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Autore: Fiamma Erin Gaunt    27/07/2013    1 recensioni
Si preannuncia un anno movimentato per gli studenti di Hogwarts. Messaggi inquietanti che turbano la quiete delle vite degli allievi del sesto e settimo anno; segreti svelati e una caccia all’uomo nel tentativo di scoprire chi è che li conosce così bene e, soprattutto, come fa a sapere ciò che sa. Quando poi ci scappa anche il morto… bè, diventa evidente che il gioco è ben più pericoloso di quanto pensassero. 'Cause two can keep a secret If one of them is dead.
N.B. Liberamente ispirato a Pretty Little Liars.
Genere: Generale, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Dorcas Meadowes, Evan Rosier, I Malandrini, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Reality Bites me 1x04

 

Un capannello di curiosi si era radunato intorno alla bacheca nell’ingresso principale. Gli studenti sgomitavano per cercare di farsi spazio e apprendere la novità del momento e, quando riuscivano ad avvicinarsi abbastanza, rimanevano impalati per un paio di secondi e poi cominciavano ad esibirsi nelle più svariate reazioni: le ragazze ridacchiavano con il tono di chi si trova davanti un succoso argomento di gossip, i ragazzi invece avevano dipinto sul volto un curioso misto tra incredulità e disgusto.

- Che succede? – domandò Lily, giunta nell’atrio proprio in quel momento, al suo fianco aveva le immancabili Dorcas e Mary.

- Pare che siano le foto compromettenti di due ragazzi. – replicò la vocetta di una bambina del secondo anno, Grifondoro anche lei.

- Bè, mi spiace per loro, ma sono contenta che finalmente tutta la scuola abbia trovato qualcun altro su cui riversare la propria sete di pettegolezzi. -

La rossa rivolse un’occhiata contrariata all’amica.

- Mary, proprio perché ci sei passata, dovresti mostrarti più indignata. –

La McDonald si strinse nelle spalle: - Infatti sono indignata, Lils, ma non per questo la smetteranno di chiacchierare. –

Lily annuì cupamente, in fin dei conti aveva ragione, in quella scuola sembrava che nessuno riuscisse a farsi gli affari propri.

- Dearborn, allora è per questo che ti atteggi tanto a macho? È tutta una recita per nascondere il fatto che sei un… -

Mulciber, notando l’ingresso dei due ragazzi che erano oggetto delle foto osè che erano state affisse nell’atrio, non si lasciò sfuggire l’occasione per provocarlo. Tuttavia non riuscì a finire la frase perché un preciso e fulmineo montante lo colpì sotto il mento, facendogli scattare la testa all’indietro con un che che ricordava vagamente uno di quei clown a molla che sbucavano dalle scatole giocattolo dei bambini. Nell’istante stesso in cui il Serpeverde veniva colpito, Avery e Nott si affiancavano all’amico, pronti a prendere parte allo scontro. La folla osservava la scena con pacato interesse: Dearborn era un duro, ma i Serpeverde erano in tre, avrebbero sicuramente avuto ragione di lui.

- Insomma, perché nessuno fa niente? Separateli! – esclamò Lily, cercando di mettersi in mezzo per separare i combattenti.

Mary e Dorcas la tirarono via: - Non essere sciocca, non vorrai rischiare di essere colpita. –

- Che succede qui? –

La voce roca di Rico si levò alta sopra il clamore dei colpi e gli incitamenti degli schieramenti delle due fazioni della rissa. Persino i diretti interessati smisero di picchiarsi: Mulciber aveva il naso rotto e un paio di denti si erano scheggiati, Caradoc sfoggiava un labbro gonfio e un taglio all’altezza dello zigomo destro, gli altri due a parte qualche lieve contusione stavano bene.

Evan approfittò di quel momento di calma per avvicinarsi alla bacheca e osservare il motivo dello scontro.

- È per questo, cugino. –

Degnò le foto appena di un’occhiata, poi le bruciò con un colpo di bacchetta.

- Non vedo nulla. Voi quattro piantatela di fare gli idioti e, per quanto riguarda tutti gli altri, il prossimo a cui sentirò dire anche una sola parola sulla faccenda se la vedrà con me… Ora sparite! - 

Gli studenti si diradarono in fretta, ognuno riprese la direzione che aveva intrapreso prima di quel parapiglia e i tre compagni di Casa lo guardarono con aria incredula.

