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Autore: Iteh in heaven    26/07/2013    2 recensioni
Sentì un odore di caffè sotto il suo naso e fu risvegliata da quel buio accogliente del suo sonno, una tazza bianca era davanti a lei, la prese sentendo il calore, poi poggiò il piatto con l'omelette e lo sciroppo d'acero e le si sedette davanti sorridendole.
-Buon compleanno, Caroline-le disse l'uomo davanti a lei sorridendole, mentre i suoi occhi splendevano e diventano ancora più chiari.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Ecco l'ultima parte, mi sento ripetitiva ma vi ringrazio per aver letto, spero che non sia andata sul banale e che vi sia piaciuta. Ho lasciato qualcosa di veramente mio e personale in questa storia, soprattutto dopo il concerto, mi sono un po' sfogata.
Grazie, grazie e di nuovo grazie!
Irene :) 



Quarta parte

01.00 Berlino Aeroporto Internazionale

La camicia le dava fastidio, era arrivata appena in tempo, controllò il cellulare ma Shannon non le aveva scritto niente, si avviò verso gli arrivi e si guardò intorno mentre il cuore le batteva troppo velocemente, era ansia, panico, paura di non essere accettata, di essere guardata in modo diverso, paura che qualcosa si fosse rotto tra loro. Chiuse gli occhi cercando di calmarsi e quando li riaprì lo vide, lì che controllava il suo cellulare con un'espressione indecifrabile, lì di fronte a lei dopo tanto tempo. Non alzava gli occhi dai suoi piedi, lei camminava involontariamente, portata avanti dall'attrazione, portata verso il suo vero centro. Lui alzò lo sguardo e la incontrò, vide I suoi occhi e le sue labbra si schiusero non sapendo cosa dire, non sapendo se ciò che aveva sperato era davvero successo. Caroline vedendo che non si muoveva si mise a correre verso di lui, lui che era rimasto fermo come in trance, e si buttò addosso a lui, le sue braccia passarono dietro al suo collo, il cantante lasciò tutto quello che aveva tra le mani e la sostenne mentre era aggrappata a lui, cercando di non cadere per l'impatto, mentre ritornavano ad essere un'unica cosa, mentre lei gli sussurrava leggeri ti amo all'orecchio e le sue lacrime scorrevano anche sulla sua pelle. Quando realizzò che era del tutto vero, ispirò il suo profumo e affondò il viso fra I suoi capelli profumati, le bacio una guancia umida e la rimise a terra, le prese il viso fra le mani, le guardò gli occhi pieni di lacrime, e la baciò, fregandosene di chi aveva intorno, fregandosene di tutto, affondò nella sua bocca e si sentì completo e dimenticò tutto, stava bene, stavano bene.

-This is your heart, can you feel it?-canticchiò Jared, portando una sua mano vero il suo cuore facendola sorridere e lei affondò di nuovo fra le sue braccia, mentre lui la stringeva, l'accarezzava -Ora basta piangere, sono qui. Siamo qui-

-Mi dispiace tanto-singhiozzò lei guardandolo da sotto le ciglia bagnata, il cantante sorrise e le baciò una lacrima che stava scendendo sulle sue guance.

-Ti amo-disse il cantante baciandola di nuovo, e lasciandole altri baci su quelle labbra ormai rosse e morbide.

-Ragazzi siamo in pubblico!-li schernì Shannon superandoli dopo aver lanciato un'occhiata maliziosa ai due.

-Andiamo-le disse Jared prendendosi la valigia, prese la mano della ragazza e si avviarono verso l'uscita, si infilarono nei taxi e raggiunsero l'hotel. Quando scesero la prima ad entrare fu Emma, Caroline la seguì lasciando Jared.

-Salve, sono Emma Ludbrock e mi servirebbero le chiavi delle stanze che ho prenotato-disse la ragazza all'altra che controllò sullo schermo I numeri.

-Una la può togliere, Jared sta con me nella suites-disse Caroline ad Emma, e si appoggiò al bancone osservando la ragazza arrossire, appena presero le chiavi si divisero.

-Che ti ha fatto quella ragazza?-chiese Jared divertito vedendo che Caroline lo trascinava via dalla reception.

