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Autore: Syryus90    28/07/2013    2 recensioni
dopo un incidente per salvare un bambino, Jack comincia a ricordare pezzi della propria nuova vita che aveva dimenticato.
Grazie ad un dente cadutogli nell'incidente e a Dentolina, accederà ai ricordi perduti.
Cosa avrà ricordato?
chi avrà ricordato?
cosa centrano un drago e un ragazzo vichingo?
se volete scoprirlo non vi resta che leggere ;)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jack Frost, Sorpresa
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles Of Winter Spirit '
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I guardiani sorvolavano il villaggio di Berk a bordo della slitta, il nemico stava avendo la meglio, l’intero villaggio credeva che Hiccup fosse morto, Stoik compreso; il dolore della perdita del figlio lo aveva portato ad agire di impulso, brandiva la sua spada roteandola caso per l’ira che provava.
I cavalieri di Berk, prima il punto forte delle difese del villaggio, ora erano solo dei ragazzini ricolmi di rabbia, avrebbero vendicato il loro compagno ad ogni costo; anche la morte.
La situazione era disperata.
Jack cercò con lo sguardo chi dei nemici avesse a presso Sdentato, così da liberarlo e far si che Hiccup potesse combattere; ma quando non lo vide il dubbio lo assalì, pensò che lo avessero ucciso.
Jack: Hiccup, dove è Sdentato? – gli chiese dall’ala destra della slitta sulla quale si trovava.
Hiccup: l’anno lasciato incatenato vicino al laghetto – disse indicando il bosco – dobbiamo liberarlo a tutti i costi – disse guardando Jack negli occhi.
Jack: reggiti – disse al vichingo mentre lo prendeva per la vita e lo portava fuori dalla slitta con se.
Hiccup: non di nuovo SOSPESOOOO – urlò impaurito stringendosi fortissimo a Jack.
Jack : ragazzi – disse girandosi verso i suoi amici guardiani – noi andiamo a recuperare il suo drago, voi in tanto dateci dentro – disse sollevandosi nel cielo.
Nord: Stai attento Jack – urlò dalla guida della slitta.
L’albino annuì e sfrecciò verso il bosco con tra le braccia Hiccup terrorizzato; volare senza un drago era un’esperienza completamente nuova per lui, terrificante.
Hiccup: per tutti gli spiriti del grande Odino – pregò nel panico.
Jack ridacchiò leggermente nel vedere il terrore del vichingo, il volo durò poco, i due vedevano già il laghetto all’orizzonte e sulle sue rive ghiacciate, videro la figura di sdentato.
Era bloccato da più file di catene, collegate ad una pedana di metallo battuto; liberarlo sarebbe stata un’impresa ardua.
Hiccup : Sdentato – urlò di gioia nel vederlo dall’alto.
Il drago nell’udire la voce dell’amico tirò su di scatto il muso in allerta, cercandolo con lo sguardo fin dove le catene glie lo permettevano.
I due atterrarono proprio dinanzi al drago che comincio a emettere dei lievi ruggiti di gioia nel vedere i due sani e salvi.
Hiccup: resisti bello – disse cominciando a tirare le catene con forza – ora ti liberiamo.
Jack si mise a tirare le catene con Hiccup, ma quelle non ne volevano sapere di spezzarsi, erano troppo spesse e resistenti.
Jack allora cominciò a guardarsi attorno in cerca di qualcosa con il quale romperle di netto.
In lontananza vide delle armi, cadute ai rinnegati durante lo scontro con lui il giorno prima; l’albino corse a prenderne una a caso, per poi tornare dal vichingo che stava cercando un punto debole nelle catene.
Jack: Hic, proviamo con questa – disse mostrandogli l’ascia che aveva in mano.
Hiccup: è perfetta – disse prendendola in mano e impugnandola deciso.
Sulla fila di catene che bloccavano Sdentato, ve ne era una con un anello di ferro battuto male; Hiccup sapeva che, facendo forza sull’apertura, l’anello sarebbe saltato.
Hiccup cominciò a colpire l’anello della catena con tutta la sua forza, ma non accadde niente, ci riprovò più e più volte, ma ancora niente; ogni suo sforzo era vano.
