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Autore: Water_wolf    24/07/2013    4 recensioni
Avete presente quelle storie che parlano di angeli? E quelle sui quattro elementi? Ecco, prendetele e buttatele nel cestino perché questa fanfiction non ha nulla a che vedere con la normalità. Perciò, ecco gli ingredienti per questa storia:
-Un angelo rincorso in metro
-Una quindicenne sempre in ritardo
-Una Milano piovosa
-Una sana dose di divertimento
-Tre cucchiai di buona musica
-Cavolate q.b
-Magia in abbondanza
-Quattro Elementi strampalati
-Una missione da compiere
-Un pizzico d'amore (attenzione a non esagerare!)
[Cap. 6 “Prendi appunti coscienza: quando un padre arrabbiato incontra un ragazzo semi nudo in casa con sua figlia, il ragazzo semi nudo è un ragazzo morto”. Il pugno lo colpì in pieno volto, l’angelo cadde a terra, dal labbro era iniziato a scendere sangue. ]
[Cap. 10 Devi aiutarlo. Devi salvarlo. Corri. Più forte. Va’ da lui. Lui ha bisogno di te. Jonas ha bisogno di te. Quei pensieri, quella consapevolezza, le facevano muovere le zampe freneticamente, mentre i cuore aveva abbandonato il petto già da un po’ per trovare una sistemazione più accogliente in gola. ]
Genere: Azione, Comico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Don't you ever wonder how we survive?
Monster, Paramore"


Le sue labbra smaltate di rosa si staccarono da quelle dell’uomo. Sbatté le ciglia, facendogli l’occhiolino. << Grazie. >> sussurrò, sistemandosi la giacca grigia. << D-di niente. >> mormorò l’uomo, ma lei era già uscita dalla stanza.

