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Autore: So97LoveEd    26/07/2013    1 recensioni
Una principessa disubbidiente e innamorata della vita, un principe responsabile ed amante delle sfide.
Due giovani costretti ad affrontare problemi da adulti.
[RedMoon]
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bright, Fine, Rein, Shade
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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4.



Nulla sembrava cambiato da quando Fine aveva perso il bambino.
Certo, non poteva più svolgere i suoi compiti da regina e doveva passare le giornate seduta o sdraiata per non affaticarsi e doveva fare continue visite dal dottore per controllare come progrediva la malattia.
Però con Shade conservava sempre la sua dolcezza, la sua allegria, a volte anche la sua testardaggine.
Dormivano abbracciati, si scambiavano baci appassionati prima di coricarsi e ogni mattina quando si alzavano; a volte facevano anche l'amore.
Mantenevano intatta la loro passione e non dimenticavano mai di ricordarsi che si volevano più bene loro di tutti gli altri innamorati di Wonder messi insieme.
Ma Fine una mattina non riuscì ad alzarsi dal letto.
Le sue gambe non avevano proprio intenzione di collaborare, non si muovevano più.
-Shade, Shade! Chiama il dottore, ti prego!-, chiese al marito, iniziando ad allarmarsi.
Il dottore controllò la situazione e stabilì che Fine aveva perso il comando degli arti inferiori.
-Non potrà più camminare.-, decretò.
La ragazza scoppiò in lacrime.
-Se non potrai camminare, ti porterò in braccio ovunque vorrai.-, cercò di risollevarle il morale Shade, sapendo quanto Fine amasse farsi portare in braccio.
Ma non era molto pratica come idea: la ragazza dovette adattarsi e cominciò a muoversi per il castello su una sedia a rotelle.
Quella sera, Shade decise che era arrivato il momento di avvertire i famigliari di Fine.
-No! No, assolutamente no! Non devono saperlo! Gli spezzerei il cuore!-, scoppiò a piangere la ragazza, non appena Shade le disse ciò che aveva in mente di fare.
-Non possiamo tenerglielo nascosto. Il tempo sta scorrendo troppo velocemente, non vuoi salutarli un'ultima volta? E poi non sanno nemmeno che il bambino non c'è più.-, cercò di farla ragionare il marito.
-Lo so... Però già immagino l'espressione sul loro viso quando glielo faremo sapere...-, Fine si asciugò le guance bagnate e Shade l'abbracciò per darle forza. Sembrava proprio una bimba indifesa.

-Mamma, papà, è arrivata una lettera dal regno della luna.-, questa volta, Rein diede l'annuncio ai genitori senza entusiasmo e senza gridare come al solito. Sentiva che qualcosa non andava.
-Cosa dice?-, domandò Elza.
-Shade ci invita a cena, domani sera.

Come al solito, la famiglia solare e Shade sedevano in cerchio attorno al tavolo, mangiando.
Ma questa volta l'aria era pesante, opprimente.
Nessuno riusciva ad aprir bocca, se non per mangiare e tutti tranne Shade si chiedevano perchè Fine non fosse andata ad accogliere la famiglia all'ingresso, correndo, gettandosi tra le braccia del padre come al solito, ma si fosse fatta trovare già seduta a tavola con il volto scuro e triste.
Si era sforzata di apparire allegra e aveva cercato di intraprendere un discorso, ma a nessuno era sfuggita la gravità e la pesantezza nella sua voce.
Dopo che i servitori portarono la seconda portata, Toulouse interruppe quel silenzio opprimente, rotto soltanto dal tintinnio delle posate e dei bicchieri.
-Insomma, si può sapere cosa c'è?-, domandò, obbligando l'intera famiglia a scollare gli occhi dal piatto. -Non ditemi che avete già intenzione di divorziare! Sapevo che sposarsi così presto era troppo per una testarda come te, Fine! Me lo sentivo che questo matrimonio non sarebbe durato a lungo!-, Toulouse era diventato tutto rosso e continuava a sparlare, senza accorgersi che gli occhi di Fine si erano silenziosamente riempiti di lacrime.
Shade le strinse convulsamente la mano, trasmettendole la sua forza.
-No papà, non è così.-, lo interruppe finalmente la figlia, ringhiottendo indietro le lacrime e cercando di apparire serena, nonostante ciò che stava per annunciare fosse davvero devastante.
-Sono malata.-, disse, guardando negli occhi prima il padre, poi la madre e infine la sorella, che lasciò cadere le posate nel piatto, impallidendo.
-Ma come, sei malata? Perchè non sei a letto a riposarti, Fine?-, chiese Toulouse confuso.
-Appunto, cara, sarà il caso che ti rilassi un po', che prenda qualche pillola per il mal di testa. Hai il raffreddore? Quando ha la febbre, Shade, le piace che qualcuno le accarezzi la schiena e le metta bende fresche sulla fronte.-, disse Elza a Shade, preoccupata.
-No, no, Fine non ha il raffreddore. Non ha nemmeno la febbre.-, s'intromise allora Rein, con voce rotta.
Shade incollò gli occhi per terra. Non riusciva a reggere lo sguardo disperato e ansioso di sua cognata.
-E' che... Beh, ho perso il bambino...-, mormorò Fine, obbligandosi di non piangere.
-Come sarebbe a dire che hai perso il bambino?!-, Toulouse era visibilmente sconvolto, mentre Elza piangeva un pianto senza lacrime, ma fatto di singhiozzi e dolore.
Rein rimase impassibile a fissare un punto vuoto davanti a sé, impallidendo sempre di più, fino a quando non scoppiò, gridando.
-E' tutta colpa tua, Shade! Se solo aveste aspettato', tutto questo non sarebbe successo, dannazione! Dovevi per forza rovinare la vita a tutti?! Non potevi aspettare che Fine crescesse un po'? Guardala: è ancora una bambina e già ha perso un figlio!-, sfogò tutta la sua rabbia su Shade, che rimase immobile e freddo a fissarla, subendosi tutte le accuse ma senza neanche tentare di difendersi.
-Shade non c'entra nulla, Rein. Non è colpa di nessuno. È che sono malata e basta. E questa malattia ha portato alla perdita del bambino.-, cercò di tranquillizzarla Fine, sebbene ciò che aveva detto non era per nulla rincuorante.
-Ma cos'è che hai?-, Rein voleva sapere e al tempo stesso temeva la risposta della gemella.
-Non so come si chiami esattamente, questa malattia, il dottore ha detto che non si è mai occupato di casi simili al mio. Spiegato semplicemente, le cellule del mio corpo stanno morendo una dopo l'altra.
-Ma è grave?-, s'intromise Toulouse.
Fine abbassò lo sguardo a terra e non pronunciò più una parola per il resto della serata.