Jack allora gli propose di dargli il cambio, il vichingo annuì e mentre l’albino si preparava a colpire, lui tenne tesa la catena per dare maggiore probabilità di rottura all’anello.
La catena, sotto i colpi di Jack, cominciò a stridere, il processo era lungo e dopo quella altre cinque catene mancavano ancora all’appello; il tempo sembrava scorrere troppo lento nel silenzio in cui lavoravano, così il vichingo, curioso e colmo di domande, si fece coraggio e parlò.
Hiccup: Jack – disse mentre tirava con tutta la sua forza la catena – so che non è il momento più opportuno per le domande, ma – disse facendo una pausa – come hai fatto a sopravvivere all’esplosione? – chiese con una voce smorzata.
Jack non rispose, scagliava con tutta la sua forza e la sua tenacia l’ascia sulla catena, sperando che Hiccup non gli rifacesse la domanda.
Non era il momento di parlare di flusso temporale, di futuro, di ricordi perduti e di un probabile nuovo Addio, dovevano concentrarsi sulla battaglia ora e tutti quei discorsi avrebbero potuto essere una distrazione per entrambi.
Hiccup: ok, a questo non vuoi rispondere ho capito – disse un po’ scocciato – almeno ti posso chiedere chi erano quelle creature con le quali eravamo poco fa? – chiese nel momento in cui la prima catena si spezzò.
Jack: Sono i guardiani, sono quelli di cui ti avevo parlato la notte delle stelle cadenti, ricordi? – disse mentre Hiccup cercava il prossimo anello debole – sono qui per aiutarci a salvare Berk, questo è tutto ciò che devi sapere ora.
Hiccup finì di cercare il difetto nella catena successiva, lo indicò a Jack e ricominciarono come prima, lui tendeva la catena e il ragazzo di ghiaccio la colpiva con l’ascia.
Hiccup: Non pensi che sia un po’ poco? merito una spiegazione più concreta di questa dopo tutto quello che abbiamo passato, no? – Chiese, tirando talmente forte la catena, che essa si frantumò sotto i colpi di Jack.
Jack: si, penso che tu meriti una spiegazione migliore – rispose chinando il capo – ma non posso dartela ora, non è il momento – disse guardandolo dritto negli occhi – ti dirò tutto quanto dopo la battaglia, te lo prometto – disse con gli occhi lucidi.
Hiccup avrebbe voluto arrabbiarsi, pretendere una risposta sensata, avrebbe voluto sapere la verità in quel preciso istante; ma dinanzi al viso supplicante di Jack, cedette e annuì.
 
Dal Bosco, veloce e scattante come un fulmine, apparve Calmoniglio.
Calmoniglio: Che fate ancora qui? – disse saltellando verso di loro – al villaggio abbiamo bisogno di voi, WOA – urlò nel vedere il muso di sdentato a poco dal suo – ditemi che non gli piace il coniglio vi prego – supplicò con le orecchie rizzate.
Hiccup: no, lui ama il pesce e il pollo, come tutti i draghi – spiegò al coniglio di pasqua ridacchiando con Jack.
Calmoniglio: ok, questo m-mi fa sentire decisamente meglio – disse rilassandosi e abbassando le braccia – è lui il suo drago dunque?
Jack: si è lui – disse scagliando l’ascia sulla catena successiva, dove aveva trovato un’apertura in pessimo stato.
Sotto quell’unico colpo, la catena si ruppe, tranciando con se anche la penultima; ora ne mancava solo una, la più spessa e stretta.
Hiccup: Jack – gli disse – fai attenzione, se sbagli rischi di colpire sdentato.
Jack: Lo so – disse stringendo meglio l’impugnatura dell’ascia – al mio tre tirate entrambi la catena – disse guardando sia il vichingo che Calmoniglio.
I due annuirono e presero in mano una parte della catena, tirandola già più che potevano.
Jack: uno… due..- disse preparandosi a tirare un colpo D’ascia potentissimo – Tre – urlò scagliando il colpo mentre i due tendevano al massimo la catena.
