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Autore: kakashina93    03/02/2008    3 recensioni
Un destino diverso per Kakashi. Una verità chiusa nel suo cuore da 5 anni. La morte di una ragazza che ha cambiato tutto... Una ragazza, Shinami. La Sua ragazza. Una verità troppo scomoda da accettare e un nemico che trama nell'ombra.
Se vi piacciono le storie romantiche questo è l'ideale. Il copia-ninja non è mai stato solo in verità.[KakashixShinami] brevi accenni di altri paring [AsumaxKurenai]
FICTION SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Kakashi Hatake, Sorpresa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Shinami era rimasta a guardare fisso quel quadrante da ormai una buona manciata di minuti. Uno sguardo misto tra il pensieroso e lo sconcertato, un’espressione pressoché impassibile. Nella sua testa le frullavano duemila domande, ognuna meno banale dell’altra, ma solo a poche trovava risposta.

Finalmente alzò lo sguardo verso Kurenai e Gai, anche loro pietrificati.

“Gai, sei sicuro che il misuratore funzionasse bene?” Era la domanda più ovvia e scontata da fare, ma anche la più utile. Naturalmente il ragazzo annuì sicuro, lo aveva provato il giorno prima su di lui e funzionava benissimo.

“Bene, allora c’è davvero qualcosa che non va…” Si mise seduta a terra di botto, poggiando la testa leggermente piegata sulla mano e fissando fisso un punto poco preciso dietro le spalle dei due. Con la bocca contratta in una smorfia strana a causa della mano che le piegava leggermente il volto disse:

“Idee in proposito? Insomma, io non mi sento molto più potente di quando sono partita. Certo ho imparato numerosissime nuove tecniche, ma non vedo il motivo per cui dovrebbe essere aumentata di così tanto la mia potenza! La tecnica del ‘volo della farfalla imprigionata’ richiede molto potere fisico e mentale. L’altra mia tecnica, di cui però non vi posso dire niente, necessita del doppio della concentrazione dell’altra. Ma non riesco a vedere il motivo per cui il ho raggiunto questi valori!

Gai, fammi un favore, rammentami per quali motivo un ninja ha il chakra più alto rispetto agli altri. Magari non li ricordo tutti e potreste darmi una mano voi due.”

Gai si mise seduto seguito a ruota da Kurenai. Il ragazzo cominciò con parole decise.

“Beh. Un ninja, in genere, può avere il chakra interiore segnalato sopra la media dal misuratore per tre motivi. Il primo è che il soggetto preso in questione possiede un’abilità innata. Prendiamo Neji per esempio. Neji ha un valore indicato da quadrante di 220 su 120. Ma naturalmente le abilità si differenziano tra loro, quindi ogni abilità ha un grado di forza diverso. Il secondo motivo è: custode di un demone, ergo un jinchuuriki. Naruto, per capirci, ha una potenza pari a 360 su 120. Ma anche questo dipende dal demone. E il terzo motivo… beh, il terzo motivo lo abbiamo già escluso… il misuratore non era rotto.”

La situazione non aiutava per niente. Sospirano all’unisono tutti e tre. Cosa stava succedendo a Shinami? Perché così tanta potenza? La ragazza si alzò scattante e fece una corsetta sul posto.

“Dobbiamo rimanere qui a disperarci? Alzatevi… datemi una mano con gli allenamenti!”

Gai e Kurenai si stupirono del cambiamento di umore della ragazza e scattarono in piedi all’unisono… ma non per allenarsi.

Shinami vide i due correre verso di lei e bloccarle le braccia.

“Cosa volete?!” urlò con il fiato roto dalla grande botta appena ricevuta.

“Voglio che Kakashi non ci uccida perché tu sei morta. E voglio che tu ti dia una calmata… finiscila di lanciare calci all’aria. Non ti stai aiutando e non ci stai aiutando.”

Gai aveva detto queste parole con uno sforzo terribile visto che la ragazza si dimenava con tutta la forza che aveva nel corpo. Lanciava calci in aria e si dibatteva tra le braccia dei due amici che la tenevano stretta.