-Secondo me stai migliorando, Fine. Hai ripreso colore e ti stanno ricrescendo i capelli.-, Shade sedeva a petto nudo nel letto nuziale, accarezzando la schiena della moglie, che riposava tranquilla.
-Dici?-, domandò lei speranzosa.
-Ma certo! Vedrai che tra poco riprenderai anche a camminare!-, la incoraggiò lui, ammiccando.
-Temo che comunque la mia malattia non dia scampo. Forse adesso che mi ci sono abituata sto meglio, ma sono passati solo un paio di mesi. Spero solo che quando deciderà di arrivare, la morte possa essere gentile con me, voglio essere consapevole e voglio averti al mio fianco, voglio andarmene con il tuo sapore sulle labbra...-, sussurrò lei, la voce rotta.
-Non dire così... Magari questa malattia se ne andrà così com'è arrivata e potremo riprendere la nostra vita da dove l'abbiamo lasciata.
-Shade, non farti illusioni. Devi essere forte per me, per quando non avrò più il controllo del mio corpo, per quando me ne andrò. Promettimi che non ti lascerai scoraggiare, neanche quando morirò. Ti troverai un'altra regina, darai a questo regno una discendenza e ti prenderai cura dei tuoi sudditi. Promettimelo.
-Questo non posso proprio giurartelo. Anche quando non ci sarai più, io amerò solo te. Nessun'altra prenderà mai il tuo posto.

Shade si sbagliava: Fine non era guarita affatto.
Era sempre più debole ogni giorno che passava e il marito trascorreva con lei il tempo che avrebbe dovuto impiegare per svolgere le pratiche del regno.
I sudditi sentirono molto la malattia della regina, capivano il dolore profondo che stava sconvolgendo la famiglia reale, per questo cercavano tutti di darsi da fare e di dare meno problemi e preoccupazioni possibili. Lavoravano dall'alba al tramonto, spendendo il centodieci per cento delle loro energie, pur di portare avanti quella macchina complicata chiamata “economia” senza disturbare il re.
Quel giorno, Fine si sentiva meglio del solito, perchè era il suo diciassettesimo compleanno, perciò pregò il marito di portarla a cavallo, ma lui non volle sentir ragioni. Era troppo pericoloso. Pur di vederla contenta, acconsentì però a farle fare un giro tra le serre del giardino. Niente carrozzelle, l'avrebbe portata in braccio.
Passarono tutto il pomeriggio così, giocando come bambini tra i fiori colorati.
Fine non rideva così allegramente da mesi e il cuore di Shade traboccava di gioia a vederla tanto radiosa.
Mentre se ne stavano sdraiati tra i fiori, come ai vecchi tempi, chiacchierando del più e del meno e recitando poesie, Shade prese le mani di Fine tra le sue, e rimase sconvolto nel sentire quanto fossero fredde.
-Fine, ma tu... Hai le mani completamente congelate!-, esclamò allarmato. -Ti senti poco bene?-, chiese apprensivamente, già pronto a riportarla nella sua stanza.
-No, sto benissimo oggi, Shade. È da un po' di tempo a questa parte che le mie mani hanno perso calore. Sono sempre così fredde...-, rispose lei, sottraendosi alla stretta del marito e strofinando i palmi delle mani l'uno contro l'altro.
-Perchè non hai avvertito me o il dottore? È una cosa piuttosto grave...-, Shade era veramente molto preoccupato.
-Non mi sembrava così importante. Un sacco di gente ha le mani fredde. Mia sorella Rein le ha sempre avute congelate anche da piccola...-, cercò di giustificarsi Fine.
-Ma tua sorella non è malata! Tesoro, le tue mani sono sempre state così calde...-, Shade si rimpossessò delle sue mani e la scaldò con le proprie.
-Non è niente, Shade. Non è niente..

To be continued...

Scusate se mi faccio sentire solo ora, ma sono stata via fino a ieri e ho avuto molto da fare anche con l'oratorio.. Perdonate il ritardo!!

  
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