Chiara si svegliò di soprassalto, sudata e con un grido che le premeva la gola. Si alzò dal letto fulminea, spalancò la porta e si fiondò fuori. Sentì l’alito caldo dell’uomo, nel sogno, le sue labbra posarsi dal suo collo. Fece un gesto d’insofferenza con la mano, strinse gli occhi, e iniziò a correre.
<< Jonas! Jonas! Jonas!>> strillò.
Arrivò in meno di un minuto alla sua porta. L’angelo le aprì prima che potesse buttarla giù a forza di pugni.
<< Che c’è? >> chiese, la bocca impastata e i capelli rizzati in aria.
<< Jonas, ho- >> Ma un altro grido le impedì di continuare.
I due ragazzi si scambiarono un’occhiata perplessa. Poi, Shai finì addosso a Chiara mentre strillava “Dimitri! Dimitri!”. La Custode dell’Acqua avvertì una mano sul suo fianco, calda, tremante, come nel sogno, e urlò a squarciagola. La porta che seguiva la stanza di Jonas si aprì, sull’uscio comparve Dimitri, visibilmente scocciato.
<< Si può sapere che c’è?! >>
 Shai e Chiara si staccarono, rimettendosi in piedi e sistemandosi rispettivi pigiami.
<< Jonas, ho fatto un sogno orribile sulla Winter! >> sbraitò Chiara, ma la frase non raggiunse il mittente, perché anche Shai, in contemporanea, aveva riferito le stesse parole al fratello. Le due si scambiarono un’occhiata in cagnesco.
<< Slow down, ragazze. Diteci con calma che cos’è successo. >> disse Dimitri, accostando la porta dietro di sé.
La violinista cedette la parola alla compagna, intuendo che le era accaduto la medesima esperienza.
<< Ho >> iniziò Chiara, ma poi si corresse << Abbiamo avuto un sogno orribile sulla Winter… >> sospirò, ravviandosi i capelli << Stava amoreggiando con… Zeigen. >>
Jonas impallidì, Dimitri pure.
<< Che cosa!? >>
I quattro si girarono, incontrando un’Emilia in camicia da notte, i capelli biondi scarmigliati, e la domanda urlata ancora sulle labbra. Andrea aprì in quel momento la sua porta e, dal fondo del corridoio, domandò << Che avete tutti da gridare ‘sta notte? >>
Emilia fece un gesto vago con la mano, come a volerlo zittire. << Che cosa significa “la Winter amoreggiava con Zeigen”, Lyra? >>
La Custode dell’Acqua si strinse nelle spalle. << Be’, significa che la nostra Presidentessa aveva appena finito di darsi da fare con Zeigen, e non solo con la bocca. >>
Emilia lanciò un urlo, tra il furioso e lo sgomento. << Perché la vita non fa che complicarsi? >> piagnucolò, a bassa voce.
<< Ma era un sogno giusto? >> chiese Dimitri, un sorriso indecifrabile stampato sulla faccia.
Sia Shai che Chiara annuirono.
<< Allora perché diavolo mi avete svegliando gridando come dei cammelli strozzati nel cuore della notte!? >> sbottò.
Era un sorriso omicida, si ritrovò a pensare la quindicenne, dopo aver trovato il coraggio di aprire gli occhi dopo quella sfuriata.
<< Si dice galline strozzate. >> lo corresse la bionda.
Dimitri la squadrò << Sicura? Galline, non cammelli? >>
La ragazza roteò gli occhi. << Sì, galline. >>
Jonas decise di riprendere le redini del discorso, riportandolo su un tono più dignitoso. << Shai, tu avevi già sognato qualcosa che poi si era rivelato realtà, vero? Quando sei entrata in contatto con Dimitri, e mentre dormivi un oracolo, definiamolo così, ti ha rivelato la storia sugli Elementi e le Grandezze Fondamentali. >>
La violinista annuì.
<< Che cosa diceva della Wacan? >>
La bruna capì dove voleva andare a parare il discorso dell’angelo, e rispose eccitata, quasi esclamando << La Wacan era il dono dei sogni, capace di far viaggiare ovunque, e permetteva di guardare al futuro! >>
<< Esattamente. >> convenne Jonas. << Vuoi dire che il mio sogno era qualcosa di realmente accaduto? >> domandò Chiara, in un sussurro. Jonas annuì, cupo. << Shai, visto che può dominare il tempo, ti ha fatto viaggiare nel passato anziché nel futuro. E questo significa che la Winter ci deve delle spiegazioni. >>
La Custode dell’Acqua sbarro gli occhi, poi, tirò un calcio al muro con rabbia.
<< E’ per questo che era così ansiosa di combattere Zeigen, perché voleva saldare con la morte il patto di silenzio tra lei e l’angelo nero... >> considerò, la voce inasprita e sibilante << Brutta puttana! >> imprecò << Sei quasi morto per lei, sei stato sull’orlo di perdere completamente i tuoi poteri e… Bastarda! Lo ha fatto solo per motivi personali, nemmeno per il bene di Upward! >>
<< Non ci posso credere… >> mormorò Emilia << No, abbiamo bisogno di prove vere, non ipotesi, prima di accusarla così. >>
Chiara si girò verso l’amica, furente. << Emy. >> tuonò, ma la bionda non si fece spaventare.
<< Anche io vorrei insultarla, credimi, ma per una volta credo bisogna aspettare di essere certi di queste accuse. E’ Presidente, dopotutto. >>
Chiara strinse i denti fino a farli scricchiolare. La Custode del Fuoco aveva ragione, ma non riusciva  a perdonare alla Winter il modo in cui aveva giocato con la sua vita e, soprattutto, con quella di Jonas.
<< Va bene. >> concordò, abbassando gli occhi. 
Da lontano, Andrea intervenne << Domani, se sarà necessario, consulterò l’Atlante della Verità, ok? Ma ora, per favore, lasciatemi riposare. >>
Le tre ragazze si sciolsero a quella supplica. << Certamente, Andre’. >> acconsentirono all’unisono, per poi scambiarsi un’occhiata frastornata.
<< Bene, allora a domani. >> tagliò corto Dimitri, rientrando in stanza sbattendosi la porta alle spalle. La violinista e la bionda salutarono, e ritornarono con calma nelle loro camere. Chiara rimase ferma davanti alla porta di Jonas, senza riuscire a domare la rabbia che la animava dentro.
<< Ehi >> esordì Jonas << puoi dormire con me, se ti va. >>
La Custode dell’Acqua si voltò, sperando di non aver frainteso. << Intendi stendermi sul letto con te, chiudere gli occhi e non altro, vero? >> chiese, alzando un sopracciglio.
L’angelo avvampò all’istante. << Sicuro, che cosa ti aspettavi? >>
Chiara scosse la testa, lasciandosi andare in una breve risata. << Scusa, ma questa conversazione assomiglia troppo alla pubblicità delle Schweppes! >>
Jonas sorrise per nascondere il suo imbarazzo. Aprì di più la porta, invitandola con la mano ad entrare. Chiara non si fece pregare. Si accomodò sul letto, posizionato contro il muro. La ragazza di distese all’interno, aspettando che Jonas le si mettesse accanto. L’angelo ghignò, malizioso.
Si avvicinò, i piedi che quasi non toccavano terra per la forte emozione che si aspettava di provare, e le cinse i fianchi, dolcemente. Appoggiò prima un ginocchio sul materasso, poi l’altro, sempre tenendo vicino a sé la ragazza. Si chinò per baciarle l’incavo della spalla, per poi risalire sul collo, fino a sfiorarle l’orecchio destro con le labbra.
Chiara rabbrividì di piacere. << Avevamo detto niente altre cose… >> sussurrò.
<< Ma nulla riguardo ai baci e alle coccole. >> ribatté lui.
Il fiato caldo, sulla pelle, fece scendere un nuovo brivido lungo la schiena della Custode dell’Acqua.
<< Sono stanca. >> si difese Chiara, senza imprimere convinzione nelle parole.
Jonas si fermò ugualmente, si distese affianco a lei. << E allora dormiamo. >> mormorò, cercando di nascondere il suo tono deluso.
Chiara sorrise, protetta dall’intimità dell’ombra di quella notte. << Forse farò meglio a correggermi: volevo dire che sono stanca di aspettare un vero bacio. >>
E nel momento esatto in cui finì di pronunciare quella frase, si voltò, cercando le labbra del fidanzato. Jonas non fece in tempo ne a sorridere ne a rimanere stupito, perché Chiara gli tolse il respiro. Quando si staccarono, l’angelo la inchiodò con lo sguardo. Hai fatto pratica, sembravano dirle. La ragazza sorrise. Sì, ne ho fatta, rispose con gli occhi. Poi si girò, dandogli le spalle, e decise che era ora di dormire.
Oltre che di far morire Jonas per la sua smania d’amore, pensò, ghignando.

