I piedi incominciavano a farmi davvero male e avevo una fame davvero tremenda. Avevamo comprato di tutto, tipo io avevo almeno cinque buste e il povero Niall altre quattro, avevamo tante cose in comune e questo mi faceva sentire la ragazza più figa del mondo. Non ce la feci più, - senti Niall che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa sto morendo di fame. - Fece un sorriso a 360°- aspettavo solo che me lo chiedessi, ti porto in un posto dove si mangia benissimo e a soli cinque minuti da qui!- Mi sarei dovuta immaginare fin da subito dove mi avrebbe voluto portare... Nando's, il locale preferito del biondo. - Entriamo, di sicuro mi faranno lo sconto vengo molto spesso qui- sorrise timido. Oh mio dio mi stavo sciogliendo era troppo bello. Appoggiammo le buste sotto il tavolo in modo da non ingombrare il pssaggio ai camerieri, venne una ragazza che poteva avere si e no 19 anni, chiese le ordinazioni, fissava Niall come incantata, dovevo ammetterlo ero gelosa... adesso era come se il biondo fosse di mia proprietà. Dovevo prendere una penna e scrivergli in faccia il mio nome al più presto...( lo farei veramente**) - Allora raccontami un pò di te, da quanto ho capito ti sei appena trasferita.. Come mai ? - Allora prima di tutto io vengo dall'Italia, e lo so cosa stai pensando, perchè lasciare l'Italia per Londra bhè...- Divenne rosso - in verità stavo pensando a quanto fossi bella...- Sentii il viso andarmi in fiamme, Niall Horan aveva detto che ero bella! Dovetti trattenere le urla. -Biondo ti prego non farlo più- e mi misi a ridere anche se era una risata nervosa. - Fare cosa?!- Mi guardava perplesso - Niente lascia stare, sai mi verrebbe voglia di tirarti quelle guanciotte che ti ritrovi ?!- Divenne tutto rosso, si schiarì la gola. - Va bene, allora mi avevi chiesto di raccontarti la mia storia ma mi sono persa e non so da dove incominciare.- - Facciamo un gioco, io ti faccio delle domende e tu rispondi, poi quando sarò soddisfatto tu potrai fare lo stesso con me.Ci stai ?- - Ci sto !- Mi pentii subito di aver accettato, mi travolse di domande, dalle più strambe alle più personali, non troppo personali quello ovvio. Ridemmo e anche quando ci portarono il cibo e pensai di avere tregua continuò tra cinque patatine e i panini che stava divorando mi facev almeno sette domande una dietro l'altra. Il tempo passò in un lampo e non ci accorgemmo che si era già fatto buio, presi il cellulare per vedere che ore fossero e...