“Finiscila.” Disse Kurenai scaraventandola per terra “Non riesci proprio a capire vero? Sei la sregolatezza fatta a persona! Certe volte mi verrebbe voglia di… ARGH!” e si bloccò il pugno con la mano. Tirò un sospiro e riacquistò il suo solito autocontrollo. Shinami la guardava fissa con sguardo confuso. Kurenai riprese il discorso lasciato a metà. “Sì, Shinami. Sei la sregolatezza fatta a persona! Quel dannato viziaccio di cacciarti nei guai e di esagerare con tutto! Sei testarda fino all’esasperazione. Per la tua età hai una maturità davvero invidiabile nell’occuparti degli altri. Ma… quando si tratta di te stessa, non te ne frega niente! Non capisci che lo facciamo per te? Hai bisogno di essere visitata da qualcuno. Il tuo corpo rischia di esplodere da un momento all’altro con tutto quel chakra. Basterebbe un minimo sforzo e non riusciresti a controllarti come fai di solito! Da quanto è che non scagli una Tecnica con odio e con tutta la potenza che necessita? Tre? Quattro anni?! Capisci cosa voglio dire? Tu non ti alleni e non combatti contro qualcuno da troppo tempo!”

Shinami fece per aprire bocca ma serrò le labbra e si rimise in piedi.

“Io non volevo farvi preoccupare. Ma lo state facendo inutilmente. Lo hai detto anche tu, sono testarda. Ed ora tornate a casa. Io resto qui ancora un po’ e prometto che tra un oretta, massimo due, sarò di ritorno.”

Si girò e fece per tornare indietro verso il centro del campo.

“Allora è più forte di te vero? È più forte di te! Va bene Shinami, continua a camminare. No, prego, non ti voltare. Ma se non vuoi farlo per noi… almeno fallo per Kakashi!”

La ragazza si fermò di colpo. Provò a fare qualche altro posso ma il senso di colpo le premeva talmente forte sullo stomaco da impedirle di camminare e di andare avanti. Serrò forte i pugni e si girò di scatto. Tornò dai due ragazzi che la attendevano, insicuri sul da farsi.

“Spiegami perché? Perché il suo nome riesce sempre a tenermi a freno? Perché, Kurenai perché?” e la guardò dritta negli occhi con sofferenza.

“Lo sai da sola il perché. E poi ti posso assicurare che Kakashi senza di te non ha passato un bel momento. Per niente. Non mi va che due dei miei migliori amici debbano farsi del male, fisico o mentale che sia. Tu non hai visto come era ridotto il tuo ragazzo senza di te. Non mi va di vederlo ancora in quello stato. Non mi va di rivedere in quello stato nessuno. Credi che te lo faccia apposta a cercare di salvarti la vita? Dimmelo… così ti faccio ammazzare la prossima volta.”

Shinami sospirò forte e si lasciò scappare un sorriso.

“Va bene. Andiamo a casa. Quell’oretta di allenamento mi ha rimesso in sesto. Per oggi basta e avanza.”

*********

“Rin, non c’è motivo per cui tu debba essere così adirata.”

“Invece sì che c’è. Non è giusto che quella lurida sguald…”

“Vacci piano con le parole. È sempre tua sorella.”

“Me ne sbatto del fatto che sia mia sorella. Chiaro il concetto?”

“Sì. Sì. Chiarissimo.”

Rin camminava avanti e indietro nello studio in maniera incontrollabile. Non si stancava mai di fare quel movimento, e il ragazzo che era con lei cominciava ad avere la nausea a forza di guardarla.

“Come ha fatto!? Ha scoperto la ricetrasmittente! Ha capito chi sono! Ha bloccato la Maledizione insieme a quel gruppetto di schifose sanguisughe. E il tempo stringe. Se comincia ad allenarsi ora…argh! Ringraziando Dio ho ancora abbastanza forza per distruggerla. Non riuscirà mai ad arrivare al mio livello!”

Il ragazzo la guardava sconvolto. Faceva davvero paura quando aveva quelle crisi di isteria.

“Ma Rin. Calmati! Jiraya non ha ancora scoperto niente sul nostro covo e non si sono accorti degli infiltrati tra di loro. Orochimaru e Kabuto stanno facendo un ottimo lavoro per le selezioni, e noi ne approfitteremo!”

