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Autore: Edsthirdnipple    26/07/2013    0 recensioni
Non so per quanto tempo camminai. Pioveva a dirotto e tirava un vento gelato, ma non m' importava, volevo andare il più lontano possibile da casa: non potevo più stare là dentro. Vagavo per il piccolo paese dov'ero cresciuta, fradicia, con i miei auricolari e la mia musica. Arrivai ad un piccolo parchetto mai notato prima. Mi addormentai.
"Hey, hey.. Stai bene? Non hai freddo?" ripeteva una voce mentre con un dito mi punzecchiava ripetutamente la fronte.....
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre mi allacciavo i Dr.Martens, Ed entrò, stile Edward Cullen in Twilight e mi fece sobbalzare, mi spaventò così tanto che mi venne da piangere! "Sh!! Piano!" sussurrò, "Che fai? Piangi?" disse notando che avevo gli occhi lucidi. "Mi hai spaventato tanto!" risposi sussurrando. Lui sorrise, trattenendo la risata e mi fece cenno di andare. Uscimmo sul mio balcone, notai subito la scaletta fatta di corde legata al mio balcone e giù, c'erano altri tre ragazzi ad aspettarci in silenzio. Ed mi aiutò a scendere e camminammo in silenzio dino alla fine della mia via. Una volta al sicuro, i ragazzi sospirarono e gettarono a terra gli skate e i pattini. Erano tre ragazzi decisamente fuori dal comune, per quello che era lo stile standard per quel fottuto paesino di merda! Avevano il dilatatore, capelli e acconciature strane, peercing, cuffie, cappelli felpe larghe, scarpe slacciate, frangioni come quelli di Ed... Il primo che notai fu quello che mi guardava male: alto, pelle scura,frangetta bionda, dilatatore bianco, tratti marcati, mascella e zigomi squadrati e occhi glaciali. Poi c'era quello sbragato per terra, impegnato a mettersi i pattini: lunghi capelli rossi, orecchino nero, cuffia blu e felpone abbinato. Infine c'era quello in bicicletta, che mi sorrideva amichevole: Capelli neri come pece anche lui come Ed e sorriso smaliante. Io li fissavo affascinata. "Che ha la tua amica, Ed?" chiese irritato il ragazzo con il dilatatore bianco. "Jay stai tranquillo..!" lo riprese quello che mi sorrideva amichevole. "Scusa io non volevo..." dissi con un filo di voce. "Hahaha lascialo perdere!" Ed mi mise un braccio intorno al collo, "Jay è sempre acido e scontroso con tutti, ma dopo un pò che lo conosci, si scioglie" continuò. Jay voltò lo sguardo altrove, come se non volesse ascoltare. "Comunque loro sono Marco e Luca" mi indicò gli altri due, che allungarono in contemporanea le mani per presentarsi. Non avevo capito chi era marco e chi era Luca, ma feci finta di niente, sorrisi e dissi il mio nome:"Maya". Il ragazzo con i capelli rossi, ricambiò il sorriso e disse:"Piacere, Marco" e così fece l'altro:"Io invece sono Luca". "Ed, la portiamo con noi al posto?" chiese Jay. "Ovvio, sennò per cosa l'avremmo fatta uscire?" risposse. "Ma che ne so! Un sacrificio per satana, ucciderla, seviziarla, stuprarla... Sai quante cose ci potremmo fare con una ragazza ingenua come lei?" Jay era talmente naturale nel dire quelle parole che mi spaventò a morte. In effetti l'aria da satanista stupratore ce l'aveva, per via di quegli occhi così glaciali ed inquietanti. Io sgranai gli occhi ed impallidii, le mie mani cercarono veloci il braccio di ed e ci si aggrapparono con forza. Jay mi fissava con quello sguardo inquietante e parlava di come avrebbe potuto sacrificarmi a satana. "JAAY!" lo sgridò Marco. "Che c'è?" rispose ridendo. "L'hai spaventata a morte, guarda che faccia poverina!" "Non mi sono spaventata..." cercai invano di non sembrare una bambina. "Già.. Non eri spaventata.." disse Jay alzandosi dalla bicicletta. La lasciò cadere nel vuoto, sull'asflato e con passo deciso, sorriso malizioso e sguardo gliaciale, si avvicinò a me, faccia a faccia, avevo il suo naso ad un paio di centimetri dal mio e sentivo il suo respiro scaldarmi il muso. Non avevo nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia, ressi il suo sguardo per un paio di secondi e poi girai gli occhi altrove. "Guardami." ordinò a voce bassa prendendomi il mento con la mano sinistra. Alzai lo sguardo e fui trafitta dall'azzurro ghiaccio dei suoi occhi. "Dai jay piantala, seriamente!" lo spinse via Ed. Lanciai ad Ed uno sguardo di puro terrore, lui capì e mi prese la mano:"Andiamo va.." disse riferendosi agli altri. Ognuno salì sul suo messo a rotelle e partì in quarta verso non so dove, mentre ed, portava sottobraccio lo skate e mi teneva stretta la mano. Quando tutti, soprattutto Jay, furono abbastanza lontani da non sentirci, Ed rallentò il passo e mi abbracciò:"Non ti fa niente, gli piace fare lo stronzo con le ragazze, è convinto che funzioni". "è single?" chiesi "Si... PERCHE'??" Ed staccò bruscamente l'abbraccio per guardarmi bene in faccia con uno sguardo malizioso. "E non si è fatto delle domande? Sul perchè sia sinlge intendo.." risposi senza badare troppo alla faccia di Ed. Ero imbronciata, come i bambini offesi. Ed scoppiò a ridere e senza smettere di farlo, mi avvolse un braccio intorno al collo e ricominciò a camminare verso i ragazzi.
  
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