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Autore: lacla32    31/07/2013    1 recensioni
Vengo svegliata dal telefono che squilla, mi tiro a sedere, guardo l’ora sono le 4.25.
“Lisbon” dico con voce assonnata.
“Heilà!!” sento dall’altro capo, riconosco la voce del mio interlocutore.
“Che diavolo vuoi Jane? Sono le 4.25 del mattino!” dico abbastanza irritata.
“Credo di aver trovato un cadavere, o meglio lui ha trovato me.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6
“Buon giorno” dico sedendomi sulla seggiola al bancone della cucina
“Giorno” dice Jane sorridendo “ eccoti il caffè e le ciambelle” dice mettendo tutto sul tavolo
“Grazie” dico guardandolo, solo ora noto come è vestito
“Come mai la tuta?” chiedo curiosa, non ho mai visto Jane in altri abiti oltre al solito completo
“Andiamo nei boschi, dove c’è un killer libero, vorrei essere il più comodo possibile se dovessi scappare” dice indicando le scarpe da ginnastica
Mi guardo, forse ha ragione dovrei mettere qualcosa di adatto anche io, i tacchi non mi sembrano la “cosa” più comoda “Hai ragione, vado a cambiarmi” dico alzandomi
Certo che la tuta gli sta bene, nonostante sia un semplice pantalone nero e abbia una canotta azzurra e la felpa nera, sta molto bene
Dopo essermi cambiata scendo le scale prendendo le chiavi “Andiamo?” chiedo mentre vedo che mi fissa sorridendo
“Fai un po’ ridere conciata cosi” mi dice
“è l’unica tuta che mi è rimasta le altre sono a lavare” dico indicando la mia tuta rosa, ok sono conscia del fatto che non è il colore più consono ma non mi sembra che sia il caso di discutere “ e poi non è colpa mia se non ho tempo di fare il bucato” dico uscendo “Muoviti!”
“Subito confettino mio” ribatte Jane uscendo di casa
“fai un’altra battuta e ti abbandono nei boschi” dico truce
 
“Van Pelt” dico parlando al telefono, metto in viva voce cosi che anche Jane possa sentire
“Si capo?” risponde
“i ragazzi sono li? Metti in viva voce” ordino
“Ragazzi c’è Lisbon venite” sento dire dall’altro capo del telefono
“Giorno capo” dicono due voci maschili
“Oggi io e Jane andiamo a controllare la casetta nei boschi, dovrebbe venire l’organizzatore del concorso, dovresti interrogarlo tu Cho, chiedigli chi oltre ai giudici ha il compito di leggere i manoscritti. Fatemi sapere se trovano Marta e se dimettono Rosa” dico
“Ok capo, avete bisogno di rinforzi?” mi chiede Rigsby
“No, diamo solo una controllata” dice Jane
 
“Stai leggendo ancora?” chiedo guardandolo con la coda dell’occhio Jane assordo
“Si, sto cercando di finire questo libro nonostante abbia capito chi sia l’assassino dalla 3* pagina” dice sconsolato
“Siamo arrivati” dico parcheggiando
“Io ho finito questo strazio” dice gettando il manoscritto sul sedile posteriore
“Hei sono prove!” strillo, ma Jane è già sceso
 
“Secondo la mappa dobbiamo andare di là” dice alzando gli occhi dalla cartina e indicando un sentiero
“Jane! Quella è una prova!” dico guardando la mappa
“Lo so” dice facendo spallucce
“mettila via e usiamo questa” dico tirandone fuori una dalla tasca e aprendola
“L’hai ricopiata” dice guardandole entrambe
“ho fatto gli stessi segni” dico
“e va bene” avviandosi alla macchina per lasciare giù la prova
 
