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Autore: scrittore 97    29/07/2013    1 recensioni
salve a tutti, sono nuovo qui e vorrei mostrarvi il primo capitolo del mio racconto, spero che vi piaccia, parla di un uomo duro di nome Derb che viaggia per il suo mondo fantastico.
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il giardino del castello era strapieno di fiori colorati, e profumati, la nobile Elle de Luack vagava tra quei bellissimi capolavori naturali, che solo alla famiglia dei de Luack, i Lord di gran sole, amici dell’imperatore in persona era possibile vedere.
La giovane ormai conosceva a memoria ogni singola pianta, ogni singolo fiore, era in pratica cresciuta lì, e adesso doveva dire addio a quel luogo che l’aveva protetta dal crudele mondo esterno, il padre Lord Main de Luack, aveva deciso che lei aveva l’età per poter sposarsi e dare prole al consorte, ma lei non si sentiva pronta, aveva ancora tredici anni,   le sue forme erano in via di sviluppo,  aveva avuto il menarca poco più di un mese prima, il padre già la considerava una donna.
 Elle, si sentiva impotente davanti alla decisione del padre, lei non voleva avere a che fare con il matrimonio, si sentiva ancora bambina, aveva  nella testa solo la voglia di giocare con il suo gatto, che in quel momento di tristezza le stava accanto, andando a cercare le sue carezze.
Si sedette in una panchina di legno viola, il padre aveva fatto ordinare quel legno direttamente da Albanera, la più grande città che lavorasse il legno viola e quello blu.
Elle si sentiva il cuore oppresso, avrebbe sposato un uomo che nemmeno conosceva, e che aveva trent’anni più di lei, era schiacciata da quella situazione che non riusciva a gestire, ormai non ci dormiva più la notte, ogni volta che guardava al suo futuro, lo immaginava  in un castello, con un uomo che probabilmente avrebbe odiato, ad accudire molti figli, e lei che si sarebbe spenta con il passare degli anni.
Nei suoi sogni invece immaginava di incontrare un principe gentiluomo, che le avrebbe fatto battere il cuore all’impazzata, che l’avrebbe amata e protetta da qualsiasi male, ma il padre un mese prima stanco di quei pensieri ingenui, gli disse tutto d’un colpo che non era più tempo per quelle leziosaggini , e che si doveva sposare,  lei era caduta quasi a terra per lo stupore, il cuore le aveva iniziato a battere più forte, sembrava come se stesse per sfondare la gabbia toracica.
Ma Lord Main de Luack era abituato a farsi obbedire, e non avrebbe accettato mai un rifiuto da parte di una ragazzina che viveva ancora di sogni, e già aveva iniziato a progettare il matrimonio, con un nobile  delle terre di gran vento, così facendo il padre avrebbe anche sancito la pace tra quei due che si lottavano fin da prima della guerra dei venti regni.
Elle sbuffò, mentre con una mano asciugava le lacrime, il gatto bianco dalla pelle fulgida, saltò sopra le gambe della ragazza, la quale lo accolse con una carezza infischiandosene se le stava graffiando la preziosa gonna verde come le foglie dell’albero dietro la panchina.
-perché noi donne abbiamo un simile destino?- disse Elle come se fosse rivolta al gatto, il quale nemmeno la stava ad ascoltare, era beatamente accoccolato sulle gambe della padrona che lo coccolava con le candide mani che mai avevano visto lavoro.
- sorellina, sempre a rimuginare sulle scelte di nostro padre non è vero?- disse una voce che veniva da dietro l’albero.
- Rudolf, tu non puoi sapere cosa si prova a sognare per una vita di trovare l’anima gemella, e poi scoprire che la mia esistenza serve a legare mio padre con un vecchio nemico-
- sono solo delle cazzate quelle dell’anima gemella e lo stesso sono i sogni, io ho smesso di crederci quando avevo sei anni, quello che dovete fare voi donne è dare prole, mantenere in ordine la casa, e riscaldarci la notte, non esiste l’anima gemella- disse suo fratello uscendo da dietro l’albero.
Elle strinse i denti,  con uno scatto diede uno schiaffo al viso ogivale di Rudolf, il gatto con un balzo cadde a terra, e digrignò i denti verso il ragazzo, il quale si massaggiava la guancia, e rideva.
-mia cara e ingenua sorellina, se tu pensi che sia un inferno sposarsi con un vecchio, non sai cosa sia l’addestramento militare, io è da quando avevo sei anni che ho smesso di sognare, ora ne ho diciotto, e ti posso garantire dopo una vita di sacrifici e di allenamenti che avrei voluto essere una ragazza, o semplicemente meno robusto come nostro fratello Robert, che per sua fortuna aveva la consistenza fragile, e gli è toccato prendere i voti come sacerdote di Diaeil-
Elle strinse di più i denti, fino a fare un sonoro rumore, che Rudolf colse con una risata, poi disse- vabbè io ti lascio con i tuoi stupidi piagnistei, ho ben altro da fare-.
