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Autore: etoshina99    28/07/2013    1 recensioni
Dal Prologo :
Dolore…
Tutto ciò che vedono i miei occhi è dolore…
Tutto ciò che filtra il mio cuore è dolore…
Tutto ciò che il mio corpo percepisce è dolore…
L’unico sollievo è quello scoppio, assordante ma melodico, che ti fa immaginare, anche solo per un istante di esserti liberata del dolore…
Ma la vita è dolore…
Tutto ciò che ci circonda è dolore…
La vostra morte è dolore…
La mia vendetta è dolore…
Mi chiamo Abby e anche se sembro normale e felice, soprattutto felice, sono il contrario, complicata e sola, totalmente sola…
Voi mi avete lasciato, come se ad un certo punto della vita dell’umanità, scomparisse la Stella Polare, l’unica stella fondamentale, che ti indica la retta via…
Io, questa via, l’ho persa da quattro anni, e anche se provo a vendicarmi ho capito che non vi avrò più indietro… ma il mio orgoglio mi impedisce di smettere, mi impedisce di fare una vita normale, come tutte le diciassettenni di questo pianeta…
Così continuo disperatamente sulla mia strada, tra pallottole, risse, cioccolatini, brioches, mezzepunte e clavette…
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap.8 Luke



Mi sveglia alla solita ora per andare a scuola; mi lavai e di consuetudine mi vestii e feci colazione.

Uscii di casa presto rispetto al solito e salutai la mia amorevole vicina, una vecchietta di ottant’anni… assomigliava molto ai ricordi che avevo di mia nonna.

-Buongiorno signora Wilson!-

-ciao cara! Oggi non promette bene!- indicò il cielo, tipico di dicembre. ovattato, chiaro ma allo stesso tempo scuro e tenebroso.

-Arrivederla!!-

Oggi faceva un freddo cane e si sarebbe pure messo a nevicare… Natale si avvicinava e, anche quest’anno, l’avrei trascorso da sola come un cane abbandonato a se stesso.

Amavo gli animali e l’idea di adottare un bel cucciolo non mi dispiaceva affatto ma non lo avrei mantenuto come si sarebbe aspettato; a stento reggevo io, figuriamoci quella povera creatura.

Alla sera, dalle otto a mezzanotte avevo iniziato ad allenare in quella palestra, era stancante ma almeno la scuola la riuscivo a pagare…

Mi incamminai  verso l’edificio ed entrai con dieci minuti di anticipo.

Mi sedetti sotto il “mio” cipresso a pensare… era quattro mesi che non pagavo l’affitto e avevo tre bollette arretrate. Cosa volere di più dalla vita??

Dovevo trovarmi un altro lavoro per il weekend così da riempire almeno i debiti.

Sentii la campanella suonare così entrai e mi sedetti, dopo aver tolto il piumino, in seconda fila vicino alla finestra…

Stava nevicando…

Tutto taceva ( non in classe però) e piano piano si copriva con un lenzuolo candido, morbido e soffice, ma gelato .

Amavo il paesaggio invernale, forse perché da piccola giocavo sempre con mia sorella nella neve che durava da ottobre fino ai primi di maggio.

Ci divertivamo un mondo, io, lei, mamma e papà…

Mi manca tutto questo…

Mi manca la felicità…

Mi manca la gioia di sorridere e di ricevere un sorriso…

Mi manca la mia infanzia…

Sorrisi leggermente a quella quiete immacolata poi mi alzai per salutare il prof. di letteratura.

Passarono quattro ore e all’intervallo uscii per toccare la neve.

Non aveva ancora smesso di svolazzare nell’aria ma io, non curante di questo fatto, camminai lungo il viale sentendo i fiocchi d’ovatta fermarsi sulle mie mani nude… ma quando li guardavo erano già acqua che scendeva gocciolante dalla punta delle dita.

Sorrisi a quel contatto e mi ricordai ancora di come era bello passare le domeniche in famiglia a giocare a palle di neve e a bere litri e litri di cioccolata calda (ustionante come la faceva mamma) davanti al camino acceso e scoppiettante…

Ma come un fiocco di neve si scioglie anche l’immagine della bella famigliola felice si è dissolta in poco tempo…

Ritornai dentro e, dopo che la campanella dell’ultima ora ci dava il permesso di uscire, varcai la porta e mi sedetti a studiare su una panchina, isolata da tutto e da tutti. Faceva freddo e le ossa ti si paralizzavano ma non mi importava perché non c’era niente di più bello che starsene nella pace assoluta a ripetere una lezione infinita di latino.

 

Compatitemi     -__-

 

Passò un’ora abbondante e iniziai a riporre tutto nello zaino, quando vidi un bambino solo soletto sotto al    “ mio“ cipresso.

Chiusi la cartella e mi incamminai verso il piccoletto.

-ehi ciao!- sorrisi amorevolmente

-ciao- mi rimandò il sorriso

-come ti chiami?-

- Luke e tu?-

-Rebecca piacere- mi strinse educatamente la mano

-cosa ci fai qui?-

-aspetto il mio fratellone- gli brillarono gli occhi

-devi volergli molto bene-

-sì, ma lui dice sempre che ne vuole di più a me… è complicato-

-sarà vero… sai, anche io ero piccola come te e avevo lo stesso problema… dovevo capire se volevo più bene io a mia sorella o il contrario… e ti posso assicurare che non lo so ancora oggi-

-wao… ahahaha davvero?-

-te lo posso giurare!-

-come si chiamava tua sorella?-

-Layla- sorrisi con un po’ di amarezza…

-ti manca?-

-si nota così tanto??-

-sì- mi sorrise notando che una gocciolina scendeva sulla mia guancia

-e il tuo fratellone come si chiama?-

 

-Te lo posso dire io se vuoi!- ringhiò qualcuno alle mi spalle.