“Certo che è un brutto sentiero “ dice
Effettivamente è piuttosto accidentato, grazie al cielo ho seguito il consiglio di Jane.
Dopo un ora e trenta arriviamo alla baita
“pensavo di metterci di più” dico guardando l’orologio
“Anche io, dal racconto di Rosa sembrava a ore di cammino” dice Jane
TOC TOC  “sono l’agente del CBI Teresa Lisbon se c’è qualcuno apra la porta” dico
“Lisbon non credo ci sia qualcuno” dice Jane tirando fuori un mazzo di chiavi
“ E quelle da dove saltano fuori?” chiedo guardando le chiavi
“ me le sono fatte prestare “ dice aprendo la porta
Entriamo, la baita è piccola sa di legno e l’odore è inebriante, sembra tutto a posto, troppo a posto.
“C’è molta polvere” dico “sembra che nessuno venga qui da molto tempo” dico passando un dito sul tavolo
“Lisbon!” mi chiama Jane
“Guarda” dice indicando un borsone sul letto
Ci sono dei vestiti  sporchi  di sangue
Io e Jane ci guardiamo “esco a fare una telefonata” dico tirando fuori il telefono, mi accorgo che non c’è campo
“Niente siamo isolati” dico rientrando in camera
“Credi siano di Marta?” mi chiede Jane
“Non saprei, torniamo alla macchina chiamiamo i rinforzi e la scientifica” dico uscendo con Jane al seguito
Appena fuori incontriamo un escursionista
“Salve siamo del CBI, ci presterebbe il suo cellulare?” dice Jane avvicinandosi all’uomo
Io mi avvicino mostrando il distintivo
“Tenete” dice porgendoci il telefono satellitare “grazie “ dico allontanandomi
“Ha sentito della ragazza killer?” chiede Jane al cacciatore
“si ma non sono preoccupato” risponde lui
“Perché?” chiede Jane sorpreso
“conosco i boschi come le mie tasche, se si conosce bene la zona si è capacissimi di uscire su qualche provinciale o direttamente su un sentiero che porta a dei rifugi credo che quella ragazza non sia neanche più in California”
“è facile perdersi?” chiede Jane
“abbastanza, le piantine non servono a niente, si deve sapere dove andare se no si rischia di rimanere bloccati nel nulla” dice indicando gli alberi
“La ringrazio” dico ridandogli il telefono
“Niente, se non vi dispiace continuo” dice indicando il sentiero con il mento
“Aspetti, ha detto che ci sono dei rifugi” dice Jane prendendomi la mappa dalle tasche “dove sono?”
Il cacciatore si avvicina e guarda la mappa “sono quelli già cerchiati di rosso” dice “mancano le casette dei cacciatori, una è qui e una qui” dice indicando la piantina
“Casette dei cacciator?” chiedo
“Si, le si usano in stagione di caccia, i cacciatori si appostano li” dice prendendo lo zaino e tirando fuori una penna “ qui” dice cerchiando un punto “ e qui” cerchiandone un altro “In questo periodo sono disabitate, nessuno si occupa di loro” dice
“La ringrazio” dico salutando
 
“ i ragazzi stanno arrivando” dico mentre inizia a piovere
“Fantastico!” dice Jane entrando in casa
“dove vai?” dico bloccandolo
“dentro, non voglio prendermi una polmonite”
“Jane è una scena del crimine, abbiamo già contaminato le prove, non possiamo entrare” dico guardandolo
Ci sediamo sotto una pianta, fa un freddo spaventoso e siamo completamente zuppi, non possiamo tornare perché sarebbe troppo pericoloso
“Potremmo scaldarci in qualche modo” dice guardandomi sorridendo
“Jane!” dico guardandolo scandalizzata
“Ahaha Teresa…mi fai troppo ridere” dice sghignazzando
 
Dopo un po’ la pioggia cessa e arriva la squadra
“Capo” dice Cho guardandomi da capo a piedi cosi come Van Pelt e Rigsby
“Allora?” chiedo conscia del fatto che appena me ne andrò cominceranno a ridere della mia tuta
“Qui ci pensiamo noi” interviene Rigsby
“Forse è meglio se andate a cambiarvi” dice Van Pelt
“ok, andiamo a farci una doccia Jane” dico
“Non aspettavo altro” ribatte lui, io mi accorgo di quello che ho appena detto e vedo Grace diventare rossa
Sbuffando me ne vado il più veloce possibile. Lascio Jane a casa sua e io vado veloce a casa, devo cambiarmi e andare in ufficio alle 15 dovrebbe arrivare il testimone e visto che gli altri sono nei boschi ci devo parlare io.
 
Ritorno al CBI, questa volta con i miei vestiti soliti, Jane non è ancora arrivato. Sono nel mio ufficio quando ricevo una chiamata, il mio ospite sta arrivando.
“Buon giorno, si accomodi” dico facendolo entrare nella sala interrogatori
“Salve” mi saluta sedendosi
“Mi spiace averla fatta tornare qui ma ho un paio di domande importanti da porle” dico aprendo il fascicolo del caso
“dica pure”
“Lei è l’organizzatore del concorso giusto?” chiedo
“si” annuisce
“in cosa consiste esattamente il suo compito?” chiedo
“Cerco sponsor, faccio pubblicità, scelgo i giudici”
“lei non legge i manoscritti?”
“No, per quello ci sono i giudici. Io mi occupo dei problemi burocratici, le iscrizioni e l’ordine.”
“I giudici li sceglie personalmente?”
“più o meno, io mando delle richieste alle università ai club dei libri, insomma qualsiasi cosa che rientri nella lettura, chi aderisce deve presentarsi nel mio ufficio con delle credenziali, dopo un colloqui decido se sono idonei a giudicare dei testi di principianti, dopo di che li scritturo come giudici” dice
“i giudici sono 9 giusto?” chiedo
“Si”
“i due giudici uccisi, erano importanti?” chiedo
“Be, lo sono tutti, vanno a votazione per eleggere chi vince e chi perde, io non mi immischio nei loro affari, finche fanno le cose in modo corretto io sono a posto”
“Non c’è un presidente di giuria?”
“No, come le ho detto, lavorano in democrazia secondo le regole del voto”
“Grazie, per il suo tem..” non faccio in tempo a finire che entra Van Pelt trafelata “Capo abbiamo un problema”
 
