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Autore: breathrauhl    31/07/2013    3 recensioni
"in quel momento anch'io avevo ripreso a vivere, avevo ritrovato me stessa nel suo battito cardiaco"
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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We don’t know where to go, so i'll just get lost again
We'll never fall apart, cause we fit together right
 
Passai la notte con Justin nel mio letto,col profumo di cocco del mio bagnoschiuma sulla sua pelle  e il suo braccio sulla mia pancia che si abbassava e alzava a ritmo del mio respiro.
Non aveva fatto domande su quello che aveva visto ne tanto meno io avrei voluto rispondere.
Mi aveva portato a letto e aveva aspettato che mi addormentassi, ma era stato il contrario. Era cascato nel sonno più profondo come un bambino dopo aver giocato a pallone mentre io invece faticavo a dormire e la mia mente aveva la strana inclinazione ad aprire il cassetto dei pensieri che mi logoravano l'anima.
 
La mia vita faceva schifo.
 
Non avevo mai detto un cosa del genere,anche se solitamente gli adolescenti della mia età tendono a dire che la loro vita fa schifo anche quando non ottengono l'ultimo modello di cellulare in vendita o l'ultimo paio di occhiali Gucci.
No,io non ero così.
Non avevo mai detto che la mia vita era una merda anche quando tutto faceva veramente schifo.
 
Ormai avevo imparato a farmi forza da sola.
Sorridevo al cielo,con quel sorriso falso che ingannava anche me stessa facendomi credere che andasse tutto bene,ma non era così.
Avevo tentato di suicidarmi più di una volta,avevo pensato di uccidermi nei modi più possibili che Hitchcock avrebbe vinto un premi nobel se mi avesse fatto lavorare come sua assistente regista.
 
 
 
Aveva la stessa espressione che avevo visto quando era all'obitorio.
Era sereno,come se quella virgola di tensione,preoccupazione sul suo viso non esisteva più quando si addormentava.
Come dargli torto,tutto è più bello quando dormiamo.
Sogniamo la realtà che vogliamo,senza intoppi,un po’ come il paese delle meraviglie.
Ma la cosa brutta dei sogni  è che dobbiamo svegliarci,mettere i piedi a terra ed è da lì che parte il "oh cazzo e ora?" Si,ora come ogni giorno dobbiamo affrontare la nostra realtà.
 
Avevo tentato di suicidarmi a tredici anni quando mio zio mi disse "Hanna vieni con me,facciamo un gioco".
Da lì la mia vita cambiò.
Eravamo nella sua stanza,lui chiuse la porta dietro di sé ed io non capivo cosa stesse succedendo.
Si avvicinò e mi disse di sedermi sul letto.
Lui si sedette vicino a me,ricordo ancora l'odore del suo dopobarba che se ci penso ora mi da il voltastomaco.
Capii che non voleva giocare o fare qualcosa del genere.
Tenevo strette le mani sul letto quando lui mi diede un bacio sulla fronte,mi sorrise con i suoi occhi da orco.
Mise le sue mani nei miei pantaloni e iniziò a massaggiarmi proprio lì.
Non feci nulla.
Ero li sul letto con le lacrime che riempivano i miei occhi sperando che tutto quello finisse al più presto,anzi speravo che tutto quello fosse solo un brutto sogno.
Aveva le mani nelle mie mutande e spingeva sempre più forte facendomi male,ma non urlai,non avevo manco il fiato per farlo,avevo i polmoni secchi,come se le lacrime li avessero prosciugati.
Pregai Dio che si fermasse a quello perché non osai neanche lontanamente pensare a cosa sarebbe successo dopo,sapevo solo che quello che stava accadendo mi avrebbe segnato per sempre e nessuna gomma da cancellare di barbie o la sirenetta m'avrebbe aiutato.
 
Scossi la testa nel cuscino come a mandar via quel pensiero ,fortunatamente riuscendoci.
Guardai fuori dalla finestra e vidi che era ancora notte,Justin si era spostato su un lato del letto e dormiva ancora profondamente.
Decisi di fare lo stesso.
 