“Hai ragione” si fermò un attimo “Basta. Manca poco ormai. E avrò di nuovo la situazione in pugno e Kakashi solo per me.”

Si sedette con un tonfo sulla sedia e congedò il ragazzone. Il silenzio era ciò che voleva.

Mentre l’uomo usciva dal sotterraneo, non poté fare a meno di pensare a quanto gli sembrasse strano vedere una persona tanto infelice per un uomo.

-La gelosia ti logora il cervello.-

Lui era lieto di non provarne per niente.

Certo quando aveva visto Shinami, anche lui aveva sentito ammontare nel suo subconscio un misto di bramosia di possesso e desiderio. Ma era durato poco. E mentre l’avevano tenuta addormentata nel covo, in tanti uomini, stanchi del lavoro e senza il piacere di una donna vicino, avevano provato a mettere le grinfie su quel corpo giovane e potente.

Era indiscutibilmente una bella ragazza. Ma anche Rin non era niente male. Eppure la sorella, pur odiandola con tutta se stessa, aveva vietato a tutti gli uomini di toccarla.

Ma in fondo a lui non è che gliene fregasse più di tanto. Faceva quel lavoro per i soldi e niente di più.

*********

“Allora, fatemi capire bene. Adesso io devo andare al Palazzo dell’Hokage perché Kakashi mi sta aspettando lì. Voi due andate da Jiraya e continuate le ricerche. Per quale dannatissimo motivo non posso fare la pazza? Mi sorvegliate come se fossi un ricercato S! E tu non dire che è per il mio bene!”

Gai e Kurenai annuirono in silenzio mentre camminavano lenti per le vie di Konoha, diretti al Palazzo. Avevano ricevuto un falco messaggero da Kakashi che gli chiedeva di portare Shinami davanti all’entrata. La cosa che più dava fastidio alla ragazza era il fatto di dover viaggiare sotto scorta.

-Quando finirà questo strazio?- si diceva continuamente tra se e se. Ormai quella domanda rimaneva impellente nella sua testa.

Arrivarono in men che non si dica al luogo dell’appuntamento e trovarono l’Hatake, che leggeva tranquillamente uno dei libri della saga della pomiciata. I quattro si salutarono in fretta e Kurenai e Gai si allontanarono poco dopo aver scambiato due parole sullo stato di Shinami. Ma a quanto pareva, Kakashi sapeva tutto sullo stato della ragazza; molto probabilmente Kurenai lo aveva già avvertito con il falco di poco prima.

Quando i due fidanzati furono lasciati soli si scambiarono un breve bacio sulle labbra e si incamminarono a grandi passi nell’immensa struttura che ospitava l’Hokage in carica. I due parlarono del più e del meno. Ognuno espresse i propri dubbi e preoccupazioni sul problema di Shinami e Kakashi le ripeté tutto ciò che le avevano già detto i due amici: di stare attente e allerta senza esagerare. Ma Shinami dovette ammettere a stessa, che dette dal ragazzo le parole facevano molto più effetto su di lei. Significava che teneva alla sua salute e questo la rendeva talmente felice… anche se non lo avrebbe mai ammesso davanti a lui!

Arrivarono all’inizio di una scalinata che scendeva vorticosamente verso il basso. Sotto c’era solo buio. Kakashi fece qualche passo sicuro ma Shinami si bloccò all’inizio dei gradini.

“Scusa ma dove mi stai portando?”

Il ragazzo di voltò e le tese la mano. Lei la afferrò prontamente e fece qualche altro scalino.

“Ti fidi di me?”

Shina annuì silenziosamente mentre il ragazzo si voltava e cominciava a scendere per quella scala che sembrava non volesse avere fine. Si rammentò che quell’area del palazzo, prima che lei partisse, era in fase di ristrutturazione e non sapeva decisamente cosa ci fosse là sotto. Dopo aver sceso per cinque minuti, i due arrivarono davanti ad una porta immensa, dai battenti di ferro. Gli occhi della ragazza si abituarono presto all’oscurità che regnava lì sotto, e la puzza di muffa le fece venire il capogiro.

