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Autore: Lady Ligeia    07/02/2008    4 recensioni
Una nuova storia della mia classe preferita!
Anche questa volta abbiamo a che fare con una carognetta, ma è di sesso femminile (per par condicio, sapete!^_^).
Ci saranno anche una sua candida amica e un ragazzo, forse un po' troppo sensibile.
Numero di capitoli e finale a sorpresa (non li so ancora nemmeno io)...
Genere: Commedia, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“CiaoV.Ho agito.Ho invitatoLuca a uscire.
Era1pòspiazzato,ma penso contento.
T faccio saXe se c sono novità.BaxLu”

Diciamocelo: rileggere un messaggio del genere per sette volte in mezz’ora non è normale.

Un po' è il sollievo, certo: la tua migliore amica ti affida una rogna da sbrigare e poi se la sbriga da sola, dopo quindici giorni in cui tu fai di tutto per accontentarla, ma sembra che ogni circostanza congiuri contro di te per impedirti di conseguire il tuo obiettivo...
Un po', però.

Un po' è la curiosità.
Beh, insomma, vuoi sapere come andrà a finire, no? E' la tua migliore amica, dopotutto, no? E che cavolo...

Quando la D'Aloè non aveva voglia di essere sincera con se stessa, era capace di tergiversare per ore, magari cercando di tenersi occupata in mille maniere diverse.
Quella sera, però, quando, terminato l'incontro settimanale di catechismo - quell'anno aiutava una signora della parrocchia con i bambini che si preparavano alla prima Comunione...-, si ritrovò con il cellulare di nuovo in mano, a leggere ancora una volta quel messaggio, si sentì costretta a smettere di nascondersi dietro un dito.

In quelle due settimane, si era dedicata anima e corpo al compito di fare amicizia con Gatti. Compito che si era rivelato molto più facile - e più piacevole, per di più - del previsto.
Gatti era intelligente, simpatico, originale. E il ritratto di Maverick era stato trasferito dalla tasca dei jeans, ora partiti per un viaggetto in lavatrice, al portafoglio, dove la D'Aloè conservava la foto dell'adorato nonno, che era morto in autunno, e il biglietto dell'ultimo Heineken Jammin' Festival. I suoi tesori, insomma.

No, non era normale.

La D'Aloè aveva quasi diciassette anni, ma non si era mai innamorata. Certo, ogni tanto qualcuno le era piaciuto, ma come possono piacere gli attori del cinema: belle icone irraggiungibili, e basta. Il biondino sulla metropolitana. Il fidanzato della vicina di casa. Il cugino grande e affascinante. Cose così. Mai un ragazzo in carne e ossa, reale, concreto, seduto nel banco accanto al suo.
Nel silenzio da catacomba delle spiegazioni di biologia, poteva sentirlo respirare e quel rumore sottile le provocava un lieve brivido giù per la spina dorsale.
Si scopriva a desiderare di sentire il suo fiato sulla gola, sulle orecchie, sul collo.
Qualche volta, fremeva visibilmente. E Gatti, immancabile, premuroso: - Hai freddo, Viviana? -
E lei tremava più forte, aveva paura che la Codispoti, dall'altro lato, se ne accorgesse. A lei andava la sua lealtà.
Quasi non era in grado di riconoscere i sintomi di una cotta devastante, la D'Aloè... anche se qualche sospetto, a onore del vero, l'aveva. Non era una stupida: era solo inesperta.

Tornò a casa e si soffermò, forse per la prima volta, sulla sua immagine riflessa nello specchio dell'ascensore.
Studiò il viso piatto, dall'ossatura larga, dalla mascella forte, incorniciato dai riccioli arruffati. Gli occhi castani... più scuri di quelli dorati di Gatti, più chiari di quelli quasi neri della Codispoti. Ampie le spalle da nuotatrice, i seni pesanti, le gambe lunghe, la vita inesistente sopra i fianchi pieni. Molto poco femminile, in conclusione, nonostante le forme abbondanti. Molto poco bella.
E perché le importava qualcosa, all'improvviso, di questo? L'aveva sempre saputo, di non essere bella, no?