Aprii gli occhi all'improvviso come se qualcosa mi dicesse che dovevo svegliarmi.
Sesto senso del cazzo.
Erano appena le sei e mezza.
Inutile riprovare a dormire.
Guardai Justin che era di fianco a me,ed io ero sul suo cuscino con la faccia che sfiorava la sua.
Sentivo il suo respiro dal naso che mi sfiorava la pelle,era caldo e piacevole.
Era così bello.
Aveva le labbra che sembravano così morbide e quel buchino che si formava quando le chiudeva che le rendevano ancora più belle.
Poggiai il mio indice sul suo labbro inferiore facendolo scivolare su quello superiore rifacendo il giro una seconda volta.
Si,erano morbide.
Lasciai che il mio sguardo percorresse il suo corpo fino ad arrivare alle mani,magre e grandi con qualche vena che si ramificava su di esse.
Dopo aver finito la mia esplorazione mi alzai diretta verso il bagno e mi infilai sotto la doccia.
Lasciai che l'acqua mi accarezzasse il corpo.
Dio quanto mi era mancata quella sensazione di piacere sulla pelle,dell'acqua tiepida che scivolava sulla mia pelle.
A malincuore dovetti uscire da quel piccolo paradiso perché il mio stomaco aveva deciso di imitare un gatto in calore.
Come dargli torto,non mangiavo da un pezzo.
Mi asciugai e tornai in camera per decidere che mettere.
Justin era ancora lì che dormiva.
Cercai di non far rumore ma lo scricchiolio dell'anta dell'armadio aveva deciso di farmi i dispetti.
Presi un jeans stretto e una maglia a maniche lunghe per coprire quei tagli.
Non avevo voglia di vederli e non volevo che nessun'altro vedesse quel cimitero di croci sul mio polso.
Mi vestii velocemente approfittando che Justin stesse dormendo,infilai le converse nere e scesi giù in cucina.
Non c'era ombra di mia madre né di nessun'altro essere umano di cui conoscessi l'esistenza.
Entrai in cucina e aprii il frigo,mi versai una tazza di latte e ci buttai una manciata di cereali.
Mi sedetti sul marmo della cucina e gustai la mia colazione.
Vidi dalla finestra di fronte a me una Mercedes grigia che aveva parcheggiato nel vialetto.
Mamma.
Sentii la maniglia della porta d'ingresso aprirsi,il rumore di chiavi poggiarsi su una mensola e un ticchettio di tacchi sempre più forte che si avvicinava.
Mia madre entrò in cucina e mi vide seduta sul marmo.
Alla visione di sua figlia davanti a sé i suoi occhi si riempirono di un velo di lacrime,portò le mani alla bocca e restò in piedi davanti a me a piangere.
Non capii se era per dispiacere o felicità d'avermi lì.
Scesi da dove ero seduta ed il mio sedere era completamente ghiacciato.
Mi avvicinai e le toccai un braccio.
"Mamma"dissi con un filo di voce.
Pianse ancora di più.
"Hanna bambina mia" finì la frase straziata dalle lacrime e mi abbracciò.
Il suo abbraccio caldo provocò un fiume di lacrime sul mio viso.
 
Ricordo quando avevo otto anni e ci eravamo appena trasferiti,dovevo iniziare la scuola e non conoscevo nessuno.
Chi avrebbe fatto amicizia con la nuova bambina dalle treccine e l'orsacchiotto sotto braccio,un po’ troppo cresciuta per portarsi un pupazzo appresso.
Era l'ora della mensa.
Riempii il mio vassoio e mi guardai attorno per trovare un posto per sedermi.
Tutti avevano un compagno o un gruppo in cui stare,tranne me.
Decisi di farmi coraggio e mi diressi verso un tavolo di bambine.
Con voce tremante che a malapena poteva sentirsi chiesi di sedermi.
La mia risposta fu accolta con una fragorosa risata e un "no tu sei strana,non ti vogliamo".
Lasciai cadere il vassoio e corsi verso il bagno chiudendomi lì dentro,a piangere e stringere il mio unico amico,Teddy il mio orsetto di peluche con un orecchio mancante e un fiocco rosso al collo.
Era con me sin da quando ero stata in ospedale per una frattura al braccio sinistro,dovuta ad una caduta in bicicletta,perché mio padre ebbe la brillante idea di togliermi le rotelle a quattro anni pur sapendo che non ero pronta.
Rimasi lì seduta per ore tanto che la maestra dovette chiamare mia madre per farmi uscire.
Mamma mi ritrovò  con la testa fra le ginocchia e gli occhi rossi.
Alzai lo sguardo al rumore della porta che si apriva ed era  lì che mi sorrideva,si inginocchiò e mi avvolse nel suo abbraccio.
Profumava di menta,amavo quel profumo perché in qualche modo riusciva a rassicurarmi.
 
Ed era proprio così che mi sentivo in quell'abbraccio,rassicurata.
 
