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Autore: Salice_    26/07/2013    5 recensioni
SEQUEL di "Il mio cuore è gelido come l'inverno."
Sono passati sei mesi dalla battaglia finale contro Deep Blue e, da quel giorno, Zakuro non ha mai più visto Kisshu, l'alieno del quale è perdutamente innamorata.
Ma il destino, burattinaio maldestro, li farà rincontrare, divertendosi a spezzare e riallacciare le vite dei due amanti.
Con un nuovo e potente nemico da fronteggiare, la storia d'amore tra la Mew Lupo e l'alieno dagli occhi dorati prosegue.
Kisshu sbatté violentemente la ragazza contro il muro, i suoi occhi dai tratti felini illuminati dalla rabbia e dal rancore.
- Come puoi far finta di nulla, Zakuro?! – urlò esasperato. – Sono sei mesi, sei fottutissimi mesi che non ci vediamo, sei sparita dalla mia vita, mi hai fatto star male come un cane e hai ancora il coraggio di guardarmi negli occhi dicendomi una cosa del genere?! Tu mi fai schifo! –
Zakuro, per tutta risposta, si sollevò dalla parete contro la quale era stata spinta, e assestò uno schiaffo secco sulla guancia dell’alieno; questo si portò una mano alla parte lesa, guardando Zakuro stupefatto.
- Sei solo un idiota, Kisshu. -
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Zakuro Fujiwara/Pam
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Maschere e pioggia.'
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Il destino ci spezza.

Zakuro osservata il soffitto della sua camera senza realmente vederlo. Nella sua testa continuavano a risuonare le parole di Leandra, facendole prendere maggior consapevolezza del suo destino.

Nel momento in cui hai finito Deep Blue, una parte di lui è schizzata fuori dal suo corpo assieme alle gocce di Acqua Mew, attaccandosi all’unica cosa vivente rimasta in quella stanza.

I due alter ego si scontreranno alla fine, e l’unica cosa in grado di poter rendere Cordelia vulnerabile sarà il predestinato sacrificio dell’altro.

Chi ha sconfitto Deep Blue l'ultima volta?

La profezia parlava di lei, su questo non c’erano dubbi. Zakuro sapeva che l’esito di quella battaglia dipendeva da lei e, per l’ennesima volta, provò la frustrante sensazione di avere un macigno di responsabilità sulle spalle.
Era ormai trascorsa una settimana dalla visita di Leandra; la donna aveva dovuto abbandonare la Terra dopo solamente due giorni dalla sua rivelazione per non rischiare che la sua assenza su Edren destasse sospetti. Nonostante non ne avesse fatto parola con nessuno, la squadra aveva capito che Leandra era stata torturata in modo da estorcerle informazioni sui fuggitivi e sulle Mew Mew.

Ryan e Kyle avevano supposto che Cordelia avrebbe potuto attaccare da un momento all’altro; dopo il loro ritiro dal campo di battaglia era solo questione di giorni prima che la sovrana di Edren si facesse viva. Le Mew Mew erano sempre in allerta e cercavano di non dividersi mai.
Zakuro no. Lei preferiva stare sola, e nella solitudine che precede un passo importante si era chiusa anche questa volta, rimuginando.
Nonostante tentasse di celarlo agli altri e a se stessa, aveva paura: paura di non essere all’altezza del suo compito, paura di deludere, di commettere un errore imperdonabile, paura di morire.
Da quando aveva scoperto di essere una Mew Mew aveva accettato l’idea che, presto o tardi, avrebbe dovuto rischiare la vita per la missione, lo aveva sempre saputo. Ma scoprire di essere stata prescelta per morire, di dover andare incontro alla morte a braccia aperte, la terrorizzava.

In quel momento non riuscì ad evitare di pensare a tutte le cose che avrebbe voluto fare prima di morire.
Non si sarebbe mai sposata.
Non aveva ancora visitato molti paesi lontani.
Non avrebbe più ascoltato il chiacchiericcio eccitato di Ichigo prima di un incontro con Mark.
Non avrebbe più potuto spronare Minto ad essere più forte.
Non si sarebbe potuta sdebitare con Retasu per esserle stata vicino.
Non avrebbe mai assistito alla cerimonia del diploma di Purin.
Ryan non avrebbe mai saputo di essere la cosa più simile ad un fratello per lei.

Kyle non le avrebbe più rivolto i suoi dolci sorrisi.
Non avrebbe mai assistito al ritorno in patria di Pie e Taruto da eroi.
Soprattutto, non avrebbe mai più rivisto Kisshu.
Il cielo primaverile si fece scuro in una frazione di secondo e il boato di un’esplosione lontana distrasse Zakuro dai suoi pensieri.
Era giunta l’ora. Come i due scienziati americani avevano previsto, Cordelia doveva essere tornata all’attacco.
La ragazza rimase ancora distesa sul letto, cercando di assorbire completamente la percezione del suo cuore che batteva, del respiro irregolare, del suo corpo.
Non ci sarebbero più stati occhi dorati nei quali annegare e braccia forti non l’avrebbero stretta in un abbraccio rassicurante. Non in quel momento.

