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Autore: Dangerina15    29/07/2013    2 recensioni
1759. Alyssa Cortès è la discendente del pirata Cortès e la prima donna capitano dei Caraibi. Il Commodoro Joe Jonas ha una sola ossessione: quella di catturare Alyssa. Tra cannoni, navi pirata, mappe del tesoro e un qualcosa da scovare, i due " eterni nemici" avranno delle incredibili sorprese, magari da un punto di vista sentimentale...spero vi piaccia :) PS: se vi va potete lasciare qualche recensione ;)
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 11

POV JOE
 
Dovevo tirare Alyssa fuori dai guai, e dovevo farlo alla svelta. Prima di avviarmi in cerca di un piano di salvataggio, tornai da Nicholas. Non potevo lasciarlo così com'era, alla mercè degli insetti e dell'umido, così presi tutte le pietre che prima costituivano la fonte e costruì sul corpo di mio fratello una piramide dove, infine, inserì in cima la sua spada, in segno che lì si trovava non solo un pirata, ma anche un grande uomo. Lo guardai con gli occhi lucidi per l'ultima volta e, cacciando via le lacrime, uscì velocemente dalla grotta. Per raggiungerci, la marina britannica aveva procurato un passaggio nella parete che portava direttamente all'ingresso della grotta. Lo percorsi velocemente e in un attimo raggiunsi l'uscita. In quel momento vidi la nave della marina britannica allontanarsi con a bordo Alyssa. Non avrei potuto fermarla per mare, ma avrei potuto intercedere per lei se avessi parlato ragionevolmente con il capitano Smith. In fondo era stato lui ad elevarmi al grado di Commodoro. Cercai velocemente con lo sguardo la Gold Treasure e, non appena riuscì ad avvistarla, con la barca con cui io e Alyssa eravamo arrivati alla grotta, tornai indietro. Non appena salì a bordo,vidi che tutti gli uomini della ciurma erano legati all'albero maestro; questo dimostrava quanto Cotton avesse recitato bene, cogliendo di sorpresa non solo Alyssa, ma anche il resto della ciurma.
<< Commodoro.>> mi chiamò Scuttle, il timoniere. << Meno male, siete vivo.>> continuò agitato. Corsi a liberarli, tagliando con la spada la cima che li legava insieme.
<< Commodoro, vostro fratello vi ha seguiti...>> continuò Scuttle. Mi feci scuro in volto. << E Cotton ...>> ma interruppi quel discorso così prorompente.
<< Lo so, Scuttle. Adesso non abbiamo tempo per i dettagli, dobbiamo andare a riprenderci Alyssa.>> risposi serio.
<< La marina britannica, non è così?>> suonò improvvisamente la voce di Gary, il medico di bordo.
Annuì leggermente, poi in silenzio, mi allontanai, prendendo in mano il timone.
<< Signori, rotta a Los Locos.>> gridai e tutta la ciurma mi fece eco. Los locos: dov'era cominciato tutto e dove tutto doveva finire!
 
POV ALYSSA
 
<< Scendi, muoviti.>> mi disse un soldato, spingendomi dalla schiena per accellerare il mio passo. Avevamo appena attraccato al porto di Los Locos, questa volta però ero in veste di prigioniera.
<< Levami le mani di dosso, sporco soldato.>> risposi duramente, scansandomi da lui. Lui mi tirò violentemente dalla corda che legava i miei polsi dietro la schiena, costringendomi a piegarmi indietro e ad avvicinarmi a lui.
<< Non ti permettere mai più, chiaro? Qui non siamo sulla tua nave, le tue leggi sono inutili. Siamo noi adesso che decidiamo sulla tua sorte. Puoi anche smettere di fare la dura, non ti crede più nessuno. Prova di nuovo a fare quello che hai fatto e pregherai di non essere mai nata, Cortès.>> rispose lui minacciandomi. Mi spinse in avanti facendomi inciampare, ma riuscì a non cadere. Lo guardai severa, senza dire una parola; non avevo affatto paura delle sue parole, ma allo stesso tempo ero incapace di controbattere. Mi trovavo nel loro territorio, un solo passo falso e mi sarebbe costato la vita, più di quanto minacciassero di fare. Mi portarono alla prigione di Los Locos.
<< Comandi, Capitano.>> disse un soldato fuori dalle porte della prigione.
<< Abbiamo catturato Alyssa Cortès, dobbiamo assicurarci che non scappi.>> rispose il capitano Smith e il soldato, mettendosi sull'attenti, ci fece entrare in quel luogo in cui la luce del sole si spegneva. Era tutto buio e quella poca luce che permetteva all'occhio umano di distinguere a malapena i piedi del suo corpo, era data da poche candele attaccate ai muri. Quel luogo era spettrale; voci di prigionieri, urla, pianti, risate provenivano da tutte le celle e ogni tanto qualcuno cercava di toccarmi, ma invano. Lì dentro si perdeva il nume della ragione. Fui portata nella cella più isolata della prigione. Un soldato aprì la porta e l'uomo che mi teneva dai polsi mi gettò dentro violentemente, facendomi cadere a terra. Poi gli stessi uomini si avvicinarono a me, trascinandomi fino al muro dove mi incatenarono i polsi e le caviglie, in modo da immobilizzarmi completamente.
“ Ci risiamo” pensai tra me.
<< Ora non potrai scappare, mia cara. Ci vediamo domani, per il processo.>> disse il Capitano Smith sorridendo. Impallidii.
<< Quale processo? Fermi, aspettate, tornate indietro!>> urlai mentre i soldati andavano via, chiudendo la cella alle loro spalle. Rimasi sola, nel silenzio più totale; incatenata com'ero, era impossibile fare più di due passi. Rimasi seduta osservando il soffitto. Sospirai malinconica; avevo ancora in mente Nicholas, morto così eroicamente per salvare me e suo fratello. Fu pensando alla promessa che gli feci che ripresi speranza di uscire da quell'inferno: gli avevo promesso che avrei protetto suo fratello, e giurai che avrei mantenuto sempre la promessa.
 
