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Autore: hugmeciastin    29/07/2013    15 recensioni
Chi sapeva che un viaggio a Stratford avrebbe potuto rovinare la mia intera vita?
Mio fratello mi aveva avvertito di stare alla larga, ma perchè avrei dovuto ascoltarlo dopo tutto quello che mi ha fatto passare?
Chi sapeva che sarei diventata il bersaglio di un omicidio dopo il suo errore?
Lezione imparata. E' fondamentale seguire i consigli delle persone che ti amano e si preoccupano di te più di tutto. Soprattutto se sono le uniche a essere rimaste nella tua vita.
Mantenere la guardia alta, pensare in fretta e, soprattutto, mai fidarsi di qualcuno.
Non importa quanto fortemente questa persona si innamori di te.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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by queens.



Chloe's Point of View:

 
Disagio.
Nervosismo, sensazione di ansia che ti rendono teso e irritabile.
Era una sensazione che tutti avevamo sperimentato, in un modo o in un altro.
Appena sentii la voce matura e cresciuta di mio fratello, il disagio mi travolse. Entrò nelle mie vene, dalle mie mani fino al mio cuore, scorrendo verso le mie gambe. La mia anima aveva una sensazione immensa di disagio. Era una sensazione che non avrei mai potuto mandare via. La provavo ogni giorno, come se fosse una routine.
Avevo provato più volte a immaginarmi in un posto felice. 
Mi immaginavo tranquilla nel cortile della mia casa in California. Il sole che splendeva sul mio corpo, mentre io ero stesa a prendere il sole in bikini.
Immaginavo un bicchiere di limonata, freddo e gelido.
Immagivano il giaccio all'interno del bicchiere.
Mi immaginavo mentre ascoltando il mio album preferito, Born to Die di Lana Del Rey, la sua voce era musica per le mie orecchie.
Il pensiero di tutto questo, mi fece rimpiangere tutti gli errori che avevo commesso in passato.
Errori a cui non avrei mai potuto rimediare.
Guardai il mio ragazzo iperprotettivo che aggrottò le sopracciglia al suono della voce di mio fratello. Pensai che anche lui si sentiva a disagio. Battè le dita sulla parte superiore del bancone, non sapendo cosa fare e come reagire alla chiamata di Brad. Non sapevamo dove volesse arrivare con quella chiamata.
Sapevo solo che con l'atteggiamento di Brad nei confronti di tutta questa situazione, dopo i continui avvertimenti e suggerimenti, ero fottuta. Avevo deciso di fare la ribelle, andando contro tutto ciò che mi aveva detto.
Non sapevo come comportarmi.
"Perchè mi hai chiamato?" Justin rispose sarcasticamente. Era sotto shock. Ed era tutta colpa mia. Il senso di colpa mi stava colpendo come una tonnellata di mattoni, il tutto a causa delle mie decisioni. Ero immatura e forse fuori luogo, ma non volevo stare di nuovo con Brad. E guardando dov'ero ora, accanto a un ragazzo quasi perfetto seduto a un paio di metri da me, speravo di riuscire a dire che mi pentivo della mia decisione di rimanere con Justin.
"Ho bisogno di parlare con mia sorella. E' lì?" Brad chiese, alzando il tono della voce. Il mio cuore si bloccò. Non potevo parlare con lui. Cominciai a sentirmi così persa, come se fossi mai stata trovata.
"Già. Aspetta." Justin ordinò, guardandomi. Potevo sentire la tensione nell'aria. Justin si avvicinò a me e mi diede il suo iPhone in mano. Avendo un sacco di ripensamenti, coprii l'altoparlante.
"Justin, ti prego, non farmi parlare con lui. Mi odia. So che mi odia." Sussurrai, mentre le lacrime mi offuscavano la vista. Era come se fossi proiettata in un universo paralello, tutta sola. Justin non riusciva a capire tutto questo. Non riusciva a capire perchè sarebbe stato così difficile per me.
Dall'altra parte della linea, immaginai Brad in canottiera e jeans, con il sudore che gli rotolava giù per le punte dei suoi capelli castano scuro. Riuscivo a percepire la rabbia nei suoi occhi color caffè. Era sicuro come l'inferno che non avevo voglia di parlargli, soprattutto considerando il fatto che non ci avevo mai parlato a telefono per tutto il corso del viaggio.
