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Autore: a rainy day    30/07/2013    6 recensioni
Lei, Alexia Anne Scott, una nota giornalista ventiquattrenne che vive a Bradford, costretta a trasferirsi a Doncaster per lavoro.
Lui, James William Collins, un pastore protestante, scrittore per passione e osservatore attento di natura. Venticinque anni e tanta voglia di fare del bene per gli altri.
Ad Alexia Anne Scott viene commissionata la scrittura di un opuscolo da allegare ad un noto giornale di Doncaster, nel quale dovrà parlare dell'ultimo libro in uscita di James William Collins. Lavoreranno fianco a fianco, tra mille domande e altrettante risposte.
Uno dei quesiti più difficili a cui entrambi saranno sottoposti sarà: "Cosa siamo noi?".
Sapranno mai rispondere?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ringrazio infinitamente Drawjng Efp per lo stupendo banner!

2. Secondo capitolo


Si salutarono solo dopo aver parlato per tre ore consecutive, senza mai fermarsi, seduti in quella caffetteria del centro città di Doncaster.
Ad Alexia parve che quel tale James l'avesse fissata per troppo tempo, così tanto da metterla in imbarazzo.
Attraversò la strada aspettando che il semaforo glielo permettesse e ripensò a quei due occhi puntati su di lei. Riusciva ancora a percepire lo sguardo del signor Collins addosso, anche se sapeva benissimo che ciò era impossibile quanto assurdo e che James, per quanto folle potesse essere, non era uscito da quel bar e non l'aveva seguita.
Si diresse a passo spedito verso l'albergo in cui alloggiava e, arrivata nella hall, salutò con un veloce cenno della mano la segretaria seduta dietro al bancone.
Non appena le fu possibile, si lanciò sul letto e chiuse gli occhi per rilassarsi. Dopo qualche minuto fece una doccia e si preparò per scendere e cenare nel ristorante dell'albergo. Tutto andò bene e finalmente si guadagnò un meritato riposo.
Ripensò a tutto il tempo trascorso con James, al bacio inaspettato con il quale l'aveva colta di sorpresa e a ciò che la aspettava il giorno dopo: una lunga giornata con James tra le urla assordanti di bambini che giocano nel centro ricreativo gestito dallo stesso James.
La caratteristica che più emergeva di Collins era il voler fare del bene agli altri e per gli altri e questo Alexia era riuscita a capirlo sin dal primo giorno.
La notte passò tranquilla e il mattino dopo la giovane donna si svegliò più rilassata del solito.
Scese all'ingresso dove c'era già James ad attenderla per dirigersi al centro ricreativo dove avrebbero passato la giornata. Durante tutto il tragitto non fiatarono, nessuno dei due era riuscito a dire qualcosa di più articolato di un semplice saluto.
Arrivati al centro ricreativo, iniziarono a girovagare per il campo da calcio parlando, ovviamente, dell'occupazione di James e del suo ruolo all'interno di quella grande struttura. Era colui che faceva giocare i bambini, si occupava di organizzare i giochi da svolgere e le attività divertenti ed educative.
- Mi piace stare con le persone, mi fa sentire vivo e soprattuto in loro - disse, indicando successivamente i ragazzini che li circondavano scorazzando ovunque, poi continuò - riesco a trovare l'affetto che mi è sempre mancato quando avevo la loro età - si fece quasi scappare quella grande confessione, che aveva fatto riflettere molto Alexia. Non appena James capì che, forse, con quel discorso stessero un po' uscendo fuori argomento, si scostò e si fece più vicino ad Alexia, invitandola ad accomodarsi su una delle tante poltrone che si trovavano all'interno della sala in cui erano finiti tra una chiacchiera e l'altra. Alexia aveva percepito tutto il dolore che trapelava dalle parole del pastore potrestante, quindi optò per non porgli domande riguardanti quell'argomento, seppur fosse curiosa di saperne di più.
- Facciamo una pausa? - fu James a parlare e ad interrompere il pesante silenzio calato dopo la confessione che si era lasciato sfuggire. Alexia si limito ad annuire distrattamente, mentre osservava ogni singolo particolare di quella che doveva essere la sala in cui venivano fatte le riunioni per discutere dell'organizzazione del centro ricreativo. James sparì per qualche istante, dirigendosi dietro ad un piccolo scaffale e tornando dopo qualche minuto con dei bicchieri di vetro e una bottiglia di succo alla pesca che la signorina Scott tanto adorava. Appoggiò i bicchieri su quello che doveva essere il tavolo intorno al quale si radunavano gli amministratori di quel luogo e fece segno ad Alexia di avvicinarsi. James versò lentamente il succo, mentre si perdeva con lo sguardo ad osservare attentamente il verde smeraldo degli occhi di Alexia Anne.
Lei arrossì, ma non abbassò il viso per non interrompere quell'intimo contatto che si era creato tra i loro sguardi, non voleva spezzare quel filo che ora li stava legando l'uno all'altra, desiderava che quell'attimo non finisse mai.
- James, è finito il pallone al di là della recinzione - lo avvisò una voce che proveniva dall'uscio di una delle tante porte aperte di quella sala. Una testa fece capolino dall'ingresso e quel ragazzino, con il rossore in viso per aver corso troppo, salutò cordialmente Alexia che ricambiò il saluto con un cenno e un sorriso dolce e rassicurante.
James alzò il pollice per avvisare il ragazzo che l'avrebbe presto raggiunto per recuperare la palla che era finita in parcheggio.
A passo svelto, il pastore protestante si diresse verso l'uscita della sala e Alexia lo seguì.
Una volta recuperata la palla, andarono di nuovo nella sala che li aveva ospitati poco prima e che era testimone del contatto avvenuto tra i loro sguardi.
- Dove eravamo rimasti? - disse James rivolgendosi alla giornalista Alexia Anne.
La ragazza guardò tra i suoi appunti e poi, scorrendo tra i fogli, le vennero in mente molte domande da fargli che però non ebbe il momento di porre perché James William la precedette.
- Hai da fare questa sera? - le chiese con un filo di voce. Pareva quasi un sussurro.
- Non dovrei essere io a fare domande? - gli rispose Alexia, alzando un sopracciglio indispettita e sorpresa dalla richiesta appena ricevuta. La ragazza aveva l'abitudine di rispondere alle domande con altrettante domande e spesso questa cosa infastidiva il suo interlocutore, ma ad Alexia non importava più di tanto, era il suo modo di fare e non era certamente facile farle cambiare atteggiamento.
Si mise a ripensare alla proposta di James. Era forse un appuntamento quello che le stava per chiedere? Alexia sapeva bene che non doveva mischiare il lavoro con la vita privata ed amorosa, ma quel James la intrigava troppo e stava iniziando a cambiare idea sul suo conto. Avrebbe forse dovuto accettare? Oppure doveva tenere alla larga quell'uomo dalla sua vita e i loro rapporti dovevano semplicemente essere strettamente lavorativi e nient'altro? No, avrebbe sicuramente detto di no. Sapeva che, uscendo con lui, avrebbe potuto compromettere il lavoro che stavano svolgendo insieme e proprio non le andava.
- No, non ho nulla da fare stasera - Contro ogni aspettativa, la risposta di Alexia era stata completamente diversa da quella che le era balena in testa fino a pochi istanti prima. Aveva appena dato la propria disponibilità (e non solo lavorativa) a Collins.
La bocca di James si estese in un sorriso smagliante e il bianco puro dei suoi denti era accecante.
- Ti andrebbe di... - indugiò un secondo, poi proseguì, più convinto - uscire con me? -
La risposta di Alexia fu, ovviamente, positiva. Si accordarono per l'orario e poi la giovane giornalista lo salutò per dirigersi al suo albergo.

