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Autore: Dro    26/07/2013    3 recensioni
Donne e uomini che tra nascondere il volto o frustrare il corpo scelgono la seconda opzione.
Madri e padri che per proteggere i propri figli sono disposti ad abbandonarli.
Fratelli ed amanti che per stare insieme vengono divisi fisicamente e spiritualmente.
In un gioco delle parti che trova sempre il suo centro, tra coloro che sono stati costretti a scegliere la vita di traditori fedeli, Shun d’Andromeda deve decidere se accettare ciò che è realmente o continuare a nascondersi dietro le sue paure.
Saint ed amazzoni devono appianare le loro divergenza e formare un’alleanza per la battaglia decisiva.
Attenzione: i protagonisti dovevano essere Shun d’Andromeda, Ikki di Phoenix, Hyoga di Cingus, sorpresa e altro personaggio, ma sono imbranata e non sono riuscita a selezionarne più di uno… Quindi vi prego di non giudicare le mie capacità informatiche, ma di leggere la storia (è la prima che scrivo qui). Spero che vi piaccia…
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga, Phoenix Ikki
Note: OOC | Avvertimenti: Gender Bender
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Naturale?
 
Shun era seduta nella penombra del corridoio a pugni stretti.
Jason, l’attuale vicepresidente del Senato delle amazzoni, nonché generale degli argonauti, era stato chiaro: “La vostra identità provvisoria è a rischio? Tornate sotto copertura alla Galaxy War”, visto che era sicuramente un’occasione per gli specter per provare ad uccidere Atena.
Qualcuno doveva ancora spiegarle come Saori (sedicente reincarnazione di Atena) fosse riuscita a convincere più di settanta saint tra gold, silver e bronze a rimettere in scena quello spettacolo, e quale premio avesse scelto per l’occasione, visto che era scontato che una gold cloth non poteva interessare a un gold saint…
Così ora le toccava sostenere un provino, con un curriculum in parte falso, per diventare la prima valletta dello show. Invece a Hyoga era bastato rispondere a un quiz in pratica su se stesso per vincere il concorso “Fan number one” di cui il primo premio era il biglietto gratuito ed il pass per il backstage. La più grande difficoltà era stata quella di applicarsi il modulatore vocale al molare sinistro (dotazione delle amazzoni per modificare la voce e renderla più mascolina).
Lei, al contrario, doveva sempre impegnarsi il doppio e stare in prima linea o, in questo caso, davanti ad una telecamera.
La cosa strana era che i provini erano stati indetti 4 giorni prima dello show. Tutte le ragazze venute lì non  capivano come mai una si fossero decisi così all’ultimo… solo una ragazza un po’ maliziosa e probabilmente accanita lettrice di riviste di gossip aveva detto che forse il vero motivo era il fatto che fino all’ultimo era stata la stessa signorina Kido (Saori)  a voler essere la prima valletta, come testimoniato dalle foto dei depliant. Shun sorrise… la ragazza che non aveva la forza necessaria per tenere dritta una lancia e che si appoggiava ad uno scettro per camminare come avrebbe mai potuto cantare, ballare e presentare per 5 ore di fila? La voce indubbiamente l’aveva… ma nulla di più.
Ora era rimasta sola, era l’ultima, ovviamente aveva usato il cognome che le avevano detto essere di sua nonna: “Start”. “Alexia Start”, si sentì chiamare da quello che doveva essere Tatsumi. Il suo nome di battesimo doveva essere quello o così al meno le avevano detto all’ordine delle amazzoni… solo Jason la chiamava così… per chi non apparteneva al suo squadrone lei era solo un titolo, il titolo che  odiava.
Risentire quella voce certo non le piacque… con la mano si strinse un punto al centro della pancia e con l’altra afferrò la borsa. Poi si alzò e sorrise timida. –Sì?-
-Prego, mi segua- fece lui con voce seria.
“Mi rispetta più ora di quando ero un saint” pensò lei seguendolo in silenzio.
Arrivarono all’ interno dell’ arena e Tatsumi le chiese di salire sul ring. Lei finse di non capire.
- Questo sarà il palcoscenico - affermò lui bruscamente.
Lei obbedì fingendo titubanza…
Scavalcò molto atleticamente le catene che delimitavano il ring, quasi dovesse realmente essere lei a battersi. Poi, sistemandosi la maglia larga con la scritta “Black sheep’s shephard” sui leggins e poggiando la borsa a terra si guardò attorno. Sugli spalti c’erano solo Saori, Jabu e Seiya.
- S-sono Alexia Start…- balbettò – A-avete il mio curriculum… per me sarebbe un vero onore presentare la Galaxy War, sul serio…-
- Qui leggo che sei di origini anglo-indiane… ed hai viaggiato molto…- disse Saori guardandola storto.
- Sì, ma da quando ho finito il liceo abito qui in Giappone…-
- Hai 17 anni… hai finito presto il liceo?-
-Sì, ma attualmente in famiglia abbiamo problemi economici… Quindi ho fatto lavoretti di vario tipo…ed ammetto che lavorare nello spettacolo è il mio sogno…-
“ Sì, certo, insieme a quello di farmi scuoiare viva da te” pensò Shun.
