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Autore: Samurai Riku    28/07/2013    1 recensioni
La fanfic Yon-nen mae ni... (quattro anni prima...) è il prequel di questa storia; detto questo, non è indispensabile averla letta, ma potrebbe chiarire qualche piccolo punto contenuto in questa nuova fanfic.
Per chi mi segue, e si è domandato come sia finita la samurai Riku Komatu nel mondo di Gintama, signore e signori, ecco finalmente la spiegazione!!
La giovane samurai fa ritorno a Edo, e dovrà riconquistarsi un posto nell'amata città in cui è cresciuta, tra difficoltà, nuove conoscenze più o meno piacevoli e piani terroristici, il tutto nel classico stile comico, ma anche un po' introspettivo, di Gintama.
Genere: Azione, Demenziale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Gintoki Sakata, Kagura, Nuovo personaggio, Shinpachi Shimura
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAP 2: Puoi trovare una grande fortuna anche nella sfiga più nera, apri gli occhi e guarda bene!

Parcheggiò in un vicoletto laterale, poi lo seguii sulla scala esterna che portava al primo piano dell’abitazione. Salendo i primi gradini riuscii a sbirciare dalle porte aperte il locale al piano terra; sembrava un posto accogliente, l’insegna diceva «Otose snack’s bar », e subito sopra v’era l’insegna dell’agenzia tuttofare di Gintoki.
Aprì la porta d’ingresso scorrevole ed entrò a gran voce -Sono tornato!!-
Ci levammo le scarpe, e di nuovo lo seguii dall’ingresso al soggiorno senza dire una parola.
-Ah, finalmente! Ce ne hai messo di tempo!- lo rimproverò il ragazzo seduto su uno dei due divani che adornavano la stanza, assieme ad un basso tavolino tra i due, una televisione, una scrivania ingombra di giornali e riviste e un armadio a muro.
-Comprato sukonbu, Gin?!- irruppe la ragazzina, seduta sull’altro divano.
Ah, giusto… c’era un enorme cane bianco che dormiva davanti alla scrivania… troppe emozioni tutte assieme per stupirmi anche di questo.
Gintoki posò il sacchetto della spesa sul tavolino e la ragazzina iniziò subito a frugarci dentro cercando le sue alghe sott’aceto. Ma come può mangiare una cosa tanto aspra?!
-Sì, ho preso tutto!! E scusate, ho avuto un contrattempo…- disse, massaggiandosi i muscoli del collo.
-Un contrattempo? Nh…?- solo allora il ragazzo occhialuto mi notò -E lei chi è?-
-Il contrattempo.-
Salutai sorridendo e facendo un piccolo inchino -Buongiorno!-
-Riku, loro sono i miei assistenti, Shinpachi Shimura e Kagura. E il bestione laggiù è Sadaharu. Ragazzi, lei è Riku, starà qui per un po’!-
-Non voglio crearvi disturbo…-
-Macchè, non preoccuparti!- disse subito Shinpachi -Se hai bisogno di qualcosa sei nel posto giusto, noi dell’agenzia tuttofare risolviamo i problemi della gente!-
-Sì, Gin si è già pubblicizzato abbastanza! Sei molto gentile Shinpachi, grazie.-
-Tu in qualche guaio?-
Guardai la ragazza, Kagura -Be’, diciamo di sì…-
-Fa come se fossi a casa tua.- Gin andò a sedersi alla scrivania -Da quella parte ci sono la cucina e il bagno, la stanza alla giapponese dove di solito dormo…- di solito…?! -con armadi e cassetti vari per lasciare il tuo bagaglio, insomma mettiti comoda!-
Abbozzai un sorriso tirato -Grazie Gin, non disturbarti tanto!-
-Se resta ospite qui dove dorme? Nella mia camera nn c’è spazio!!- ebbe da ridire Kagura.
-Oh, il divano andrà benissimo!! Davvero!-
-E poi camera tua è l’armadio, come puoi pretendere che ci sia altro spazio!!- obiettò Gin -E comunque, in caso la mia stanza è spaziosa… e anche il futon!- aggiunse con un sorrisino.
……… eh?
Cosa vorrebbe dire con questo?? È peggiorato in questi anni!!
-Gin, non fare il maniaco!! Non permetterò che una ragazza rimanga da sola nella stessa stanza con te!!- disse Shinpachi fulminandolo con lo sguardo. Lui si che è un bravo ragazzo, si vede!
-Quante storie, stavo scherzando!! Non si può nemmeno scherzare adesso?!- rispose Gin.