Gli anelli cedettero e la lama dell’ascia si conficcò a pochi centimetri dall’ala di Sdentato.
Il drago, una volta libero si scrollò le catene di dosso e saltò addosso a Hiccup leccandogli la faccia, il vichingo strinse forte a se il muso dell’amico girandosi poi verso Jack con un’espressione di gratitudine.
Non c’era bisogno di parole tra loro, Jack sapeva benissimo cosa volesse dire il suo sguardo e a lui bastava quello.
Calmoniglio: Ok ora è fatta – disse preparandosi a partire in corsa – torniamo al villaggio – disse girandosi verso i due.
Jack prese quota e Hiccup salì sulla groppa di Sdentato che decollò verso il cielo e, una volta raggiunto Jack, ruggì felice lanciando un colpo nel cielo scuro di nubi nere.
 
Nel frattempo al villaggio la battaglia stava continuando in modo disastroso.
Molti vichinghi erano caduti sotto i colpi dei rinnegati e i guardiani avevano salvato quante più persone potevano; tutti gli abitanti di Berk li potevano vedere, perché Stoik aveva raccontato loro ciò che Jack aveva detto lui sugli spiriti del mondo.
I guardiani così poterono dare facilmente una mano agli abitanti stessi, ma facevano comunque fatica a sconfiggere i propri nemici; Sand man con le sue fruste di sabbia, stava dando un bel filo da torcere ai rinnegati che non lo potevano vedere.
L’omino del sonno sfilava letteralmente i draghi da sotto i nemici, lasciandoli cadere verso l’oceano.
Dentolina girava con in mano l’erba draga, facendo assopire i draghi avversari, mentre Nord, con le sue due spadone, stava difendendo il salone del consiglio nella quale erano rinchiusi al sicuro i bambini e gli anziani del villaggio.
Stoik stava ancora combattendo furiosamente con Alvin, che sembrava prendersi gioco del suo grande dolore; a ogni suo ghigno l’immenso lo attaccava senza riflettere e infine, durante un attacco frontale, Stoik venne colpito duramente ad un braccio facendo si che la sua presa sulla spada venisse meno.
L’Immenso era disarmato e L’Infido si preparò a colpirlo mortalmente, ogni speranza sembrava venuta meno, il cuore di ogni vichingo di Berk si fermò nel vedere la scena.
Fù proprio allora che accadde.
Un lampo violaceo squarciò le nubi nere sopra i due vichinghi e Hiccup con Sdentato e Jack, piombarono giù dal cielo, colpendo inesorabilmente il rinnegato.
Stoik: figlio – disse con un filo di voce, mentre Alvin urlò di rabbia.
Astrid, che in lontananza vide la scena, urlò a Squarcia gola il nome di Hiccup; ogni singolo vichingo così vide che il figlio del capo, il miglior cavaliere sulla sella di un drago, era vivo.
La speranza e la forza di volontà, tornarono ad invadere il villaggio, portando con se il vento della speranza.
 
Hiccup si mise dinanzi al padre con Jack al proprio fianco, parandosi tra lui e il rinnegato.
Stoik: siete vivi – disse con le lacrime agli occhi – ma.. Come? – chiese confuso.
Jack: non ha importanza come – disse lui stringendo il proprio bastone – l’importante è che siamo qui no? – sorrise all’immenso.
Hiccup: Jack ha ragione papà, le spiegazioni a dopo – disse richiamando la sua attenzione – ora dobbiamo rispedirli da dove sono venuti – disse con decisione.
Stoik era ancora sconvolto, ma le parole del figlio suonarono in lui come uno scossone, una carica di energia che fino a poco prima gli era venuta meno, ora poteva tornare a combattere nel pieno delle forze.
Stoik: ben detto figlio, è ora di mostrare di cosa sono fatti i Vichinghi di Berk – tuonò a gran voce.
Hiccup: Per Berk – urlò verso il resto del villaggio, riavendo lo stesso esulto da tutti gli abitanti del villaggio.
Jack: per Berk – urlò anche lui, sentendosi ancora parte del villaggio.
