Titolo: Uman & The Wolf.
Titolo del capitolo: Only If For A Night. {dall'ominima canzone dei Florence & The Machine}
Fandom: Teen Wolf.
Personaggi: Stiles Stilinski; Derek Hale. {Sterek}
Rating: Giallo.
Desclaimer: I personaggi appartengono agli aventi diritto.
Angolo Autore: Questa è la penultima flashfic della serie, avrei voluto scriverne molte di più, eppure il repertotio di Florence Welch non è molto vasto (per ora) e le rimanenti canzoni non sono propriamente adatte a questa coppia. L'ultima l'ho già scritta e la pubblico subito dopo questa, perché la mia ispirazione va e viene e probabilmente questa volta andrà via per un po' di tempo. Entrando nel merito del testo, piuttosto corto, c'è un personaggio recentemente conosciuto, ossia Paige - che io suppongo sia Jennifer's sister or Jennifer herself- in caso ve lo chiederete. Il senso è che Derek debba finalmente capire che, suvvia, dopo tutte le disgrazie con le donne, forse deve passare all'altra sponda. Detto ciò, buona lettura.
Derek aveva sognato, quella notte. Aveva dormito, dopo tanti anni, quasi liberandosi di tutti i problemi, le paranoie, le paure, il dolore. Riguardava la sua vecchia scuola, e lei era lì. Nel suo vestito rosso, nella sua espressione sorridente, innocente, bella. Lui aveva allungato la mano verso le sue gambe, eppure sembrava così lontana da raggiungere, un corridoio infinito a separarli. «Concentrati» aveva sussurrato lei, vicina, l'eco lungo i muri. Era tutto così surreale, sfumato, scuro, strano, eppure incredibilmente reale per quanto un fantasma potesse esserlo. «Anche se fosse per una sola notte» concluse lei, la voce in preda al dolore. Susseguirono urla, pianti, libri distrutti al terreno, lui stesso in ginocchio davanti ad una tomba, una stanza piena di sangue color carbonio.
Derek aveva seguito quel sogno. Riguardava ancora la sua vecchia scuola, e lui era lì. Nella sua maglietta fin troppo larga, nella sua espressione corrucciata davanti al suo armadietto, preso nella lettura di un qualche vecchio libro. Rimase immobile a guardarlo, in mezzo alla folla di studenti che andavano avanti e indietro, che ridevano ad alta voce, l'eco lungo il muro. Indietreggiò quando lui stesso entrò nella visuale del ragazzo, fissandolo con ancora il libro tra le esili dita, le pupille piccole. Indietreggiò, svanendo in quello stesso corridoio.