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Autore: Stray    07/02/2008    6 recensioni
"Passa la storia, passano anche gli uomini che l'hanno scritta. Ma questa sabbia non vedrà mai il mare: quello che vi abbiamo scrito, non verrà mai cancellato del tutto..."
Ishvar, una guerra, l'inizio di tutto.
Quello che la Storia non ha riportato, ma che non si può dimenticare.
Genere: Generale, Introspettivo, Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Maes Hughes, Riza Hawkeye, Roy Mustang
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Fear

L’esplosione non l’ha sentita: l’ha avvertita.

Nel sangue, come se il suo corpo si fosse svuotato e riempito nuovamente in un nanosecondo. E forse è stato così, perché la sabbia tutt’intorno è diventata rossa, era rossa quando ha chiuso gli occhi – non voleva, ha cercato di impedire alla palpebre di chiudersi. E’ la regola: se ti addormenti non ti svegli più – ed è rossa quando li riapre, subito dopo.

Per un attimo sembra che qualcuno abbia tirato una tenda scarlatta davanti alle cose. Solo dopo si rende contro che la cortina c’è davvero, e che cola senza ostacoli dalla sua tempia, gocciolando dall’orecchio sulla sabbia impregnata.

Sente qualcuno imprecare, maledire Kimblee e la sua fottuta mancanza di precisione.

Degli ordini urlati. Spari. Una vampata di calore vicino al braccio.

Ma la mano che la tira fuori dal cumulo di macerie, che fino ad un momento prima era il tetto sul quale si era appostata, è più fredda della morte.

Chiude gli occhi un’altra volta. Non vuole più vedere tutto quel rosso, ne ha abbastanza, non vuole sapere cosa succederà dopo che la paura sarà passata.

Non vuole far vedere che la paura non è ancora passata.

La stessa mano – lo stesso tocco gelido – le scosta i capelli dalla fronte, vi appoggia sopra un pezzo ruvido di quello che sembra tessuto.

Quando riapre gli occhi, riconosce la trama irregolare e grezza di un brandello del suo pastrano.

“Sto bene.”

Il sapore del sangue – del suo sangue – è tanto forte, che decide di non aprire più la bocca, per evitare di vomitare.

Roy è vicino a lei, anche il giorno dopo, seduto su un angolo della brandina, nell’ospedale da campo.

Non dice nulla, sta in silenzio a guardarla, come se la fasciatura che le avvolge il capo sia una corona di fiori.

“Come stai?”

E’ la seconda volta da quando sono lì, che le fa quella stessa domanda.

E non ha ancora risposto sinceramente, non una sola volta.

“Bene. Cos’è successo?”

“Kimblee ha sbagliato. Capita.”

“Già. Capita.”

Solo mentre lui si alza, piuttosto stancamente, sente la fine della frase.

“… ma se capita ancora, è un uomo morto.”

E’ stata a prima volta in cui Riza Hawkeye ha sperimentato il terrore puro.

E a detta del capitano Hughes, l’eccezionale evento ha coinciso anche con la prima volta di Roy.


L’avevo detto che Kimblee sarebbe tornato fuori… quando ho scritto Happy hour, ho pensato che uno come lui non avrebbe ingoiato l’umiliazione così facilmente. O almeno, non in un contesto dove far fuori un compagno “accidentalmente” è così facile è non punibile…
Anche in questo caso il mio Roy immaginario si è mosso da solo senza che muovessi alcun filo (a volte i personaggi fanno anche questo, e non necessariamente è un male), e ne è venuto fuori un altro piccolo passo avanti nella loro relazione. Prima o poi si ritroveranno l’uno davanti all’altra, non disperate.
Anche questa volta, rispostone comune: sono completamente d’accordo sul conto di Kimblee. È detestabile, ma in fin dei conti i suoi ragionamenti non fanno una piega. E secondo me è questo che lo fa sembrare disumano, quando in realtà non c’è nessuno di più umano e razionale di lui. Non è il solito cattivone che ride malefico con i fulmini nello sfondo (ok, occasionalmente lo è, ma penso sia un espediente dell’Arakawa per renderlo più detestabile): è semplicemente un uomo che ho fatto due conti e ha capito il vero senso di quella guerra. La differenza tra lui e uno come Roy, è che il secondo pur essendosene reso conto, continua a nutrire una qualche speranza e una buona dose di sensi di colpa (che da una parte salvaguardano il suo lato etico e morale, dall’altro non fanno che distruggerlo fisicamente e psicologicamente), mentre Kimblee si è pienamente calato nella logica della guerra, ovvero “uccidi prima di essere ucciso, e già che ci sei divertiti nel farlo, perché è un lavoro come un altro”.
E’ ovvio, che con una logica come questa, se la vita di un nemico è uguale a meno di zero, ben presto la vita di tutti (anche degli alleati) arriva ad un’equivalenza simile.
Sembra un controsenso, ma il cosiddetto “bombarolo pazzo” è forse la persona più sana di mente del gruppo, per quanto triste la cosa possa sembrare…

P.S: Per le fans di Maes (ma penso lo siamo un po’ tutte… ^^”) preparatevi, perchè il prossimo capitolo è piuttosto incentrato su di lui… alla prossima, e grazie per tutti i commenti! ^^

  
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