"Hanna come hai fatto a tornare a casa?I medici ti hanno cercata per tutto l'ospedale.
Ho passato l'intera notte sveglia sperando che non ti fosse successo nulla,dio Hanna credo di essere morta di paura non vedendoti in quel letto,pensavo che..."
"Che avevo provato di nuovo a suicidarmi?" Finii la frase rompendo l'abbraccio.
Leggevo negli occhi di mia madre che era sollevata di avermi davanti a sé ma non appena stava per rispondermi calò lo sguardo impedendomi di decifrare le sue emozioni.
"Si..Hanna tu hai bisogno di aiuto,dobbiamo ritornare in quell'ospedale"
"No mamma io non ci torno li,non ci torno ad essere guardata come la pazza di turno o quant'altro,voglio restare qui a casa mia cercando di mettere a posto tutto,da sola come ho sempre fatto"
Non avevo intenzione di passare dei mesi in una clinica imbottita di sedativi e psicologi logorroici.
"Hanna ascoltami"
Mi prese un braccio con il tentativo di convincermi ma nessuno mi avrebbe costretto ad andare in quella clinica.
"No!Io resto qui che ti piaccia o no avrai una figlia che tenterà di curarsi da sola senza pillole o altre porcate!"
"Hanna è per il tuo bene!"
"Oh era per il mio bene anche iscrivermi a danza e capire che tua figlia non era raffinata ed elegante come le altre?eh mamma?
Questa volta decido io,è la mia vita è metto apposto io,che ti piaccia o no"
Dissi ogni parola con determinazione e coraggio come non mai,per la prima volta ero sicura di me.
Mamma aveva la testa calata assorta nelle mie parole.
Passarono un paio di minuti prima che mi rispondesse.
"So che molte scelte nella tua vita sono state fatte da me credendo che fossero giuste,ma sai,i genitori cercano in tutti modi  di non far commettere ai figli gli stessi errori commessi da loro in passato e non ci accorgiamo che è questo che è sbagliato. Voi dovete vivere la vostra vita con gli errori e senza,con le vostre forze e le vostre scelte,noi beh,noi saremo gli spettatori della vostra vita.
Un po’ come i quiz in TV dove il giocatore sceglie di chiamare a casa e di chiedere aiuto,noi saremo quell'aiuto.
Quindi Hanna,d'ora in poi io ti aiuterò a superare questo momento accettando le tue scelte"
Sapevo che quelle parole venivano dal suo cuore,ma sapevo anche che le costava molto,ma io di certo non volevo deluderla.
"Quindi se non vuoi ritornare in quell'ospedale,per me è okay"
"Grazie mamma,questo è molto importante per me"
"Un genitore vuole sempre il meglio per il figlio" sorrise con gli occhi ancora pieni di lacrime,posò la borsa sul tavolo e poi continuò "Ma Hanna,promettimi una cosa"
Diventò seria all'improvviso.
"Non farlo mai più ti prego"
"Cosa?"
Sapevo benissimo cosa voleva dirmi.
"Quello che fai a te stessa,promettimelo"
"Io lo prometto"
Non ero sicura se sarebbe capitato di nuovo ma avrei cercato con tutta me stessa di controllarmi dal farlo di nuovo.
"Bene,ora perdonami amore,ma vado a stendermi sul letto sono davvero stanca"
"Va bene riposa ci vediamo più tardi"
Merda.
Justin era in camera mia.
L'avevo completamente dimenticato.
Non volevo creare altri problemi,non che Justin lo fosse ma cosa avrei detto a mia madre?
'Mamma lui è Justin,l'ho trovato in un obitorio ed era morto poi é resuscitato e ora non sa chi è'
Ottimo.
Mentre mamma disfava la roba dalla sua borsa ed io pensavo un modo per nascondere Justin decisi di trovare in camera mia e vedere come sistemare le cose.
Entrai in camera e vidi che Justin era in piedi vicino la finestra che guardava fuori.
Chiusi la porta dietro di me e cercai di avvicinarmi.
"Sta volta quando mi sono risvegliato non c'eri,di solito nelle ultime ventiquattro ore mi ero abituato a ritrovarti accanto a me"
"Oh,beh scusa sai com'è non riuscivo a dormire e mi sono alzata"
"Tranquilla"
Di nuovo il silenzio invase la camera portando Justin nel mondo dei suoi pensieri.
"Justin stai bene?"
Chiesi avvicinandomi a lui.
"È da quando mi hai trovato che me lo chiedi,ma non so che risponderti,se per bene intendi che ogni volta che mi addormento faccio degli incubi su di me che faccio un incidente in auto e mi risveglio chiedendomi cosa succederà,perché ormai non so più niente di me allora,non sto bene"
"Senti io voglio aiutarti,voglio.."