- Difendi quel finocchio? – esclamò indignato Mulciber.

Mary emise uno sbuffo indignato: quell’idiota non le era mai piaciuto, ma sembrava non perdere occasione per confermare sempre più l’opinione che aveva di lui.

- Sono abbastanza sicuro che non ti abbia gonfiato solo perché gli andava di farlo… ora sparisci, ho visto per troppo tempo la tua brutta faccia, e lo stesso vale per voi due. –

- Non ti facevo amico dei Grifondoro, per di più di uno così, non sapevo fossi un cuore tenero. –

- Ti avviso, Mulciber, il mio pugno sta gridando a gran voce di finire ciò che Caradoc ha iniziato, non provocarmi. –

Mason, intuendo che il compagno di Casa era mortalmente sincero, prese sottobraccio l’amico e lo trascinò di peso verso la scala che conduceva ai sotterranei, Nott veniva dietro di loro.

- Avrei potuto cavarmela da solo. –

Rico sbuffò sarcastico: - Figurati, Caradoc, non c’è alcun bisogno che mi ringrazi… No, sul serio, smettila con tutto questo riconoscimento, mi metti in imbarazzo. –

Il Grifondoro abbassò lo sguardo, imbarazzato. Doveva ammettere che non avrebbe mai pensato che Rico Wilkes, lo stesso ragazzo che si divertiva a mettere in ridicolo e ad attaccar briga con chiunque non gli andasse a genio, avrebbe mai preso le sue difese. Era sorpreso, piacevolmente sorpreso.

- Forza, Dearborn, Madama Chips dovrà darti un’occhiata. Senza offesa, ma hai un aspetto disgustoso. – intervenne Evan, poggiandogli una mano sulla spalla e dirottandolo verso l’infermeria.

- Oh, ma non centra nulla la rissa, quella è proprio la sua faccia… è sempre stato così. – scherzò Rico, ricevendo in risposta un pugno amichevole sulla spalla.

Lily e le ragazze li osservarono allontanarsi così, ridendo e scherzando come se fossero amici di vecchia data e non avessero fatto che quello da quando erano nati.

- Da quando in qua quei tre sono amici? –

- Non credo che la loro sia proprio amicizia, non come la intendiamo noi almeno, penso che siano affinità caratteriali e poi, bè non saprei. – la corresse Dorcas.

- Rispetto. L’ho notato anche durante le partite di Quidditch, provano rispetto reciproco, indipendentemente da quale sia la Casa d’appartenenza. –

Guardarono Mary con sorpresa: quella ragazza aveva una capacità di capire i rapporti umani che molto spesso le lasciava senza parole, sembrava quasi in grado di leggerti dentro.

- Sai, credo che tu abbia proprio ragione. – decretò Lily, poi tutte e tre tornarono verso il loro dormitorio. Forse, se avessero fatto in fretta, sarebbero riuscite a farsi la doccia e andare a cena ad un’ora decente, tanto per cambiare.

 

 

 

 

 

 

********

 

 

 

 

 

Charis sedeva sui gradini della Guferia, aveva tra le mani una lettera e la rigirava con aria assorta. Non sapeva se aprirla o meno; da un lato avrebbe finalmente scoperto se i suoi sospetti erano fondati, ma dall’altro quelle poche righe avrebbero potuto stravolgere la sua vita in modi che ancora erano fuori dalla sua comprensione. Sbuffò, insomma si stava comportando come una sciocca Tassorosso, così non andava per niente bene! Tolse il sigillo di ceralacca del San Mungo e ne estrasse il foglio di pergamena, la mano che le tremava leggermente mentre scorreva con lo sguardo quelle righe compilate in modo ordinato. Tanta cura e attenzione contrastavano incredibilmente con il contenuto assurdo di quella missiva. L’accartocciò e la gettò nel cestino, incastrando la testa tra le ginocchia e cercando di imporsi di non scoppiare a piangere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Lo so, sono cattiva e voi mi odiate perché vi ho lasciato con la suspance sul contenuto di quella lettera, ma fidatevi l’attesa varrà la pena! Dunque, come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vogliate lasciarmi una vostra opinione. Al prossimo.

Baci baci,

                Fiamma Erin Gaunt

  
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