Happy hour
“Vuoi?”
E’ la mano di Maes che gli tende la lattina aperta.
Roy la stringe tra le dita mentre sente scivolare il liquido giù per la gola. Maes l’osserva preoccupato: a volte pensa che senza di lui, non si ricordi nemmeno di mangiare e bere, come se avesse calato il corpo in una situazione di stallo, una specie di condizione ascetica di distacco dal mondo e dai suoi bisogni terreni.
“Ce n’è anche per te…”
Riza allunga la mano, ma l’occhiata corrugata di Roy sembra bloccarla a mezz’aria prima che possa toccare la lattina.
Maes sorride: ci mancava solo la sindrome da fratello maggiore.
“Andiamo Roy! E’ adulta e vaccinata… che sarà mai, una birra?”
Lei concorda, manda giù il primo sorso sotto lo sguardo di disapprovazione del suo superiore.
“Attenta che non ti vada di traverso, signorina cecchino..”
Kimblee si siede vicino a loro, allentando il colletto della divisa con una mano, l’altra impegnata a cercare la sua razione di alcol dalla borsa di provviste.
Roy vira la sua occhiata truce di tre gradi a sinistra, su di lui, senza però suscitare nessuna reazione.
“Allora… non mi fate i complimenti per oggi? Due distretti presi in soli venti minuti: penso sia il nuovo record. Tu che mi dici, Flame Alchemist?”
“Dico che se avessi lavorato con un po’ di precisione e meno fretta, i soldati feriti in venti minuti non sarebbero stati due dozzine, a causa delle macerie.”
L’uomo sbuffa, come uno scolaro ripreso per la ventesima volta dalla stessa insegnante petulante.
“Si riprenderanno. E magari impareranno a rispettare la distanza di sicurezza…”
Mentre Kimblee ride, Roy guarda lei, incontrando i suoi occhi di nascosto. Persino Maes capisce che le sta chiedendo di rimanere sempre il più lontano possibile da quel bombarolo pazzo, in battaglia. Riza annuisce piano, uno spostamento di pochi centimetri, avanti e indietro, lentamente.
“Cos’è, sei già ubriaca, signorina cecchino?”
Lui beve la sua birra in un sorso solo, si pulisce la bocca con la manica del pastrano, lanciando la lattina vuota alle sue spalle.
Un movimento fluido e veloce, e una serie di proiettili la colpisce tre volte prima che possa toccare il suolo, sollevando polvere e sabbia.
Kimblee solleva un sopracciglio, Roy gli ruba il ghigno strafottente che indossava fino ad un momento prima.
“Non male…”
Si china per raccogliere ciò che rimane della sua lattina, ma un nuovo sparo – proprio mentre la sua mano stava per toccare l’alluminio accartocciato: la ritira velocemente, troppo per non suscitare l’ilarità dei due uomini dietro di lui – la fa sobbalzare lontano.
Nessuno l’ha vista imbracciare il fucile, appoggiare l’occhio sull’obiettivo, prendere la mira: lo ha fatto così velocemente – senza pensare, senza guardare, come si fosse trattato di un riflesso involontario del corpo, alla stregua di respirare o battere le ciglia – che a guardarla ora, mentre finisce la sua birra ad occhi chiusi, quietamente, sembra quasi che non si sia mossa da quella posizione composta e rigida da ore.
“Ehi, c’era la mia mano! Sai che danno avresti recato all’esercito, se mi avessi danneggiato il tatuaggio con una cicatrice?”
“Mi dispiace signore. Ma forse avrebbe dovuto tenere una distanza di sicurezza dal bersaglio…”
Maes sorride, dal suo angolo, come un padre orgoglioso.
La risata di Roy ha un suono così strano da risultare persino troppo rumorosa, nel silenzio attonito che ha creato.
Anche Riza lo guarda sbalordita, come se il ragazzo avesse appena emesso un suono primitivo e sconosciuto, un verso leggendario, come quello delle sirene o degli unicorni.
E’ Maes il primo a seguire l’amico, tuffandosi di testa nella sua ilarità. Riza arriva poco dopo, limitandosi ad un sorriso più aperto del solito.
Mentre Kimblee si allontana senza una parola, Roy si appoggia al terreno, tenendosi la pancia, sotto gli sguardi ora impensieriti dei due compagni.
Riza è su di lui, preoccupata che il superiore possa tornare a respirare normalmente.
“Non farlo mai più…” prega lui tra gli ultimi singulti mal trattenuti: “Non sono più abituato.”
Riza sorride ancora – giorno straordinario, da segnare sul calendario - allentandogli con un dito il colletto della divisa. Maes aiuta l’amico a rialzarsi.
L’eco di una risata, galleggia nell’aria come una barca che non vuole affondare.
Piccola
pausa dalla
tristologia (ogni tanto ci vuole, sennò devo davvero andare
in terapia per
depressione…). Il titolo in questo caso ha doppia valenza:
‘Happy hour’ è sia
l’ora dell’aperitivo, sia
- in senso
letterario - il momento di svago e allegria.
Kimblee farà la sua
comparsa almeno un’altra volta, perché devo
scaricare la mia
frustrazione/rabbia/stress su qualcuno… ^^
Detto questo volevo
provare a far ridere Roy: so che può sembrare strano, ma di
recente mi faceva
tanta pena e ho pensato che se non facevo qualcosa mi andava in
depressione
lui, prima della metà della raccolta. A dirla tutta, non so
nemmeno che suono
possa avere la risata di Roy (qualcuno lo ha mai visto scoppiare in una
fragorosa risata, sia nel manga che nell’anime?), per cui mi
accodo al gruppo
degli sbalorditi Maes e Riza.
Senza contare che
tecnicamente questa è una specie di raccolta di cronache di
guerra, e immagino
che nonostante la situazione tragica, qualche momento di tregua deve
pur
esserci…
Per quanto
riguarda il
capitolo precedente (faccio un rispostone collettivo, pardon)
sì, era il
continuo di A battle lost, e in qualche modo è vero, si
può tranquillamente
dire che inizia tutto lì, da quel contatto (anche se a me
piace pensare che
tutto sia iniziato molto prima, e che in quel momento entrambi,
soprattutto
Roy, cominciano ad avvertire qualcosa senza riuscire a darvi ancora n
nome…).
Ah,
già che ci sono,
ringrazio per le minacce a Risk: come avete visto hanno funzionato! ^^
i norma
sono pacifista, ma per una volta nella mia vita, se quel titolo avesse
avuto
forma umana, lo avrei strozzato alla Homer Simpson… (ah.ehm).
Grazie per i commenti
e il supporto!!! ^^
(x Shatzy:
sarò
sincera. Non ho idea di quanto andrà di lungo questa
raccolta. Vpglio dire, i
capitoli finali li ho già nella mia testolina, ma non so
quanto sarà lunga la
parte centrale! ^^” Per ora sono arrivata a una ventina di
capitoli, ma mi sa
che a 30 ci arriviamo quasi sicuramente… a questo punto
posso solo dirti “Tieni
botta”! ^^”)