“Dunque. Questa è a vostra prima missione. Ricordatevi che il lavoro di squadra è la cosa più importante… intesi?!”
Sarutobi guardò sconsolato i tre ragazzini che aveva di fronte.
Orochimaru, i capelli neri lunghi, il viso pallido, gli occhi viola socchiusi in uno sguardo sprezzante, rivolto a… Jiraia.
I capelli candidi e gli occhi vispi, il viso da bullo.
Il ragazzino cercava di alzare la gonna a Tsunade, che per tutta risposta lo colpiva con dei pugni violentissimi.
Tsunade aveva i capelli biondi legati in due codini, gli occhi marroni, e, nonostante la giovane età, il suo fisico era già maturo.
“Io, con quel rospo pervertito, non ci lavoro.”
“Cretino…”
“Hai detto qualcosa?”
“Si: cretino!”
“Piantatela voi due!”
“Zitta, ragazzina!”
“Non rivolgerti con quel tono a Tsunade!”
“Non ho bisogno di essere difesa, grazie!”
“Ma…”
“Stai zitto!”
“Brutta befana!”
“JIRAIA!”
“Piantatela, siete solo dei mocciosi!”
“Stai zitto, faccia da serpe!”
L’umore di Sarutobi era… sotto terra.
“Benissimo. Questa è la vostra prima missione come squadra.
Fatevi onore!”
Jiraia squadrò il suo team: a destra c’era Minato, i capelli biondi in piedi, gli occhi azzurri
ridenti.
Accanto a lui stava Kushina, i
capelli corti rossi e gli occhi verdi, che squadravano Minato con discreto
interesse.
Poi c’era Sanji: i corti capelli
marroni e gli occhi scuri spiccavano sul viso abbronzato del ragazzino.
“Io, Minato Namikaze, futuro
Hokage, non la deluderò, Sensei!”
“Bla bla bla…”
“Hai problemi?!”
“Si, tu!”
“Sei inutile”
“Brutto…”
“Piantala, Sanji! Minato è il
migliore, lo sai benissimo anche tu!”
“Non è vero… sono meglio io!”
“Sei stato bocciato quattro volte
all’accademia!”
“Almeno non mi vanto per ogni cosa
che faccio!”
“Io non mi vanto!”
“Minato ha ragione!”
Jiraia sorrise, sconsolato: quella
scena l’aveva già vista da qualche parte.
“Questa è una missione di vitale
importanza per il villaggio… fate del vostro meglio, ok?”
Kakashi annuì: i suoi occhi neri
avevano un’espressione decisa. I capelli argentanti erano in piedi come sempre
e il suo viso era nascosto da una maschera nera.
Rin lo guardava adorante: gli
occhi marroni erano rivolti a lui, e la ragazzina ignorava completamente
l’altro ragazzo, Obito, che se ne stava in disparte, con l’aria imbronciata.
“Farò del mio meglio!”
“L’ultima volta sei scoppiato a
piangere di fronte al nemico…”
“Non è vero!”
“Fifone!”
“Presuntuoso!”
“Ritardatario cronico!”
“Almeno io non mi faccio figo
nascondendo il viso con una maschera!”
“Anche se lo facessi Rin non ti
degnerebbe di uno sguardo!”
“Bugiardo! Vero, Rin?!”
“Emmm… a dir la verità trovo che
Kakashi sia meglio!”
“Visto?”
“Chiudi il becco!”
Minato scosse la testa,
rassegnato: ciò era del tutto normale.
“Ragazzi. Questa missione è la
prima che vi è stata assegnata. Ricordatevi che siete compagni di squadra e
dovete comportarvi come tale!”
Kakashi guardò severo i tre
ragazzini che aveva affianco.
Naruto e Sasuke si squadravano con
moderato disprezzo.
Sakura guardava prima l’uno, con
aria arrabbiata, poi l’altro, con espressione sognante.
“Si, Sensei!”
“Si, Sensei!”
“Mmmm.”
“Non ti degni neanche di formulare
una risposta compiuta.”
“Non seccarmi!”
“Lascia in pace Sasuke!”
“Perché lo difendi sempre?!”
“Perché lui è il migliore!”
“Non è vero! Io un giorno
diventerò Hokage! E’ il mio sogno!”
“E questo cosa centra? Il migliore
resto comunque io.”
“Sei insopportabile!”
“Sei magnifico!”
“Piantatela! Naruto, sei un
moccioso impertinente! E tu Sakura… sei noiosa!”
“Ma Sasuke…”
“Zitta!”
Kakashi sospirò: sarebbe stata una
lunga giornata.