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Autore: lenu88    07/02/2008    3 recensioni
Il professor Lumacorno affida un incarico a Blaise, ma questi non ne sembra molto felice. Ma, chissà,forse non tutte le scocciature vengono per nuocere!
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Confessioni notturne




Le settimane passavano e le lezioni procedevano benissimo. Juliet riusciva ormai a destreggiarsi perfettamente con le pozioni rallegranti e avevano ora iniziato con la Bevanda della Pace, la più gettonata per i G.U.F.O.
Si giunse così al penultimo sabato prima delle vacanze natalizie, l'ultimo per poter fare lezione, dal momento che il successivo ci sarebbe stata una gita a Hogsmeade.
Quella mattina Blaise si trovava in biblioteca insieme a Draco per lavorare ad un tema assegnato loro dalla McGranitt. Mentre il biondo scriveva, Zabini non sembrava particolarmente interessato al libro che aveva davanti.
"Draco...?"
"Mh?"
"Ti ricordi quando ti ho detto che mi piace una ragazza?"
"Mh..."
"Draco, mi ascolti?"
"Mh..."
"DRACO!"
"Blaise, prova di nuovo a gridarmi nell'orecchio e ti ritrovi appeso al Platano Picchiatore... per gli attributi"
Blaise, ritenendo salutare non mettere alla prova l'amico, decise di tacere.
"Che sta succedendo qui?" a passo di marcia, Madama Pince si stava avvicinando, attirata dalle leggiadre note emesse dal moro serpeverde. "Questa è una biblioteca non un campo da Quiddich. Se sento anche una mosca volare vi sbatto fuori." cara dolce Madama Pince.
Mentre la bibliotecaria si allontanava, Blaise, che l'aveva bellamente ignorata, era intento a fissare un libro su uno scaffale la vicino. Doveva proprio essere fissato con la rossa, per vedere il suo nome perfino nei libri della biblioteca. In un libro di babbanologia per giunta.
Ma... un momento. Il nome c'era davvero su quel libro.
Si alzò e si avvicinò per prenderlo, seguito dallo sguardo indagatore di Draco che, non appena ebbe constatato da cosa fosse stata attirata l'attenzione dell'amico, decise di tornare a dedicarsi al suo tema.
Blaise afferrò il libro e lo ripulì dalla polvere. Era un libro di Letteratura babbana, intitolato 'Romeo and Juliet'.
Incuriosito lo portò al tavolo per leggerlo.
Arrivato al terzo atto, decise di riprovare a parlare con Draco.
"Draco...?"
"Blaise, fammi finire questo maledettissimo tema e poi mi portai torturare con le tue chiacchiere quanto vorrai."
Ma il moro non sembrava aver sentito.
"Io sono bello." non era una domanda, era un'affermazione e Draco sapeva cosa ciò volesse dire: Blaise stava per partire con una delle sue stupidissime filippiche.
Infatti "Io ho successo con le ragazze, no? Quindi, se per esempio io chiedessi ad una ragazza di uscire con me, ci sarebbero ottime probabilità che lei accetti. Giusto?"
"Blaise..."
"Chi resisterebbe al mio fascino virile. Insomma, se potessi uscirei anch'io con me stesso."
"Blaise..."
"Sono il ragazzo più bello della scuola, sono ricco, sono simpatico..."
"Blaise..."
"Che c'è?" sbottò il moro, seccato che l'amico lo stesse interrompendo. Prima si lamentava perché lo si stava disturbando e adesso lui faceva la stessa cosa?
Draco stava indicando qualcosa oltre le sue spalle. Blaise si giro a guardare e... senza neanche rendersi conto del come nè del perché, si ritrovò a guardare la porta della biblioteca che gli si sbatteva davanti. Madama Pince non perdona.