-Niente. Abbiamo la suites-squittì lei guardandolo dolcemente, gli baciò la punta del naso e lo trascinò fuori dall'ascensore. Aprì la porta della camera -Ta daaa!-

-Dimmi che c'è una vasca-disse Jared chiudendosi la porta alle spalle e togliendosi la felpa, fu preso dalla ragazza per la mano e la seguì, fu portato in un grande bagno con una grande vasca piena di acqua e schiuma -A chi hai corrotto?-

-A nessuno-disse lei portandogli le mani dietro la testa e baciandogli le labbra -Questa barba punge-

-Me la devo togliere?-le chiese mentre le baciava il collo e le usciva la camicia dai jeans, iniziò a sbottonargliela e notò I brividi sulla pelle della ragazza.

-No-gemette mentre le mani del cantante le sbottonavano I jeans e glieli abbassava, quando furono completamente nudi si infilarono dentro la vasca, Caroline aveva le spalle appoggiate al petto di Jared, lui le accarezzava tutto il corpo, controllando ogni minima parte, sapendo dove mettere le mani, sapendo dove a lei piaceva che mettesse le mani.

-Facciamo l'amore-le sussurrò all'orecchio beandosi di sentirla fremere con queste parole -Fammi sentire amato, Caroline. Fammi sentire bene, ne ho bisogno-

-Jay-disse lei girandosi per guardarlo in faccia, gli baciò le labbra e si lasciò trasportare da lui fuori dalla vasca, senza pensare che erano bagnati si stesero sul letto, lei sotto di lui che lo teneva stretto con le gambe alla vita.

Sentiva il suo cuore battere velocemente, il suo respiro affannato e la sua eccitazione, spinse il bacino verso di lui che gemette sonoramente e affondò dentro di lei, e si unirono completamente, ogni spinta era un passo a qualcosa di più forte, di più bello.

 

 

-Ah!-sbottò Jared con il fiato ancora corto mentre con la mano cercava la mano di Caroline, appena la trovò gliela strinse e si avvicinò a lei, le mise la testa sulla pancia ed ascoltò il suo respiro -Non mi sembra vero-

-Siamo stati lontani per un mese, Jay-disse la ragazza accarezzandogli I capelli e spostandogli da davanti.

-Ha dimostrato che ti amo davvero e non azzardarti a lasciarmi mai più-disse con tono minaccioso il cantante baciandole la pancia.

-Dormiamo un po', sei stanchissimo-disse lei passandogli I capelli fra le dita, lui si sistemò vicino a lei cingendola con un braccio e si addormentò con il viso affondandato fra I suoi capelli.

 

 

 

Si svegliò senza avvertire l'abbandono improvviso del sonno restauratore, sentì un leggero peso sul fianco e vide I braccio abbandonato di Jared su di lei. Si girò senza muoverlo e si mise ad osservarlo, il suo petto si muoveva lentamente, I capelli erano stati lasciati al loro destino, illuminato dalla luce del mattino sembrava persino più bello, più giovane, le occhiaie erano anche scomparse.

-E' un po' inquietante che tu mi guardi così-sussurrò lui facendola sobbalzare, lui aprì gli occhi e un sorriso malizioso e divertito gli spuntò sulle labbra -Buongiorno, dolcezza-

-Buongiorno-disse lei baciandogli la fronte e prendendo il telefono per ordinare la colazione, quando finì posò il telefono e si rimise a guardarlo.

-Dormito bene?-le chiese scostandole I capelli dalla fronte e sfiorandole il viso con la stessa mano.

-Si può dormire male con la persona che ami?-gli chiese sfoggiando un sorriso dolce e riposato -Non ho salutato bene nessuno, nè Tomo nè Emma nè Shan-

-Beh posso dire che hai compensato salutando molto bene me-disse e con un gesto ben calcolato la fece distendere e si mise sopra a lei bloccandole I polsi sopra la testa, scese a baciarle le labbra, la sua lingua si fece strada fra le labbra dell'altra iniziando una lenta danza, sentiva il bacino di Caroline contro il suo, e con questi scontri anche la voglia di farla di nuovo sua, di possederla e di soddisfarla -Tra quanto arriva la colazione?-

-Un quarto d'ora, penso-disse con il respiro affannato, guardandolo con occhi lucidi per l'eccitazione.