"Hanna non voglio che perdi tempo con me, non voglio essere di intralcio nella tua vita, non mi conosci nemmeno"
"Ma tu conosci me"
"Già,conosco una ragazza che mi ha ritrovato in un obitorio e che mi ha portato in vita,conosco una ragazza che aiuta me anziché aiutare se stessa"
Mi prese le mani e mi guardò con i suoi occhi miele che avevano la luce dentro,una luce di quelle che non acceca,una di quelle che ti avvolge e ti fa sentire in pace,era come la luce del paradiso.
"Io credo che i migliori sono coloro che vivono ogni giorno con i loro problemi senza farseli pesare,tu sei una di quelle persone Hanna,i tuoi polsi mi lasciano leggere alcune righe della tua storia e da quello che ho capito tu ti rialzi ogni volta con le tue forze e io ti ammiro"
Senza che potessi rispondere mi fece sprofondare nel suo petto avvolgendomi in un abbraccio,di quelli riassicuratori,quelli che non ti permettono di piangere.
"Non voglio essere un peso per te"
"Non lo sei Justin,sarei felice di aiutarti"
"Davvero?"
"Davvero"
"Grazie"
Mi strinse ancora più forte e ricambiai la stretta.
Sta volta volevo che lui si sentisse al sicuro con me.
"Posso farmi una doccia?Vorrei rilassarmi  un po’,se per te non é un problema"
"Ahm,no certo che no"
Pregai che mia madre si fosse addormentata al più presto e uscii dalla camera con Justin dietro di me.
Justin entrò in bagno e subito dopo sentii il rumore dell'acqua che scorreva.
Tirai un sospiro di sollievo.
Ma ovviamente il karma voleva punirmi.
Vidi mia madre salire le scale e a breve mi avrebbe visto fuori la porta del bagno con la doccia che scorreva.
Grandioso.
E ora?
Di scatto entrai in bagno non sapendo che fare.
Mica la mia vita poteva essere liscia come l'olio? Certo che no,era una montagna russa di intoppi e imprevisti.
"Hanna sei in bagno?"
Merda era fuori la porta del bagno.
Mi portai una mano sul viso cercando di trovare una soluzione veloce ma la maniglia del bagno che girava non mi aiutava.
Entrai nella doccia.
Justin sorpreso non ebbe neanche il tempo di dire una parola che gli misi una mano sulla bocca.
"Hanna tutto bene?"
"Oh si mamma benissimo!Avevo voglia di una doccia sai com'è.."
"Va bene amore,se ti serve qualcosa sono in camera"
Sospirai di nuovo portando gli occhi al cielo.
I miei occhi caddero sugli addominali di Justin che brillavano grazie alle goccioline d'acqua che scorrevano sulla sua pelle.
I miei occhi arrivarono al suo membro scoperto e riuscii a sentire le mie guancia inondate dal calore.
Non era messo per niente male.
Riportai i miei occhi sul suo viso in quanto era imbarazzante tutta quella situazione.
Mi tolse la mano dalla sua bocca e finalmente riuscì a parlare.
"Volevi dirmi che c'era tua madre anziché piombare nella doccia e guardarmi l'uccello?"
Le mie guancia avvamparono.
"Io non ti guardo l'uccello"
"Si che l'hai fatto"
"Idiota,comunque avrei pensato di dirtelo"
"Quando?Ad un'altra doccia insieme ?"
Cazzo aveva l'acqua che gli scorreva sulla bocca,delimitandone perfettamente i contorni per poi scendere sul suo petto accarezzando anche quello.
"Terra chiama Hanna"
Lo schioccare delle dita di Justin mi riportò alla realtà.
"Senti te lo avrei detto,ora continua la tua doccia e io sistemo le cose"
Uscii, presi una asciugamano e la passai sul viso.
Aperti gli occhi vidi Justin che usciva dalla doccia e avvolgeva un asciugamano alla vita.
Non feci a meno di notare che aveva una cicatrice sul petto,ora più chiara perché l'acqua della doccia mi impediva di vederla.
Era a forma di croce,abbastanza grande.
Mi alzai e mi avvicinai.
Si stava asciugando i capelli con un asciugamano ed io lo fissai.
"Che c'é?"
"Cos'è questa?"
Indicai la cicatrice e lui calò il volto per guardarla.
"Non lo so,al dire il vero solo ora so della sua esistenza"
Portai una mano sul suo petto facendo il contorno della cicatrice.
"Ti fa male?"
"No"
Continuai a farne il contorno,poi poggiai la bocca in quel punto e diedi un bacio sulla sua pelle.
Non potevo fargli ritornare la memoria ma volevo riuscire a guarire le sue ferite sulla sua pelle e quelle che gli portavano dolore sul cuore.
Volevo solamente aiutarlo,come lui mi aveva salvato la notte scorsa.

  
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