Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: demsstrength    27/07/2013    1 recensioni
«Non ti è mai fregato un cazzo della mia vita, ora che vuoi da me? Si, ho un amico, la prima persona della mia età con cui parlo dopo dieci anni. Sarei potuta restare con lui oggi ma dovevo tornare a casa perché è arrivato il tizio che mi ha abbandonata a sette anni e si è trovato un’altra famiglia –prendo fiato cercando di non piangere davanti a lui – A proposito, come stanno i figli di quella puttana di Jade?» dico poi cominciando a ridere per non far sentire la voce rotta dalle lacrime che minacciano di scendere.
«Calmati e abbassa il tono, non si parla così al proprio padre, ne tantomeno si usano questi termini. Ora chiedi scusa.»urla lui alzandosi. Questo sa fare, non ci si può parlare.
Hai cominciato ad urlare tu intelligentona.
«Ho chiesto scusa troppe volte, ora non mi frega più niente. Che vuoi fare? Dammi uno schiaffo se non hai le palle per ammettere che ho ragione. Oppure buttami fuori di casa, ho pensato tante volte di scappare o di uccidermi, quindi non mi cambierà certo la vita. Se preferisci rimandami da zia, le cose cambieranno poco anche in quel caso.»
Non piangere, porca puttana.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
 4. "Don't smile, you're scary."  
 
«Come va a scuola?»chiede quell’essere che dovrei chiamare ‘papà’ infilando in bocca una forchettata di lasagna, quelle che si comprano congelate, mi sembra ovvio. Mica mi metto a cucinare per lui.
«Bene.»rispondo freddamente mettendo in bocca un quarto della mia porzione di lasagna, nel modo più sguaiato possibile per dargli fastidio.
Era entrato sussurrando un flebile ‘Buona sera’. Si era seduto a tavola con la paura di toccare gli oggetti come se potessero scoppiare da un momento all’altro. Non un ‘come stai’ o ‘che racconti’, si era solamente limitato a guardarsi intorno con riluttanza e ad osservare il piatto di cibo con lo stesso disgusto di una suora che vede due rinoceronti fare sesso.
«Disegni ancora?»chiede poi pulendosi le labbra.
«Non credo che una persona smetta di fare l’unica cosa per cui vive da un mese all’altro.»
«Uhm ... ti va di farmi vedere qualcosa?»mi guarda finalmente negli occhi, sforzandosi di sorridere, fa più paura che altro, dovrebbe provare a mostrare i denti.
«Se ci tieni.»mi alzo facendo strisciare la sedia in terra con non curanza, provocano così un rumore che lo fa sobbalzare. Cammino fino al mio studio e osservo attentamente le tele. Prendo le tre tele migliori e scendo di corsa le scale, poi arrivata in sala da pranzo le poggio sul divano.
La prima raffigura il ragazzo col cappuccio, cioè Zayn, la seconda rappresenta una ragazza nuda di spalle che si strappa la pelle, ammetto che questo è inquietante, e la terza rappresenta un cimitero, è da brivido e non so come mi sia venuto ma lo adoro.
«Sono ... –comincia mio padre deglutendo – interessanti.» continua dopo aver cercato qualcosa di giusto da dire a riguardo. «Me li spieghi?» dice poi rivolgendosi a me e sorridendomi.
«Non sorridere che mi inquieti. Allora: per quello del ragazzo mi è venuta una sottospecie di visione, infatti il pomeriggio ho conosciuto un tizio, gli altri due non so perché li ho fatti, ma mi piacciono.»dico scrollando le spalle e parlando a bocca piena.
«Bene, quindi ora hai un amico?»
«Non ti è mai fregato un cazzo della mia vita, ora che vuoi da me? Si, ho un amico, la prima persona della mia età con cui parlo dopo dieci anni. Sarei potuta restare con lui oggi ma dovevo tornare a casa perché è arrivato il tizio che mi ha abbandonata a sette anni e si è trovato un’altra famiglia –prendo fiato cercando di non piangere davanti a lui – A proposito, come stanno i figli di quella puttana di Jade?» dico poi cominciando a ridere per non far sentire la voce rotta dalle lacrime che minacciano di scendere.
 «Calmati e abbassa il tono, non si parla così al proprio padre, ne tantomeno si usano questi termini. Ora chiedi scusa.»urla lui alzandosi. Questo sa fare, non ci si può parlare.
Hai cominciato ad urlare tu intelligentona.
«Ho chiesto scusa troppe volte, ora non mi frega più niente. Che vuoi fare? Dammi uno schiaffo se non hai le palle per ammettere che ho ragione. Oppure buttami fuori di casa, ho pensato tante volte di scappare o di uccidermi, quindi non mi cambierà certo la vita. Se preferisci rimandami da zia, le cose cambieranno poco anche in quel caso.»