-Tutto il tempo che ci serve-disse prima di affondare dentro di lei con profonde spinte facendola gemere e urlare. I loro sguardi incrociati, le loro bocche si staccavano solo per riprendere fiato, I loro fiati erano ormai un tutt'uno -Mi seguirai vero?-

-Sì, Jay. Da oggi ti seguirò ovunque-gli disse prima di venire insieme a lui e di stringerlo fra le sue braccia, sentendosi completa e intera come ogni volta che si univano, e si lasciavano andare alla passione.

 

 

 

I giorni passavano velocemente, stava con Jared per tutta la mattina, lui le faceva visitare ogni città in cui andavano, si lasciavano quando iniziava l'incontro con gli echelon, e si ricontravano a fine concerto quando tornava nell'hotel. Caroline cercava di non farsi vedere sempre con Jared, non volendo metterlo in difficoltà ma erano come due calamite, si univano sempre anche non volendo, e lui era sempre più un angelo tentatore con quegli occhi che ti convincevano che ogni cosa che voleva era giusta e lecita, e soprattutto con quelle canotte che coprivano a stento I capezzoli. Erano in Italia, Firenze per la precisione, erano appena arrivati e doveva dirigersi a Lucca per il concerto, un concerto dopo tanti e forse troppi anni. Il cantante era eccitatissimo e contento, le stringeva la mano mentre la trascinava fuori l'aeroporto, c'era un grande tourbus nero che li aspettava, salirono sopra e si sedettero.

-Bella l'Italia-disse Jared portandole un braccio dietro le spalle e la strinse a se baciandole una tempia.

-Basta che non improvvisate a scrivere in italiano. Non potete neanche immaginare le frasi che vi escono-borbottò la ragazza mentre Jared la guardava ferito e imbronciandosi facendola ridere.

-Io so scrivere in italiano-sibilò Jared puntando il dito sul naso della ragazza.

-Onestamente penso di no-rise Shannon aggiustandosi gli occhiali facendo allargare la bocca al cantante -E' lei l'esperta nelle lingue-

-Te lo dico io che uso della lingua fa!-sbottò Jared facendo sbarrare gli occhi a Caroline, e ci fu una risata generale che fece arrossire la ragazza -Siamo a Lucca!-

-Si dice “ciao”-disse la ragazza in italiano e Jared fece una smorfia con le labbra.

-”Grazi”-tentò di dire Jared facendo ridere la ragazza che gli accarezzò I capelli rassegnandosi.

-”Lucca, Grazie, ciao, Buonasera”- disse la ragazza scandendo ogni lettera, mentre il cantante sbuffava.

-Mi rassegno, mi amano comunque-sbottò Jared facendo annuire la maggior parte dei presenti

-Alle quattro avete un'intervista, poi incontro con gli Echelon per Adventures in Wonderland, signing session e preparativi per il concerto-elencò Emma leggendo dalla sua agenda perfettamente stilata a mano.

-Ma come? Dopo la signing session pensavo di partire per Malibù-esclamò Shannon con tono dispiaciuto facendo ridere Caroline che scosse la testa.

-Sarà un bel concerto, devo girare alcune scene per il video-disse Jared mentre le accarezzava distrattamente le punte dei capelli, Caroline starnutì facendo girare Jared con un sopracciglio inarcato -Raffreddore?-

-Troppi sbalzi di tempatura-mormorò lei grattandosi la punta del naso notando lo sguardo assorto del cantante, forse perso tra I pensieri. Furono lasciati in un hotel vicino alla piazza, avevano preso delle camere solo per rinfrescarsi e non per la notte, quando entrarono dentro la stanza, Caroline si buttò sul letto e starnutì di nuovo.

-Che stanchezza-sussurrò poggiando la faccia sul cuscino e chiudendo gli occhi.

-Non vuoi scendere giù a girare Lucca?-le chiese legandosi la felpa alla vita, si avvicinò al letto scostandole I capelli da davanti la faccia.

-Se ti dicessi che sto morendo di sonno ti arrabieresti?-chiese lei aprendo solo un occhi per guardarlo, lui scosse la testa sorridendo e si abbassò per baciarle quelle tenere labbra.

