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Autore: phoenix_esmeralda    30/07/2013    1 recensioni
Melissa non prova nulla da 15 anni: le sue emozioni si sono spente quando ha assistito in prima persona all'omicidio del padre e da allora vive imitando ciò che vede, senza sentire nulla. Friedrich, suo fratello, non ha mai perdonato l'assassino e ha giurato che un giorno lo troverà e lo ucciderà. L'arrivo di Raphael nella loro vita, un essere soprannaturale dal misterioso obiettivo, smuoverà la situazione in cui si trovano ormai da troppo tempo...
Genere: Angst, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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13
 

 
La prigione era fredda, buia e inospitale. Era stata costruita per i casi d’emergenza, ma, mi aveva spiegato tempo prima Raphael, era raro che venisse adoperata.
Si trovava nello scantinato della baracca che veniva utilizzata come centro governativo. Lì sarebbe avvenuto il processo. Lì abitava Raphael.
Nello scantinato c’era una sola cella polverosa, dal pavimento sterrato. In un angolo erano stati buttati dei panni, c’era un catino colmo d’acqua, un buco per le esigenze corporali. L’unica finestrella aveva sbarre resistenti e un vetro opaco di sporcizia. E c’erano sbarre alla porta.
Dietro a quelle inferriate, il pomeriggio trascorse lentamente. Mi accovacciai in  un angolo, silenziosa, e attesi che accadesse qualcosa.
Sapevo che al processo ci avrebbero condannati a morte, ma non avevo paura. Non me ne importava.
Tuttavia non comprendevo le motivazioni di Friedrich, ciò che lo aveva spinto a una tale pazzia.
Aveva chiuso il negozio ai primi di agosto, si era intrufolato nel Paese dei vampiri e aveva cercato di uccidere il loro capo. Ci sarebbe riuscito se non fosse intervenuta Katja!
Perché?
Perché quel comportamento?
Ma non glielo domandai. Friedrich si agitava nella cella, non aveva pace. Vedevo il tremito, il pallore, il fiato corto. Era nervoso, ed era comparso un tic all’occhio destro.
- Mi dispiace Mel – disse a un certo punto – Non volevo metterti in questo pasticcio! Stavo per farcela… Se solo non fosse intervenuta Katja! E invece adesso saremo processati – camminava nervosamente avanti e indietro per la cella – Ma non temere, dirò che tu non sapevi nulla delle mie intenzioni. È la verità e tu dovrai solo confermarla.
- È inutile – risposi piattamente – Ti ho ospitato e mi condanneranno a morte per questo.
- Ma sono tuo fratello! Per te non era altro che una visita di famiglia.
- Non sei mio fratello – precisai – E comunque non sono spaventata. Non m’importa se mi condanneranno.
- Importa a me! – insistette – Non voglio che tu muoia a causa mia.
- Quando ti ho ospitato, sapevo cosa rischiavo – dissi ancora una volta – Smettila di preoccuparti per me, è fatica inutile.
Era vero, e Friedrich avrebbe fatto bene a pensare a se stesso. Lui sì che poteva provare paura. Lui sì che voleva continuare a vivere!
Ma sapevo che avrebbe continuato a preoccuparsi per entrambi. L’aveva sempre fatto, tutta la vita, anche se a me non importava nulla di nulla. Ma lui non aveva mai accettato il mio vuoto emozionale, come non aveva mai accettato la mia natura di vampiro.
 
 