 
POV JOE
 
In meno di 15 minuti sbarcammo a Los Locos. Velocemente scesi dalla nave, lasciando ordini alla ciurma di non allontanarsi: finchè erano sopra la nave, nessuno poteva catturarli. A passo spedito, arrivai al palazzo dove si trovava lo studio del Capitano Smith. Mi annunciai ad una delle sue reclute, che mi scortò velocemente fin davanti al suo studio. Feci un bel respiro per mantenere la calma e bussai.
<< Avanti.>> una voce dall'interno mi diede il permesso di aprire la porta. Così eseguì l'ordine e mi trovai di fronte al Capitano Smith, girato di spalle.
<< Capitano.>> mi misi sull'attenti ma il capitano mi sciolse dalle formalità. << Capitano, sono qui perchè devo risolvere una questione molto importante.>>
<< Si tratta di Cortès, non è così?>> mi anticipò Smith.
Esitai qualche attimo. << Capitano, non c'è ragione di uccidere quella donna, in fondo non ha mai fatto del male a nessuno.>>
<< Commodoro, mi sembra che lei abbia dimenticato il saccheggio della città, non è così? Ha dimenticato tutte le navi affondate per mano sua, la gente che moriva di fame perchè lei aveva portato via tutto insieme a quella banda di miserabili straccioni!>> ma interruppi quella sfuriata
<< Pirati, capitano, sono pirati...>> lo corressi.
<< Pirati o no, lei è il capitano e deve pagare per tutto quello che ha fatto. E inoltre voi non eravate nemici?>> mi domandò serio Smith. Non risposi e abbassai la testa.
<< Un attimo...Commodoro, vi siete innamorato di lei, non è così?>> mi accusò ancora.
Questa volta alzai gli occhi, sfidandolo.
<< Si, Capitano. Mi sono innamorato di lei, perchè ho capito quanto sciocco sia stato in questi anni. Lei e la sua ciurma non sono come credevamo che fossero, sono diventati la mia famiglia. Siete voi che avete ancora degli stupidi pregiudizi su di loro.>>
<< Commodoro, non osate parlarmi in questo modo.>>
<< Perchè, altrimenti mi ucciderete come farete con Alyssa? So bene che avete intenzione di metterla alla forca e se volete farlo, dovrete prima farlo con me. Non ho paura di voi.>>
<< Bene, Commodoro, avete segnato la vostra condanna a morte. Uomini, prendetelo.>>.
Improvvisamente le sue reclute davanti alla porta mi afferrarono dalle braccia, impedendomi i movimenti. Il Capitano Smith si avvicinò a me.
<< Eravate un ottimo Commodoro, Jonas. Eravate il migliore dei miei uomini, così leale, onesto. Mi divertirò a vedere il viso della vostra amata, segnato dalle lacrime e dal dolore nel sapere che siete stavo proprio voi, il suo più grande amore, a tradirla e a condannarla a morte.>> mi disse Smith. Sbarrai gli occhi; il mio cuore accellerò i battiti e cominciai a sudare freddo.
<< Che cosa volete fare, Smith? Non potete farlo, è meschino!>>
<< Vogliamo scommettere?>> sorrise ancora il capitano.
<< Lei non vi crederà mai!>>
<< Staremo a vedere.>> disse ancora, si avvicinò a me, prese un libricino che avevo nella giacca, dove sopra emergeva il titolo:” Lancillotto e Ginevra.”. Era il libro che avevo usato per regalare ad Alyssa la serata più bella della sua vita. Lei me lo aveva poi regalato, come simbolo del nostro legame.
<< No, vi prego! Quello no, vi scongiuro!>> gridai con tutta la mia forza. Quello poteva essere la prova schiacciante per incastrarmi in qualcosa in cui non avevo la minima colpa.
<< Sono io adesso ad averla vinta su di voi, Commodoro. Uomini, uccidetelo! Ma prima...portatelo fuori, nella periferia. Nessuno dovrà trovarlo...mai. Addio Commodoro.>> disse e mi portarono via a forza. Cercai di liberarmi ma inutilmente. In quel momento era tutto finito, per me e per Alyssa. Solo un miracolo poteva salvarci.
POV ALYSSA
 