La ragazza avrebbe voluto prendere il fratello e massacrarlo di botte, ma si limitò a guardarlo camminare con cadenza militaresca verso l’entrata del castello, mentre lei imprecava tra se e se.
Elle era ancora furiosa, e aveva il viso solcato da lacrime, le guance rosse, il gatto continuava a miagolare, e lei per sbollire i nervi fece una cosa che mai aveva fatto, e che giudicava riprovevole , diede un calcio alla povera bestiola, la quale mugugnò.
La ragazza subito si pentì di quel gesto orribile, e si avvicinò al gatto mormorando un migliaio di scuse, ma la bestiola rizzò i peli, e digrignò i denti, poi se ne scappò verso un albero.
Elle si sentiva straziata, sia per quell’azione che le pesava troppo nell’animo, sia per quella discussione, non si era mai sentita così arrabbiata e pentita nella sua breve vita.
Voleva andare nella sua lussuosa camera a sbollire i nervi, la sua balia era in cucina, che lavorava ai ferri, appena la donna la vide si inchinò, ma Elle non ci fece caso, tirò dritto seguita da quella donna petulante, che l’aveva vista crescere, appena fu davanti alla porta, entrò e chiuse fuori Amelia, che si mise a bussare.
Elle si coricò nel suo letto, e si mise a riflettere sulle parole odiose del fratello, che le si insinuavano nelle crepe del suo cervello,  fino a ferirla come lame affilate.
Stette lì a testa in già, alzando ogni tanto il viso, per guardare il percorso del sole fuori dalla finestra, quando era entrata era pomeriggio inoltrato, e si stupì della rapidità di come erano passate le ore messa lì nel suo letto, fuori era quasi buio, il sole si accingeva a scomparire dietro le imponenti montagne che costituivano l’enorme impero della montagna.
Si stava alzando, pronta a scendere di sotto per la cena, quando all’improvviso nella città, sotto l’enorme castello iniziò a suonare di trombe, lei non sapeva cosa fosse, mai nella città erano suonate le trombe, e a quanto ne sapeva lei, quello era il segnale di pericolo.
Uscì dalla sua stanza, e si diresse verso la stanza dove il padre faceva le decisioni importanti per il regno, ma all’improvviso tutti uscirono dalle loro stanze, parenti nobili, servitù, quando passò dalla stanza del fratello, lo trovò che andava nella sua stessa direzione, quando diede una sbirciata dentro la camera vide una ragazza delle pulizie, che si copriva le nudità con un lenzuolo.
-e così ti fai delle ragazzine che sono qui per lavoro?- disse Elle mentre camminava incontro a Rudolf.
- non sono affari tuoi, adesso ho da fare, voglio sapere cosa è successo-
-beh anche io ho giusto una punta di curiosità, quindi se non ti dispiace ti seguo-
-queste sono cose da donna, vai nella tua stanza e chiuditi dentro, può darsi che sia qualcosa di pericoloso-
- mi dispiace, ma se fosse qualcosa di molto pericoloso ci sarebbero le truppe reali nei corridoi-
- fai un po’ come vuoi mocciosa, io ti ho avvertita- disse Rudolf con voce altera.
La sala in cui il padre discuteva delle cose importanti, era chiusa da un enorme portone d’ebano pieno di intarsi e arabeschi, le guardie alla visione dei figli del lord aprirono la porta.
Ella vide il padre che batteva il pugno sul tavolo, una guardia stava confabulando qualcosa, Rudolf si schiarì la gola, e disse:- padre, cosa è successo, ero in camera che mi riposavo, quando le trombe hanno suonato.
Alla ragazza venne quasi da ridere – si come no stava riposando- pensò lei.
-una cosa molto grave, un uomo pericoloso che era stato arrestato, è sfuggito alla nostra custodia, sto dando a questa guardia un dispaccio con le indicazioni, ogni casa sarà rivoltata da cima a fondo per trovarlo, è un nemico che sfugge da sempre agli interi regni, è un nemico dell’imperatore stesso-
- padre scusa per l’impertinenza, ma potrei aiutare in questa missione, ormai sono un cavaliere da due settimane, e non mi è stato ancora affidato nessun incarico- rispose Rudolf con un tono di voce supplichevole.
