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Autore: beliiectioner    31/07/2013    1 recensioni
« Hai la testa così dura che preferiresti fartela tagliare pittosto che ammettere di avere torto. Se tu lo ami, non vedo cosa ci sia di male. Justin ormai è passato, hai Harry ora. Lotta per lui come non hai mai lottato per nessuno. » La guardò profontamente negli occhi prima di abbracciarla. Birdget sapeva sempre come metterle in chiaro le idee.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles
Note: Cross-over | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Era eccitatissima Allison all'idea di poter finalmente andare a Los Angeles.

"Sarà la volta buona per incontrarlo!"
"Oddio lo incontrerò."
"E se lo vedo cosa gli dico?"
"Non lo vedrò mai, Los Angeles è grande.."


La sua testa era un alternanza di belli e brutti pensieri. Non sarebbe mai stata in grado di mettersi in pace con se stessa.
« Dove vorresti andare?» le chiese il padre interrompendo il suo attimo di gioia.
Allison abbassò lo sguardo su di lui e ritornò con i piedi per terra. Senza un suo sì non sarebbe andata da nessuna parte.
« A Los Angeles.»
« Per vedere Justin. Allison se teneva a te, sarebbe venuto lui. No?»
E anche lui aveva ragione.
Erano i maschi a prodigarsi per le femmine o si era persa anche questa antica "tradizione"?
« Sì, pa'. Quindi non andrò a Los Angeles.» aggiunse.
« Non credo sia il caso di farti fare 15 ore di macchina. Rimani a casa..poi non hai il suo numero. Non potresti vederlo, è grande la città!»
« Giusto..»
Il padre le sorrise e se ne andò.

"Gli scrivo, perché io il suo numero ce l'ho. " sussurrò.
"Ehi Justin, sono Allison. Se venissi da te..potremmo vederci?"

Fissò il cellulare per un paio di minuti sperando di ricevere una risposta subito, poi delusa, decise di spegnerlo e scoprire l'indomani mattina se aveva risposto o no. Era tardi e bisognava andare a letto.

 

« MacLeod, ha capito?» chiese il professore di matematica.
Allison alzò il viso confusa e cercò di capire il suggerimento del suo compagno di banco.
« I segni sono discordi. »
« Quindi quali intervalli considero?»
« Esterni!»
« Eh, perfetto. Però stia più attenta.»
disse Pompest guardando la sua alunna e dando un'occhiata al registro.
« I suoi voti sono calati radicalmente. Siamo passati da una A ad una C. Come dobbiamo fare?! Credo sia meglio che si rimetta a studiare!!» la guardò togliendosi gli occhiali. Allison, imbarazzata, si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sospirò.
« Se non si rimette a studiare, quest'anno si porterà il debito in matematica. Per favore, al suono della campanella aspetti cinque minuti che le voglio parlare.» aggiunse, rigirandosi.
E così accadde, l'alunna svogliata dovette parlare con il professore. Effettivamente erano rimasti pochi mesi di scuola, e lei, necessitava di un aiuto extra scolastico, anche se purtroppo il professore non poteva svolgere i corsi di recupero individuali. Era malato.
Delusa, la giovane uscì fuori dall'istituto.
"Speriamo che il tempo non peggiori." Sospirò sussurrando tra sé e sé.
Quindici metri più avanti, beccò un acquazzone.
« Oh, merda!» disse alzandosi il cappuccio.
Come la maggior parte delle persone, cercava di mettersi al riparo, e come la minor parte delle persone non guardò mentre attraversò rischiando di essere investita.
« Guarda dove vai!» urlò ripiegandosi, in mezzo alla strada, di nuovo!, per riprendere gli appunti ormai bagnati.
Si rialzò prontamente e il tempo di girarsi verso la corsia delle macchine, un motorino frenò all'ultimo secondo un metro lontana da lei.
« Scusa,» disse « tutto bene?»
« Ti sembra che possa andare tutto bene?»
controbatté.
« Erm..no. Vuoi un passaggio fino alla fermata?» la guardò.
« Ormai ho perso l'autobus.» sospirò continuando « tutta colpa di Pompest, la rabbia. »
« Che ne dici di toglierci da sotto l'acqua e dai in mezzo la strada e mi racconti meglio?»
« Guarda.. Non mi sembra il caso. Non ci conosciamo. E poi, non sono dell'umore giusto.»

Non ci pensò due volte, il ragazzo parcheggiò il motorino alla fermata della metro e tirò fuori dalla borsa un ombrello e andò in contro ad Allison riparandola dalla pioggia.
« Difficile che a New York si trovi un taxi da queste parti. » le sorrise.