“Pensavo fosse finita questa storia” dico girando attorno al cadavere
Una donna appesa a testa in giù, ha 4 coltellate, tra cui una dritta al cuore
“Da quanto è morta?” chiedo al medico legale
“Almeno un paio di giorni” mi dice
“Rigsby, chi l’ha trovata?” chiedo avviandomi verso di lui
“la donna delle pulizie, viene qui 1 volta alla settimana” dice leggendo su un foglio “ ma oggi non doveva venire, ha detto che era da 3 giorni che non sentiva la signora Rhulf e cosi ha deciso di passare, quando ha bussato e nessuno rispondeva è entrata e ha trovato il corpo”
“Jane!” dice seguendolo in cucina, dove probabilmente stava preparandosi un thè
“Dannazione! È stata Rosa!” mi dice arrabbiato
“Jane non può essere stata lei, è in ospedale, con due coltellate, non avrebbe potuto sollevare un cadavere e appenderlo in quel modo” dico convinta
“Agente” sento chiamare, sia io che Jane andiamo dal medico legale “aveva questa in bocca dice mostrandoci una carta dei tarocchi
“ L’appeso
Rappresentato come un uomo impiccato o comunque a testa in giù o lo sguardo tramortito. L’Appeso non è più un essere terreno, poichè la realtà materiale gli sfugge; vive nel sogno della sua idealità. L’espressione del volto non è però in preda alla disperazione o allo sconforto. E’ l’uomo che viene purificato dalla sofferenza e il cui dolore serve a salvare anche gli altri.
Perfezione morale, abnegazione, devozione, oblio, sognatore ma anche amore non ricambiato o progetti irrealizzabili.” Dice Jane
“Cho rintraccia la famiglia, ci vediamo al CBI” dico
 
“Avanti ditemi tutto” dico seduta al solito tavolo
“Hanna Rhulf, 43 anni, single, era la direttrice di un’università pubblica qui a Sacramento” dice Van Pelt
“I vicini hanno detto che siccome non la vedevano da 3 giorni pensavano fosse andata alla sua casa al mare, come ogni tanto faceva” dice Cho
“Dannazione!” dico sbattendo il pugno sul tavolo
“Io dico che dobbiamo interrogare ancora Rosa”
“Jane, Rosa è in ospedale! No, dobbiamo concentrarci suoi giudici” dico guardando le foto delle vittime
“Rigsby, cerca un collegamento con le altre vittime, oltre al concorso”
“Cho chiama gli altri giudici, informati dove sono e manda una pattuglia sotto le loro case”
“Van Pelt chiama e controlla a che punto sono le ricerche di Marta Red”  detto questo vado nel mio ufficio, devo pensare tranquillamente
Abbiamo 4 vittime, 3 delle quali sono giudici del concorso, l’unica macchia è Hartur, lui non era un giudice…che sapesse qualcosa? Avesse visto qualcosa? Mi abbandono sulla sedia sbuffando. Che faccio?
 
Sono ancora immersa nei miei pensieri quando Jane entra con una tazza di caffè fumante
“pensavo ne avessi bisogno” mi dice appoggiandolo sulla scrivania
“Grazie” poi noto lo sguardo di Jane
“Che hai in mente?” chiedo
“Stavo pensando a ieri sera” dice uscendo mentre io arrossisco, la prossima lo vendo a qualche trafficante di organi!
 