14
 

 
Non successe nulla fino a tarda sera. Una donna passò verso le diciannove a portare la cena, poi per molto tempo non videro anima viva.
Friedrich non toccò cibo, non sentiva fame e non sarebbe riuscito a inghiottire nulla. Le prospettive per il futuro erano troppo nefaste.
Melissa invece si dedicò immediatamente alla sua porzione e non avanzò nulla.
Nonostante la conoscesse da una vita, Friedrich si stupì della sua reazione: possibile che la prospettiva della morte non incidesse minimamente sul suo appetito?
La guardò mangiare con occhi increduli.
Lui invece era un unico filo di tensione. Non riusciva a stare fermo, camminava, muoveva le mani e gli avvenimenti del pomeriggio si susseguivano senza posa nella sua testa. Era ribellato contro Katja, contro quella donna che gli aveva impedito di portare a termine ciò che desiderava. Adesso la sua vendetta non sarebbe stata completata e il resto della sua vita, le poche ore che ne restavano, sarebbero state consumate dalla rabbia.
Ora che aveva trovato l’assassino di suo padre… avrebbe permesso che quell’omicida uccidesse anche lui e Melissa.
Verso le ventitre,  Friedrich udì il rumore del portone che si apriva e un suono di passi ormai familiare. Scattò immediatamente in piedi, senza sapere cosa sarebbe accaduto. Melissa invece rimase seduta al centro della cella, perfettamente tranquilla.
Quando il volto di Raphael comparve dietro le sbarre, Friedrich si conficcò le unghie nei palmi delle mani. Il suo intero corpo fremeva dal desiderio di gettarsi contro il vampiro. Imprecò contro le sbarre che li dividevano.
Raphael sembrava tranquillo, la sua espressione era grave e priva dell’abituale ironia.
- Sarete processati domattina – disse, passando lo sguardo dall’uno all’altro – Cercate di riposare stanotte.
I suoi occhi caddero sul piatto ancora colmo di Friedrich, prima di alzarsi su di lui in uno sguardo pensoso.
- Sei un uomo stupido – dichiarò – Già lo sapevo, per come ti sei comportato con Melissa in questi anni. Ma il gesto che hai compiuto oggi è stata un’autentica pazzia!
Friedrich serrò i denti, cercando di dominarsi. Non voleva perdere il controllo.
- Ti sei messo in un pasticcio senza uscita – rincarò Raphael – Rivolevi Melissa, e ora morirete tutti e due. Avresti dovuto riflettere prima di agire!
- Ho riflettuto più che a sufficienza – ringhiò Friedrich – E l’unica cosa che desideravo era ucciderti! Lo è tuttora!
Raphael strinse gli occhi.
- Potevi farlo a Gebirge, sarebbe stato meno rischioso. Perché invece ci hai lasciati partire? Che senso ha avuto non reagire allora, e poi venire fin qui, nella tana del leone? Sei stato troppo stupido Friedrich!
Friedrich fremette. Quando parlò, la collera rese roca la sua voce.
- Vi ho lasciati partire, perché credevo fosse il meglio per Melissa. Non sapevo ancora chi tu fossi realmente.
Sul viso di Raphael tornò un velo dell’antica ironia.
- Sul serio? E chi sarei veramente?
Friedrich si avvicinò alle sbarre, i suoi occhi fiammeggiavano.
- Sei l’uomo che ho aspettato per quindici anni. L’uomo che per tutta l’infanzia ho desiderato uccidere.
Raphael corrugò la fronte.
- Cosa intendi dire?
- Da quindici anni il mio unico desiderio è vendicarmi dell’assassino di mio padre!
Gettò un’occhiata a Melissa, ma in lei non si verificarono reazioni.
Raphael osservò Friedrich con interesse.
- Stai dicendo che io ho ucciso tuo padre?
- Non te lo ricordi? – esplose – Per te è stata una sciocchezza? Gustav mi ha detto la verità! Un vampiro ha sgozzato mio padre e ha ridotto Melissa in queste condizioni!
Indicò la ragazza che, seduta a terra, assisteva a quello scambio di battute nell’indifferenza più assoluta.
Lo sguardo di Raphael invece si fece distante e attraversò gli anni. Sembrò fermarsi in un’epoca remota.
- Tuo padre… - mormorò – Lo ricordo in quella notte. L’avevo osservato a lungo, perché era l’uomo che Helena aveva amato. Ora che ci penso, ti assomigliava.
Sembrò guardare Friedrich con occhi diversi.
- E così Gustav ti ha detto che sono stato io a ucciderlo?
Stranamente quella domanda prese Friedrich in contropiede.
C’era un vampiro di nome Raphael che girava la notte dell’omicidio…
- Gustav si ricordava di te quella notte!
- E ti ha detto che io ho ucciso tuo padre? – ripeté Raphael, scuro in volto.
