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Autore: Paper Town    28/07/2013    2 recensioni
Marta. Il suo compleanno e un fratello che è davvero una persona dolcissima. Lei ha un sogno che forse si avvererà. Una candelina e un desiderio che forse le cambierà la vita....
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 In quel momento un ricordo mi percosse la mente.
 
Flashback
 
Avevo solo 12 anni, Marco invece 15. I nostri genitori urlavano cercando di entrare nella stanza dove Marco ci aveva chiousi entrambi. Mi strinse fortissimo tappandomi le orecchie per cercare di coprire quel fastidioso rumore. Io avevo il viso esile sul suo petto già muscoloso cercando di rimandare indietro le lacrime che mi rigavano il volto quotidianamente.
 
‘Marco..’ lo chiamai indecisa e tremante come un piccola foglia percossa da una tempesta.
 
‘Sì piccola?’ chiese continuando a stringermi. Sentii un pugno sulla porta più forte del primo e sobbalzai stringendo la presa sul bacino di Marco.
 
‘Cosa credo che sia importante in una ragazza?’ chiesi stringendo gli occhi per cercare di estraniare dal mio mondo tutte le urla che provenivano da fuori la porta.
 
‘Il suo sorriso… credo che se una ragazza abbia un bel sorriso sincero e una risata dolce ma allo stesso tempo coinvolgente, quella ragazza sarebbe una ragazza meravigliosa.’ Disse mentre con un braccio mi stringeva a sé e con l’altro mi accarezzava i capelli.
 
‘Quindi io sono brutta?’ chiesi. Non sorridevo mai. nessuno mi aveva mai rivolto la parola. Nessuno mi si avvicinava mai. forse pwer i lividi sempre presenti su tutte le mie gambe, braccia e guancia, forse per il mio aspetto molto diverso da quello della bella dodicenne. Fatto sta che nessuno mi si avvicinava mai, solo Marco, lui era il mio tutto.
‘Non dire mai più una cosa del genere! Perché dovresti essere brutta?’ disse rimproverandomi ma tenendo sempre il tono calmo. Un altro pugno contro la porta. Sntii il legno che tra poco si sarebbe di sicuro rotto. Per questo motivo mi strinsi ancora di più a mio fratello che non esitò a fare la stessa cposa e a trasmettermi un po’ di calore, un po’ di amore. Amore,che parola strana. Nessuno me lo aveva dato, a parte lui. I miei genitori mai mi avevano amato, sin dal primo momento.
 
‘Perché non sorrido mai, non rido mai…’ dissi mentre le lacrime adesso si rincorrevano lungo le mie guance solleticandomi appena le gote.
 
‘Tu sei bellissima, ricordalo sempre. Sei intelligente, ricordalo sempre. Sei determinata, ricordalo sempre. Se vuoi una cosa le ottieni, ricordalo sempre. Ricorda sempre che io ci sarò per sempre per te.’ disse stringendomi. In quel momento la porta si ruppe lasciando libero spazio a nostro padre di entrare.
 
‘Vieni qui stronza!’ urlò avvicinandosi velocemente e buttando Marco di lato. Mi prese i capelli e io emisi un grido acuto. Marco balzò in piedi e corse a prendere il braccio di mio padre che stava per arrivire sul mio viso. Arrivò a destinzione dato che Marco era forte, ma non così tanto da sovrastare mio padre. Venne lasciato nel bagno a dare pugni contro la porta mentre io piangevo cercando di liberarmi, ma senza alcun risultato. Avevo paura. Mi portarono in cucina e mi buttarono per terra su tantissimi vetri rotti. Le ginocchia si tagliarono come le braccia. Ricevetti uno schiaffo sonoro in faccia che riecheggiò in tutta la casa e che mi fece stendere per terra.
 
‘Vi prego! Lasciatemi stare! Non ho fatto nulla!’ dissi piangendo mentre continuavo a ricevere calci potenti nello stomaco. Volevo scomparire. Volevo avere qualcuno a cui interessassi davvero. Volevo solo l’amore.
 
‘Zitta stronza!’ urlò mia madre. Perché mi maltrattavano? Perché non gli piacevo? Perché al mondo non c’era una persona, una sola, a cui piacessi davvero non per quello che il mio corpo aveva da offrire, ma per quello che il mio cuore poteva offrire? Volevo solo questo.
 
‘sei la peggior disgrazia della nostra vita.’ Dissero. Con quelle parole le lacrime uscirono ancora di più, sempre più prepotenti. Sembrava che volessero lacerare l’anima. Potevo sentire il mio cuore sempre più rotto e i suoi pezzi minuscoli girare per il mio corpo depositandosi in angoli remoti, come se fossero in uno sgabuzzino, come se nella mia vita non sarebbero più serviti. Come ogni cosa inutile e che non serve più le cose vengono buttate e dimenticate. Questo era il mio cuore. Sentii delle braccia calde, rassicuranti e conosciute avvolgermi il corpo.
 
‘LASCIATE STARE MIA SORELLA!’ Urlò Marco. Stringeva lievemente il mio corpicino coperto di sangue secco e fresco. Venne picchiato anche lui. In quel momento ancora volli morire. Se io non fossi esistita, probabilmente Marco non sarebbe stato picchiato e la sua vita poteva ancora avere un significato, una piega diversa. Per colpa mia veniva picchiato.
 
‘Andate via tutti e due! Non vi voglio più vedere!’ urlò a denti stretti. Marco si alzò e mi prese in braccio stando attento a non stringere molto intorno ai tagli. Si incamminò verso la porta di casa e prima di uscire mi diede un bacio sui capelli. Io mi reggevo sempre di più alla sua maglia che era sporca del mio sangue e delle mie lacrime.
 
‘Mai più accadrà una cosa così.’ Disse. Dopo di questo non ricordo più nulla.
 
Fine Flshback
 
SPAZIO DELLA PAZZA
Ehi! Ciao belle pimpe! Allora… scusate per l’enorme ritardo… vi devo dire una cosa assurda… mentre scrivevo la storia l’ho cancellata e quindi devo scrivere i capitoli sul momento e forse aggiornerò un giorno si e uno no… spero di farcela ma non so… vi terrò aggiornate… comunque… qui abbiamo un altro pezzo dell’infansia di Marta e Marco che, come potete vedere, non è tutta rose e fiori. Chiunque vuole lasciare una recensione è il benvenuto! Adesso vado bacioni!
Manu xx
   
 
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