Jack era carico come non mai, pronto a combattere dando tutto se stesso per le persone a cui teneva moltissimo:  Hiccup, suo padre, i cavalieri di Berk e tutti gli abitanti del villaggio; non avrebbe abbandonato nessuno.
Hiccup notò la fermezza del ragazzo di ghiaccio, il suo amato era li accanto a lui, questo gli infondeva la forza e il coraggio di affrontare qualunque nemico gli si parasse dinanzi, soprattutto perché sapeva che il suo esulto era dovuto al fatto che si sentiva ancora parte di quel loro mondo vichingo.
Così i due cominciarono ad attaccare le schiere nemiche, colpendole inesorabilmente; Jack con i propri colpi di ghiaccio e Hiccup con gli attacchi mirati di Sdentato; i rinnegati non capivano cosa stesse succedendo, era solo uno hai loro occhi che li attaccava, ma perdevano ugualmente uomini su entrambi i fronti.
L’infido cominciò ad accorgersi, momento dopo momento, attacco dopo attacco, che la misteriosa entità invisibile usava gli stessi attacchi del ragazzo che lui stesso aveva ucciso il giorno precedente, lasciandolo annegare nelle profondità oscure del laghetto ghiacciato; i suoi occhi allora, cominciarono a mostrargli qualcosa al posto del nulla.
Più il dubbio che fosse quel ragazzo l’entità misteriosa lo assaliva, più lui riusciva a vederlo, ed infine accadde; lui lo vide.
Alvin: per il grande Loki – disse vedendo finalmente anche lui Jack – non può essere – sentenziò nel panico totale – gli spiriti dei morti difendo questo villaggio – urlò hai propri uomini per metterli in guardia riuscendo solo a scatenare il panico.
I rinnegati si dispersero, cominciando a scappare il più velocemente possibile lontano da Berk.
Jack e Hiccup erano vicinissimi, Alvin era a portata di colpi e la vittoria vicina, quando un’esplosione attirò la loro attenzione; un’esplosione che proveniva dalla sala del consiglio, dove erano stati radunati tutti i bambini e tutti gli anziani non in grado di combattere.
Nella sala si riversò una folta schiera di nemici che non avevano udito le avvisaglie di Alvin; Nord, che ancora difendeva l’entrata della sala, tentò di bloccare coloro che avevano rapito alcuni bambini, ma uno do loro sfuggì al suo occhio vigile.
Si trattava di Selvaggio, il secondo al comando dei rinnegati; aveva rapito una bambina e la stava portando al proprio capo, schivando tutti i vichinghi che si frapponevano tra lui e L’infido.
Jack, Hiccup e Stoik, vennero circondati da una ancor più folta schiera di nemici.
La città era stata completamente svuotata e i rinnegati erano pronti all’attacco finale al fianco del loro capo, erano pronti a provocare l’ira incontrollata del villaggio intero.
Selvaggio: Capo ho preso uno stuzzichino per il tuo drago – disse lui con sotto braccio la piccola bambina che piangeva.
Alvin: Ottimo lavoro – disse ghignando – vediamo cosa faranno dopo che lei sarà divenuta uno spezzatino nelle fauci della mia morte sussurrante – disse compiaciuto della propria malvagità.
Jack: Alvin sei solo un codardo se te la prendi con una bimba così piccola – ringhiò fuori di se.
Alvin: non importa in quale modo – disse prendendo la ragazzina – ma io oggi distruggerò quest’isola schifosa – urlò poco prima di sfrecciare verso l’alto con il proprio drago, lontano da chiunque potesse interromperlo.
Hiccup: ma cosa diamine vuole fare? – chiese a jack.
Jack: credo che voglia farla ingoiare al proprio drago – disse con un viso preoccupato.
Hiccup rimase senza parole, una cosa del genere andava impedita assolutamente, ma come?
Dinanzi a loro vi erano una marea di rinnegati, pronti a intralciare la loro avanzata.
Fu allora che Hiccup ebbe l’illuminazione, Alvin non aveva detto a coloro che erano appena arrivati che uno spirito difendeva il villaggio, lo sapevano solo coloro che se ne erano già andati via.