"Chloe, è tuo fratello. Devi parlare con lui." Mormorò Justin, massaggiandomi la spalla con la mano. Mi sentii un po' pronta a parlare con Brad, mi girai di schiena e presi il telefono. Non sapevo perchè lo avevo fatto, ma avvertivo che c'era un motivo nella mia mente.
Una visione di tutto quello che avevo fatto alle spalle di Brad balenò davanti ai miei occhi, il mio ingresso a Stratford, il rapimento, i Venom. Ricordo il giorno in cui vidi Justin per la prima volta, in quel vicolo, mentre scappavo dai Venom. C'erano soggetti scuri, a cui non volevo pensare, nè entrare in dettaglio. Volevo buttare tutti i ricordi indietro, e pensare al futuro, non al passato.
"Brad, prima che tu dica qualsiasi cosa, hai bisogno di saper-" Balbettai innocentemente, strofinandomi la tempia sinistra con l'indice.
"Risparmia le stonzate, Chloe." Brad mi interruppe. Era euello che mi aspettavo. -La rabbia. "Cosa diavolo pensavi di fare facendo una bravata come questa? Farti ammazzare?"
Mi strofinai le tempie più velocemente, aspettandomi un mal di testa atroce dopo la chiamata.
"Non è-"
"Rispondi alla mia dannata domanda, Chloe." Comandò, interrompendo ancora una volta. "Vuoi essere uccisa?"
"Brad no-"
"Oh, devi aver dimenticato quanto idiota è quello che hai fatto." Brad ridacchiò, come se non fosse incazzata come appena un secondo fa."Sembra che tu ti stia divertendo a Stratford, eh?" Non risposi. Ci fu una breve pausa. "Sai quanto è doloroso sapere che sei dal mio nemino e che sei andata contro le mie regole quando ti ho espressamente detto di stare lontana da Stratford?"
"Brad... Io-"
"Che cazzo stai facendo, stando con Bieber, huh?" Lui continuò ad interrompermi. Tutto quello che potevo fare era difendere me e Justin, sapendo di aver fatto un enorme errore. "-...Rimanendo in giro con un estraneo? Cosa diavolo c'è di sbagliato in te?"
"Non è come sembra, te lo giur-"
"Cosa cazzo pensavi di fare rimanendo a casa di un nemico, trascorrendo con lui così tanto tempo, cercando di tenerti lontana da cosa?" Sentii un botto attraverso l'altoparlante. Ero sicura che Brad avesse scatenato la sua rabbia su un oggetto qualunque. "Stai perdendo la testa, cazzo, Chloe? Ovviamente io ho sprecato il mio tempo cercando di proteggerti cazzo!"
"Brad, non hai sprecato il tuo tempo..." La mia voce si spense. Deglutii, preparandomi a quello che sarebbe successo dopo. Sentii la presenza di Justin dietro di me, proprio lì, immobile.
"Stai con un ragazzo che ti vuole morta e mi stai dicendo che non ho sprecato il mio tempo cercando di proteggerti? Tutto questo tempo sprecato a vegliare su di te?"
Lo interruppi. "No, Brad! Non è così. Tu non capisci! Devi fidarti di me, Brad. Sono tua sorella..."
Non riuscivo a vedere niente, i miei occhi erano zuppi di lacrime. Non riuscivo più a trattenerle. Sentivo come se stessi perdendo mio fratello per un semplice errore. Era qualcosa che avrei potuto benissimo evitare. Era come se fossi dispiaciuta, ma in un certo senso ne era valsa la pena,
"Non sei niente per me. Se vuoi scappare con un assassino a sangue freddo, poi vai avanti da sola!" Gridò, pieno di rabbia. "Ho smesso di cercare di proteggerti. Non chiamarmi, soprattutto quando avrai un coltello conficcato dentro di te più tardi."
Le lacrime cominciarono a rotolare lungo le guance. Mossi la mano libera verso il basso per la mia coscia nuda, sfiorandola con le dita, che divennero presto rigide in reazione al comportamento schietto di Brad. Brad c'era sempre stato per me, non potevo non riconoscerlo. Invece io mi ero lamentata, scappando da lui e uscendo dalla sua vita.