Mentre l’allarme risuonava in tutta la casa e i passi concitati al piano inferiore annunciavano a Zakuro che la squadra si stava riunendo in laboratorio, lei rivolse ancora i suoi pensieri a Kisshu, non riuscendo però ad essere arrabbiata con lui per essere stata abbandonata. Ormai non aveva più importanza, tra poche ore sarebbe morta.
Con un ultimo sospiro Zakuro si alzò dal letto e si diresse in laboratorio.

 

La squadra era riunita di fronte a Ryan e Kyle, in piedi davanti ai monitor; su di essi lampeggiavano dei puntini rossi.
- E’ il momento. – esordì Ryan evitando palesemente gli occhi di Zakuro, come se guardarla potesse fargli del male – Facciamo in modo che questa sia l’ultima battaglia. –
Le ragazze e i due alieni annuirono, i lineamenti del volto tesi.
Zakuro era stata molto chiara sull’argomento: aveva rassicurato tutti della buona riuscita del piano e non voleva essere guardata come una malata terminale, prossima al trapasso. Sapeva che, se i suoi compagni avessero mantenuto un atteggiamento fiducioso, per lei sarebbe stato più facile, nel caso l’Acqua Mew non funzionare, accettare di andarsene.
Kyle, dopo aver digitato brevemente al computer, affermò: - Secondo le coordinate, Cordelia si trova al porto. –
- Perfetto. – asserì Ichigo, cercando di prendere in mano la situazione e infondere fiducia nei compagni.
- Sapete cosa fare. – le congedò Ryan. – Ci rivediamo qui. –
La squadra annuì e si avviò fuori dal laboratorio. Zakuro riuscì a compiere solo pochi passi prima di essere richiamata.
- Zakuro. –

Ryan aveva pronunciato il suo nome come se da quello dipendesse la sua vita.
- Ryan. – rispose la Mew Lupo voltandosi e avvicinandosi al ragazzo; Kyle si spostò a controllare alcuni dati su uno dei numerosi monitor, lasciando  il biondo di fronte a Zakuro.
Ryan fissava tristemente la ragazza quando fece un movimento improvviso, come se avesse voluto abbracciarla ma si fosse fermato a metà del gesto. Le mise quindi le mani sulle spalle e le sussurrò, senza staccare gli occhi dai suoi: - Abbiamo programmato tutto, vedrai che andrà tutto bene. –
- Lo so Ryan. –
La presa del ragazzo sulle sue spalle si fece leggermente più forte; per un attimo parve quasi che volesse aggiungere qualcosa, invece si limitò a lasciar andare Zakuro e incrociare le braccia al petto.
Zakuro non si sarebbe dilungata in un discorso strappalacrime su quanto fosse terrorizzata dalla situazione o su quanto l’affliggesse l’idea di non rivederlo mai più, no. Non gli avrebbe detto addio.
- Ci vediamo più tardi. – mormorò solamente Zakuro, prima di dare le spalle a Ryan e correre fuori dal laboratorio per raggiungere i suoi compagni.

 

Il Mew Team giunse al porto di Tokyo nel giro di pochi minuti, trovandosi di fronte ad uno spettacolo catastrofico: il cielo era completamente nero e, nonostante fosse mezzogiorno, i raggi del sole non riuscivano a penetrare le spesse nubi, attraverso le quali si riuscivano a scorgere diversi lampi azzurri. Il vento faceva agitare le vele delle barche e spazzava via i resti di un edificio che era stato raso al suolo.
Cordelia se ne stava in piedi sulle macerie, i lunghi capelli neri legati nella solita coda alta che ondeggiavano nell’aria divenuta improvvisamente gelida e gli occhi color del ghiaccio animati dalla follia.
- Vedo che siete arrivati. – esordì Cordelia con un ghigno che le deformò la bocca carnosa.
L’unico vantaggio della squadra in quel momento era che l’aliena fosse completamente all’oscuro della profezia.
La sovrana di Edren mosse qualche passo verso la squadra Mew Mew, evocando il suo gatto a nove code.
- Durante l’ultima battaglia ve la siete squagliata solo grazie a questi due traditori. – sputò velenosa con un cenno del capo in direzione di Pie e Taruto, che stavano richiamando le proprie armi – Ma questa volta non vi lascerò andare. –
Zakuro scoccò un’occhiata a Mew Ichigo, in piedi di fronte a Cordelia: era nettamente più bassa di lei e sul suo viso roseo si leggeva la paura.