Il vichingo si avvicinò all’albino e gli spiegò il proprio piano nell’orecchio, Jack annuì tenendosi pronto al suo segnale.
Dietro di loro in tanto si erano radunati tutti i vichinghi che avevano ancora il proprio drago, compresi i cavalieri di Berk.
Hiccup guardò i propri amici e fece loro un gesto che avevano provato durante l’addestramento all’accademia, il gesto era l’inizio di una manovra complessa elaborata da lui stesso.
In caso di nemici superiori di numero, i gemelli con il proprio drago avrebbero dovuto creare un enorme anello di fumo verde attorno ai nemici e gli altri lo avrebbero acceso tutti assieme creando così una specie di catena contenitiva, una trappola.
I cavalieri di Berk annuirono tenendosi pronti a ricevere il secondo segnale del ragazzo.
I guardiani nel frattempo stavano aiutando chi ancora combatteva all’entrata della sala del consiglio, stavano difendendo i bambini che vi erano dentro.
Calmoniglio: accidenti a questi cosi – disse tirando un pugno ad un drago – anno la pellaccia davvero dura.
Nord: non ti lamentare ora Calmoniglio – disse lui atterrando due nemici contemporaneamente – dobbiamo mettercela tutta per bene di bambini – disse esultando con un sonoro “hihaaa” sconfiggendo un altro nemico saltando su di esso e atterrandolo con un calcio.
Calmoniglio: scommetto che ne ho stesi più di te Nord – disse lanciando i propri bumerang che fecero cadere delle rocce su due nemici.
Nord: tu non fare me ridere, ne ha battuti di più io – disse l’omone tirando un colpo di spada che fece cadere un rinnegato dalla sella del proprio drago.
Dentolina: ragazze che ne dite di parlare di meno e agire di più – disse addormentando con l’erba draga due nemici che erano dietro di loro.
I due si guardarono e fecero spalucce a vicenda tornando nuovamente a combattere; in tanto Sand man, che stava addormentando tutti i draghi nemici, notò la situazione rischiosa e difficile nella quale si trovava Jack.
Allarmato, cercò di attirare l’attenzione dei propri compagni guardiani in tutti i modi possibili; tentò con delle bandierine di sabbia, con la sagoma del viso di Jack, con una nota sopra la propria testa, con un’intera orchestra, ma niente nessuno lo notava; e come avrebbero potuto, erano tutti impegnati al massimo nella battaglia.
L’omino del sonno allora si diresse da solo verso Jack.
 
Alvin, in sella al proprio drago e con in mano la bambina che si dimenava, arrivò a qualche decina di metri sopra i presenti.
Hiccup fece il segno a Jack di partire in soccorso della piccola per poi far segno ai propri amici di cominciare l’operazione catena di fuoco.
Jack sfrecciò nel cielo verso Alvin e i Cavalieri di Berk al completo si scatenarono sui nemici.
Alvin, vedendo arrivare verso di se Jack, lanciò la bambina per aria e preparò il suo drago con le fauci spalancate, pronto per mangiarsela dinanzi a tutti.
Jack aumentò la velocità con la quale andava verso la ragazzina, allarmato dal gesto dell’infido; doveva raggiungerla ad ogni costo, non poteva sbagliare.
Il tempo sembrò fermarsi, Jack teneva una mano tesa davanti a se, pronto per afferrare la bambina in qualunque momento; quando infine, a poco dalle fauci della morte sussurrante, l’albino riuscì a prendere il braccio della bambina, il tempo riprese a scorrere e Alvin ringhiò per non essere riuscito nel proprio intento.
Tutto sembrava andare verso la fine della battaglia, i cavalieri di Berk avevano circondato i nemici con l’anello di fuoco e i guardiani avevano sconfitto tutti coloro che erano entrati nella sala del consiglio.
Jack prese bene in braccio la bambina rassicurandola, ormai il peggio era passato e niente avrebbe ostacolato la vittoria di Berk.
Jack: tranquilla, ora ti riporto dai tuoi amici, il peggio è passato – le disse rassicurandola con un sorriso.