"Perchè dici questo?" Dissi, coprendomi la bocca. "Tu non lo conosci come me, Brad! Sono tua sorella, Brad! Ti prego ascoltami, ti prego non credere a ciò che dicono..."
"Chi sei?" Urlò attraverso il telefono. "Sto davvero parlando con mia sorella in questo momento? Lei non avrebbe mai fatto una cosa così stupida e idiota come questa! E' un suicidio, Chloe! Quel cazzone lì con te è il coglione che ho cercato di tenere lontano da te per anni e anni! Pensi che l'abbia fatto per nessun motivo, eh? Pensi che ho passato tutta quella merda per te per niente? Pensi che il coglione che è seduto lì accanto a te non è pericoloso?"
Sapevo nel mio cuore e nelle mia anima che mio fratello non avrebbe mai capito. Che non mi avrebbe mai accolta. Ero alla ricerca di un po' di eccitazione nella mia vita, di senso di libertà. Pensavo che le mie azioni mi avrebbero sostenuta. I miei sogni e la mia libertà erano stati frantumati in mille pezzi da quando ero stata rapita. Justin aveva dovuto farmi vedere la luce alla fine del tunnel, e stavo per essere libera di nuovo.
Fare questo viaggio è stata una cosa da pazzi. Ma non pensavo chiaramente. Ero ossessionata dall'idea della mia libertà che quando Brad si prendeva cura di me, quasi mi terrorizzava.
"Brad, ti prego smettila. Sono davvero tua sorella." Mi lasciai cadere sul divano, coprendomi il viso, così che Justin non riuscisse a capire cosa provavo.
"Beh, se questa sei tu, Chloe, non sei più mia sorella. Buona fortuna con tutto. Spero che ne sia valsa la pena."
Le mie labbra iniziarono a tremare. Lasciai cadere il telefono sulle mie gambe, senza chiudere la chiamata, vedendo con la coda dell'occhio Justin che si fiondava fumanete verso di me.
 
 
Justin's Point of View:

 
Corsi verso la mia ragazza che in quel momento stava piangendo, volendo uccidere mentalmente suo fratello. Non sapevo cosa diavolo le aveva detto, ma si era trasformata in un mostro emotivo.
Il suo corpo rabbrividiva dal dolore. Stava chiaramente piangendo. I suoni che uscivano dalla sua bocca, segnavano il fatto che stava singhiozzando. Strinsi la mascella, prendendole il telefono dal grembo. Me lo misi all'orecchio, poi lo rimisi giù, non volendo che lei ascoltasse.
Sapevo che era irrispettoso, ma allo stesso momento, nessuno dovrebbe urlare così alla propria sorella.
"Torno subito, piccola." Sussurrai a Chloe. Mi diressi verso la porta di casa, uscii e la chiusi con rabbia.
"Senti, non me ne frega un cazzo se sei suo fratello o no!" Urlai attraverso il cellulare. "Tu non hai il diritto di stare lì e farla piangere così! Che cazzo le hai detto?"
Sapevo come funzionavano queste cose. Avevo anche io un fratello che mi stava addosso. Non potevo dire niente su quello che faceva Brad a Chloe quando erano in California. Non pensavo però che la picchiasse, come Damien faceva con me. Chloe non aveva bisogno di una persona così al suo fianco.
"Scusi? Lei è mio sorella l'ultima volta che ho controllato," Fece una pausa. "Posso dire quello che cazzo voglio. Inoltre, ho detto solo tutto quello che aveva bisogno di sentire."
"Non c'è da stupirsi perchè voleva lasciarti alle spalle." Scossi la testa. "Sei proprio uno stronzo con lei."
"Le stavo dicendo solo cosa fossa giusto e cosa fosse sbagliato." Affermò in difesa.
"Beh, l'hai devastata." Mi leccai le labbra. "Sta seduta nell'altra stanza, a piangere per quello che hai detto."