Rimasi immobile, aspettando che qualcuno venisse per portarmi qualcosa da mangiare. Ciò avvenne a sera inoltrata. Fu proprio il Capitano Smith a portarmi quella sottospecie di brodaglia che loro osavano chiamare minestra. Entrò, chiuse la porta alle sue spalle e ordinò alla guardia di lasciarci soli. Si avvicinò cauto, poggiando a terra il piatto di terracotta. Lo guardai fulminandolo.
<< E' la cena, Cortès.>> cominciò avvicinando il piatto ma io mi girai dall'altra parte. << Siete sempre così testarda?>>
<< E voi sempre così insolente?>> risposi sfidandolo. Lui mi guardò severo. Si alzò in piedi e cominciò a passeggiare.
<< Non vi siete chiesta come mai vi trovate qui?>> continuò ironicamente. Non risposi. << Il vostro Commodoro ci è stato molto utile.>>. A sentire quelle parole, alzai la testa e sgranai gli occhi.
<< Che cosa gli avete fatto?>> domandai furiosa.
<< Noi? Assolutamente niente. E' lui che ha fatto qualcosa a voi.>>. Risi di gusto. << Fossi in voi non riderei così tanto. Sappiate che ha lavorato per me tutto il tempo, mi ha sempre fornito ogni singola informazione su di voi, giorno per giorno.>> rispose Smith. Continuai a ridere.
<< Capitano, avete un grande senso dell'umorismo. E' stato Cotton a tradirmi, non Joe.>> risposi sorridendo a mò di sfida. Lui mi sorrise di contraccambio. Ad un tratto, uscì dalla giacca un libricino che conoscevo bene: “ Lancillotto e Ginevra”.
<< Quel libro...>> dissi sussurrando per l'incredulità << Come fate ad averlo voi? Quello è mio, l'avevo regalato a...>> mi fermai improvvisamente...l'avevo regalato a Joe quella notte quando mi fece danzare sotto le stelle. << Non è possibile...>> dissi continuando a sussurrare incredula.
<< Il vostro Commodoro è un ottimo attore, sapete? E' stato così bravo: vi ha ingannato, soggiocato, vi ha fatto innamorare di lui per poi pugnalarvi alle spalle. E' anche un grande don Giovanni. Voi siete solo una delle tante donne che ha avuto.>> continuò a ripetermi. Era una tortura psicologica, la conoscevo bene ma in quel momento la notizia mi sconvolse così tanto che credetti ad ogni sua singola parola. Cominciai a respirare affannosamente, le lacrime scorrevano ininterrotte sul mio viso. << Non ci credo...noi ci amavamo così tanto! Tutte quelle promesse, i suoi abbracci, i suoi baci...tutte menzogne!>> cominciai a dire piangendo a dirotto. Crollai a terra, in ginocchio. Ero stata ferita per la seconda volta, con la differenza che quella era la pugnalata più potente. << Dov'è? Voglio vederlo!>> dissi amareggiata.
<< Mi dispiace mia cara, ma è tornato al suo solito lavoro. Chissà, magari adesso è con una bella fanciulla.>> rispose sorridendo.
Questo mi faceva ancora più male delle catene.
<< Sono desolato, mia cara. Adesso vado, ci vediamo domani per il processo.>> rispose e, chiamando la guardia, uscì lasciandomi sola.
Ero immobile, paralizzata dall'incredulità. Respiravo a fatica, guardavo a terra tenuta stretta dalle catene. Continuai a piangere, sempre più forte, urlai come non avevo mai fatto fino ad allora. Ero così distrutta che mi sentivo il cuore a pezzi. Lui, mi aveva tradito. Joe: l'unico uomo capace di farmi innamorare, lui che aveva giurato di proteggermi, adesso mi tradiva così spudoratamente. Decisi che la mia vita aveva perso ogni senso per cui valeva la pena vivere sulla terra. Avrei accettato qualsiasi condanna mi fosse stata inflitta. La morte sarebbe stata solo una risoluzione a tutti i dolori questa volta non avrei combattuto per impedire che arrivasse.


NOTA DELL'AUTRICE:

Saaaalveeee gente. Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto, ma sono stata così impegnata da aver perso completamente l'ispirazione. Spero di aver comunque rimediato al tempo perso con questo capitoloo, dove finalmente è tornata un pò di ispirazione. Spero vi sia piaciuto ;) Un bacio grande  Dangerina
  
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