4.
Nulla
sembrava cambiato da quando Fine aveva perso il bambino.
Certo,
non poteva più svolgere i suoi compiti da regina e doveva
passare le
giornate seduta o sdraiata per non affaticarsi e doveva fare continue
visite dal dottore per controllare come progrediva la malattia.
Però
con Shade conservava sempre la sua dolcezza, la sua allegria, a volte
anche la sua testardaggine.
Dormivano
abbracciati, si scambiavano baci appassionati prima di coricarsi e
ogni mattina quando si alzavano; a volte facevano anche l'amore.
Mantenevano
intatta la loro passione e non dimenticavano mai di ricordarsi che si
volevano più bene loro di tutti gli altri innamorati di
Wonder messi insieme.
Ma
Fine una mattina non riuscì ad alzarsi dal letto.
Le sue
gambe non avevano proprio intenzione di collaborare, non si muovevano
più.
-Shade,
Shade! Chiama il dottore, ti prego!-, chiese al marito, iniziando ad
allarmarsi.
Il
dottore controllò la situazione e stabilì che
Fine aveva perso il
comando degli arti inferiori.
-Non
potrà più camminare.-, decretò.
La
ragazza scoppiò in lacrime.
-Se
non potrai camminare, ti porterò in braccio ovunque
vorrai.-, cercò
di risollevarle il morale Shade, sapendo quanto Fine amasse farsi
portare in braccio.
Ma non
era molto pratica come idea: la ragazza dovette adattarsi e
cominciò
a muoversi per il castello su una sedia a rotelle.
Quella
sera, Shade decise che era arrivato il momento di avvertire i
famigliari di Fine.
-No!
No, assolutamente no! Non devono saperlo! Gli spezzerei il cuore!-,
scoppiò a piangere la ragazza, non appena Shade le disse
ciò che
aveva in mente di fare.
-Non
possiamo tenerglielo nascosto. Il tempo sta scorrendo troppo
velocemente, non vuoi salutarli un'ultima volta? E poi non sanno
nemmeno che il bambino non c'è più.-,
cercò di farla ragionare il
marito.
-Lo
so... Però già immagino l'espressione sul loro
viso quando glielo
faremo sapere...-, Fine si asciugò le guance bagnate e Shade
l'abbracciò per darle forza. Sembrava proprio una bimba
indifesa.
-Mamma,
papà, è arrivata una lettera dal regno della
luna.-, questa volta,
Rein diede l'annuncio ai genitori senza entusiasmo e senza gridare
come al solito. Sentiva che qualcosa non andava.
-Cosa
dice?-, domandò Elza.
-Shade
ci invita a cena, domani sera.
Come
al solito, la famiglia solare e Shade sedevano in cerchio attorno al
tavolo, mangiando.
Ma
questa volta l'aria era pesante, opprimente.
Nessuno
riusciva ad aprir bocca, se non per mangiare e tutti tranne Shade si
chiedevano perchè Fine non fosse andata ad accogliere la
famiglia
all'ingresso, correndo, gettandosi tra le braccia del padre come al
solito, ma si
fosse fatta trovare già seduta a tavola con il volto scuro e
triste.
Si era
sforzata di apparire allegra e aveva cercato di
intraprendere un discorso, ma a nessuno era sfuggita la
gravità e la
pesantezza nella sua voce.
Dopo
che i servitori portarono la seconda portata, Toulouse interruppe
quel silenzio opprimente, rotto soltanto dal tintinnio delle posate e
dei bicchieri.
-Insomma,
si può sapere cosa c'è?-, domandò,
obbligando l'intera famiglia a
scollare gli occhi dal piatto. -Non ditemi che avete già
intenzione
di divorziare! Sapevo che sposarsi così presto era troppo
per una
testarda come te, Fine! Me lo sentivo che questo matrimonio non
sarebbe durato a lungo!-, Toulouse era diventato tutto rosso e
continuava a sparlare, senza accorgersi che gli occhi di Fine si
erano silenziosamente riempiti di lacrime.
Shade
le strinse convulsamente la mano, trasmettendole la sua forza.
-No
papà, non è così.-, lo interruppe
finalmente la figlia,
ringhiottendo indietro le lacrime e cercando di apparire serena,
nonostante ciò che stava per annunciare fosse davvero
devastante.
-Sono
malata.-, disse, guardando negli occhi prima il padre, poi la madre e
infine la sorella, che lasciò cadere le posate nel piatto,
impallidendo.
-Ma
come, sei malata? Perchè non sei a letto a riposarti,
Fine?-, chiese
Toulouse confuso.
-Appunto,
cara, sarà il caso che ti rilassi un po', che prenda qualche
pillola
per il mal di testa. Hai il raffreddore? Quando ha la febbre, Shade,
le piace che qualcuno le accarezzi la schiena e le metta bende
fresche sulla fronte.-, disse Elza a Shade, preoccupata.
-No,
no, Fine non ha il raffreddore. Non ha nemmeno la febbre.-,
s'intromise allora Rein, con voce rotta.
Shade
incollò gli occhi per terra. Non riusciva a reggere lo
sguardo
disperato e ansioso di sua cognata.
-E'
che... Beh, ho perso il bambino...-, mormorò Fine,
obbligandosi di
non piangere.
-Come
sarebbe a dire che hai perso il bambino?!-, Toulouse era visibilmente
sconvolto, mentre Elza piangeva un pianto senza lacrime, ma fatto di
singhiozzi e dolore.