- Che abbia inizio lo spettacolo! – gridò Cordelia cominciando a menar fendenti con la sua arma. Fortunatamente i sette riuscirono a evitare i colpi appena in tempo, chi alzandosi in volo, chi balzando via.
Pie fu il primo a reagire, scagliando sull’avversaria un fulmine, che però venne facilmente bloccato da un gesto della mano di Cordelia.
Mew Purin tentò di imprigionarla con il Fiocco Immobilizza, ma senza successo; l’aliena si era scansata all’ultimo secondo, lasciando che l’attacco rimbalzasse contro la chiglia di una barca. Mew Minto e Mew Retasu tentarono un attacco incrociato, collegando le loro due armi, mentre Taruto lanciò le sue bolas. Cordelia, però, erse prontamente una barriera invisibile attorno a sé, proteggendosi dagli attacchi.
Fu così la volta di Mew Ichigo e Mew Zakuro, che si portarono ai due lati di Cordelia e, quando la barriera svanì, attaccarono in coppia. L’aliena questa volta non ebbe il tempo di evitare il colpo o di ripararsi nuovamente; cadde a terra rovinosamente, graffiandosi le braccia e il viso, ma quando si rialzò le sue gambe erano miracolosamente ferme e la mano destra stringeva convulsamente il gatto a nove code.

- Non avete speranze! – gridò.
Girò su se stessa e, sotto gli sguardi sbalorditi della squadra Mew Mew, alzò le braccia in direzione del mare. Un’onda di dimensioni gargantuesche si levò al largo e cominciò ad avvicinarsi precipitosamente al molo. Zakuro aguzzò la vista e si accorse che l’onda che a breve li avrebbe investiti non era fatta di acqua, ma di schegge di vetro sottilissime e aghi. Anche il resto della squadra doveva essersi accorto di quel particolare; infatti, Zakuro udì qualcuno urlare, anche se non riuscì a riconoscere chi fosse, e Mew Ichigo gridare: - Presto, usiamo il Mew Power per proteggerci! –
Utilizzando le proprie armi riuscirono ad ergere appena in tempo una barriera fra loro e lo tsunami di vetro, ma quella protezione non durò a lungo; la potenza dell’attacco di Cordelia fu tale da spezzare la barriera protettiva, e la squadra venne investita dai cocci aguzzi.

Mew Zakuro trattenne il respiro mentre gli aghi e le schegge di vetro le penetravano nella pelle, procurandole tagli ovunque.
Quando rialzò la testa l’ondata era ormai finita, ma con conseguenze disastrose: il molo era completamente cosparso di cocci di vetro e i suoi compagni sanguinavano da ogni parte del corpo a causa dei numerosi tagli sottili che si erano provocati. Zakuro, sdraiata sulla schiena, incrociò lo sguardo di Minto, che aveva il volto contratto in una smorfia di dolore mentre il sangue le ricadeva sugli occhi, e capì che doveva avere il suo stesso aspetto.
Il rumore di una frusta che colpisce il suolo fece voltare di scatto il viso di Zakuro a destra: Cordelia aveva approfittato della confusione generale per avvicinarsi a lei.

- Sei dura a morire, vero? – domandò Cordelia con una malcelata nota d’odio nella voce, e le sue parole colpirono Zakuro molto più di quanto l’aliena si aspettasse.
Cordelia si chinò su di lei, specchiandosi in quegli occhi così simili ai suoi, i lineamenti deformati dalla follia.
Levò il braccio che reggeva il gatto a nove code in alto sopra la sua testa, pronta a colpire.
- Di’ addio a questo mondo, Zakuro. –
La Mew Lupo chiuse gli occhi, rassegnata e incapace di difendersi, aspettandosi nuove ondate di dolore laddove si fosse abbattuta la frusta.
- Mi dispiace Cordelia, ma per farlo dovrai passare sul mio cadavere. –
Si udì il tonfo di un corpo che cade pesantemente a terra, poi più nulla.
La ragazza riuscì a percepire un profumo fresco, come di pioggia e salsedine; un profumo troppo familiare.
Zakuro sollevò le palpebre, ma le braccia che la sorreggevano non erano femminili e gli occhi che la guardavano non erano azzurri.
Erano dorati.

 

 

Angolo Autrice:

Ciao a tutti! So di essere imperdonabile, ma ho avuto un po’ di difficoltà a scrivere questo capitolo; non sapendo come collegare una scena all’altra l’ho creato dal nulla e spero sia di vostro gradimento. In più sono stata fuori città per tre giorni, cosa che ha soltanto peggiorato il mio ritardo.

Per quanto riguarda il prossimo capitolo, non vi farò attendere molto, anche perché siamo alla fine della storia: mancano probabilmente 2 capitoli, 3 al massimo.
Mi piacerebbe sapere che cosa pensate del capitolo e della storia fino ad ora, dal momento che è quasi terminata.
Che cosa pensate succederà ora che Kisshu è tornato, e perché l’ha fatto dopo aver detto a sua madre il contrario?
Fatemi sapere che cosa ne pensate. Grazie a tutti coloro che leggono e/o recensiscono,
Salice_

   
 
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