-Riposati, farò a meno del tuo bacio pre-concerto-le disse avviandosi verso la porta della stanza e uscì.

Caroline richiuse gli occhi e venne avvolta dal buio addormentandosi velocemente. Si risvegliò per lo sbattere della porta, Jared completamente bagnato le si presentò davanti, aveva la canotta bianca e un gilè nero, si avvicinò a lei e si sedette sul letto, le toccò la fronte.

-Hai la febbre Car-borbottò il cantante digitando qualcosa sul telefono mentre le toglieva le lenzuola.

-Come è andato il concerto-gli chiese mettendosi seduta e legandosi I capelli mentre la testa le girava leggermente.

-Benissimo, gli italiani erano completamente carichi. Tanto soddisfatto e domani confermerò la data del 2 Novembre a Milano-disse quasi estasiato togliendosi la maglia e posandola su una sedia -Vado a farmi una doccia, torno subito-

-Mmh-mugugnò chiudendo gli occhi ormai pesanti e appoggiandosi al cuscino sentendo il rumore dell'acqua, passarono dieci minuti e lui uscì mentre si tamponava con un asciugamano, completamente nudo cercava indumenti puliti.

-Hai spostato la mia maglietta bianca a maniche corte?-le chiese mentre si metteva I pantaloni neri -Trovata-

-Bene-borbottò lei passandosi una mano in faccia e di punto in bianco Jared la sollevò prendendola a mo' di principessa -Che fai? Riesco ancora a camminare-

-Dobbiamo andare a Firenze e poi subito a Padova-le disse uscendo dalla stanza, entrò dentro l'ascensore e la rimise a terra.

-Ho soltanto la febbre, Jared. Sta tranquillo-disse lei accettando la mano che le offriva -Dove sono gli altri?-

-Già dentro il tourbus, vogliono tutti andare a girare Firenze-le disse mentre la conduceva sul retro dell'hotel, appena furono fuori vide il tourbus nero e salirono.

-Ciao malata-la salutò Shannon che si era portato un fazzoletto bianco davanti alla bocca per non prendere I suoi germi, Caroline sorrise divertita e alzò gli occhi al cielo.

-E' solo uno sbalzo di temperatura, ragazzi. Non sono infetta-disse accasciandosi su una sedia e appoggiando la faccia sulle mani. Jared le posò una confezione di pillole davanti e un bicchiere d'acqua -L'italia e la sua tachipirina-

-Basta che ti faccia passare la febbre-le disse Jared ringraziando Emma leggermente affannata, prese una pillola e bevve un sorso d'acqua. Jared la portò sopra, e si infilò in una delle cucce, Caroline si mise seduta mentre lui appoggiò la testa sulle sue gambe -Noi non scendiamo-

-Io voglio vedere Firenze, che sia chiaro-disse la ragazza intrecciandogli involontariamente I capelli.

-Hai la febbre se non te ne fossi accorta-mugugnò lui con gli occhi chiusi beandosi di quel tocco.

-E' soltanto una stupida frebbre, che passerà probabilmente già domani. Quindi scendo, se vuoi puoi rimanere -gli disse tirandogli una ciocca che lo fece lamentare.

-I capelli mi servono ancora-disse lui richiudendo gli occhi -E hai già visto Firenze, ci ritorneremo quando starai meglio-

-Tu hai visto mille volte la Francia, non c'è bisogno che ritorni giusto?-chiese lei legandosi I capelli in codino che stringeva tutti I capelli, ed iniziò a passaggiargli le tempie.

-Basta che continui a massaggiarmi-sussurrò lui grattandosi il naso con aria stanca -Mi stanco più a farti ragionare che andare in tour-

-Questo perchè so ragionare con la mia testa, Leto-borbottò lei spostandosi I capelli da davanti la fronte.

-Non sempre-disse Jared e Caroline non gli chiese il motivo perchè sapeva esattamente a cosa si riferiva.-Ma ti amo, perchè è anche questo che ci deve essere fra una coppia. Piccole incomprensioni-

-Sì, ma non più così grandi-disse lei abbassandosi per baciarlo in bocca -Bacio alla Spiderman-

-Con le tue tette in faccia-rise lui guardandola con I suoi occhi luminosi, e se possibile, ancora più chiari.