- Leggo anche che hai un demo…-
- Sì, e mi piacerebbe farvi sentire una delle canzoni…-
- Va bene, sentiamo!- si intromise Jabu.
- Hai la base?-
 - Certo!!!- rispose lei prendendo da una tasca della borsa il CD e dandolo a  Tatsumi. La musica partì.
- La canzone si chiama”Innocence” - dichiarò in fretta e poi cominciò a cantare. Era una musica triste, ma lei riusciva comunque a darle molta energia.
Alla fine della canzone si accorse che Seiya e Jabu erano in visibilio. Solo Saori punta nell’orgoglio faceva finta di essere indifferente alla performance della ragazza.
- Ottima tecnica, ma hai stonato di un semitono sull’ultimo “It’s so beauty full it make you want to cry”-
- Oh, davvero?- chiese lei fingendosi stupita “ti irrita proprio è?” – Deve essere l’emozione!!!- fece lei arrossendo.
- Io non me ne sono accorto…- confessò Seiya.
- Andiamo avanti… qui c’è scritto che dai 7 ai 13 anni hai fatto danza…-
“Definiamo così gli anni d’addestramento…” speculò annuendo.
- Sai che a noi serve anche una ballerina? Ora proverai i passi con loro…-
Un gruppo di ragazze salì sul palco e tra loro arrivò anche Seika che riconoscendola sorrise e le diede la mano sussurrandole :- Bimba, ma Jason non ti starà chiedendo troppo?-
Shun scosse la testa. Una versione molto ritmata di “Pegasus Fantasy” iniziò a suonare dagli amplificatori. Lei seguì i passi delle altre con semplicità, e poi le ragazze si misero in cerchio ed una per una ballarono, lasciando lei per ultima. Entrò nel centro in scivolata, si tirò su con un colpo di reni fece un salto mortale all’indietro finendo in spaccata sul finale della musica. Tutte le ragazze l’applaudirono e dagli spalti sembrò che Jabu a Seiya stessero per saltare giù per complimentarsi. Seika le porse la mano per alzarsi e quando furono con le teste abbastanza vicine commentò con un: – Vuoi usare le maniere forti… preferisco questa versione di te, bimba.-
Saori si era ormai arresa e dichiarò: – Torna domani alle 6 del mattino, la Galaxy War inizia dopodomani, e tu devi imparare tutti i balletti e le canzoni e devono anche prenderti le misure per il costume di scena…-
- Sì, certo …- fece lei confusa,- Significa che sono assunta?-
- Ovvio- fece Saori con sufficienza,- uscendo prendi gli spartiti delle canzoni…-
- Non sa quanto mi rende felice!!!- fece la ragazza mettendosi le mani sulle guance.
 
Uscita in fretta dall’arena, neanche si accorse che un’ombra la seguiva. Improvvisamente si sentì afferrare per il braccio e si girò pronta ad attaccare, ma riconobbe subito il solare sorriso di Hyoga.
- Che razza di saint d’Andromeda sei per non accorgerti che ti seguivo?- le chiese canzonatorio.
Lei malinconica si giustificò così :- Ero sovrappensiero… e tu non sei un nemico…-
- Qualcosa non va?- le chiese lui cambiando espressione.
- Èuna cosa che mi ha detto Seika…” preferisco questa versione di te”-
- Non mi pare una cosa tanto grave…-
Avevano ripreso a camminare l’uno a fianco all’altra. Lei, però, restava silenziosa.
- Mi dici qual è il punto? Perché io non lo vedo…-
- Pensavo all’altra sera… mi sentivo così bene mentre camminavamo fingendoci ragazzi comuni, ma poi quell’esplosione… Hyoga, a me quell’esplosione è sembrata la cosa più naturale del mondo!!! Come è possibile? Più passa il tempo più perdo di vista la mia identità, anzi mi sembra di non essere mai stata qualcuno se non in relazione ad altro… Sorella di Ikki, Saint d’Andromeda, Campionessa dell’αjunior, Delfina delle amazzoni…-
Lui non rispose e lei cominciò a piangere- Eccomi, la piagnona…-
Il ragazzo finalmente si decise a parlare:- Tu sei tutto questo, per quanto possa essere contraddittorio… sei quella che si emoziona davanti un film e mantiene il sangue freddo di fronte ad un ferito greve, sei quella che muore sempre di freddo ma non rinuncia mai ad un gelato al cioccolato, la definizione giusta te la so dare grazie alla tua più grande disgrazia… sei il ragazzo più puro della terra ed infatti sei una ragazza…-
Lei si fermò di colpo e si girò verso di lui:- Tu invece cosa pensi di me???-
- Io?- chiese lui preso alla sprovvista.
- Sì tu… perché dopo 3 anni che condividiamo lo stesso appartamento mi inviti ad uscire solo la settimana scorsa e ti comporti come fosse un incontro romantico?-
Lui non rispondeva.