- no ragazzo mio, sarebbe una missione fin troppo pericolosa per te, quel bastardo è un nemico che non va sottovalutato ne ora e ne mai, ha messo in ginocchio l’intera stazione delle guardie cittadine, tu sei il mio unico figlio degno di questo nome, Robert è un sacerdote, tua sorella non vuole adempiere al suo destino, e il tuo gemello è morto, non voglio perdere il mio pupillo e orgoglio-
- padre, sai benissimo, che mi sono fatto le ossa con uno dei migliori cavalieri del regno, e sai ancora più bene che sono un abilissimo spadaccino,  posso sconfiggere chiunque-
- non essere troppo sicuro della tua bravura, non ti devi mai sopravvalutare, è questo quello che devi pensare, perché se ti troveresti davanti un nemico come il fuggitivo avresti poche speranze, detto questo non insistere, la questione è chiusa, adesso andate a cenare, io ho altre cose da fare- disse Main de Luack mentre iniziava a scrivere qualcosa.
Rudolf digrignò i denti, poteva essere mai che quel fuggitivo fosse così temibile da far impaurire persino suo padre? Però non poteva controbattere, con il volere del padre quindi se ne tornò nella sua stanza, dove avrebbe trovato la serva a tenergli caldo il posto.
Elle da parte sua fu felice di vedere il padre così arrabbiato e impaurito, i lineamenti coraggiosi e duri del genitore, sembravano messi a dura prova da quella situazione.
La ragazza uscì, e si diresse verso la sala da pranzo.           
Tutta la gente che un momento prima riempiva i corridoi erano ritornati alle loro stanze, per andare nella sala da pranzo passò dalla stanza del fratello, dalla quale provenivano suoni inequivocabili, lei indignata proseguì per la sua strada.
Sua madre era seduta a capotavola, la sala  da pranzo sarebbe stata vuota senza di lei e Elle, la quale si sedette di fianco alla donna.
-figlia mia, tuo fratello mi ha detto che ti ha visto piangere in giardino, cos’è successo?-
- niente mamma, sarà stato il profumo forte di qualche fiore-
- lo so che non è vero vedo chiaramente che hai ancora gli occhi arrossati dal pianto, è per la decisione di tuo padre?- disse la madre con tono pacato.
-no, ti ripeto che sarà stato solo il profumo troppo aggressivo di un fiore-
- non mentirmi, lo vedo chiaramente che stai soffrendo, a me puoi dire tutto-
- e va bene madre, si, stavo piangendo per la stupida decisione di mio padre, io non mi voglio sposare con qualcuno che non conosco e che non amo-
- ma l’amore viene da se, anche io quando mi promisero in sposa a tuo padre rimasi alibita, ed ero triste all’idea di sposarmi, i primi mesi di matrimonio furono cupi, ma con il passare del tempo il mio consorte mi piacque sempre più, fidati che l’amore verrà da se-
- io non ho il tuo stesso coraggio, e poi tu con mio padre non avete molta età di differenza, lui ne ha cinquanta, e tu quarantatré, mentre io andrò in sposa con uno che ha trent’anni più di me-
- so che la cosa è un po’ diversa, ma fidati perché l’amore arriverà con il tempo, soprattutto con l’avvento dei tuoi figli-
- se mai un vecchio possa darmi dei figli-
- e allora noi, nei primi temi non riuscivamo a fare prole, solo all’età di venticinque anni riuscii a rimanere incinta dei due gemelli Rudolf e Rudel pace all’anima sua povero figlio mio- disse la madre mentre iniziava a mangiare la zuppa che la serva le aveva portato.
Elle si sedette, aveva capito che nemmeno sua madre la poteva aiutare in quella situazione, lei non mangiò subito, avrebbe aspettato la seconda portata, non le piaceva la zuppa.
Dopo poco di venti minuti, Rudolf entrò nella sala, era con il viso imperlato di sudore, ed Elle sapeva benissimo il perché, difatti la ragazza venne dopo tre minuti con i capelli spettinati, e i vestiti spiegazzati.
La madre lo salutò con un sorriso, ed Elle fece finta di non vederlo, ma il fratello rise con quel suo ghigno che le stava antipatico.
Appena la ragazza che era stata con Rudolf entrò con un piatto di cosce, che posò davanti al ragazzo, il quale le scoccò un’occhiata maliziosa, e lei arrossì.
Elle stava quasi per alzarsi, non sopportava quel teatrino imbastito per farla infuriare, però la voce di quell’odioso Rudolf disse:- porta anche alla mia amata sorellina il cibo, non la vorremmo trattare male la dobbiamo fare trovare bene dal suo futuro marito-
La ragazza non volle restare un secondo di più, e disse- non ho voglia di rimanere qui, mamma per favore fammi portare la cena in camera-
Rudolf  la squadrò mentre se ne andava, e anche se non lo voleva ammettere, la sorella stava crescendo, era un vero peccato darla via a un vecchio, se non sarebbe stata la sua adorata sorellina ci avrebbe fatto un pensiero su.