 

§


Le piastrelle rosso rubino riflettevano i tiepidi raggi del mattino. Era l’unico ambiente, in tutto il palazzo, ad avere abbandonato i colori tipici della fazione Nera per tingersi di quello scarlatto brillante.
Zeigen l’aveva comandato su misura, apposta per quel momento tanto atteso. Una sola poltrona, in tono con il pavimento, interrompeva il riflesso del sole per gettare un’ombra ammorbidita sulle piastrelle.
Zeigen ci si era accomodato ai primi albori, era rimasto a godersi lo spettacolo del Muro che lo divideva dalla preda ambita. Il suo colore lo attraeva e ripugnava, perché, in alcuni punti semi irraggiungibili, il bianco e il nero si erano fusi, dando origine al grigio.
Un colore strano, ne pane ne acqua, cielo o terra, qualcosa che suscitava interesse. Qualcosa troppo luminosa per passare all’oscurità, ma troppo pregna di buio per esporsi completamente alla luce. Era il colore del fallimento per Zeigen, per non essere riuscito a convertire tutti gli angeli al suo pensiero, lasciando che Neri e Bianchi combattessero per la supremazia, in una macchia inevitabilmente grigia.
Il rumore di una porta aperta e richiusa, il rimbombo sonoro di passi sicuri, lo distrassero dalla contemplazione.
<< Papà. >> lo salutò Astra, poggiandogli una mano sulla spalla, non prima di aver lanciato un’occhiata di disprezzo al di là della barriera.
<< Astra, tesoro mio, ben svegliata. >> la accolse, guardandola negli occhi.
<< Il momento propizio è arrivato. >> disse lei, con l’intenzione di intavolare una conversazione.
Zeigen annuì, serio. << Le truppe si stanno già organizzando, non temere. Basterà un mio segnale e attaccheranno. >>
<< E attaccherò. >> aggiunse in un sussurro la figlia.
Il padre le sorrise, compiaciuto. << Vedo che hai saputo incanalare il tuo odio e il tuo rancore, per distruggere un obbiettivo ben preciso. >> si complimentò.
Fece un gesto vago con la mano, prima di ritornare a scrutare il cielo. << La vittima? >>
Astra strinse i pugni, al ricordo bruciante della sua sconfitta contro Chiara. << La Custode dell’Acqua, papà. Difenderò sia il vostro onore che il mio. Quella ragazzina ha osato ingannarti e …. >> Zeigen la interruppe. << Non ho bisogno che tu me lo ripeta, Astra. So già cosa si agita in te, mettendo in mostra l’orgoglio rubato a un cavaliere medievale. >>
La giovane fremette. Non desiderava altro che assaporare la paura negli occhi dell’avversaria, mentre con una lama le avrebbe tolto per sempre il sorriso dalla faccia. Fece per chiedere al genitore di far muovere le truppe, ma lui la precedette.
Premette un bottone sul bracciolo della  poltrona, e comunicò, dissimulando la sua crescente emozione << Sierra, muovete le truppe. >>
Si accomodò meglio sulla poltrona, preparandosi a godere di una vista privilegiata della battaglia tra i due eserciti.
Lo scontro con i Custodi degli Elementi non lo spaventava, anzi, Zeigen la consideravo solo una scaramuccia. Ma, da buon comandate, non poteva permettersi di sottovalutare dei nemici.
Perciò li avrebbe affrontati personalmente, poi, sua figlia avrebbe completato l’opera.