Certo che… rispetto a quattro anni fa sembra una persona totalmente diversa. Così aperto, spontaneo, senza freni… anche se sotto questi modi così alla buona rivedo sempre l’altruismo disinteressato e il velo di malinconia sul suo sguardo.
Mi sedetti sul divano accanto a Shinpachi -Allora… com’è la vita dei tuttofare?- chiesi incuriosita.
Shinpachi prese la tazza di thè verde che era posata sul tavolino e ne bevve un sorso -Triste, polverosa e amara.-
… Non era certa il genere di risposta che mi aspettavo.
-Paga bassa e Gintoki non paga l’affitto!!-
-… oh…- spostai lo sguardo sul mio amico -Gli affari non  vanno bene, eh?-
Alzò le spalle -Si tira avanti! Piuttosto… non mi hai ancora detto perché la polizia ti dava la caccia.-
Mi ritrovai gli occhi di Kagura e Shinpachi puntati contro -La polizia?!-
Esternai uno dei miei sorrisi migliori -È davvero una storia buffa, sapete? Ehehehe, davvero, davvero divertente!!-
Prima che potessi dare una spiegazione il programma che davano alla televisione si interruppe lasciando spazio ad una voce maschile che si presentò come un giornalista in onda per un servizio speciale «… ci è appena giunta agli studi la notizia che tre generali Inui sono stati assassinati questa mattina davanti al locale ‘dojo del piacere’. Le videocamere a circuito chiuso del locale hanno ripreso tutta la scena e si vede chiaramente una donna… sì, cari telespettatori, una donna che attacca i generali con una spada uccidendoli sul colpo.»
…. ma guarda…. sono in tv.
«La samurai, dopo aver compiuto l’efferato crimine, è fuggita- continuò il cronista -e alcuni testimoni hanno dichiarato alla polizia di averla vista scappare a bordo di uno scooter guidato da un uomo dal kimono bianco. Attualmente la Shinsengumi è sulle sue tracce, se avete informazioni vi preghiamo di contattare il numero…»
Di nuovo mi stavano fissando tutti in silenzio.
-Ehm… posso spiegare…-
-Sei una pazza criminale!!!- sbraitò Gintoki.
-Non sono una criminale!! E non sono nemmeno pazza!!-
-Ah no?! E come la definiresti una che ammazza a sangue freddo tre Amanto?! Generali, per di più!! Qui scappa l’incidente interplanetario e io sono tuo complice!! Credono che sia tuo complice!!-
-Che ne sapevo io che erano tre generali!! Mi hanno importunata! Ti rendi conto che mi hanno proposto di lavorare in quel bordello!?-
-E c’era bisogno di ucciderli??-
Mentre mi lasciavo prendere dall’irrazionalità di Gintoki e iniziammo a gridarci contro, Shinpachi pareva sconcertato -Diamo rifugio ad una pseudo-terrorista… finiremo di nuovo nei guai.-
Al contrario di Kagura che pareva entusiasta -Riku, tua mossa è stata perfetta!! Hai colpito tutti e tre con un sol colpo, forte!!-
-Grazie Kagura!- le sorrisi -Mi sono allenata tanto in questi anni!-
-Adesso lo sa tutto il mondo!!- gridò Gin -E tu non darle corda!!-
-Dovresti essere felice dei miei progressi, Gin!-
-Ti pare che sia felice!? Eh??-
Shinpachi si alzò, frapponendosi fra me e Gintoki -Va bene, adesso calmatevi. Gridarsi contro in questo modo non serve a niente. Di Gin hanno detto solo che guidava uno scooter e indossa un kimono bianco, non sarà certo l’unico in tutta Edo. Per fortuna aveva il casco, così nessuno lo ha riconosciuto.-
-Che vorresti dire, Shinpachi? Sono riconoscibile solo per i miei capelli? Ehi, rispondimi!-
Il ragazzo lo ignorò -Quindi ce ne staremo buoni finchè non si sarà calmata la situazione e poi vedremo cosa fare.-
-Bel piano Shinpachi, si vede che sei un ragazzo sveglio!- mi complimentai.
-Grazie!-
-Non lasciarti ingannare da occhiali, lui solo zucca vuota!- mi sussurrò Kagura.
-Sta zitta!!- inveì Shinpachi.
Li lasciai lì a discutere defilandomi nella stanza alla giapponese che Gin mi aveva indicato per sistemare il mio piccolo bagaglio. Certo che s è trovato proprio due assistenti strani! L’importante è che stia bene, e che abbia deciso di aiutarmi… anche se me lo ricordavo leggermente meno maniaco, ma va be’. Pare proprio che non possa fare a meno del suo aiuto.