Chloe era sconvolta, ne ero sicura. Non meritava di essere sgridata in que modo, soprattutto perchè lei voleva solo cambiare la sua vita. Parlavo a suo nome, ma anche a mio. Se fossi stato abbastanza intelligente, avrei fatto la stessa cosa con Damien. Non è mai troppo tardi per questo tipo di cose.
Mi piacerebbe correre via da qui e non tornare mai più.
"Senti, non mi fido di te, Bieber." Ringhiò. "Neanche un po'. So esattamente cosa diavolo stai facendo."
"Tu non sai niente." Che sciocco, pensava che avessi fatto del male a sua sorella, quando in realtà io ci tenevo tanto a lei. Non le avrei chiesto di essere mia, se le avrei fatto del male. Che tipo di logica era?
"Sei un ragazzo intelligente. No, Bieber?" Brad ridacchiò. "Se fossi in te, terrei la bocca chiusa. Supponendo che desideri un'amicizia stabile con mia sorella, ti suggerisco di imparare a rispettare me come suo fratello."
"Perchè dovrei rispettarti, quando non hai neanche rispetto per tua sorella? Vedo esattamente il perchè volesse fuggire da te."
"Ridai quel cazzo di telefono a Chloe, pezzo di merda!" Ringhiò. "Non avevo nessuna intenzione di parlare con te in primo luogo."
Quando avevo visto Chloe piangere, avevo perso la testa. Succedeva sempre. La mia rabbia prendeva il controllo di me e non potevo farne a meno. Avrei combattuto a qualsiasi costo. Il massimo che potevo dirgli era dargli qualche consiglio.
Nel mio mondo, un consiglio sarebbe il modo giusto per farmi incazzare ancora di più.
"Non ti lascerò parlare di nuovo con lei, non dopo il modo in cui l'hai trattata. Chi ti credi di essere?" Strinsi i pugni.
"Sai una cosa? Ho un'idea migliore. Ci vediamo con tutti e due più tardi stasera." Brad urlò.
Sospirai, immaginandolo davanti alla porta di casa. Non sapevo cosa pensare, a questo punto. Non volevo nessun'altro, non volevo interruzioni. Chloe era appena diventata mia. Volevo trascorrere più tempo possibile con lei. Sapevo che se dovesse portarla via da me, farei tutto il possibile per rivederla. Sarebbe come se un pezzo del mio cuore fosse stato strappato. Io per lei avrei lottato, solo per farla tornare con me.
Non potevo immaginare che mi lasciasse. Non così presto.
Scossi la testa, ricordando che Brad era ancora a telefono.
"Lei non ti ha chiamato per tutti questi mesi per una ragione, Brad. Pensaci."
"Vai all'inferno, Bieber." Ridacchiò cupamente. Strinsi i denti.
"Bene, ci vediamo lì." Dissi, chiudendo il telefono. Lo buttai a terra, tirando un pugno contro la porta d'ingresso. Scossi la mia mano dal dolore, prendendo il telefono da terra e notando che lo schermo era leggermente scheggiato. Mi lasciai sfuggire un grugnito e aprii la porta infuriato.
Entrai nella stanza, vedendo che Chloe stava ancora piangendo. La sua testa era appoggiata tra le sue mani. Era quello che odiavo di più al mondo. Odiavo vederla così. Soprattutto perchè era innocente nella maggior parte delle situazioni. Temevo quel suono.
Lei alzò lo sguardo e mi fissò. I suoi occhi erano gonfi e pieni di lacrime. La parte più folle di tutto era che per me era ancora bella. Solo che non volevo che fosse così. Non era giusto.
"Piccola, stai bene?" Mormorai nel suo orecchio, strofinandole la schiena.
"Ti sembra che io stia bene, Justin?" Gemette, pulendosi il viso dalle lacrime con le dita.
"Che cosa ti ha detto?" Chiesi, sedendomi accanto a lei. Le misi una mano sotto il mento costringendola a guardarmi negli occhi.
Rimase in silenzio per un momento. Aprì la bocca e poi la richiuse subito. Iniziai a strofinarle la schiena, guardandola dritta negli occhi.
"H-Ha detto che morirì, continuando a stare con te." La sua voce tremava. "Ha detto che non sono più sua sorella. Te l'avevo detto che mi odiava, Jay, te l'avevo detto." Disse piangendo più forte.