 

§


Chiara e Jonas furono gli ultimi a entrare nella camera di Andrea, non prima di aver deciso di mantenere il silenzio sulla notte prima. “Contegno” aveva mimato con le labbra l’angelo, e aveva aperto la porta.
Emilia, in fianco a Dimitri, osservò i due entrare, facendo l’occhiolino all’amica. Il Custode della Terra si era messo in una posizione tale da permettere a tutti di vedere l’Atlante della Verità, anche se per loro le scritte erano illeggibili e incomprensibili.
Andre’ aprì delicatamente il volume alla prima pagina, dove una scritta a caratteri gotici chiedeva: informazioni su…?
Il ragazzo pensò intensamente alla risposta, finché lo spazio vuoto si completò: relazioni tra Chrysanthemum Zeigen e Elisabeth Winter.
Le pagine si sfogliarono da sole, arrivando poco dopo la metà totale di esse. Sotto il suo sguardo un testo animato raccontava di quei due personaggi. Andrea scelse il paragrafo che gli serviva.
L’inchiostro scivolò via dalle pagine e volteggiò in aria, mostrando le relazioni amorose tra Zeigen e la Winter come la pellicola di un film.
Vide come la donna diventava avvocato, entrava a far parte della corte, di come lì avesse conosciuto uno degli uomini più influenti della città e delle sue macchinazioni. Osservò i due in uno stanzino, mentre al giovane Zeigen venivano strappati favori su favori, promesse su promesse.
Finché, quattro anni prima, la Winter ottenne ciò che realmente voleva: candidarsi e vincere le elezioni per la presidenza di Upward, con il favore di un angelo amato dal popolo.
Davanti agli occhi gli passarono le scuse fasulle della donna di fronte a Zeigen che, invece, aveva creduto che ottenuto il potere sarebbe riuscito a mantenere intatta quella relazione clandestina. Andrea richiuse l’Atlante della Verità senza aspettare che il filmato d’inchiostro finisse.
Gli altri, che non avevano potuto intravedere altro se non macchie scure svolazzanti, fissarono sgomenti l’espressione crucciata e pallida dell’amico.
<< Andre’, che cos’hai visto? >> domandò Dimitri.
Lui fece una smorfia. << Tanta merda, credetemi. >>

 