Elle si sedette sul bordo del letto, e sospirò come aveva fatto ogni giorno da quando il padre l’aveva promessa in sposa a uno sconosciuto.
Rimase a fissare la porta, finché non bussarono, andò ad aprire e si trovò davanti la ragazza del fratello con un vassoio si carne e pane azzimo, Elle si trattenne dal cacciare via a pedate quella sgualdrina, prese la sua cena e le sbatté la porta in faccia.
-aspetti- mormorò da dietro il legno la ragazza.
- cosa vuoi?- domandò Elle con tono nervoso.
- mi scusi, ma le vorrei parlare-
- e perché mai, per te e mio fratello, a me non mi importa, lui si può sbattere tutte le sgualdrine di questo regno-
- signorina, io non sono una sgualdrina-
Elle si innervosì per quella frase, aprì la porta di scatto e disse- e allora cosa sei una troia, una prostituta, una troia? Perché io non saprei come definire una che se ne va con chiunque gli capiti-
-No, io l’ho fatto solo con suo fratello, lui mi ricatta, mi dice che se non faccio quello che dice lui mi fa licenziare-
- e se è come dici tu, perché non lo dici a mio padre?-
-perché e la mia parola contro un cavaliere e figlio di un lord-
- allora fatti licenziare e basta, non farla lunga- disse Elle con tono sempre più alterato.
- mia signora, si vede che lei non sa cos’è il lavoro, io ci campo i miei fratelli e la mia povera madre che è malata con i soldi che guadagno qui, se perdo il posto, non saprei cosa fare-
Elle a quelle parole sembrò calmarsi, se era quella, la ragione poteva anche capirla, anzi quella ragazza sembrò quasi farle pena, aveva il peso di una famiglia sulle giovani spalle.
-va bene, io ti devo porti delle scuse, non sapevo che avevi delle bocche da sfamare, io ti posso aiutare, non sopporto mio fratello, e fargli infliggere una punizione da mio padre sarà un piacere che mi vorrei passare, adesso gli e lo vado a dire-
- lasci stare signorina, suo padre non farebbe nulla, tutti gli uomini vogliono quella cosa, e neanche il lord è da meno ma scusate se mi sono espressa in modo, poco consono-
-no non ti scusare, forse hai ragione, tutti gli uomini sono gli stessi, ma mio padre è un nobile, e come tale ti difenderà- disse Elle con tono rabbioso.
La serva scosse la testa con un sorriso sciocco e le rispose- suo padre sa bene quello che faccio con il  figlio, e ho visto il suo sguardo, è solo compiaciuto da come gestisce la situazione suo fratello-
Elle sospirò, era arrabbiata, ma come aveva fatto a non vedere mai quell’aspetto maschilista e malvagio del padre, adesso lo odiava veramente, non poteva credere che era uscito dal seme si quell’uomo, e lei avrebbe dato dei figli a un altro porco, che probabilmente avrebbe fatto lo stesso che ha fatto suo padre.
Lei non voleva lo stesso destino per i suoi piccoli, e soprattutto non voleva quel destino cupo per se, se lo voleva creare il suo futuro, voleva essere libera di decidere, e non ne voleva dare atto al genitore.
-adesso basta però chiamarmi con il lei, dammi pure del tu, più tosto qual è il tuo nome?- disse Elle tentando di fare un sorriso.
- ma  signorina, non so se posso chiamarla con il tu-
- non ti fare problemi, mi stai simpatica, sembra quasi che abbiamo qualcosa in comune, ma non so ancora il tuo nome-
- va bene signora, il mio nome è Flagista , ma non so il suo perché a noi servi non è permesso chiamarvi per nome–
- il mio  nome  è Elle, ma il tuo mi ricorda il dio Flogisterio-
-bene Elle, tu hai qualcosa di diverso dagli altri nobili, sinceramente credo che oltre il rango che ci divide saremo amiche, beh per il nome è vero, mia madre è stata allevata dai monaci della fiamma perpetua gli operanti in terra del dio Flogisterio, e lei ha voluto dare un tributo al suo dio preferito-
- ho capito, ma adesso vai prima che ti rimproverino per il ritardo-
Elle sorrise un’ultima volta, e Flagista lo ricambiò, mentre si allontanava.
La ragazza aveva giudicato male la serva, era una ragazza normale, che era caduta nei luridi e viscidi tentacoli del fratello, quel maledetto odioso che si dava delle arie, solo perché era il figlio di un lord, lei non si sentiva superiore a nessuno, perché pensava che chi si sente più in alto in realtà è più in basso.
Elle chiuse la porta dietro di se, e iniziò a mangiare il cibo che ormai era freddo più che caldo, dopodiché andò a coricarsi, ogni giorno che passava, voleva dire l’avvicinarsi del matrimonio .
  
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