Bambina: grazie mille Jack – disse stringendosi attorno al collo dell’albino.
Jack la strinse forte e cominciò a scendere verso gli altri.
La battaglia era ormai finita.
Alvin si era dato alla fuga e i suoi seguaci lo stavano seguendo a ruota; nessun monologo venne eseguito dall’infido prima della ritirata, nemmeno una promessa di vendetta.
I vichinghi stavano tutti esultando, era tutto finalmente finito.
In lontananza gli sguardi di Jack e Hiccup si incrociarono come due magneti, i loro volti erano sorridenti.
Con il tramonto di quel giorno come sfondo, i due pensavano già a cosa si sarebbero detti una volta rimasti soli e i gesti che si sarebbero scambiati.
Il loro contatto però, venne bruscamente interrotto.
 
Un’ombra nera attraversò il cielo e investì Jack in pieno, portandogli via il proprio bastone; senza di esso l’albino cominciò a precipitare nel vuoto con ancora in braccio la bambina.
Jack si guardò velocemente attorno, se lui si fosse schiantato al suolo non si sarebbe fatto gran che, ma la bambina sarebbe sicuramente morta, doveva salvarla; fu allora che vide Sand man poco lontano da se.
Jack: Sandy – urlò attirando la sua attenzione – prendila – gli urlò.
Sand man si avviò verso di lui  e Jack, volteggiando su se stesso per caricare il lancio, spedì la bambina verso di lui che la prese al volo.
Jack sorrise vedendola in salvo, Hiccup si era già gettato in picchiata verso l’albino per prenderlo al volo, ma uno scudo di sabbia nera lo fermò.
Hiccup: ma che diamine è questo? – chiese osservando enigmatico il muro che gli sbarrava la strada – Jaaaaack – urlò disperato, il non poterlo raggiungere lo terrorizzava e lo terrorizzava ancora di più la possibilità di perderlo di nuovo.
Sandy nel frattempo stava proteggendo la bambina che Jack gli aveva affidato, da degli enormi cavali neri che li avevano circondati.
Jack nella sua caduta, vide finalmente chi era colui che aveva interferito nel suo flusso temporale; sussurri, ombre, paure, era talmente ovvio.
Pitch Black.
Sopra di lui con in mano il suo bastone c’era lui, l’uomo nero.
Lo osservava silenzioso con il proprio sguardo nero.
Jack si accorse immediatamente che lui era diverso, più malvagio, più terrificante.
I suoi vestiti sembravano più logori e bucherellati verso il fondo, la pelle grigio cenere era piena di crepe e delle grandi occhiaie nere circondavano il suo sguardo di odio, i suoi occhi avevano la sclera completamente nera mentre le iridi mostravano al solita forma ad eclissi solare, con la sola differenza che ora l’eclissi era rosso sangue.
Le sue labbra erano nere come l’inchiostro e nel vedere che Jack stava per schiantarsi al suolo si distesero in un maligno sorriso, mostrandone i denti affilati; una nuvola nera precedette L’albino e si stagliò sotto di lui formando dei grandi spuntoni appuntiti, pronti a riceverlo.
Jack si allarmò, nessuno poteva andare in suo aiuto, tutti erano rimasti bloccati; nemmeno i guardiani riuscivano a liberarsi dei cavalli di sabbia nera che erano spuntati dinanzi a loro dal suolo e dalle pareti.
Jack allora guardò il firmamento; tra le nuvole nere della battaglia, si intravedevano le prime stelle della notte, erano luminose come non mai.
Gli ricordarono la propria amica Calien che era scomparsa dopo avergli mostrato il passato, uno strano pensiero da fare prima di morire non trovate?
Eppure se lei fosse stata li, avrebbe potuto bloccare Pitch e liberare almeno gli altri dalla sabbia nera.
In ogni caso lui sarebbe caduto verso l’oblio di spuntoni creato da  Pitch, ma almeno gli altri sarebbero stati salvi.
 
Una luce venne dal petto di Jack.
Lo avvolse come uno scudo, mostrando delle strane protuberanze, una simile ad una coda lunga e un’altra simile a quella di una testa di drago.
