Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: ambiguablr    28/07/2013    0 recensioni
Pareti bianche.
Tanto bianche, troppo bianche. La luce del neon – bianca – mi acceca dall'alto e mi costringe a chiudere gli occhi. Puntini luminosi ballano nel nero, rompendone la quiete.
Mi formicolano le dita delle mani, provo a muoverle: troppo rigide. Provo a piegare una gamba: troppo rigida anche quella. Mi rendo conto che qualcosa di ruvido mi preme contro il viso, all'altezza della bocca; mi circonda le labbra, e fa rumore a ogni mio respiro. Mi rendo anche conto che faccio fatica a respirare.
Apro di nuovo gli occhi; questa volta il bianco è leggermente meno accecante. Una mano fredda mi schiaffeggia piano e una voce mi invita a non agitarmi.

Sara ha 16 anni e vive a Milano, con troppe libertà e un padre assente, con una diagnosi di depressione sulle spalle che pesa sempre di più, con una madre che non capisce il problema fino in fondo, con degli amici che nel momento del bisogno scompaiono.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo

 

Pareti bianche.
Tanto bianche, troppo bianche. La luce del neon – bianca – mi acceca dall'alto e mi costringe a chiudere gli occhi. Puntini luminosi ballano nel nero, rompendone la quiete.
Mi formicolano le dita delle mani, provo a muoverle: troppo rigide. Provo a piegare una gamba: troppo rigida anche quella. Mi rendo conto che qualcosa di ruvido mi preme contro il viso, all'altezza della bocca; mi circonda le labbra, e fa rumore a ogni mio respiro. Mi rendo anche conto che faccio fatica a respirare.
Apro di nuovo gli occhi; questa volta il bianco è leggermente meno accecante. Una mano fredda mi schiaffeggia piano e una voce mi invita a non agitarmi.
«Va tutto bene, non ti preoccupare. Respira con la pancia, non con i polmoni»
Fatico a comprendere cosa significhi “respirare con la pancia”, ma suppongo voglia dire di respirare nel modo più profondo possibile. Capisco che la cosa ruvida che mi preme contro la bocca è un sacchetto di carta, che mi impedisce di andare in iperventilazione.
«Piano, respira piano. Ci sei?»
Un viso magro circondato da un caschetto rosso mi sorride in modo dolce. Faccio segno di si con la testa, ma non mi muovo. Il caschetto fluttua mentre Anna, l'infermiera di scuola, si sposta da davanti al mio viso e mi libera la bocca dal sacchetto; tira su lo schienale del lettino. «Se senti di nuovo che ti manca l'aria, respira qua dentro» dice, e mi porge il sacchetto, marrone e non tanto grande, come quello che ti danno dal panettiere.
Sorrido per dire che ho capito ma non oso parlare perché mi sento la gola chiusa, e temo di sentire la voce che potrebbe uscirmi di bocca.
Anna mi prende le mani e me le massaggia, lanciandomi ogni tanto qualche sguardo in viso per vedere se è tutto sotto controllo. Il formicolio sta passando, ma mi sento estremamente pesante; la forza di gravità mi schiaccia e temo che morirò soffocata in questa stanza troppo piccola e dalle pareti troppo bianche.
«Mi sono spaventata» dico, e la voce mi trema un po'. Anna mi passa un bicchiere d'acqua.
«Avevo i battiti accelerati e mi formicolava il braccio. Pensavo fosse un infarto»
Lei sorride e mi lascia le mani, terminando così il massaggio. Va meglio.
«Era un attacco di panico. Niente di preoccupante»
Niente di preoccupante. Questo è tutto da vedere. Certo, mille volte meglio un attacco di panico rispetto ad un infarto. Ma cos'è, un attacco di panico?
Sollevo la schiena dal lettino e mi metto seduta, piegando la colonna vertebrale. La gravità mi schiaccia giù sempre di più e rischio di finire con la faccia sul pavimento.
«Se ti senti stanca è normale. Sdraiati, ti tiro giù di nuovo il lettino»
Tira giù lo schienale e ci appoggia sopra un cuscino rosa dei Barbapapà. Mi ci appoggio: è piccolo, ma meglio di niente. Mi copre con un plaid marrone che chissà a chi è stato messo addosso, ma fa freddo nonostante sia maggio e non mi curo dei germi che potrei beccarmi.
«Tra un po' torno a vedere se va tutto bene. Mi raccomando il sacchetto. E la pancia, respira con la pancia» mi dice Anna, e si ferma qualche secondo sulla soglia, giusto il tempo che mi prendo per sorridere ed annuire; esce dalla stanzetta e si chiude la porta alle spalle.
Espiro con forza dal naso: che figura avrò fatto in classe? Non voglio pensarci. Concetta mi ha portata in infermeria tenendomi sotto braccio e ha promesso che sarebbe tornata al cambio dell'ora per assicurarsi che stavo meglio, poi è tornata di corsa alla lezione di Storia.
L'unica cosa positiva è questa: sto saltando Storia.
Vorrei mandare un messaggio a mia mamma ma nella fretta di essere scortata fuori ho lasciato il cellulare sul banco, seminascosto dietro alla borsa e all'astuccio. Se si mette a vibrare tutta la scuola lo sentirà, fa un rumore infernale. Quando torna Anna potrei chiederle di farmi telefonare a casa, ma un conto è un messaggio, un conto è una chiamata: si allarmerebbe troppo. Chiudo gli occhi e mi tiro il plaid fin sotto il mento, rabbrividendo.
Anna torna quando la campanella suona, annunciando la fine della lezione di storia. Insieme a lei c'è Concetta che mi sorride; mi soffermo un attimo sul suo viso: ha le guance piene e la pelle chiara, acqua e sapone. Sembra una bambina, fuori posto in quel liceo.
«Tutto bene» dico, anticipando la domanda. Anna mette sulla panchina che c'è a ridosso del muro un foglietto da riempire e una penna. «Prima di tornare in classe, devi compilare questo da dare alla professoressa; deve metterlo nel registro»
Concetta si fa avanti e propone di compilarlo lei; ci scrive sopra il mio nome, la classe e la fascia oraria durante la quale sono stata in infermeria. Rimarrà per sempre nel registro, per sempre segnato che sono stata talmente tanto male da essere scortata fuori dalla classe.

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: ambiguablr