- Allora perché non melo hai chiesto prima?-
- Perche sono il principe delle lumache!!!-
Lei cominciò improvvisamente a ridere, di risa così forti da soffocarla. Erano risate isteriche. Niente era cambiato, lei restava sempre la ragazzina terrorizzata con in mano un coltello insanguinato che non sapeva dove l’avesse preso né di chi fosse il sangue.  Hyoga l’abbracciò e in quel momento lei si accorse, a discapito dei 18 centimetri che aveva preso in quei 3 anni, che lui continuava sovrastarla. Finalmente smise di ridere.
- Ti va se ci vediamo un film?- propose lui.
Lei annuì. Salirono a casa e passarono la sera a mangiare popcorn e ad elencare le contraddizioni di entrambi.
 
Il giorno dopo lei non ebbe un attimo di nemmeno tempo per pensare.
La mattina prove di ballo, a pranzo prova costume di scena, la sera prova di presentazione e canto, la sera fine prova costume e scelta delle luci e dei trucchi di scena. praticamente le sembrava di essere tornata agli allenamenti.
Il giorno dopo per fortuna dovette fare solo le prove generali ed anche Hyoga era lì come “Carol Ice”, il vincitore del premio “Fan number one”.
Sembrava un nerd, indossava una giacca da football tempestata di spille con le facce dei saint e sulla schiena una foto di gruppo, una maglia con l’immagine delle costellazioni, una cintura con la fibbia delle Galaxy War e il come pezzo forte un berretto da baseball con la sua faccia sopra.
Lei si dovette presentare a tutti saint che nei giorni precedenti si erano allenati. Si preoccupò molto di non essere riconosciuta, in fondo con la maggior parte di loro era convissuta per anni. Il vero colpo psicologico, però, fu quello di parlare al fratello. In quel momento, per quanto fosse brava a dissimulare, ebbe quasi un mancamento. Tutti lo imputarono al fatto che Ikki nella precedente Galaxy War aveva rubato la Gold Cloth e non ci fecero troppo caso mentre Seika l’accompagnava in bagno.
Lei si sciacquò il viso più volte, mentre Seika rideva – Pensa se tornavi come saint e lo dovevi affrontare!!!-
- Tu ci scherzi, ma io non sarei morta per le ferite ma per l’idea…-
- No, avrebbe fatto lo  stupido, ti saresti arrabbiata ed a discapito dei pronostici avresti vin…- in quel momento qualcuno bussò.
- E’ permesso?- era la voce di Ikki.
Seika si voltò verso la ragazza e Shun rispose: - Avanti!!!-
Il ragazzo entrò un po’ titubante. Nella testa di lei si affollarono i pensieri più assurdi.
- Volevo sapere se ti eri ripresa…- fece lui, sembrando quasi timido.
- Sì, non ti preoccupare… non era per te… sono troppe emozioni tutte insieme…- si giustificò cercando di mandare davanti al viso le ciocche di catene della parrucca e non farsi riconoscere.
- Ah, ok… - fece lui ed usci.
Shun guardò Seika :- Che diavolo ha?-
- Lascia perdere, è meglio che non lo sai finché non inizia lo show… ti arrabbieresti troppo…-
Shun preferì non  fare domande.
Le due ragazze andarono nei camerini a prepararsi. Il trucco e gli orecchini a stella erano uguali per tutte, come il vestiario, canottiera corta alla vita con una fantasia di stelle blu in trasparenza sotto un'altra più lunga blu scuro e shorts dello stesso colore. La differenza stava nel microfono che Shun portava all’orecchio destro.
Seika vedendola sola le si avvicinò:-Tu e Hyo-yò come state?-
- Bene, lo hai visto anche tu, non ha per niente perso il senso dell’ironia-
- A parte il fatto che uno che indossa un cappello con sopra la sua faccia ed è innamorato di una uguale alla sua gemella è per definizione un narcisista… io volevo sapere come va tra voi…-
- Hai letto il rapporto che abbiamo scritto per le amazzoni?-
Seika annuì.
- Quella era la nostra prima uscita…- ammise Shun.
- Cosa? Quanto siete lenti, bimbi!!!-
In quel momento Tatsumi entrò nei camerini e Shun per dissimulare esclamò con finto imbarazzo :- Il mio saint preferito? Non saprei, sono indecisa tra Seiya e Jabu!!!-
Seika si girò e sorrise a Tatsumi che con noncuranza proclamò :- In scena…-
Le ragazze uscirono in fila indiana dalla stanza. Fuori gli spalti erano gremiti… le persone si accalcavano sulle tribune e lanciavano grida di vario tipo. Sul ring cinque schermi trasmettevano le immagini delle ragazze. Guardandosi col rossetto blu Shun si chiese come fosse possibile che il suo soprannome alle amazzoni fosse ancora “bimba”.
Poi percepì qualcosa qual cosa dai posti più vicini, continuando a civettare col pubblico si voltò in quella direzione e i suoi occhi verdi incontrarono lo sguardo di altri occhi altrettanto verdi. La gemella di Hyoga era lì.
  
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