. Una macchina rossa accostò.Era una donna di media età. -Dove devi andare? - chiese la donna Polly le sorrise lievemente: -Via di quì- Polly salì in macchina. Dopo qualche minuto la donna accese la radio. Si sentiva malissimo. -Sono diretta a Seattle!- disse la signora- ti va bene?- -Benissimo grazie- Kurt prese dalla camera della madre la sua catenina d'oro. Ora voleva solo rilassarsi, voleva dimenticare per un po. Si diresse da bob con gli occhi gonfi per il pianto. Appena Bob lo vide capì. Ogni volta che Kurt si presentava in quello stato voleva l'eroina, una delle droghe più pesanti al mondo. Kurt senza neanche alzare gli occhi dalle sue scarpe scolorite gli porse la catenina. Bob chiamò un suo amico con un cenno - Hai l'eroina? chiese Bob al suo amico -Certo- La tirò fuori dalla tasca e la porse a Kurt. Lui si girò facendo un cenno a Bob senza dargli troppa importanza. Sentì Bob ridere con i suoi amici: -Quello ci si ammazzerà prima o poi-. Polly era appena scesa dalla macchina. C'erano palazzi altissimi, grigi come il cielo. La cosa strana di quel posto e che era tutto colorato di grigio, anche la macchina rossa sembrava grigia. -Signora, grazie per il passaggio- -Di niente, stai attenta è una grande città- Polly fece un cenno di ringraziamento e attraversò la strada. Ora doveva trovare un posto in cui vivere e un modo per guadagnare dei soldi. Si sedette su una panchina di un parchetto. -Signore ha una sigaretta ?- il signore gliela porse. -grazie.- Kurt era steso a terra, non riusciva ad alzarsi. La droga cominciava a fare effetto. La siringa spingeva il liquido nelle sue vene. Il suo braccio era diventato grigio. Eccolo, stava arrivando il flash. Ora stava meglio. La droga non lo abbandonava come facevano le persone.Stava come volando, era come un orgasmo che attraversa tutto il corpo. Respira Kurt, è facile. Ora stai meglio, starai meglio. I pensieri diventano leggeri, il corpo si rilassa ... le ore sembrano minuti e i minuti sembrano secondi. Per un po Kurt non penserai a lei, tutta sola e indifesa. Non pensare a lei K, ti fai solo del male. Quando l'effetto finirà il tormento ricomincerà. La fregatura della droga è che l'effetto finisce e ti ritrovi in un tunnel da cui non riuscirai a uscire. Doveva trovarla. Polly camminava lungo la strada che le sembrava infinita. Aveva Le braccia conserte e un lungo maglione. La mano non le faceva più male e il sangue si era seccato. Un passo, un altro. Le persone le passavano davanti squadrandola. Ci era abituata. Le persone giudicano SEMPRE. Notò che alla sua destra c'era un locale. Le persone fuori dal locale stavano fumando e pippando. Gente che scopava dietro i cassonetti, odore di erba nei polmoni. Dall'interno del locale si sentiva della musica. Ora si sentiva a casa. Si diresse da un gruppetto di ragazzi che stavano fumando il crack . -Avete qualcosa anche per me?- Chiese Polly sorridendo. -Cosa ci dai in cambio?- Fece uno sguardo malizioso -Dipende dalla qualità di quello che mi darai.- Polly non voleva fare sesso, ma aveva bisogno di estranearsi dal mondo per un po... e non aveva soldi per comprarla. Il ragazzo le porse una siringa. -Cosa c'è dentro?- -Non preoccuparti- -Non prendo robaccia che potrebbe farmi fuori- Il ragazzo fece un cenno ai suoi amici che le bloccarono le braccia. -Ormai l'avevi detto ragazzina- Polly non oppose resistenza. Sapeva quello che volevano, era lo sguardo che c'era nel suo patrigno prima che abusasse di lei. Ma questa volta era colpa di Polly, era stata lei a sbagliare. Il liquido sconosciuto dentro la siringa era ormai finito nel suo corpo. Tutto rallentava. Era cosciente, ma immobile. Non riusciva a muoversi. I ragazzi ( almeno cinque) la portarono in una vietta dietro al locale. Iniziarono a spogliarla. Non poteva fare niente, non poteva muoversi. Era orribile. -Stai guardando puttana, ti piace? - Il suo volto iniziò a bagnarsi delle sue lacrime. Il ragazzo continuava.Lei vedeva il suo viso. Voleva urlare. Non ci riusciva. Vedeva i ragazzi dietro che facevano finta di niente. C'era nella comitiva un ragazzo che la guardava. Provava pena per lei? Nel suo sguardo si leggeva la frase "mi dispiace". P. non sapeva quanto tempo fosse passato.Il ragazzo terminò. Appena finì si girò verso i suoi amici: -Questa puttana è brava anche quando non fa un cazzo!- Si misero tutti a ridere, tranne il ragazzo dallo sguardo compassionevole. I ragazzi se ne andarono lasciandola semi-nuda. Faceva freddo. Si sentiva a pezzi. Chiuse gli occhi. Il ragazzo dallo sguardo compassionevole tornò indietro dopo una ventina di minuti.Portò una coperta. Polly si era quasi addormentata. Lui le si avvicinò toccando la sua spalla. Lei aprì gli occhi. Lui le sorrise: -Mi dispiace per quello che ti è successo. Non ti addormentare. Con questa merda potresti non risvegliarti. Tra poco l'effetto svanirà.- il ragazzo cominciò a rivestirla. -Tra poco la paralisi finirà, l'hanno fatto già molte volte- Le mise la coperta sulle spalle. -Io sono Max.- Polly ora stava meglio.Riusciva a muovere la punta delle dita e tra poco avrebbe potuto parlare, così avrebbe potuto mandare a farsi fottere quel Max. Era un codardo, come tutti, ma almeno non l'aveva lasciata semi-nuda in una strada dall'asfalto bagnato. Dopo circa un'ora Polly si rimise in piedi. Max si era addormentato appoggiato al muro pieno di scritte. La ragazza barcollava, ma diede comunque un calcio a Max e iniziò a urlare: -Codardo cane bastardo, tu sei peggio di loro.Non hai fatto un cazzo- Il ragazzo mise le mani davanti al volto per evitare i calci. Polly smise per farlo alzare. -Mi dispiace, Ok, sono un fottutissimo bastardo.Sono fatto così.- Polly scappò. Trovò un ponte, accogliente. C'era un fiume, lei amava i fiumi. Era un posto abbastanza appartato. Polly trovò un' angoletto in cui mettersi a dormire. Iniziò a piovere. Era riparata dalla pioggia. Chiuse gli occhi. Kurt si era ripreso. Uscì di casa. Dove stava Polly? Erano ancora sotto lo stesso cielo, guardavano lo stesso cielo. La pensava sola, per strada, impaurita. Andò nella stazione degli autobus. Era notte. Il primo diretto a Seattle sarebbe partito qualche ora dopo, alle 4:00 di mattina. Non sapeva se l'avrebbe trovata li...ma era la grande città più vicina.
  
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