Rein
rimase impassibile a fissare un punto vuoto davanti a sé,
impallidendo sempre di più, fino a quando non
scoppiò, gridando.
-E'
tutta colpa tua, Shade! Se solo aveste aspettato', tutto questo
non sarebbe successo, dannazione! Dovevi per forza rovinare la vita a
tutti?! Non potevi aspettare che Fine crescesse un po'? Guardala:
è
ancora una bambina e già ha perso un figlio!-,
sfogò tutta la sua
rabbia su Shade, che rimase immobile e freddo a fissarla, subendosi
tutte le accuse ma senza neanche tentare di difendersi.
-Shade
non c'entra nulla, Rein. Non è colpa di nessuno.
È che sono malata
e basta. E questa malattia ha portato alla perdita del bambino.-,
cercò di tranquillizzarla Fine, sebbene ciò che
aveva detto non era
per nulla rincuorante.
-Ma
cos'è che hai?-, Rein voleva sapere e al tempo stesso temeva
la
risposta della gemella.
-Non
so come si chiami esattamente, questa malattia, il dottore ha detto
che non si è mai occupato di casi simili al mio. Spiegato
semplicemente, le cellule del mio corpo stanno morendo una dopo
l'altra.
-Ma è
grave?-, s'intromise Toulouse.
Fine
abbassò lo sguardo a terra e non pronunciò
più una parola per il
resto della serata.
-Secondo
me stai migliorando, Fine. Hai ripreso colore e ti stanno ricrescendo
i capelli.-, Shade sedeva a petto nudo nel letto nuziale, accarezzando
la schiena della moglie, che riposava tranquilla.
-Dici?-,
domandò lei speranzosa.
-Ma
certo! Vedrai che tra poco riprenderai anche a camminare!-, la
incoraggiò lui, ammiccando.
-Temo
che comunque la mia malattia non dia scampo. Forse adesso che mi ci
sono abituata sto meglio, ma sono passati solo un paio di mesi. Spero
solo che quando deciderà di arrivare, la morte possa essere
gentile
con me, voglio essere consapevole e voglio averti al mio fianco,
voglio andarmene con il tuo sapore sulle labbra...-,
sussurrò lei,
la voce rotta.
-Non
dire così... Magari questa malattia se ne andrà
così com'è
arrivata e potremo riprendere la nostra vita da dove l'abbiamo
lasciata.
-Shade,
non farti illusioni. Devi essere forte per me, per quando non
avrò
più il controllo del mio corpo, per quando me ne
andrò. Promettimi
che non ti lascerai scoraggiare, neanche quando morirò. Ti
troverai
un'altra regina, darai a questo regno una discendenza e ti prenderai
cura dei tuoi sudditi. Promettimelo.
-Questo
non posso proprio giurartelo. Anche quando non ci sarai più,
io
amerò solo te. Nessun'altra prenderà mai il tuo
posto.
Shade
si sbagliava: Fine non era guarita affatto.
Era
sempre più debole ogni giorno che passava e il marito
trascorreva
con lei il tempo che avrebbe dovuto impiegare per svolgere le
pratiche del regno.
I
sudditi sentirono molto la malattia della regina, capivano il dolore
profondo che stava sconvolgendo la famiglia reale, per questo
cercavano tutti di darsi da fare e di dare meno problemi e
preoccupazioni possibili. Lavoravano dall'alba al tramonto, spendendo
il centodieci per cento delle loro energie, pur di portare avanti
quella macchina complicata chiamata “economia”
senza disturbare
il re.
Quel
giorno, Fine si sentiva meglio del solito, perchè era il suo
diciassettesimo compleanno, perciò pregò il
marito di portarla a
cavallo, ma lui non volle sentir ragioni. Era troppo pericoloso. Pur
di vederla contenta, acconsentì però a farle fare
un giro tra le
serre del giardino. Niente carrozzelle, l'avrebbe portata in braccio.
Passarono
tutto il pomeriggio così, giocando come bambini tra i fiori
colorati.
Fine
non rideva così allegramente da mesi e il cuore di Shade
traboccava
di gioia a vederla tanto radiosa.
Mentre
se ne stavano sdraiati tra i fiori, come ai vecchi tempi,
chiacchierando del più e del meno e recitando poesie, Shade
prese le mani di Fine tra le sue, e rimase sconvolto nel sentire quanto
fossero fredde.
-Fine,
ma tu... Hai le mani completamente congelate!-, esclamò
allarmato.
-Ti senti poco bene?-, chiese apprensivamente, già pronto a
riportarla nella sua stanza.
-No,
sto benissimo oggi, Shade. È da un po' di tempo a questa
parte che
le mie mani hanno perso calore. Sono sempre così fredde...-,
rispose
lei, sottraendosi alla stretta del marito e strofinando i palmi delle
mani l'uno contro l'altro.
-Perchè
non hai avvertito me o il dottore? È una cosa piuttosto
grave...-,
Shade era veramente molto preoccupato.
-Non
mi sembrava così importante. Un sacco di gente ha le mani
fredde.
Mia sorella Rein le ha sempre avute congelate anche da piccola...-,
cercò di giustificarsi Fine.
-Ma
tua sorella non è malata! Tesoro, le tue mani sono sempre
state così
calde...-, Shade si rimpossessò delle sue mani e la
scaldò con le
proprie.
-Non è
niente, Shade. Non è niente..
To be continued...
Scusate se mi faccio sentire solo ora, ma sono stata via fino a ieri e ho avuto molto da fare anche con l'oratorio.. Perdonate il ritardo!!