“Ce la fai ad aspettarmi qui per pochissimo?”

“Sì… ma non ci mettere molto è!”

Kakashi annuì con la testa e socchiuse un’anta della porta. Entrò lentamente e Shinami riuscì a scorgere da quello spiraglio solo una luce tremolante, proveniente sicuramente da qualche candela.

Aspettò pazientemente per un bel po’, ma di Kakashi non c’era l’ombra. La pazienza venne a meno. Spinse verso di se la porta e se la richiuse con un grande botto alle spalle. Lo spostamento da’aria fece tremare le fiammelle delle candele che pendevano da soffitto. Non era in una stanza illuminata, anzi, non si vedeva praticamente niente. Camminò tastando il muro con le mani, freddo e viscoso finché non raggiunse un’altra porta. Aveva camminato sempre dritta, ciò significava che il corridoio in cui era passata conduceva da qualche altra parte. Sentì un rumore metallico lì vicino a lei.

Si girò di scatto ma non vide nulla. Poi sentì qualcuno che le copriva gli occhi con una striscia di stoffa.

“Ti avevo detto di aspettare fuori.”

Disse Kakashi serio. Ma il suo tono non era di rimprovero, bensì dolce e pacato. Shinami allungò le mani verso le braccia del ragazzo che stringevano il nodo dietro la nuca. La ragazza ebbe paura. Non sapeva il perché, si fidava cecamente del suo ragazzo, ma qualcosa la terrorizzava. Sarà stata l’atmosfera, il clima e la tensione della situazione.

“Cosa vuoi Kakashi?” cercò di tenere la voce ferma ma ci riusciva a stento.

Il ragazzo la girò verso il suo viso. Poteva avvertirne il respiro irregolare sul collo.

“Non dubitare di me. Avevi detto che ti saresti fidata.”

Shinami respirò più calma. Si fidava di lui.

Sentì la porta davanti a sé aprirsi. Kakashi la spinse dentro con delicatezza e richiuse la porta. Shina si sbrigò a togliersi la fascia dal viso. Ancora oscurità. Ma non aveva paura. Si fidava. Lentamente una luce abbagliante la avvolse. Dal soffitto provennero getti di luce bianca che illuminarono l’ambiente. La ragazza strinse istintivamente gli occhi e si protesse il viso con il braccio.

Quando si abituò alla luce dei faretti li riaprì

Non riuscì a trattenere un “Uao” Davanti a lei c’era la più grande armeria che avesse mai visto. Gli scaffali erano pieni di katane e kunai di tutte le misure. Shuriken, armi, persino pistole e balestre.

Camminò in mezzo a quel mare di bellezza. Ogni faretto illuminava una bacheca diversa e ogni bacheca aveva un elenco dettagliato del suo contenuto. Si mosse veloce tra le scaffalature e si ritrovò al centro della stanza. Davanti a lei c’era un piedistallo di legno scuro e su di esso un cuscino di velluto.

Si avvicinò a grandi passi e spalancò la bocca.

Sul cuscino c’erano due sai incrociati. L’impugnatura era di pelle viola e rosa molto scuro. I fili terminavano con dei laccetti in cui erano incastonate due perline. Ma la cosa più spettacolare era la lama. Di un acciaio lucido e perfetto, senza neanche un graffio. E sulla parte piatta vi erano incise un nome, Shinami, e un piccolo ricamo floreale.

Passo le dita sulla lama e li prese in mano con delicatezza.

“Dovevo rimediare a cinque anni di regali non fatti.”

Si girò di scatto con le armi ancora in mano. Sul lungo corridoio c’era Kakashi con le mani in tasca che guadava la ragazza. Chi lo conosceva bene, poteva leggere nel suo sguardo qualcosa di diverso.

Se solo avesse potuto, Kakashi Hatake avrebbe ammesso al mondo intero di amare quella ragazza.

_________

Rigrazio i santi che hanno letto il capitolo, Ringrazio i santi che attendono un aggiornamento da due mesi. Il problema è che scuola non mi fa respirare. Oggi avevo due minuti... ecco fatto. Un bacione e commentate grazie

  
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