"Non ascoltarlo, va bene? Lui non è giusto con te." Mormorai, facendo sfiorare i nostri nasi. "E lui non ti odia. Chi potrebbe mai odiarti?"
"Non avrei dovuto disobbedirgli, Justin." Gemette. Le asciugai le lacrime con la mano. "Forse tutto quello che ha detto è vero. Forse sono davvero una cattiva sorella. Mio fratello mi odia. Ho paura, Justin." Disse, appoggiando la fronte sulla mia spalla sinistra. Inclinai la testa, baciandole la mascella e continuando a strofinarle la schiena.
"Andrà tutto bene, te lo prometto. Te lo prometto." Ripetei nel suo orecchio. "Non aveva il diritto di dirti quelle cose."
Il mio cuore iniziò a farmi male. Le sue lacrime rotolavano dai suoi occhi sulla mia spalla. Avevo paura a vederla così. Non potevo fare nulla, tranne cercare di confortarla. Mi chiedevo se piangere era una parte sempre presente nella sua vita, o se non accadeva spesso ed è iniziata a venir fuori quando ha incontrato me.
Se ha iniziato a piangere di più quando era con me, allora non voglio che soffra più. Tutto quello che volevo era il suo sorriso. Solo quello.
"Sta facendo supposizioni. Lui non ti conosce, Justin." Lei tirò su col naso. "Lui pensa di conoscerti, ma non è così. Ha detto che mi ucciderai. Ma tu non lo faresti mai. Io sono la tua ragazza."
Strinsi la mascella infastidito. "Non farei mai niente per farti del male... L-la mia ragazza. Sai quanto sei importante per me in questo momento, Chloe?" Posai le mie labbra sulla parte superiore della sua testa, respirando il suo odore. Era un'aroma e non potevo fare altro che lasciarmi andare.
"E' tutta colpa mia." Lei ignorò la mia domanda, guardandomi con i suoi occhi innocenti.
Ripensai alla telefonata di prima. Ripensai alle sue urla. La stavo difendendo. Sinceramente non sapevo cosa mi stava succedendo. Non sapevo esattamente quello che le aveva detto. Sapevo solo che le aveva fatto del male. Poi, pensai alla parte peggiore della conversazione.
"Ci vediamo un po' più tardi stasera." La voce odiosa di Brad anunnciò nella mia mente, facendo eco e dandole quell'effetto drammatico che odio così tanto. Non volevo neanche soffermarmi su questo, ma dovevo dirlo a Chloe.
"Io non ti biasimo." Mi leccai le labbra. "Uhm...T-tu starai bene, ma ho una brutta notizia." Balbettai, sentendo il mio cuore battere più veloce. Le mie mani iniziarono a sudare dalla tensione.
"Pensavo che avessimo già avuto abbastanza notizie cattive. C'è qualcosa di peggiore della sua chiamata?" Mise il naso sulla mia spalla, poi si girò guardandomi. Non dissi niente. Le labbra mi tremavano dalla paura. "Che cos'è?"
Deglutii. "A-arriverà in città più tardi stasera, Chloe."
"Vuole portarmi via da qui..." Gridò nel mio collo. "E' uno stronzo!" Mi sedetti sul divano, tenendo tra le braccia il suo piccolo e fragile corpo.
"Chloe..." La mia voce si spense. Strinsi la mascella, non sapendo cosa sarebbe successo.
"E se non riuscirò mai più a vederti di nuovo?" Scosse la testa. "Tutto era diventato ufficiale. Tutto era così perfetto, Justin!"
Nulla potrà mai andare bene nella nostra vita. Lei era al cento per cento corretta. Le avevo chiesto di essere la mia ragazza, lei aveva detto di sì. E' una stronzata che il fratello abbia dovuto chiamarla, sostenendo che sarebbe venuto a Stratford per distruggere noi due. Una volta che qualcosa andava bene tra noi due, qualcosa di brutto accadeva sempre. Il nostro rapporto era forse maledetto?
"Non ho intenzione di lasciarlo portarti via da me." Mormorai nel suo orecchio.
"Non posso tornare indietro, Justin. Non dopo tutto questo, non dopo noi." Le accarezzai la parte posteriore della testa, non volendola lasciare.