§


Si fecero annunciare da un maggiordomo, prima di entrare nella Sala delle Udienze. La Presidentessa si era affrettata a concludere quella riunione sulle forze militari della parte Bianca, notando con dispiacere che gli armamenti più consistenti non erano in loro mano.
Quando Elisabeth si trovò faccia a faccia con i sei Custodi, esordì << Avete già comunicato i successi –e gli imprevisti- delle azioni di ieri, perché siete qui? >>
Jonas lanciò un’occhiata ammonitrice a Chiara, prendendo parola. << Abbiamo una questione importante da discutere. >> dichiarò.
Elisabeth si irrigidì appena. << Ebbene? >>
L’angelo espirò ed inspirò, raccogliendo il coraggio a due mani. Stava per rinfacciare al suo Presidente, al Presidente della sua città, eventi spiacevoli della sua vita.
<< Abbiamo recentemente scoperto che Lei ha intrattenuto una relazione amorosa con l’ex membro della corte Zeigen. >> spiegò, controllando il tremito della voce.
La Winter si accomodò meglio sullo scranno. Soffocò un sorrisetto malizioso, riavviandosi i capelli in tranquillità,  scegliendo con cura le parole da utilizzare.
Chiara fremeva d’indignazione. Adesso vedremo che cosa ti inventerai. O si se lo vedremo. Il Presidente levò il capo, controllando quei sei ragazzi.
<< Mi domandavo se l’avreste mai scoperto, prima o poi. Dopotutto, era inevitabile. >>
<< E’… è tutto quello che ha da dire? Che potevamo anche venire a sapere di Lei e Zeigen prima? >> Chiara quasi urlò l’ultima frase.
Elisabeth non si sorprese. L’ho fatta ammanettare, l’ho minacciata, ricordò. Sorrise amabilmente a tutti.
<< Non servono spiegazioni, se conoscete già la storia. >>
Chiara si riportò una ciocca ribelle dietro l’orecchio, furente. Se solo avesse potuto, avrebbe picchiato a sangue il Presidente. Ma non poteva, perché, sfortunatamente, non ne aveva il diritto.
Emilia prese le parti dell’amica, seppur contenendo la punta d’odio che provava per quella donna. << Il fatto è che Lei ha usufruito della nostra vita a suo piacimento, rischiando soprattutto quella del nostro compagno Jonas, per meri scopi personali. Dovrebbe sapere che la vendetta non è la scelta giusta. >>
Elisabeth Winter trattenne a stento una risata. << Meri scopi personali? Vendetta? >> fece eco << Vi sbagliate di grosso. Io e Zeigen eravamo solo compagni di sesso, qualcosa che sua moglie non riusciva, o voleva, più dargli. Mi credete così superficiale da suggellare con la morte qualcosa del genere? >>
Sì, certamente, bastarda! rispose Chiara nella sua mente.
<< Non pensavo che il sesso comprendesse l’appoggio nella vita pubblica, signor Presidente. >> intervenne Dimitri.
La Winter si inumidì le labbra con la lingua. << Certo, è questo che intendevate… >> considerò ad alta voce << Be’, come pensate che si sopravviva in un mondo arduo come questo? Tutti sono pronti a scavalcare qualcun altro, nella politica, spesso e volentieri, il fine giustifica i mezzi. Se il signor Zeigen ha frainteso un rapporto di puro svago per altro, non ne ho io la colpa. >>
<< Lei sta mentendo! >> gridò Chiara, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Andrea tossicchiò, prendendo parte a quella discussione << Forse non mente del tutto, ma omette parte della verità. Senza considerare che, in un mondo arduo come quello politico, a questi livelli soprattutto,  anche un hobby pericoloso come il suo può essere motivo di vendetta. Credo che sappia cosa farebbero i media per ottenere uno scoop come questo… >>
Elisabeth Winter sospirò. << Cosa volete che ammetta? Di essere andata a letto con quello che ora è il mio peggior nemico? Sì, l’ho fatto, ma questo non condiziona assolutamente il mio modo di gestire la presidenza, ne prima ne adesso. C’è la liberta di pensiero, a Upward, per cui, credete a ciò che considerate giusto. >>
Non ne dubitavo affatto, pensò Chiara.Un’ombra gigantesca oscurò per qualche secondo la Sala delle Udienze, poi un tremendo scossone fece tremare la terra.
Elisabeth scese dalla sedia e si diresse alla finestra in un lampo.
Ciò che vide la fece tremare più della seconda scossa. Il Muro si era alzato di parecchi metri. Una barriera scura, fitta, piumata, si dirigeva verso i Bianchi. Erano angeli, angeli Neri.
La Winter si voltò verso i Custodi.
Aveva perso sia la sua spavalderia che il suo sorriso, persino la forza che l’aveva guidata fino a quel momento vacillò. Si impose la calma, si stirò il tubino grigio e annunciò << Signori, l’ora della battaglia è arrivata: ci attaccano. >>

 

***

Angolino dell'autrice
Scusate l'enorme ritardo nell'aggiornare, ma considerando che sono al amre e la connessione mi prende solo dalle 20.00 in poi, e che scrivo la notte chinata sul computer come una civetta, credo sia una fortuna essere riuscita a scrivere questo capitolo a questo ritmo!
Be', ecco il passato di Elisabeth Winter. Che ve ne pare? Forse è banale, forse no... ma credo che aumenti il suo spessore di personaggio ambiguo, che io adoro di lei. Mi sa che sono l'unica ad apprezzarla! LOL ^^"
Dimitri e Emilia fanno uno dei loro solito show, anche se il mio lato comico si rivolta al pensiero della scarsità d'inventiva di questi dialoghi. Il sole mi ha finito di friggermi il cervello C:
E *rullo di tamburi* prossimo capitolo, finalmente, si combatte! Se avete imparato a conoscermi, saprete che sarò sadica con tutti, e che ho intenzione di scrivere qualcosa che spacchi di Brotchen hahah *battutedalinguista* 8D
Visto che sono in vacanza, comunico che ci sarà un po' d ritardo negli aggiornamenti, perdonatemi *occhi da cucciolo*
fatemi sapere cosa ne pensate, un abbraccio!

Water_wolf
 

  
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