La sera la lezione procedeva senza troppi intoppi. Dal momento che durante le vacanze non avrebbero potuto lavorare, decisero di trattenersi un po' più del solito.
"Ora dobbiamo aspettare che finisca di bollire e abbiamo finito!" Blaise era soddisfatto, nonostante la pozione non fosse esattamente perfetta, Juliet alla quarta serata era riuscita a preparare una Bevanda della Pace abbastanza soddisfacente. E dire che si trattava di una pozione piuttosto complicata. Stava migliorando moltissimo e si sentiva orgoglioso di lei.
Anche tra loro andava tutto a gonfie vele. Ridevano, scherzavano... e Blaise era convinto che i tempi fossero maturi per tentare di passare a qualcosa di più.
"Senti io..." ma quando Juliet lo guardò negli occhi non riuscì a continuare. Era proprio il momento giusto? Infondo la riluttanza della ragazza ad uscire con i ragazzi era ormai proverbiale a scuola.
La rossa lo fissava negli occhi aspettando che continuasse a parlare. Ma qualcos'altro impedì al moro di pronunciare alcunché. La campana stava suonando. Juliet si voltò a fissare la porta e Blaise non seppe se continuare nel suo intento.
"Sette... otto... NOVE? Accidenti siamo rimasti troppo. E' scattato il coprifuoco e noi non siamo nei nostri dormitori. Se ci trova Gazza siamo nei guai. E ora come facciamo?
Non abbiamo neanche cenato. Allora prima di tutto dobbiamo ritirare tutta questa roba. Tu sistema gli ingredienti, io vado a svuotare il calderone." Juliet era decisamente agitata. Preso il calderone si avviò verso la grata nell'angolo per svuotarlo.
"No aspetta, non togliere il calderone dal fuo..." ma Blaise intervenne troppo tardi. La corvonero guardò spaventata il fumo che saliva dalla pozione che aveva iniziato ad emettere uno strano sibilo. Un attimo dopo il liquido era esploso ovunque, imbrattando Juliet da capo a piedi.
"Oh beh! Ora sai che non devi togliere la pozione dal fuoco mentre sta ancora bollendo!" disse Blaise prima di scoppiare in una sonora risata. Quando Juliet si riprese dallo shock si unì anche lei alla manifestazione di ilarità.
"Visto che è l'unico modo in cui riesco a imparare... Ora però dobbiamo anche ripulire la stanza.
Sarà meglio darsi una mossa. Speriamo non ci scopra nessuno. Oggi c'è anche la ronda dei prefetti. Tu sei abbastanza vicino, ma io devo arrivare fino alla torre. Dovrò usare il passaggio segreto. Spero non decida di farmi cadere anche stavolta. Devo ricordarmi l'incantesimo di bloccaggio. Metti che scivolo addosso a Mrs Purr e la schiaccio. Poi Gazza vorrà uccidermi e chiederà ai miei il risarcimento per danni morali."
Dopo un po' di Gratta e Netta finalmente riuscirono a ripulire tutto.
Blaise si affacciò alla porta e controllò il corridoio. "Via libera!" e uscì seguito subito da Juliet.
I corridoi erano poco illuminati da lugubri candele che gettavano una luce tremolante leggermente inquietante. Juliet era decisamente più rilassata rispetto a poco prima. Probabilmente perché aveva assaggiato un po' della Bevanda della Pace che le era schizzata sul volto.
Il serpeverde la stava osservando da un po', quando lei se ne accorse, chiese spiegazioni con lo sguardo.
"Stavo pensando... hai lo stesso nome di un personaggio di una storia babbana che ho letto. Romeo and Juliet." Non sapeva da dove iniziare per rompere il ghiaccio e magari riuscire a farsi coraggio per invitarla ad uscire, così aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente. 
Juliet lo guardò sorpresa "Non pensavo ti interessassi di letteratura babbana. Ma dopotutto Shakespeare è stato un grande scrittore, nonostante fosse babbano, perciò non dovrebbe essere poi tanto strano. In effetti quella commedia c'entra in parte col mio nome. Mio padre ha conosciuto mia madre proprio davanti al balcone di Verona reso celebre dalla storia. Erano entrambi in viaggio per il mondo. Si sono piaciuti subito e hanno proseguito assieme. Poi è andata come è andata e sono nata io. In onore al loro primo incontro mi hanno chiamato come l'eroina femminile del racconto: Juliet."
"Capisco. E tu? Hai già incontrato il tuo Romeo?"
Juliet si era bloccata e Blaise pensò di aver parlato troppo. Poi, tutt'a un tratto, li sentì. Passi al di là del corridoio, qualcuno stava pattugliando i corridoi.
Si ritrovò trascinato per un braccio dalla corvonero in una vecchia aula là vicino. Quando la porta fu chiusa sentirono il custode che parlava alla sua gatta "Controlla bene, piccola, mi è sembrato di sentire delle voci".
Blaise sigillò la porta, mentre Juliet si appoggiava al muro sospirando di sollievo. "Credo che per un po' non potremo uscire. Vorrà perlustrare tutto il corridoio. Ma con tutti i posti che ci sono in questo castello,
doveva venire proprio qui ? Comunque, nella sfortuna siamo stati fortunati. Ci siamo nascosti appena in tempo. Che serata! Però è divertente, non credi? Da come un senso di libertà gironzolare di notte. Spero che mia cugina non mi chieda come mai non sono andata a cena. Altrimenti poi mi farà una bella ramanzina. Mi hai chiesto qualcosa prima? Mi dispiace, ero intenta ad ascoltare i passi di Gazza e non ti ho sentito."
Blaise era incerto se ripetere la domanda. Dopo qualche secondo di riflessione decise che, già che c'era, poteva anche provarci.
"Mi chiedevo se tu avessi già trovato il tuo Romeo."
Juliet lo fissò a lungo prima di rispondere "No. Non mi interessa particolarmente avere un ragazzo."
"Come mai?"
"E'... difficile da spigare. Non so se puoi capirmi. Vedi, io ho sempre rifiutato i legami, al di là degli affetti famigliari non mi sono mai impegnata con nessuno, neanche in amicizia intima. Sono, diciamo, uno spirito libero. Odio qualsiasi tipo di impegno, sia che si tratti di incarichi di poco conto, sia che si tratti di appuntamenti. La gente si aspetta sempre qualcosa dagli altri e a me non piace che qualcuno si aspetti da me qualcosa. Credo di aver preso da mio padre. Lui, finita la scuola, se n'è andato di casa, per quel giro intorno al mondo di cui ti ho parlato prima. Vivendo alla giornata ha trascorso gli anni più belli della sua vita. Libero da tutto e da tutti. E quando ha incontrato mia madre ha coinvolto anche lei, nella sua filosofia di vita. Purtroppo ho imparato che il loro è stato un caso fortunato. E' la prima volta che parlo di questo a qualcuno."
Blaise aveva ascoltato tutto con attenzione e, approfittando del fatto che Juliet non sembrasse troppo infastidita dalla piega che aveva preso la conversazione, le chiese "Quindi è per questo che rifiuti tutti i ragazzi che ti chiedono un appuntamento? E non hai mai voluto provare a stare con qualcuno?"
"In realtà non ho sempre rifiutato. Sono stata insieme ad un ragazzo per un po' di tempo, due anni fa, ma non è andata molto bene. Non gli piaceva troppo la mia voglia di libertà e mi ha scaricata, dicendomi cose orribili su quanto io avessi reso la nostra relazione insopportabile. Molti ragazzi si sono voluti fare avanti in seguito, ma non mi sono più voluta fidare. Oggi sono proprio in vena di confidenze, scusa se ti sto annoiando."
Blaise scosse la testa "Non mi annoi affatto. Doveva essere proprio uno stupido quel ragazzo per essersi comportato così."
Juliet sorrise, ma Blaise notò che non era il solito sorriso solare che era abituato a vedere dipinto in volto, era triste e in quel momento gli venne l'impulso di andare a cercare quell'ignobile individuo, che era riuscito a spegnere la felicità e la forza di quella ragazza speciale che aveva davanti, per prenderlo a calci.
"Forse un giorno mi staccherò dalla mia troppa voglia di libertà e cercherò qualcuno, o magari troverò qualcuno che non limiti troppo la mia indipendenza amandomi incondizionatamente. Prima o poi... chissà!"
Dopo le parole di Juliet, Blaise si disse che la sua nuova missione nella vita sarebbe stata quella di mostrarle che l'amore non era una catena che rende schiavi e che lui si sarebbe dimostrato degno di ricevere il suo, se gliel'avesse concesso, lasciandole tutta la libertà che avesse desiderato e di alleviare il dolore che le era stato causato. Un impresa difficile, ma che Blaise Zabini poteva superare brillantemente.
"Perciò, se trovassi la persona giusta per te, saresti disposta a fare un tentativo?"
"Suppongo di sì."
"Ti andrebbe di uscire con me sabato?" meglio darsi da fare subito, no?
"Non credo sia una buona idea"
"E perché mai?"
"Come ti ho detto non mi piace avere impegni. Senti, mi piace molto stare con te, ma non credo tu possa trovare piacevole lo stare con me in quel modo. Credimi, è difficile. Lo capisco anche io. Preferirei dedicarmi a me stessa che a te, a noi, e non credo questo ti faccia piacere. Probabilmente col tempo cambierò, ma per ora è meglio così"
"Ma io non voglio che tu cambi. Come fai a sapere che non sono quello giusto se non ci provi?"
"Senti Blaise io..." sospirò e infine disse "facciamo così, se riuscirai a colpirmi in positivo uscirò con te"
"E cosa dovrei fare?"
"Beh questo spetta a te scoprirlo." poi accostandosi alla porta aggiunse "Gazza se n'è andato. Meglio sbrigarsi prima che torni."