Mi inginocchiai sul tatami, di fronte all’armadio a muro, aprendo la mia sacca. Lo scorrere della porta della stanza alle mie spalle che si chiudeva mi vece voltare, e vidi Gintoki venirmi incontro.
-Uff, che casinisti!- commentò.
-A me sembrano simpatici e vivaci!-
-Sono assillanti!! Ma sì… anche simpatici.- ammise infine, inginocchia dosi accanto a me -Usa pure questo cassetto.-
-Grazie.- lo guardai, indecisa se parlare o meno -Sai… non vorrei incasinarti la vita…-
-Riku, scoprirai che la mia vita è già incasinata.- sentenziò -E poi, così siamo pari!- sminuì alzando le mani e sorridendo.
-Oh, tu anni fa hai fatto molto per me! Sai che sono diventata davvero brava con la spada?! Sono un vero samurai!!- esclamai tutta esaltata, sentendomi come se fossi tornata la quindicenne che aveva conosciuto, che si entusiasmava per ogni cosa.
-Me ne sono accorto dal triplice omicidio.- disse guardandomi malissimo -Piuttosto, i tuoi come se la passano? Il vecchio è schiattato?!-
Gli diedi una spinta -Gintokiii!!! Non sono cose da dire, e mio padre sta bene!-
Lui sbuffò, incrociando le braccia al petto con espressione offesa. E dire che dovrei essere io quella offesa!
-Ora lasciami sistemare le mie cose!-
-Ti do una mano, così ti dimostro che sono un bravo ragazzo!- disse con un sorrisetto da, appunto, bravo ragazzo, che mi fece ridere di rimando.
-Tu sei tutto strano!!-
Gin prese la mia sacca -Ti ci sono voluti tutti questi anni per capirlo?- chiese con ironia infilando le mani nella sacca e tirandone fuori la mia biancheria intima -…… ops.-
-Bravo ragazzo un corno!!- gli diedi un pugno in testa e mi ripresi tutto.
-Ahio!! Non l’ho fatto apposta!!-
-Giù le mani!!-
-Non volevo!!-
-Maniaco!!-
Aaaah… sapevo che non era stato intenzionale, ma era una scena troppo divertente! Ehehe, povero Gintoki, ma se l’è cercata, così impara a parlar male di papà! Si sono scontrai spesso in passato, ma è sempre mio padre. Chissà come reagirebbe se gli dicessi che ho incontrato Gin, e vivo proprio in casa sua… mh, probabilmente verrebbe a prendermi con la forza, e lui e Gin farebbero a botte.
No, non glielo dirò mai.


Quella sera decisi di guardarmi un po’ intorno, e incuriosita dall’insegna vista in mattinata; scesi le scale esterne della casa, entrando nello snack bar.
Era un ambiente piacevole, ben tenuto, anche se non troppo sfarzoso; contro una parete c’erano allineati i tavoli rotondi, protetti dalle panche imbottite con tessuto viola; sull’altro lato vi era il bancone, munito di sgabelli e gli facevano da sfondo scaffali colmi di bevande e alcolici.
Il caldo sentore di sakè e fumo mi avvolse appena varcai la soglia.
-Buonasera.- salutò cordialmente la donna anziana dietro al bancone, dopo aver spirato del fumo dalla sigaretta.
Notai anche una ragazza in kimono verde servire due uomini ad un tavolo.
-Salve.- mi avvicinai al bancone.
-È insolito vedere una ragazzina nel mio snack bar, di solito ho una clientela ben diversa.-
-Oh no, no, a dire il vero ero solo incuriosita dal locale!- mi affrettai a dire con un sorriso -Sono ospite al piano di sopra, mi chiamo Riku Komatsu.-
-Io sono Otose.- si presentò lei, poi spense il mozzicone nel posacenere -Sei un’ospite di Gintoki, eh?-
-Sì… siamo vecchi amici.-
Otose rimase in silenzio ad osservarmi… e la cosa mi preoccupava al quanto -Gli hai regalato qualcosa, per caso?-
La domanda mi prese in contropiede -… eh? Ehm… gli diedi uno yukata, ma più di quattro anni fa. Perché?-
Lei accennò un sorriso -Mpf, allora tu sei quella che ha raccattato quel disgraziato dalla strada prima di me. Non voleva liberarsi di quel vecchio straccio!-
-Davvero? Ce l’ha ancora?!- chiesi con parecchio entusiasmo, piacevolmente stupita di questo.
