25/07/2013
4 recensioni
Non posso credere a quello che ho sentito.
Non può essere vero.
Quella Drag Queen vestita da Elisabetta I non può davvero aver detto il SUO nome.
E invece si.
Eccolo che sale sul palco, biondo e sorridente, acclamato dal pubblico.
Justin.
Mi lancia uno sguardo e poi inizia muovere il suo bel culo sodo a ritmo di musica.
Dannato ragazzino.
Lo sta facendo per farmela pagare, lo so.
Ma non ci riuscirà.
Pensa davvero che me ne importi qualcosa se si mette a sculettare davanti a un gruppo di frocetti in tiro?
Che assurdità.
Torno a lavorarmi il tipo che ho appena rimorchiato, cercando di non pensare a quel biondino che si mette in mostra.
Non ho la minima intenzione di dargliela vinta.
Volto le spalle al palco per non vederlo, ma a giudicare dai fischi e dalle urla di approvazione direi che sta avendo successo.
Non che me ne importi, è chiaro.
Nel frattempo l’attenzione della mia scopata di oggi continua a spostarsi verso il palco, forse per merito delle occhiate che Justin lancia verso di noi di tanto in tanto.
“Non sono per te, idiota, ma per me” mi ritrovo a pensare.
Vorrei andare nella Dark Room, ma lo spettacolo di quel moccioso sembra davvero piacere al mio accompagnatore, che rifiuta di muoversi.
Va bene, mi arrendo, guarderò.
Ma dopotutto questo non significa che mi interessi quello che vedo.
Lo degno di qualche occhiata distratta, sfoggiano un’espressione perfettamente annoiata, distogliendo spesso lo sguardo, giusto per dimostrare che lo spettacolo non è niente di che.
Il problema è che senza volerlo mi ritrovo a fissarlo e tutte le mie precauzioni per sembrare disinteressato vanno a farsi fottere.
Odio doverlo ammettere ma è davvero arrapante.
Ed è MIO.
Sono i quello che ha avuto la sua prima volta.
Sono io quello che vuole.
Vorrei davvero farlo sapere a tutti quegli stronzetti che in questo momento stanno sbavando alla vista del suo culo.
Il mio piccolo.
L’ho davvero cresciuto bene.
Continua a ballare e io continuo a guardare.
Quando la canzone finisce si fa acclamare e proposte indecenti piovono a gogò.
Va bene ragazzino, ti sei fatto notare a sufficienza, ora vieni da me.
È arrivato il momento del giudizio.
La Drag Queen sale sul palco per annunciare il vincitore.
Che idiozia, non può essere … Justin.
Se me l’avessero raccontato non ci avrei mai creduto.
Sale sul palco per l’incoronazione e guarda verso di me e io ricambio, impassibile.
Cosa vuole dimostrarmi?
Che è degno di me?
Che può avere tutti i ragazzi che vuole?
Oh, andiamo! Tanto lo so che sono io l’unico che vuole.
E l’ho anche accontentato più di quanto io sia solito fare con altri.
In tutta la mia vita non ho mai scopato tante volte con la stessa persona come ho fatto con lui.
Il nuovo re scende dal palco e io so esattamente quale sarà la sua prossima mossa.
Viene verso di me e tutti si inchinano davanti a lui e lo toccano al suo passaggio.
Che idioti, sono io quello che l’avrà.
Ma deve essere lui a chiedermelo.
L’ho detto che non volevo dargliela vinta.
“Mi hai visto?” dice.
E come avrei potuto non farlo? È quello che vorrei dirgli, ma mi trattengo.
“Ma certo” rispondo con noncuranza.
“E allora?” sembra un bambino.
Che vuole, che gli faccia i complimenti?
“La gara era truccata” il mio solito atteggiamento da stronzo.
Non ho smesso un secondo di fissarlo, sperando che capisca cosa voglio nonostante il tono che uso.
L’idiota di fianco a me mi chiede se lo conosco.
Certo che lo conosco, è una mia creatura.
La migliore di tutte.
Ed è me che desidera, tu non hai speranze.
“Si, tutto quello che sa gliel’ho insegnato io”
Un punto a mio favore.
“Tranne ballare”
Pareggio.
Continuo a guardarlo aspettando la sua prossima mossa.
Ho voglia di lui.
Voglio scoparlo per tutta la notte.
“Come ti chiami?” chiede all’idiota “a lui non lo chiedo, tanto non lo sa”
Sta forse cercando di farmi sentire in colpa?
Non mi do nemmeno la pena di ascoltare la risposta.
