CAPITOLO 17 - CLOSE TO THE FLAME
Mi sveglio il mattino dopo.
Mi stropiccio gli occhi, ancora impiastrati di trucco.
Di fronte a me, voltata su un fianco, c’è Andrea.
Ha voluto dormire con me.
O forse sono stata io a voler dormire con lei.
Non importa.
Scendo piano dal letto, e lentamente mi dirigo verso il bagno.
Mi guardo allo specchio.
A parte le due lunghe righe nere che mi attraversano le guance è tutto come prima.
Ho la solita faccia fredda e seria.
Ce l’hai fatta, Gloria.
Forse lo sfogo di ieri sera ti ha aiutato a buttarti tutto alle spalle.
Alla fine non ricordo molto del resto della serata.
So solo che Andrea ed io siamo arrivate a casa da sole, molto prima degli altri.
Le ho chiesto scusa un’infinità di volte, per averla separata da Gerard.
“Non dirlo” mi ha rassicurata lei.
Devo tutto a questa ragazza.
Se non ci fosse stata lei non so dove sarei andata a finire ieri sera.
Mi avvicino piano al letto.
Sta ancora dormendo.
Con un gesto leggero la copro con le lenzuola che stanotte avevo tirato involontariamente verso di me.
E silenziosamente scendo al piano di sotto.
Entro in cucina.
C’è Mikey, che si sta bevendo il solito caffè.
E, sorpresa, c’è anche Floria.
“Buongiorno” pronuncio, freddamente, andando dritta verso la macchinetta.
Brava Gloria.
Ce l’hai fatta.
Hai riacquistato la maschera che in questi giorni avevi buttato.
Sbagliando.
Soddisfatta, mi volto verso i due silenziosi, ma Floria non c’è più.
“Che le è preso?” chiedo a Mikey, alzando un sopracciglio.
Lui mi guarda, con l’espressione di chi non si beve certe stronzate.
“Lo sai….” mi risponde, riprendendo poi a leggere il giornale.
“Ah…se è per la faccenda di ieri sera, non mi interessa un cavolo...possono pure mettersi insieme, non sono mica la balia di Frank!” esclamo, la voce un po’ troppo alta.
Mikey rivolge nuovamente lo sguardo verso di me.
“Allora vuoi dire che non te ne frega niente…..” dice, sorseggiando il caffè.
Alzo un sopracciglio.
“Di cosa, Mikey?” gli chiedo, sporgendomi un po’ avanti col busto.
Ma lui si è chiuso in un silenzio ermetico.
E tutto ciò non mi piace affatto.
C’è qualcosa che mi nasconde.
“Mikey, dimmi cosa cazzo è successo questa notte che io non so!” gli ordino, fredda.
“Gloria….” Sussurra lui, scuotendo la testa.
All’improvviso un lampo mi attraversa la mente.
Riappoggio la schiena alla sedia.
No, non è possibile.
Frank e Floria.
Non possono aver….
Cerco lo sguardo di Mikey, ma lui di tutta risposta non mi rassicura affatto.
Anzi, si alza dalla sedia e mi lascia sola in cucina.
Prendo la testa fra le mani, appoggiandomi al tavolo.
Che sta succedendo?
Il mondo sta letteralmente collassando ai miei piedi.
No.
Non può essere vero.
Sto sognando.
Tutto questo
è soltanto un bruttissimo incubo.
Mi guardo intorno freneticamente, gli occhi che si riempiono di lacrime.
Perché non scompare?
Perché non mi sveglio?
Provo a sbattere le palpebre, ma sono ancora qui.
Disperata mi avvento sulla vetrinetta dove stanno tutti gli alcolici.
Apro le bottiglie, una ad una.
Bevo.
Bevo.
Ma il dolore non passa.
Anzi, si espande logorando ciò che ancora è rimasto di me.
Mi metto a piangere, così, in ginocchio per terra.
Ormai non c’è più niente da bere.
E io sto peggio di prima.
Frank….Floria…
Chi sono?
Io.
Chi sono?
Mi alzo in piedi con difficoltà.
Faccio qualche passo barcollando.
“Bob…” sussurro, guardando il pavimento.
Mi torna in mente quel giorno.
Di cinque anni fa.
Quando i miei occhi si spensero per la prima volta.
Lui mi guardava,
come se sapesse già cosa sarebbe successo poi.
Lui è l’unico che mi abbia mai capita.
L’unico.
Stringo i denti.
Entro in camera sua, in silenzio.
Non voglio disturbare Andrea, che sta ancora dormendo.
L’ho già fatta preoccupare abbastanza.
Mi infilo nel suo letto, svegliandolo di soprassalto.
“Che c’è?” bofonchia, voltandosi verso di me.
Appoggio la testa su di lui, come per nascondermi.
“Niente….” rispondo “niente…”
Niente.
Ormai non c’è più niente
dentro di me.
Sei rimasto solo tu.
Ed è tutto ciò di cui ho bisogno.
Ormai tutti quanti mi hanno voltato le spalle.
Ma mi basta avere te
per non precipitare a fondo.
Lui sospira, abbracciandomi, e coccolandomi.
Non una lacrima.
Non un singhiozzo.
E io mi addormento fra le sue braccia,
sperando che questa volta
sia per sempre.