-Credo proprio di sì.-
Non riuscivo a togliermi quel sorrisetto un po’ tonto dal volto. Gli diedi quel vecchio yukata la prima volta che lo incontrai, al tempio, una mattina che andai a ritirare qualche abito che i più benestanti avevano dato in beneficienza. Allora era davvero importante per lui…
-E come ogni amico di Gintoki che si rispetti hai problemi con la legge.- riprese Otose.
La guardai in silenzio, dando poi una testata al bancone -Finirò in galera!!!-
-… che pensiero drastico.-
La voce di Shinpachi mi fece alzare lo sguardo, ritrovandomi il ragazzo in piedi accanto a me -Ah, sei qui Riku! Volevo salutarti, torno a casa da mia sorella!-
-Buona serata, Shinpachi.-
Fece un sorriso tirato e cinico -Sarà buona se mia sorella non cucina… ma qualcosa non va? Gin ti ha fatto qualcosa, Riku?- si premurò poi vedendomi così giù di morale.
Ma danno sempre automaticamente la colpa a Gin?
-No, lui non c’entra.-
-Ha paura di finire in galera.- rispose Otose per me.
-Oh, tutto qui?-
Mi alzai guardandolo più che perplessa -Non mi pare una cosa da nulla!!-
Di tutta risposta Shinpachi mi sorrise -Non hai niente di cui preoccuparti, Riku! Non finirai in prigione, e se dovesse accadere, ti tireremo fuori in un lampo!- vedendo la mia espressione sempre più confusa e ben poco rassicurata continuò -Adesso sei affidata all’agenzia tuttofare e non c’è nulla che non possiamo risolvere!-
Sembrava davvero convinto e sincero, e dopotutto né lui né Kagura si erano opposti alla decisione del loro capo di aiutarmi.
-E poi, conosci Gintoki, no? Quando si mette in testa una cosa non c’è verso di dissuaderlo!-
Otose annuì alle sue parole.
-Sì…- sorrisi -È davvero cocciuto, ma anche io ho la testa dura!- non potei fare altro che sorridere.
-Ti aiuteremo noi in qualche modo, e non preoccuparti se non puoi pagarci.-
-E il mio affitto chi lo paga?!- obbiettò Otose, guardando male il ragazzo.
Io spostai lo sguardo dalla donna a Shinpachi -Non riuscite a pagare l’affitto?-
-Diciamo che abbiamo qualche difficoltà. Non guadagniamo molto, e spesso quel poco che abbiamo Gin lo sperpera in alcol, al pachinko o per le copie di Jump!!- sbottò.
-… COSA?!- no, no, no, cos’è successo in questi quattro anni?!
-Ti meravigli così tanto, Riku?-
-Sì!! Gintoki non è così irresponsabile!!-
Dopo la mia brillante affermazione mi risero in faccia…
-Scusa, ma che Gin hai conosciuto?! È l’uomo più irresponsabile e sfaticato che esista!!-
-… ma… era più retto quando stava in strada!!- continuai la mia presa di posizione in difesa del mio maestro di spada.
-Allora lo sfratto, così torna responsabile!- esclamò Otose.
-Comunque grazie per il supporto al mio crimine…- dissi congedandomi -Ora vado a fare due chiacchiere con il fannullone!-
-Se hai bisogno di qualcosa puoi sempre venire qui, Riku. Mi sembri una brava ragazza.-
-Grazie signora Otose.- sorrisi, grata per la disponibilità e la gentilezza di queste persone. Forse non tutti gli abitanti di Edo si sono lasciati corrompere dalla frenesia della vita moderna.
Sentii una mano toccarmi il sedere, e mi voltai di scatto afferrando per un braccio l’uomo, ribaltandolo a terra dopo avergli assestato una ginocchiata in mezzo alle gambe -GIÙ LE MANI, PERVERTITO!!!-
-Waaaaah!!- Shinpachi scattò di lato lanciando un grido isterico.
La signora Otose non batté ciglio, come se facesse tutto parte della routine, e mi venne seriamente da pensare che fosse proprio così -È vivo? Chatrine, scaricalo fuori.-
La cameriera dal kimono verde e con le orecchie da gatta si avvicinò all’uomo stramazzato a terra e trascinandolo per le gambe se ne uscì dal locale -Bel colpo ragazzina!-
Mi spolverai le mani soddisfatta -La prossima volta ci penserà due volte prima di allungare le mani!!-
-… voglio proprio vedere cosa succederà quando sarà Gin ad allungare le mani…- disse il ragazzo tra sé e sé.