Lungo dolcevita d'angora color del sole e grandi orecchini tintinnanti, la Codispoti ripassava filosofia seduta sul proprio banco, le gambe inguainate nei pantacollant accavallate con grazia, gli stivali di camoscio dal tacco alto spazzolati con cura.
Lorenzo Sperelli detto il Magnifico, che stava entrando in classe in quell'istante, si finse colpito al cuore da quella visione nera e giallo primula.
- Lucia Lucia Lucia - cominciò, ghignando. Un lampo di denti candidi, nel volto perennemente abbronzato. - Com'è che sei così carina, stamani? -
- Magnifico Magnifico Magnifico - cantilenò lei in risposta.
- Oh, sì... è proprio quello che volevo sentire. Dimmelo ancora, che sono magnifico...-
- ...mi sono fatta bella perché vado a pranzo con Luca Gatti, oggi. -
- Oh, con lo Sfi-gatti? E da quando stai con lui? -
La Codispoti chiuse il manuale di filosofia, lasciando un dito come segnalibro tra le pagine, e stese le gambe ben tornite in tutta la loro non decisiva lunghezza. - Non ti permetto di chiamarlo Sfi-gatti, Lorenzo. E' un ragazzo molto dolce. Più di te di sicuro. E poi, mica stiamo insieme! - e rise.

La D'Aloè aveva finto di ripassare storia fino a quel momento, seduta con la Biolcati in fondo alla classe. - Hai una faccia da mal di stomaco - le stava bisbigliando quest'ultima. - E' Carlo VIII che te lo fa venire? Se è così ti capisco...-
- No, povero pirla, non c'entra nulla lui...-
- Allora è il cosiddetto Magnifico - concluse l'altra, comprimendo le belle labbra fino a ridurre a una fessura bianca la propria piccola, morbida bocca a cuore. - Ti capisco ancora di più. -
- Non c'entra neanche lui, Lori. C'è il fatto che mi sa che mi sono presa una cotta per Gatti, e lui piace alla Lu. -

La Biolcati non rispose subito.
Si prese prima un lungo istante, lei, che di amori nati nel silenzio sapeva indubbiamente qualcosa. - Diglielo. -
La D'Aloè si voltò di scatto, contemplando il lungo viso ovale dell'amica, spolverato di lievi lentiggini bionde. - Tu, a Bianchi, lo diresti? - replicò, a bruciapelo.
Sgranò gli occhi, la Biolcati: occhi chiarissimi, limpidi e intelligenti, come tutto il resto di lei. Non immaginava di essere così trasparente.
- Non preoccuparti, Lori - sussurrò la D'Aloè. - Non mi sognerei mai di dirlo a qualcuno. - Nella sua voce, tuttavia, vibrava un briciolo di maliziosa soddisfazione: era riuscita a scuotere, anche se solo per un istante, la leggendaria compostezza della prima-della-classe. Subito dopo le sorrise con affetto.
- Non dicevo a lui - proseguì la Biolcati, imperturbabile. - A lui, lo so che è difficile. Ma a lei. -
La D'Aloè si chiese se l'amica fosse diventata matta. - Non posso, Lori. Che cosa penserebbe di me? -
La Biolcati sembrava assorta negli screzi di Carlo VIII con la Lega di Venezia. - Allora fai come credi. Forse hai ragione. La Lu non mi sembra il tipo che capisce queste cose. -
A volte, la Biolcati era quanto mai snervante. Troppo superiore per intavolare con lei una sana discussione. O anche soltanto, come in quel caso, per capire che cosa intendesse dire.

Le ore successive scorsero in maniera relativamente innocua.
Gatti si offrì volontario per un'interrogazione di ripasso sulla guerra dei Cent'Anni e le sue risposte furono le più brillanti che avesse mai dato.
- Avanti così, Gatti - fu il commento gioioso del garrulo professore di filosofia e storia - e il cinque in pagella diventerà solo un ricordo...-
- Ho studiato con la D'Aloè - rispose subito il ragazzo, rivolgendo alla compagna un sorriso radioso.
La D'Aloè tentò di scomparire sotto il banco, mentre l'insegnante la considerava con compiacimento. Era brava, nelle sue materie, la D'Aloè, e preferiva decisamente la storia alla filosofia. Anzi, il suo era stato era l'unico nove in pagella della classe, in storia.