Friedrich serrò i pugni.
- Me lo ha fatto capire. Ci sono arrivato, quando ha detto che era stato un vampiro. Lui non ha negato!
- Lui non ha negato… - Raphael sorrise maliziosamente – Posso immaginare che non l’abbia fatto… Gli conveniva lasciartelo credere.
- Cosa vuoi dire? – Friedrich alzò rabbiosamente la voce – Stai cercando di scaricare la colpa su qualcun altro?
Di nuovo, Raphael sorrise.
- Non è nelle mie intenzioni. Ti assicuro che se avessi compiuto un tale gesto, non avrei nessun motivo di nascondertelo. Ma, che tu ci creda o meno, non ho mai ucciso nessuno in vita mia.
Friedrich sbarrò gli occhi. Non gli credeva.
- Tu c’eri quella notte! – urlò.
- Sì, c’ero – gli occhi scuri di Raphael penetrarono quelli azzurri di Friedrich – Ho visto tutto, ma  non sono stato io. Io non ero l’unico vampiro presente quella notte.
Friedrich non comprese. Poi vide dove andava a cadere lo sguardo di Raphael.
Melissa.
- Sei pazzo? – urlò – Melissa era una bambina! Aveva solo cinque anni!
- È un vampiro – disse lentamente Raphael.
- Voleva bene a mio padre.
- Non l’ha fatto per crudeltà.
Raphael si avvicinò alle sbarre, in modo da trovarsi a pochi centimetri da Friedrich.
- Le avete tenuta nascosta la sua vera natura e quando ha incontrato per la  prima volta un suo simile, ovvero me, ha preso coscienza di sé improvvisamente. Ha perso il controllo e ha aggredito la prima persona che si è trovata di fronte.
- Mi stai mentendo. Melissa non sapeva di essere un vampiro, fino a quando non mi hai costretto a dirglielo!
- L’ha dimenticato nuovamente – sibilò Raphael – È per questo che ha perso i suoi sentimenti. È per questo che non può ricordare quello che è successo quella notte: ha ucciso l’uomo che credeva suo padre!
- Taci! – urlò Friedrich – Non è vero!
- È la verità – replicò Raphael – Non ho nessun motivo di mentirti, ti ho detto ciò che ho visto.
- Non è vero! Non  è vero!
Raphael sorrise.
- Cos’è che non sopporti Friedrich? Non volevi trovare l’assassino di tuo padre?
- Smettila!
- Capisci, vero, perché Gustav ti ha mentito? L’assassino che cercavi è la donna che per quindici anni hai nutrito con il tuo sangue. Che te ne pare Friedrich? È piacevole?
- No! – afferrò le sbarre e le scosse furiosamente, ma Raphael non si scompose.
- Stavi per uccidere la persona sbagliata – gli sussurrò, prima di voltargli le spalle.
Friedrich scrollò le sbarre, poi si voltò e vide gli occhi vuoti di Melissa che lo guardavano privi di espressione.
- Non è vero! – le urlò – Non può essere vero!
Si gettò su di lei, la sbatté a terra, scrollandola.
- Dimmi che ha mentito, dimmi che non è vero!
Nonostante tanta violenza, Melissa non si scompose.
- Non ricordo nulla – disse con voce incolore – Ma a rigor di logica, potrebbe essere vero.
Lui si bloccò, fissandola dolorosamente. In lei vide solo freddezza, insensibilità, indifferenza.
Lo ferirono come mai era successo.
Si scagliò nuovamente su di lei emettendo grida selvagge. Sentiva esplodere in sé un dolore insopportabile, il mondo stava cadendo in frantumi.
- Ma hai sentito davvero cos’ha detto Raphael? E neppure adesso provi nulla? Neppure adesso?
Melissa non rispose. Si lasciò scrollare, dal suo vestito rotolò via un bottone.
Ma non cambiò mai espressione.



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Beh... sorpresa!!!
O almeno... spero davvero che la sia stata, una sorpresa, e che non aveste già indovinato tutto mille capitoli fa! ^^'

Ho cercato di camuffare il tutto perché non si arrivasse in anticipo alla soluzione, e spero vivamente di esserci riuscita!
Ho visto che siete in parecchi a seguire questa storia, vi ringrazio per essere arrivati fino a qui e vi chiedo, se vi va, di lasciarmi un mini mini commento anche solo per dirmi se l'effetto "colpo di scena" è riuscito! ^^
Frsm75... te l'ho fatta? :D  Avevi pensato a Gustav, non ti convinceva Katja, avevi meditato sui genitori di Melissa e Raphael non ti piaceva affatto... Alla fine sono riuscita a sorprenderti? Beh, spero tanto di sì, sia per soddisfazione personale sia perché credo che una storia che riesce a sorprendere sia molto più interessante! :)
Mando un bacio a te e a tutti quelli che mi stanno leggendo!

phoenix_esmeralda











 
 
 
  
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