-Cosa, Shinpachi?- lo guardai sorridendo.
Lui alzò le mani minimizzando la cosa -Nulla, nulla!! Be’, io vado a casa, mia sorella mi starà aspettando, ci vediamo!- corse fuori con tutta fretta.
Salutai Otose e Chatrine, che avevano caricato l’ubriacone inopportuno su un taxi, e salii le scale per l’agenzia tuttofare.
Appena entrai in casa Kagura mi passò davanti con una gigantesca ciotola ricolma di riso e qualche salsa -Ciao Riku!-
-… ciao.- indicai tentennante la ciotola -Cena…?-
-No, spuntino!- e tutta sorridente andò a sedersi davanti alla tv a mangiare.
Spuntino?! All’anima dello spuntino, non ha uno stomaco questa ragazza, ha una portaerei!! Comincio ad avere seri dubbi sul fatto che sia umana, non mi stupirebbe scoprire che appartenga a chissà quale razza aliena di campioni intergalattici di mangiatori a sbaffo.
Gintoki, stravaccato su un divano, le gridò dietro -Kagura!! E quello cosa sarebbe?! Hai svuotato il bollitore di riso!?-
-Due bollitori di riso!!- Rispose lei a bocca piena.
-CHE COSA?! E IO CHE MANGIO, EH?!-
Kagura alzò le spalle, ignorandolo, tornando a guardare la tv. Questa scena è veramente assurda e senza senso… Gintoki e Kagura sono veramente assurdi e senza senso.
Frustrato e irritato Gin sbatté a terra il volume di Jump che stava leggendo… un momento, Jump? Va be’… -AAAAH!!-
Gli andai vicino, tenendo le mani dietro la schiena e sporgendomi su di lui -Gintoki?-
-Nnnh?-
-Forse ho la soluzione!- dissi sorridendo.
Mi guardò con interesse -Sul serio?-
Annuii con convinzione.
Dopo aver preparato con discreto successo due porzioni di soba con ciò che mi ero portata da casa e qualche ingrediente recuperato dalla cucina, l’umore del mio amico migliorò di colpo. Mi ringraziò quasi in lacrime -Mia salvatrice!!-
-Sì, sì, non fare tutte queste scene e mangia! … nh?- mi ritrovai davanti Kagura con la sua ciotola vuota che mi guardava con occhi luccicanti.
-Posso assaggiare? Sembra molto buono!-
-Ma sei senza fondo!!- sbraitò Gin.
Nonostante le lamentele del samurai le diedi un po’ di brodo e spaghetti, non potevo dire di no a quel faccino!!
Lui mi guardò scioccato, a bocca aperta, come se avessi commesso chissà quale sacrilegio -Ti lasci abbindolare così, Riku?!-
Lo guardai di sottecchi -Disse l’uomo dedito ai fumetti!-
-E questo cosa c’entra?!-


Quella notte dormii sul divano, anche se devo dire che ‘dormire’ non è proprio il termine più corretto, dato che faticai non poco a chiudere occhio.
Mi rigirai per l’ennesima volta sbuffando, e tirando indietro la coperta. Lasciai scivolare la mano lungo il bordo del divano, a sfiorare la mia spada, posata lì a terra. Un contatto che mi da sicurezza, un punto saldo in questa situazione incerta. Anche se c’è un altro punto saldo in tutta questa storia…
Mi voltai, sbirciando nello spazio tra il cuscino e lo schienale del divano. Le porte scorrevoli della stanza alla giapponese erano socchiuse e uno spiraglio di luce lunare si proiettava sul tatami e sul futon, intrecciandosi con la luce proveniente dalla veranda su cui la stanza si affacciava.
Il silenzio aleggiava in tutta la casa, e potevo sentire il respiro di Gintoki attraverso le pareti in carta di riso… era la cosa più certa e sicura che avevo in quel momento. Non avevo una casa, non avevo un futuro. Preda di una città che non è più mia.
Però lui c’era. Nella stanza accanto, come anni fa quando dormiva nella camera accanto alla mia, mentre fuori nevicava.
Gintoki c’era sempre, e anche se è un po’ cambiato so di poter contare su di lui.
… come fanno a mantenersi se non riescono neanche a pagare l’affitto? Con quel cane, Sadaharu, che mangerà per mille e Kagura dallo stomaco senza fondo!!
Aaah… non voglio finire in prigione!
  
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