Perché perde tempo con lui?
“Sei sexy. Ti tenevo d’occhio”
Intuisco all’improvviso le sue intenzioni, e la cosa non mi piace per niente.
“Ho voglia di scoparti per tutta la notte” continua, copiando spudoratamente il mio pensiero di poco fa.
“Avevamo un programma” dico prima di poter impedire alla mia bocca di aprirsi.
Ride, lo stronzetto.
“Ti ho detto che anche io potevo avere dei programmi”
Colpito e affondato.
A questo non so proprio cosa ribattere.
Poco importa.
Tanto lo so che il ragazzino tornerà da me.
Scommetto che entro cinque minuti si sarà pentito di avermi piantato in asso e tornerà indietro per implorarmi di scoparlo.
Entro nella Dark Room e mi guardo in giro, in cerca di lui.
Eccolo li.
Direi che si sta dando da fare.
Non posso proprio fare a meno di sentirmi deluso e ferito mentre vedo il MIO Justin che si muove dentro quello sconosciuto.
Che sciocchezza, lui può farsi chi cazzo vuole, e non è MIO.
Solo che… mi sento un idiota.
Forse non avrei dovuto trattarlo così male.
Un giorno potrebbe anche stancarsi e andarsene.
Cerco di dirmi che è meglio così, ma non ci riesco.
Sono talmente abituato ad averlo intorno che credo mi mancherebbe se se ne andasse.
Immensamente.
Lui mi fa sentire importante.
Ed è una bella sensazione.
Forse è meglio che me ne torni a casa.
Questa serata è durata anche troppo.
♂♂♂♂♂♂
<< Questo caffè fa schifo >> dico, seduto a un tavolo del Liberty insieme agli altri, anche se in realtà l’unica cosa che fa veramente schifo qui è il mio umore.
Naturalmente i ragazzi non fanno nulla per aiutarmi, continuando a dire un mucchio di stronzate sul nuovo “Re del Babylon”.
Ma è mai possibile che non riesco nemmeno a bere un caffè in pace?
Ed eccolo che arriva, biondo e sorridente, accolto dagli applausi di questi cretini che io mi ostino a chiamare amici.
<< Che nottata! >> esordisce, senza però aggiungere nessun dettaglio.
Non riesco proprio a resistere, devo sapere.
Gli è piaciuto?
Lo rivedrà?
Odio stare sulle spine.
Prendo il giornale e fingo disinteresse.
<< Allora com’era? >> chiedo in tono vagamente annoiato, come se gli stessi facendo la domanda che si aspettava, solo per dargli l’opportunità di vantarsi un po’.
Peccato che non riesco a mantenere a lungo la mia faccia da Poker.
<< Basta >> dico dopo aver sentito certi particolari che avrei proprio preferito evitare di conoscere.
<< Io invece voglio saperne di più >> ribatte Michael, quel bastardo traditore.
È il mio migliore amico dannazione, dovrebbe stare dalla mia parte!
E ci si mette pure Teddy.
Decisamente dovrei decidermi a scaricarli una buona volta.
Ed ecco che sua Maestà si rimette a raccontare la sua nottata e io sposto la mia attenzione di nuovo sul giornale.
Peccato che la mia mente non voglia saperne di collaborare, ma rimanga concentrata sulle sue parole.
<< Voleva sapere se potevamo rivederci >> dice, e questa frase mi costringe ad alzare lo sguardo su di lui. Mi guarda.
<< E tu cosa gli hai detto? >> chiedo, ora fregandomene altamente di nascondere il mio interesse.
Sorride, lo stronzetto.
<< Che poteva rivedermi nei suoi sogni >> risponde.
Resto per un attimo impassibile, gli occhi fissi nei suoi.
Lui continua a sorridere, come un bambino che sa di averne combinata una grossa ma non ci pensa nemmeno a sentirsi in colpa.
Ricambio lievemente il sorriso per fargli sapere che ho capito il significato delle sue parole.
Continuiamo a fissarci, ignorando quasi del tutto Emmett che tira fuori da chissà dove un poster.
<< Allora… chi viene al concorso Mr. Addominali? >>
Come se non ne avessimo già avute abbastanza.
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Hello!! Eccoci qui con una nuova, piccola fiction su questa meravigliosa coppia =)
Come nelle ff precedenti su di loro ho cercato di entrare nella testa di Brian per sondare i suoi pensieri più profondi e questo è il risultato XP
Spero che vi sia piaciuta!
Alla prossima!
LadyVampire92