"E' stato così stronzo con te, piccola. Non ti lascerò andare." Sussurrai, appoggiando il naso su di lei. Beccai le sue labbra.
"Lui non ha intenzione di lasciarmi a te." Si passò le dita bagnate piene di lacrime tra i capelli. "Si preoccupa troppo."
"Ha bisogno di imparare a parlare correttamente con sua sorella, prima ancora di pensare che possa riuscire a portarti via da me." Lei gemette nella mia spalla.
"Odio tutto questo. Se non fosse stato per lui, sarei stata felice di vivere la mia vita. Perchè tutto ciò non può andare bene?" Tirò su col naso. "Ho rovinato tutto."
Scossi la testa, prendendola per il mento. "Shhh, piccola. Sai che non è vero. Se ci pensi bene, non ci saremmo mai conosciuti se non fosse stato per lui."
Deglutì al pensiero che Brad ci abbia fatti incontrare. Era strano, ma vero.
Sorrise, ma poi tornò subito seria.
"Non pensarla così stranamente." Comandò, poggiando la guancia sul suo petto.
"Va bene, ma piccola, voglio che tu ti rilassi."
"Come faccio a rilassarmi quando mio fratello mi ha detto di stare alla larga da te ora che stiamo insieme? Che cosa faremo?"
"Piccola, ti prego..."
"Per favore, non dirgli che sono la tua ragazza!" Mi gridò in faccia. "Mi rinnegherà!"
Strinsi i pugni, sentendo la rabbia esplodermi nelle vene. Non riuscivo a gestire tutto questo. Mi stava sfuggendo di mano. La sua negatività mi faceva impazzire.
"Dannazione, Chloe! Ti ho detto che sarebbe andato tutto bene! Vuoi rilassarti per una volta, cazzo? Non ti ucciderà. E' solo il tuo cazzo di fratello. Sii felice del fatto che non si è seduto e ti ha ucciso. Sii felice del fatto che sto cercando di dirti quanto sei importante per me. Sii felice del fatto che ho intenzione di combattere per te. Sii felice del fatto che sei mia. Maledizione, non puoi semplicemente chiudere quella cazzo di bocca ed essere grata!"
Capii di essere stato troppo invadente, non appena alzò il suo sguardo e mi fissò con un'espressione di pura delusione. I suoi occhi era ancora gonfi. Si staccò da me, attraversò la cucina e salì le scale. Riuscivo a sentire il suo dolore. Chiuse la porta della sua stanza sbattendola. Sentii la chiave girare subito dopo. Capii che non voleva essere disturbata da me.
Ero stato lasciato così, lì, sul divano. Feci usire un sospiro di stress. Cosa avrei dovuto fare?
 
 
Il suono del campanello risuonò come un ruggito per le mie orecchie.
Brad era arrivato.
Mi posizionai contro il muro, sbirciando Chloe che era seduta sul divano. Aveva una mia maglietta a scollo V ed era in biancheria intima, come al solito. Stava cercando di mettersi comoda, ma il suono del campanello la bloccò.
Lei mi guardò, cercando di chiedermi chi doveva andare ad aprire la porta. Feci cenno a lei di farlo.
Lentamente, si alzò dal suo posto e si avvicinò alla porta. Girò la maniglia, aprendola e suo fratello con i capelli scuri si presentò davanti a lei. Alzai gli occhi, incollando le spalle al muro. Strinsi i pugni e la mascella appena lo vidi.
"Ciao, Brad!" Lo salutò innocentemente, come se lui non le avesse gridato contro prima.
La semplicità di tutto questo? Sarebbe potuto essere evitato con una sola azione.
 
 
 
CHIEDO. UMILMENTE. PERDONO.
sono partita per la sicilia e tra un problema e l'altro non ho mai avuto tempo per aggiornare.
mi avete lasciato quasi 30 recensioni allo scorso capitolo e vi giuro che sono felicissima.
per questo mi darò da fare e proverò ad aggiornare più spesso, anche se sono in vacanza, ma pazienza.
cosa ne pensate del capitolo? direi che brad è un bel problema.
riuscirà a dividere i due piccioncini?
detto questo, alla prossima ovvero... a presto. :)
  
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