Lo scudo si aprì, riportando l’albino con se in alta quota; delle immense iridi azzurre si aprirono sul muso dell’enorme figura bianca e delle gigantesche ali bianche si materializzarono hai lati di essa.
Jack: Calien – urlò colmo di felicità nel vedere nuovamente la propria amica.
Calien: Non ti posso lasciare solo nemmeno un momento vero? – disse ironicamente con la sua dolce voce.
Pitch guardò la scena senza scomporsi, il suo comportamento era davvero cambiato; in passato un solo successo del nemico lo avrebbe mandato fuori dai gangheri, invece ora sembrava che niente potesse scalfire la sua calma letale.
Jack tremò nel sentire nuovamente su di se quello sguardo di morte che aveva l’uomo nero, con Calien si piazzò dinanzi a lui e insieme lo attaccarono, convinti cha avrebbero dovuto combattere duramente con lui. Ma così non fù; Pitch lanciò a Jack il suo bastone e creò un vortice dietro di se nel quale sparì, risucchiando in esso tutta la propria oscurità e le proprie ombre.
Jack rimase attonito e confuso, quale era lo scopo finale del suo gesto, cosa voleva ottenere Pitch da quello scontro? Ma soprattutto, quale Pitch Black era quello? Quello del passato o quello del futuro?
Domande che in quel momento non avrebbero trovato risposta.
Jack: è stato troppo facile – disse perplesso – non è da lui arrendersi così – concluse.
Calien: l’importante per ora è averlo sconfitto e ricacciato nella sua oscurità – disse con un mugugno lieve – al resto penseremo poi con tranquillità – disse virando verso i vichinghi.
Jack: Calien, come hai fatto ad apparire? – chiese con dolcezza – pensavo che non ti avrei più rivista, pensavo che tu…. – non riuscì a finire la frase – ero convinto di aver perso tutto.
Calien:Jack, io sono una parte di te – disse lei girando il proprio muso verso di lui – ogni volta che avrai bisogno di me, ti basterà chiamarmi e io verrò in tuo soccorso.
Jack a quella notizia sorrise e abbracciò la schiena della dragonessa, era felice che lei non lo avrebbe più abbandonato.
Tutti esultarono all’improvviso vedendo che ogni nemico si era ritirato, la battaglia erra finita, la guerra era stata vinta e Berk era salva, Hiccup volò con Sdentato verso Calien e Jack, i quattro finalmente si riunirono e si sorrisero.
Jack: a quanto pare è finita – disse abbassando lo sguardo verso Berk – ora c’è solo da ripulire il villaggio.
Hiccup: si e dobbiamo fare i funerali di coloro che se ne sono andati difendendolo – disse guardando anch’egli il villaggio.
Stoik li raggiunse con tornado.
Stoik: dopo i funerali banchetteremo alla nostra vittoria, tu e i tuoi amici Jack siete i benvenuti – disse mettendogli una mano su di una spalla – sarete celebrati come eroi – disse scotendolo lievemente – ci avete salvati.
Jack sorrise nel sentire le sue parole, ma dentro di se sapeva benissimo che il prossimo giorno, sarebbe stato devastante per lui e per Hiccup.
Aveva promesso una spiegazione al vichingo, ed era arrivato il momento di dargliela; doveva dirgli che non sarebbero potuti restare assieme, che si sarebbero dovuti separare nuovamente, che l’indomani sarebbe stato il loro ultimo giorno insieme.
Ma come avrebbe potuto?
 
Con quel pensiero in testa, scese con gli altri verso il villaggio per preparare i funerali dei caduti in battaglia.



un giorno solo separa i due ragazzi al loro addio definitivo.
come lo passeranno?
cosa si diranno in quel poco tempo che verrà concesso loro?
se volete saperlo leggete il prossimo capitolo.
Cap 14: Ti Amerò Per Sempre 1

se vi piace la storia vi prego, recensite, aspetto con ansia i vostri commenti e le vostre opinioni :)
ps: le immagini di fine capitolo sono mie personali realizzazioni ;) spero vi piacciano, le aggiungerò appena posso :)
  
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