-Maniaco-scoppiò a ridere la ragazza e si sdraiò vicino al cantante, lasciandosi avvolgere dalle sue braccia e affondando la testa nel suo petto profumato.

 

 

 

 

 

Parigi

-Tornerò prima di partire, andate direttamente all'aeroporto-disse Jared a Shannon che annuì sorridendo al fratello che sbuffò -La vuoi smettere di fare l'idiota?-

-E' bello vederti innamorato, fa uno strano effetto-disse solamente comprendendo quello che provava e approvando ciò che faceva e che avrebbe fatto.

-Si, va bene. Ci vediamo dopo-disse soltando mettendosi la felpa ed uscendo dall'hotel, Caroline indossava dei pantaloni rosso scuro, una canotta bianca e degli stivaletti neri probabilmente molto comodi, stava parlando con Emma, si avvicinò -Andiamo?-

-Sì, ci vediamo dopo Emma-le disse baciandole una guancia e seguendo Jared, uscirono dall'hotel e salirono in una macchina con vetri scuri. Le strade non erano tante affollate probabilmente perchè era notte e la gente di solito dormiva, Parigi era stupenda illuminata dalle luci notturne, si perse ad osservare ogni minimo dettaglio e non fece caso alla macchina che si fermava davanti ad un palazzo vicino al centro della città, aveva un bellissimo portone nero che mostrava l'idea dell'eleganza. Scesero dalla macchina e Jared tirò fuori dalla tasca delle chiavi, aprì il portone e con un sorriso raggiante le fece cenno di seguirlo. Presero l'ascensore fino ad arrivare all'ultimo piano di quel palazzo e quando la porte di aprirono si ritrovarono di fronte una porta nera con il numero “69” cercò di non ridere e seguì ancora Jared che aprì la porta e la fece entrare per prima, si chiuse la porta alle spalle.

-Questo è il tuo regalo di compleanno, un po' in ritardo-le disse piano cercando di cogliere ogni suo movimento e capire se la sorpresa fosse gradita, lei si girò con le lacrime agli occhi e l'abbracciò.

-Non so che dire-sussurrò la ragazza tirando su con il naso e passandosi le mani sulle guance togliendo le lacrime.

-Potresti iniziare con un “Grazie Jared” e finire con un “Inauguriamo questa casa”-rise lui tirandola per un fianco e baciandola.

-Perchè una casa proprio qui?-gli chiese appoggiandogli le mani sul petto coperto da una maglietta bianca.

-Perchè amo la Francia, perchè qua c'è la tua famiglia e anche se ci vogliono divisi spero che tu li venga a trovare, spero anche con me. E' il tuo rifugio, anche quando vuoi scappare da me, dalla mia pazzia, potresti venire qua e io magari mi potrei far perdonare sapendo dove venire a cercare. E' la tua casa, il tuo posto sicuro-spiegò forse leggermente imbarazzato visto che con una mano gesticolava leggermente.

-Sei tu il mio rifugio sicuro-gli disse solamente baciandolo sulle labbra morbide.

-Quindi non vuoi vedere la camera da letto?- chiese prima di sollevarla di peso su una spalla e portarla dove voleva lui e farla sua.

 

 

 

Jared si stava facendo la doccia, così Caroline si rimise la maglietta fregandosene dei pantaloni e prese la sua borsa. Lui le aveva mostrato una stanza con una grande finestra, un tavolo e delle tele per dipingere, c'erano anche varie matite, pennelli, colori di ogni tipo e di ogni tonalità. Uscì una carpetta dalla sua borsa e uscì tutti I disegni, prese lo scotch e iniziò ad attaccarli alla parete fin troppo bianca e vuota, cercò di fare il più veloce possibile, le mani le tremavano per l'ansia di essere beccata. Le mancavano ancora alcuni disegni quando Jared la chiamò e la sua voce sembrava tanto vicino alla stanza in cui era.

-Non ti muovere da dove sei-urlò lei appendendo gli altri disegni velocemente.

