Come
ogni sera, erano i gabbiani a svegliarlo, con il loro canto malinconico. Una in
particolare, che lui aveva chiamato Josephine, e che aveva il nido vicino al
faro, veniva a picchiettare col becco sul vetro della sua finestra, finché lui
non si alzava, la faceva entrare e le offriva alcune briciole di pane. Vestitosi,
andava a svegliare il suo aiutante, un ragazzetto del paese, che dormiva su un
mucchio di sacchi vuoti poggiati vicino alla porta. Era un trovatello, che lui
aveva preso con sé quando si era reso conto di essere troppo vecchio per badare
da solo al faro. Vitto e alloggio, e due soldi al mese, questo era l’accordo; e
se non altro ora il ragazzino aveva un tetto sotto cui ripararsi.
Accese
un lume ad olio, lo porse a Christopher, e iniziarono a salire la lunga serie
di gradini che portava in cima al faro. Con il respiro affannato e le gambe
doloranti, un passo dopo l’altro giunse finalmente alla porta di legno scuro
che teneva sempre chiusa a chiave. La aprì e si diresse verso la lanterna del faro,
e con l’aiuto del ragazzo aggiunse nuovo olio e appiccò il fuoco. Ora il suo
compito era finito, toccava a Christopher vegliare accanto alla fiamma,
assicurandosi che per tutta la notte non si spegnesse.
Uscì
sulla balaustra, respirando a pieni polmoni l’aria salmastra, e contemplando il
mare che il tramonto aveva trasformato in una pozza d’oro e di rame fuso. Nato
e cresciuto su quelle coste, non si era mai stancato di guardare quella distesa
d’acqua sempre uguale, eppure così mutevole. Sì, perché il mare aveva continui
mutamenti d’umore, era per così dire un essere vivo, animato. Nelle giornate
limpide la sua superficie verde-azzurra pareva specchiare il cielo, e
confondersi con esso all’orizzonte. Il suo respiro quieto e regolare sembrava
quello di un gigante addormentato. Ma quando il cielo si rannuvolava anche il
mare prendeva una tinta di un grigio cupo, e durante i temporali ruggiva con
voce tremenda, infrangendo la bianca schiuma delle onde contro gli scogli neri.
Il
rumore del mare lo accompagnava sempre, perfino nei suoi sogni.
Si
stava ormai facendo buio. Rientrato, rivolse qualche parola al ragazzo, poi si
accinse a ridiscendere per la ripida scala, per andare a riposare un poco,
prima che l’alba sorgesse di nuovo.