La Codispoti attese l'intervallo, quando la classe si fu svuotata, per rivolgerle la parola. - Ti sono grata per l'aiuto che stai dando a Luca, Vi - le disse, asciutta. - Adesso, però, ci penso io. -
- Come vuoi - fu rapida a rispondere la D'Aloè. - Sono contenta che tu ti sia decisa a muoverti verso di lui. -
- Sai, mi ha detto Torrisi che Gatti...-
- Sì? -
- ...che Gatti mi trova molto carina. Come mai tu non me l'hai detto, Vi? - Lo sguardo della Codispoti era tale da mettere in allarme anche chi avesse avuto una coscienza più pulita di quella della D'Aloè in quel momento.
- Perché con me non ne ha parlato, Lu. -
- Mmm. Allora. Ci studi insieme, ci mangi insieme, ci chiacchieri assieme che sembrate due fratelli siamesi, più che due compagni di banco... e meno male che due settimane fa neanche ci volevi parlare...-
- Lucia... ma stai diventando gelosa?! - si sforzò di ridacchiare la D'Aloè.
- ...e dovresti parlargli di me, solo di me... E lui non ti fa mezzo commento, su di me?! Neanche se gli piaccio o gli faccio schifo, santo cielo? Ma di che cosa gli parli, posso sapere? -
Il tono della Codispoti aveva cominciato a salire verso toni acuti in maniera preoccupante, tanto che anche la D'Aloè si sentì autorizzata ad alzare la voce a propria volta. - Stammi a sentire, Lucia. O stai diventando paranoica, o dovresti ricordarti che sei stata tu a sguinzagliarmi dietro a Gatti! Se passo il mio tempo a fargli il tuo elogio e lui non abbocca, delle due l'una...-
La Codispoti incrociò le braccia, decisamente ostile.
-...o non gli piaci, o non me ne vuole parlare. Magari con Torrisi ne parla perché... perché Torrisi è un maschio, ecco. -
Lacrime. Lacrime negli occhi della D'Aloè. Lei la trova carina. Ovvio. Mica t'aspettavi che trovasse carina te, vero? Gli sei simpatica, stai diventando la sua migliore amica, ma...
- Cosa piangi a fare, adesso?! -
- Non sopporto di litigare con te, Lu, scusami...-
La Codispoti si addolcì all'istante. Le passò un braccio intorno alla vita. - Scusami tu, Vi - mormorò. - E' che sono nervosa, esco con Luca per la prima volta oggi e... e non capisco più niente. Mai uno mi è piaciuto tanto...-
L'ultima frase fu pronunciata a voce più alta, rispetto alle precedenti, e Lorenzo Sperelli detto il Magnifico, che stava rientrando in classe in quel momento, la colse. Gettò un lungo sguardo su quel bocconcino della sua ex e sulla sua insignificante amica grassa, sguardo che entrambe le ragazze notarono e registrarono.
- Oh, Magnifico, mi hai sentita?...- e la Codispoti rise. Una risata acuta, insistita, non sua. - Ti prego di non andare a dirglielo, eh? -
Il Magnifico scosse la testa. - Sono un gentiluomo, io, madamigella... Ah, D'Aloè... aiuti anche me, in storia? -
La D'Aloè lo squadrò perplessa. La stava prendendo in giro, quel mezzo imbecille?
- Cos'è? Non ti faccio abbastanza tenerezza? -
- Che cosa vuoi dire? - La Codispoti tornò a farsi sospettosa. - Gatti ti fa tenerezza, Viviana? -
- Andate tutti e due a impiccarvi con la stessa corda! - sbottò la D'Aloè, esasperata. Si staccò dalla Codispoti, schivò il Magnifico e uscì in corridoio... dove si imbatté precisamente in Gatti. - Che cosa succede, carissima? -
Carissima. Come se fossi sua sorella...
- Vai al diavolo anche tu... lasciatemi perdere, oggi, tutti quanti...-
La Codispoti e il Magnifico, usciti in corridoio, si avvicinarono a Gatti. - Ma che cosa le è preso? - chiese quest'ultimo, stupido e addolorato.
- Nulla, tesoro, lascia perdere... Piuttosto, dove andiamo a mangiare insieme, oggi? -
  
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