Si incontrarono qualche ora dopo di nuovo, diretti verso una meta che ad Alexia era ignota.
Salirono su una piccola utilitaria grigio metallizzato e si misero in viaggio.
Alexia osservava il profilo teso ed agitato di James illuminato di tanto in tanto dai lampioni che costeggiavano la strada su cui stavano viaggiando. Si mise a guardare con attenzione la fronte dell'uomo corrugata in un'espressione pensante; poi passò agli occhi, fissi sulla carreggiata davanti a loro; seguì con lo sguardo la sagoma delle sue braccia e si soffermò prestando molta attenzione alle mani strette al volante dell'abitacolo in cui si trovavano, notando le sporgenti vene sul dorso della sua mano; risalì dopo ad analizzare ogni piccolo centimetro di pelle che ricopriva il collo di James, sorprendendosi di quanto fosse lucida e pensò che sicuramente al tocco risultava morbida; proseguì la sua attenta analisi spostando la sua concentrazione sulle labbra carnose di quell'uomo, che erano socchiuse e lasciavano intravedere leggermente quella dentatura perfetta che possedeva. Dopo aver concluso la sua meticolosa analisi di James e del suo corpo, Alexia fissò lo sguardo sul finestrino accanto a lei, pensando ancora a tutto quello che aveva appena finito di osservare.
- Dove mi porti? - disse Alexia, interrompendo il suo flusso incontrollato di pensieri che le balenavano in testa da un po' di tempo ormai. Ma prima che potesse ricevere una qualsiasi risposta, sentì James dirle:
- Siamo arrivati -


AngoloAutrice:
Salve! Come vi sembra questo capitolo? Lo so, vi ho lasciati col fiato sospeso perché non sapete dove James abbia portato Alexia, ma va beh... L'ho fatto per incuriosirvi.
Che ne dite di farmi sapere cosa ne pensate attraverso una recensione? Ne sarei felicissima.

Vi ringrazio infinitamente per le seguite/preferite/ricordate e per le recensioni che mi avete lasciato al primo capitolo, spero ce ne saranno altrettante (e magari anche di più) in questo secondo capitolo.
Alla prossima!
  
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