Arrivati al passaggio segreto che avrebbe condotto Juliet al lato ovest del castello senza essere intercettata, i due ragazzi si salutarono.
Mentre Blaise si affrettava a raggiungere il dormitorio di Serpeverde la sua mente iniziò ad elaborare piani machiavellici, uno meno fattibile dell'altro. Ma non si sarebbe arreso. Ora che aveva una possibilità non l'avrebbe sprecata.

To be continued...




Questa volta è uscito decisamente più lungo. Sarà per il fatto di aver saputo che la storia piace e che mi ero sbagliata...
La storia originale era un po' diversa, ma ormai i personaggi mi stanno sfuggendo di mano e fanno quello che vogliono. Forse questo capitolo è venuto fuori un po' triste, ma era necessario ai fini della storia. Spero non sia troppo pesante e che il personaggio di Juliet non risulti troppo complicato.
Volevo inoltre precisare che tutto questo non c'entra assolutamente con il sesto libro della saga di Harry Potter, quindi nessun collegamento con la vera trama. 

Ringrazio tantissimo miss Malfoy (per tutte e due le recensioni. A quanto pare Blaise avrà qualche difficoltà... e il povero Draco purtroppo dovrà sopportare ancora le sue follie) e criandola (spero che anche qui Blaise ti sia piaciuto) per avermi convinta a continuare la storia. Spero che continuerete a dirmi cosa ne pensate, ci terrei molto.


Lenù
   
 
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