Dopo 10 minuti sono preoccupata, lo sguardo di Jane ero quello della serie “ora faccio qualcosa, di pericoloso,  che avrà delle conseguenze” mi alzo ed esco dall’ufficio cercando Jane, quando vengo fermata da Cho
“Capo, ho parlato coi giudici, ora hanno tutti un’auto della polizia come scorta”
“ Perfetto, hai visto Jane?” chiedo
“No” risponde ritornando alla sua scrivania
Ma dove diavolo si è cacciato?
Sono passate quasi 2 ore, sono le 18.30 e Jane non è ancora tornato, sono preoccupata.
“Lisbon!”
“M-Minelli” dico balzando su dalla sedia
“Vai all’ospedale! SUBITO!” mi urla
“è successo qualcosa a Jane?” chiedo preoccupata
“Quell’idiota si è fatto sbattere fuori!” è rosso in viso e sbraita
 
Arrivo all’ospedale di corsa, quando arrivo vedo Jane fermo li con il suo solito sorriso ma con una bella cinquina stampata in faccia. Sale in macchina salutandomi
“Posso spiegare” inizia
“No Jane, riservati le spiegazioni per Minelli” dico
“è stata Rosa” mi dice tutto trionfante
“ha confessato?” chiedo sbalordita
“No ma...” inizia
Freno di colpo “Jane, porca miseria, ascoltami per una buona volta, non può fare cosi! So che tu lavori cosi, ne sono consapevole so che chiudi i casi, ma non puoi andare in un ospedale accusare una donna innocente e fare come se nulla fosse!” sto urlando e Jane mi guarda senza il solito sorriso “La colpevole è Marta, ci sono le prove, sulla borsa ci sono le impronte, sui vestiti ci sono tracce di sangue di Rosa e di Hartur”
“Questo non significa…” inizia
“Non significa cosa? Non significa che ha ucciso quelle persone? È fuggita!” sono rossa in volto e ho il fiatone “Per una volta, dico per una sola volta, ammetti che hai sbagliato!” dico riavviando l’auto
Torniamo al CBI, Minelli è furibondo e non posso non capire il perché, Jane ha beccato una denuncia da Rosa per diffamazione. Io sono nel mio ufficio e vedo Minelli gesticolare sempre più rosso, Jane è in un angolo. Posso sentire la voce del capo, gli sta dando una bella strigliata, alla fine se le merita. Lo vedo uscire a testa bassa e venire nel mio ufficio e sdraiarsi sul divano.
“Allora?” chiedo
“Mi ha sospeso” dice in tono tranquillo
“di nuovo?” chiedo, oramai è diventato normale per lui
“vado a parlarci” dico alzandomi
 
“Capo” dico entrando
“Che vuoi!” urla, direi che è ancora arrabbiato
“scusi, è colpa mia, ho perso di vista Jane” dico chinando il capo, di solito funziona
Lo sento sospirare “Non ce la faccio più” mi sussurra
“Ma lu…” comincio
“ si lo so lui chiude i casi, lo dici da molto tempo oramai, dovresti cambiare battuta” mi dice guardando nel mio ufficio dove Jane sta frugando nella mia scrivania
“è come un bambino, gli dia una possibilità” lo supplico
“Teresa, se dovessi avere 10 dollari per ogni volta che te l’ho sentito dire sarei ricco con una casa in Toscana”
 
“Andiamo” dico entrando nel mio ufficio e prendendo le mie cose
“dove?” mi chiede
“ in un bar, ho bisogno di bere qualcosa” dico uscendo seguita da Jane
 
Credo di essere ubriaca fradicia, mi gira la testa e a stento riesco a camminare sento Jane che mi dice
“Hai bevuto troppo, te lo avevo detto di non fare cosi tanti giri”
“Non è vero sono lucida” dico, ma non ci credo neanche io
 Appena entrati in casa mi fa sdraiare sul divano e io gli afferro il braccio tirandolo verso di me e baciandolo
“Lisbon non per offenderti ma puzzi d’alcool “ mi dice cercando di divincolarsi da me
“Ma sta zitto” biascico alzandomi faticosamente “dannata stanza! Sta ferma” dico e intanto cerco di spingere Jane sul divano , dopo svariati tentativi e qualche calcio ci riesco
“Ma che fai?” mi chiede cadendo ma io non rispondo sono sopra di lui intenta a slacciargli i bottoni di panciotto e camicia
“Lisbon sei ubriaca” mi dice sbuffando
Io continuo imperterrita il mio lavoro fino a che non riesco a togliergli gli indumenti
“Hai un bel fisico lo sai? Quasi come Jeremy il mio ex che giocava a cricket” biascico prima di iniziare a baciarlo scendendo fino all’ombelico
Lui cerca di spingermi via “nessuno rifiuta Teresa Lisbon! Capito biondino!” strillo
Credo che lo sguardo di Jane vaghi dallo spaventato al divertito.
 Finalmente incomincia a ricambiare i miei baci con sempre più passione, presto ci liberiamo dei vestiti e la festa inizia.
 
 
Il mio angolino privato…
Ciao a tutti, parto subitissimo col ringraziare tutti per le recensioni!! Mi fanno sempre un immenso piacere… Chi avrà ragione Jane o Lisbon? Come reagirà al dopo sbronza? Ehehe tutto al prossimo capitolo! Un bacione a tutti
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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