Sento la voce farsi acuta e comincio a ridere convulsivamente abbassando la testa e portandomi il cappello dell’Obey sugli occhi. Alzo la testa poco dopo e riesco solo a sentire la porta sbattere violentemente, tanto che cade uno dei quadretti appesi al muro, non so quale ma  è l’ultima cosa che mi importa in questo momento.
 Porto un fazzoletto davanti al volto in modo da coprire la bocca e tiro un urlo liberatorio.
Mio padre non ha mai avuto le palle di ammettere di aver sbagliato, come non ne ha mai avute per fare qualcosa per rimediare. Prima voleva sicuramente qualcosa, era troppo premuroso. Magari voleva gentilmente dirmi di trovarmi un lavoro ed un appartamento, tanto per lui sono come una qualsiasi estranea con cui ti scontri mentre ti alleni e non chiedi manco scusa.
Sposto gli occhi sull’orologio e noto che sono solo le sette di sera, poi abbasso lo sguardo sul piatto osservandolo con riluttanza. Ma vaffanculo, vado a farmi un giro.
Alzo il cappuccio della felpa, prendo la borsa ed esco di casa senza chiudere la porta a chiave; alcuni ragazzini idioti hanno messo in giro la voce che ci giri il fantasma di mia madre quindi nessuno osa avvicinarsi.
Forse papà voleva essere gentile con me per riallacciare i rapporti, magari voleva dirmi che un giorno i suoi soldi sarebbero passati a me, almeno spero presto, oppure voleva darmi il doppio dei soldi mensili, avrei comprato nuovo materiale e poi avrei conservato qualcosa per comprare dei vestiti nuovi.
«Ronnie?»
Magari ha trovato un tizio figo pieno di soldi con cui combinare un matrimonio. Tanto depressa non sono da non pensare ai ragazzi. Forza Ron, spara qualche cazzata per non pensare a quell’essere.
«Ronnie, ma non doveva venire tuo padre? Insomma, mi hai lasciato dicendomi che veniva e ora giri da sola con la possibilità di essere molestata o rapinata.»
Certo che anche Zayn non è male. Non l’ho mai visto nudo ma secondo me ha un bel fisico sotto quei felponi. Poi ha degli occhi in cui puoi perderti tanto che sono profondi, come quei pozzi in cui vengono ritrovati i cadaveri.
«E diciamocelo, nessuno vuole che succeda qualcosa del genere. Te sei una bella ragazza se mostri il volto e ci sono un sacco di pervertiti in giro.»
Zayn. E’ figo avere qualcuno a cui pensare, qualcuno che ti aspetta fuori scuola per entrare insieme e che ti cerca a pranzo. Qualsiasi altro ragazzo come lui non si sarebbe avvicinato a me. Ma forse solo perché è nuovo, poi troverà anche lui la sua puttana bionda ossigenata.
«Zayn..»sussurro con occhi sognanti.
 «Si Ronnie, che c’è?»chiede qualcuno accanto a me. Sobbalzo e volto la testa di scatto trovandomi Zayn che cammina accanto a me.
 «Zayn? Che ci fai qui?» dico saltando indietro quasi spaventata.
 «Ma se stiamo parlando da un po’?»
Il moro aggrotta la fronte e si gratta la testa poi rido spingendolo e prendendolo a braccetto come ho visto  fare in alcuni film sui Teenagers e continuo a camminare.
 «Lascia perdere Malik, ho voglia di un kebab, che si fa?» sorrido guardandolo divertita, ma allo stesso tempo impacciata, cosa che cerco di non dare a vedere.
«Be’, a casa mia ci sono le mie sorelle, che ne dici se andiamo da te?»chiede lui sorridendo maliziosamente e alzando un sopraciglio.
 «Fai la persona seria, ho fame.»
«Se insisti. –sospira fingendosi triste – Oggi se ti va finisco prima e andiamo a fare un giro, che ne dici?»
«Certo.»sorrido soddisfatta e insieme ci incamminiamo salterellando verso la kebabberia di suo zio in cui lavora.
 
«Buon giorno Ronnie.»urla un tizio alle mie spalle. Nonostante lo sento urlare e correre verso di me pigio sul pulsante ‘play’ del mio ipod e continuo a camminare come se niente fosse verso l’aula di arte con in mano il mio pranzo.
«Posso pranzare con te?» mi chiede Zayn affiancandomi e inclinando la testa per guardarmi in viso.
«Mama told me not waste my life, she said spread you wings my little butterfly.» canticchio non pensandolo.
«Che ti ho fatto adesso?»sbuffa lasciando cadere la testa all’indietro.