Allison si soffermo a guardare il suo sorriso. Era bello come pochi. Strinse forte a sé i suoi libri e camminò il più possibile al suo fianco.
« Grazie.» sussurrò non appena fu al riparo. Le sorrise il ragazzo.
« Harry.» le porse la mano.
« Allison!» esclamò dandogliela.
Harry le baciò dolcemente la mano mentre la guardava negli occhi. Di gentiluomini ne erano rimasti pochi in giro, ed Ally ne aveva incontrati solo due: Justin, che era diventata una fissazione, e William. Ora, non più due ma tre. Harry aveva quel non so che di intrigante. Aveva catturato l'attenzione di Allison e non erano i suoi occhi color smeraldo o le sue fossette ad incuriosirla e nemmeno i suoi ricci perfetti. Era qualcosa che partiva dal suo cuore. Aveva qualcosa che le ricordava qualcuno, aveva l'impressione che già lo conoscesse. Era un impressione; però.
« Quindi, sei alunna di Pompest?»
« Sfortunatamente!!»
ridacchiò.
« È mio zio di secondo grado. » Allison sbiancò.

«Non preoccuparti.» rise di gusto il giovane e dopo poco tossì.
« Ti senti bene, Harry?»
« Avrò preso un po' di freddo. Ci andiamo a prendere e qualcosa al bar?»
Allison sorride beffardamente. La tosse di Harry era un poco strana, non a caso era solo un pretesto per invitarla al bar.
« Se ti dicessi di no?»
«Mì terresti sulla coscienza!»
« Perché?»
« Perché.. sono stato sotto la pioggia per dieci minuti per te!»

Allison ci mise un po' a rispondere, poi, annuì.
Finalmente aveva la testa libera. Justin era magicamente sparito dai suoi pensieri, Harry era riuscito a farla dimenticare quel ragazzo in soli 30 minuti che si conoscevano..figuriamoci se fosse nato qualcosa tra loro!
« Un cappuccino. » disse gentilmente alla signorina bionda del bar che gli sorrise come se già si conoscessero..
« Tu cosa prendi?» chiese a Allison, che distratta, rispose frettolosamente « una cioccolata calda.»
Mise mani nella borsa quando Harry mise una mano sulla sua.
« Lascia che questa volta te la offro io, poi la prossima volta ci pensi tu. Ora va a sederti. » E le sorrise. Fu un sorriso di quelli che non si possono descrivere. Uno di quelli che a pensarci ti manca il fiato. Allison era rimasta stupida dalla tremenda astuzia del ragazzo. Con la sua espressione "la prossima volta ci pensi tu" aveva già fatto capire che non sarebbe stata l'ultima volta che si sarebbero visti. Amava i ragazzi così. Le vibrò il cellulare. Lo prese passivamente e lesse il messaggio.

Justin: “Va bene. Mi manchi tanto e farei di tutto per rivederti scricciola, tutto. Anche venire a New York per te.”

Sul volto di Ally comparve un mezzo sorriso accompagnato da una lacrima. Cos'era quello? Il destino che voleva rovinare quell'unico momento di felicità che la vita le aveva donato quel giorno? Aveva un forte desiderio di parlargli e abbracciarlo.
« Tutto ok?» le chiese Harry sedendosi di fronte a lei.
« Erm.. Credo di si.»
« Ho due sorelle più piccole di me e so che quando una donna dice così sta solo mentendo spudoratamente. »
Rise imbarazzata.
« Come volevasi dimostrare. » rise « Avevo ragione.»
« Si.. Ma sai. Sono stanca di ripetere le stesse cose a tutti. Parlare di Justin con tutti mi mette solo angoscia. Poi t'ho appena conosciuto non voglio ammorbarti. »
gli sorrise.
« Non lo faresti mai, e anche se fino ora mi hai risposto solo annuendo o a monosillabi devo dire, che hai una voce fantastica e non mi stancherei mai di sentirti.»
« Lusinghiere!»
« Sono sincero.»
« Quanti anni hai, Harry?»
« Ne ho 18. Quest'anno organizzerò il ballo di fine anno, e tu, mi farai il grande onore di dirmi cosa ne penserai ok?»
« Ok»
rise.
Sorseggiò il cappuccino fino a farsi dei baffi di schiuma. Passarono così il pomeriggio, a ridere e a scherzare.

Tornata a casa, ad Allison venne in mente di dover rispondere a Justin.

“ Ohw. Vedo che non hai perso la dolcezza! Sì vieni che domani non posso venire..”


Quella volta rispose subito.

“ Il 23 Marzo son da te.”

“ Ti aspetto.”

“ Buonanotte scricciola.”

Riannotò tutto sul diario passo passo.
"E così Harry mi ha accompagnata a casa, mi ha salutato e ora sono qui. A salutarti e a darti la buona notte. Ps; la canzone di oggi è Give Me Love di Ed Sheeran, l'ho sentita tante volte alla radio! #22:45

- Con amore, Ally. "

  
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