Mi girai di scatto e vidi quella faccia da cu… schiaffi di Jones. Il bambino si aggrappò forte ad una mia gamba e… tremava?

-ehi- mi abbassai- non aver paura… questo bruttone lo mando via io- gli accarezzai una guancia

-cosa vuoi Jones? Vattene!-

-dammi il fratello di Styles! Mi ha mandato lui e mi ha chiesto di riportaglielo-

Un motivo in più per proteggerlo…

-te lo puoi scordare, gira i tacchi e sparisci!-

-non sei mia madre!-

-e tu non sei nessuno!-

-dammi il ragazzino forza!-

Dissi a Luke di spostarsi e di mettersi dietro al tronco un secondo

-altrimenti cosa fai? Eh? Chiami la mammina?-

-me lo prendo da solo..- iniziò a camminare verso di me , ma lo bloccai per un braccio.

-tu provaci….-

-altrimenti cosa fai? Mi picchi?-

-no… roba facile… pensavo di farti diventare femmina, ma farò a modo tuo-

Iniziammo a “menarci” fino a quando riuscii a metterlo al tappeto… avevo un labbro rotto ma… dettagli.

- ehi Luke? Che c’è?- sentii la sua voce e mi girai

-oh, ciao Rebecca- mi fissò un po’ di secondi – cos’hai fatto al labbro?-

-chiedilo a lui!- indicai Jones, steso a pancia in giù nella neve

-cosa voleva?-

-Luke-

- oh…. grazie, davvero-

- di niente… NO ASPETTA UN MOMENTO….HARRY  STYLES CHE RINGRAZIA? POI ME?? Ma siamo matti?-

-no?-

-e me lo chiedi?-

-voi siete strani! Però la tua ragazza mi piace!-

-COSA?- domandammo all’unisono io e il riccio

-io non sono la sua ragazza piccolo e ora sono in ritardo per il lavoro… a presto- gli lasciai un bacio sulla guancia e con la mano, già di spalle salutai Harry… tanto l’avrei rivisto da lì a dieci minuti.

 

- Buongiorno Simon! Buongiorno Rose!-

-ciao Rebecca- mi salutò la donna

Andai subito giù in laboratorio ma era ancora deserto.

Mi misi subito all’opera e impastai il pane… adoravo cantare, non sapete quanto…

Ma si dava il caso che fossi stonata come un bradipo… pace ai bradipi <3

Siccome ero sola mi misi a canticchiare qualche canzone che mi passasse per la testa…

-mi aspettavo di tutto ma non che tu cantassi!- saltai in aria

-antipatico! Almeno avvisa che arrivi… tra un po’ sputavo il cuore!-

-scusa- alzò le mani in segno di resa

- * sospirai* fa niente- sorrisi a Harry

-che fai stasera?-

-tu?-

-non rispondermi con altre domande-

-lavoro-

-ah… posso farti compagnia se vuoi…-

Sbattei l’impasto sul tavolo…

-cosa vuoi Harry? Vai al punto- dissi secca

-volevo invitarti a uscire per ringraziarti di aver slavato mio fratello dall’ospedale-

-siete amici, perché mai avrebbe dovut-

-IO E JONES NON SIAMO MAI STATI AMICI NE LO SAREMO MAI-

-mi stai prendendo in giro?-

-no… lui… ecco-

-dimmi la verità-

-lui ha una foto di me in bagno con un sacchetto di cocaina… mi ha detto di stare al suo gioco o quella sarebbe andata dritta nell’ufficio del preside-

-tu …ti droghi?- lo guardai preoccupata

-no! Ma che sei matta? Mica voglio rovinarmi la vita quando inizio a viverla!-

-e quindi… non sei cattivo?-

-NO-

-era solo il gioco di quello e tu eri il suo bel soldatino faccioillavorosporcotuttoio?-

-esatto-

Forse ora il puzzle era completato, il suo puzzle non di certo il mio.

-quindi non sei un fantomatico “ bullo” ?-

-non lo sono mai stato… anzi da piccolo ne ero vittima… avevano sempre da dire sui capelli-

-ahahaah-

-antipatica-

-ok scusa… amici?-

-amici- mi strinse a mano

-tuo fratello è adorabile-

-chi? Luke?-

-no…. Amadeus-

-dai non scherzare!-

-ti vuole un mondo di bene-

-già lo so…. Senti…. Una di queste sere, magari sabato usciamo?-

-mmm fammi pensare… ok, ma dipende dove mi porti…-

-disco?-

-no, rifiuto l’offerta e vado avanti-

-non ti piace la musica?-

-la amo… ma odio quei posti-

-posso chiederti il perché?-

-facile… una volta si andava per ballare ora solo per bere, fumare, e drogarsi…-

-non per forza-

-senti… no è no, basta-

-ok…. Ci sono. Fatti trovare sabato alle sette sotto il tuo cipresso, fidati-

-dovrei?-

-sì-

-ok…-

lui mi aveva chiesto di uscire? Stava fuori come un balcone…. -___-

 

Tornai a casa verso le sette, mangiai un po’ di insalata e mi misi la tuta, pronta per andare in palestra; sarebbe stata una serata faticosa….

  
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