-Ma dove sei?-chiese lui e sentiva la sua voce sempre più vicina “Maledetto Leto” pensò lei e come per magia riuscì ad attacarli tutti un attimo prima che lui facesse la sua entrata trionfale nella stanza -Ma quelli sono...-

-Si sono quelli-disse lei mettendosi da parte e osservando Jared che con la bocca aperta osservava I disegni che raffiguravano lui, lui mentre cantava, lui che guardava il vuoto, Il suo sguardo, I suoi occhi chiusi, la sua espressione beata, lui di spalle, lui durante un concerto, lui che reclamava il silenzio con un dito davanti la bocca.

-Posso toccarli?-sussurrò quasi incredulo come un bambino a cui si offrivano delle caramelle.

-Sono tuoi Jay, puoi anche bruciarli se vuoi-disse lei incrociando le braccia al petto e continuando a guardarlo, le sue mani passavano sopra I disegni delicati come solo un artista faceva, si guardò le mani e le vide sporche di nero.

-Perchè solo in bianco e nero?-le chiese curioso perdendosi a guardare il disegno dei suoi occhi e la cura che aveva messo per ritrarli.

-Perchè hai dei colori troppo particolari per copiarli, ti avrei soltanto rovinato-disse e subito dopo il moro la baciò tenendole il viso fra le mani, prese una mano di lei e la portò sul suo cuore.

-Riesci a farlo battere così forte che alcune volte ho paura che esca fuori-le disse ad un centimetro dalle labbra della ragazza -Ti amo-

-Ti amo, Jared Leto-disse lei portandogli le braccia dietro la nuca e baciandolo mentre lui le teneva I fianchi -Ed è il miglior regalo di compleanno che mi abbiano fatto e anche con un significato. Grazie-

-Io non so cosa sto per dire-sussurrò lui stringendo forte gli occhi, prese un gran respiro e li riaprì mentre una lacrima solitaria scendeva dai suoi occhi.-

-Jay, cosa c'è? Ehi-disse lei asciugandogli le lacrime che stavando scendendo, lo vide passarsi una mano tremante fra I capelli e tirò su con il naso, lui la fece zittire con uno sguardo e respirò profondamente mentre altre lacrime scendevano.

-Mi sento così idiota, Cristo!-borbottò accarezzandole il viso -Sposami Caroline, sposami e sii per sempre mia. Sposami e mostriamo quanto il nostro amore possa durare per sempre-

-Jay-iniziò a dire la ragazza leggermente scossa -

-Lo so, lo so come la pensi sul matrimonio. Lo so che non ti serve qualcosa di ufficiale, lo so che non credi come me del resto. Ma è una sicurezza, sono ulteriori diritti, è un lucchetto per il nostro amore, un'ancora per la nostra salvezza e la pace dei sensi-le disse lui cercando di farle capire cosa provava dentro.

La vita di Caroline le passò davanti gli occhi mentre Jared parlava. La sua infanzia privata di ogni gioia, la sua adolescenza marchiata dalle regole ferree dei suoi, I suoi ostacoli e come una luce il cantante era arrivato per guidarla verso il successo, verso la felicità. Lui era tutto ciò che aveva veramente, tutto ciò voleva e che era sicura avrebbe voluto anche in futuro.

Gli doveva tutto, perchè con lui aveva aumentato la sua sicurezza ed era stato lui a crederle veramente come mai nessuno aveva fatto e ad accompagnarla nella sua crescita interiore. Ora, mentre lo guardava, lei vedeva la persona che amava, un uomo dai pià grandi valori che le chiedeva per la prima volta qualcosa, ma non per lui, per loro. Sorrise mentre lui continuava a parlare, ansioso, impaurito e in lacrime come non lo aveva mai visto. Non si sarebbe mai più allontanata da lui, non avrebbe permesso mai più a nessuno di dividerli e di farli stare male, lui era l'amore. Lui era la vita e lei aveva deciso.

-Jared-lo fermò prendendogli le mani fredde fra le sue, lo guardò sorridendo -Sposiamoci-

-Ho rischiato di svenire-sussurrò prima di buttarsi di nuovo fra le sue labbra e di andare nella camera da letto per farsi riscaldare dal suo amore, per un tempo indeterminato. Perchè il freddo era troppo duro da sopportare.

  
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