Entriamo nell’aula di arte con tutti gli occhi puntati addosso, logicamente per via del nuovo studente figo che passeggia accanto alla sfigata invisibile; devo ammettere che è più orribile di non essere cagata la sensazione di stare al centro dell’attenzione.
«Visto che non mi rispondi io resto qui.»sorride soddisfatto sedendosi di fronte a me e poggiando una busta sul banco.
Io senza guardarlo poso lo sguardo sulle unghie della mia mano laccate in nero e rovinate alle punte. Mi sa’ che non le sistemo da settimane.
«Che hai?»
«Can anybody hear me? I’m talking to myself… »canticchio ora ‘Astronaut’ dei Simple Plan aprendo il mio pranzo.
«Ti piacciono i Simple Plan?»chiede addentando una fetta di pizza probabilmente della sera precedente e annuisco sorridendo appena, tirando fuori dalla busta uno di quei pacchi di tramezzini che si comprano già pronti al supermarket.
«Canzone preferita?»chiede poi sputacchiando un pezzo di pizza masticato sul tavolo. Si da un colpo sul petto e butta giù ciò che rimane di quel morso per poi cominciare a ridere e attirare l’attenzione del prof che stacca il giradischi e ci osserva con le braccia incrociate.
«Ronnie, sono felice che hai un amico ma puoi chiedere al signor Malik di fare silenzio?»
«Lo scusi signor Houston.»alzo la mano per scusarmi e lui riprende a dipingere riattaccando con un vecchio disco di Bowie.
«La mia canzone preferita dei Simple Plan… bella domanda… minchia, non so rispondere. Te?»sussurro per non farmi sentire dal prof, finalmente guardandolo negli occhi.
«Anche per me è complicato.. Summer Paradise è bella.»
Un classico, una dei tormentoni dell’estate.
Sorrido  e comincio a mangiare un tramezzino ai gamberetti. Non so nemmeno perché li ho comprati visto che solitamente mi sento male, ma dettagli.
«Prima erano le Little Mix?»chiede cercando di sostenere una conversazione.  Annuisco.
«Non sei una persona a cui piace parlare, giusto?»faccio no con la testa mandando giù l’intero tramezzino per poi tirare fuori dalla scatola il secondo.
«Ma oggi faccio un’eccezione dai – sorrido di nuovo alla Stewart – Com’è andato il secondo giorno?»
Lui mi sorride felice di questa mia reazione e prende aria come per cominciare un lungo discorso. La vedo brutta. «Sono arrivato presto ma non ti ho vista quindi non mi sono trattenuto in cortile e sono andato subito in classe di trigonometria. Lì c’erano meno di una decina di ragazzi e si sono mostrati molto disponibili. Delle ragazze mi hanno invitato a vedere l’allenamento delle Cheerleaders dopo la fine delle lezioni, ma non mi va di andarci da solo, – si interrompe e mi indica – quindi tu verrai con me. Poi..»
«Aspetta un attimo, io non vado da nessuna parte.» lo fermo tossendo, l’acqua di traverso è una cosa orrendo visto che dopo ti esce dal naso. Lui si ferma a guardarmi con un sopraciglio alzato, poi addenta la fetta di pizza e continua a parlare come se niente fosse. «Poi ho incontrato di nuovo una quelle ragazze di ieri, che oggi aveva un top niente male devo dire, che mi ha invitato al cinema. Io le ho chiesto il suo numero, poi la chiamo ma se ci vado mi servono consigli su come vestirmi..»
«Ti rendi conto che mi stai parlando solo delle troie che ti hanno fatto un chiaro invito per fare sesso?»sbraito buttando giù il secondo tramezzino, scocciata dalla sua lista di ragazze che lo hanno invitato di qua e di là. Sono una femmina, porca putty, non l’amico con cui misurare il pene.
«Be’ –comincia lui scioccato dalla mia reazione, in effetti ha ragione … nah – non sono tutte così. Non possono essere tutte così le ragazze carine in questa scuola.» si gratta la testa abbassando il tono di voce per via del professore.
«Si, scusa, ti aiuterò volentieri per l’appuntamento.»
Trattieni la voglia di prenderlo a calci. San Crispino, aiutami tu.

__________________________________________________________________________________________
Buona sera belle.
Oggi sarò breve perchè mi scoccio di scrivere mentre mia sorella mi tira i capelli per addormentarsi, quindi........
La storia non va. Ringrazio infinitamente horanssushi che recensisce ogni capitolo ma per una sola recensione a capitolo non so se vale la pena continuare, vorrei anche altri pareri. Quindi moolto probabilmente cancellerò la storia se rimane "vuota".
Scusate eventuali errori e buona notte c:<3
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: demsstrength