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Autore: ChiiCat92    01/08/2013    2 recensioni
La battaglia contro il vampiro millenario Zachariah è finita, e ha lasciato cuori sanguinanti e promesse infrante.
E' sempre un po' più buio prima dell'alba, e quell'alba sta per sorgere.
Un bambino sta per nascere, una nuova minaccia si staglia all'orizzonte.
Tom e Bill dovranno capire come sopravvivere all'eternità...
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Ecco a voi il seguito di "Come And Wake Me From The Death"! Come al solito, è scritto a quattro mani, e ogni capitolo porta il titolo della persona che lo scrive.
Enjoy it
Genere: Dark, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Come previsto, non se lo fece ripetere due volte. Megami si scagliò contro la giovane volpe, ancora inesperta rispetto a lei ma comunque agile e pronta ad osservare la maestra attentamente per imitare gli stessi attacchi.

Il pelo di Megami era di un argento molto più acceso di quello di Bill, più evidente, quasi sul grigio che andava a scurire formando la coda e la punta delle orecchie. Sembrava che brillasse di una luce propria. Gli occhi restarono del colore dell’ambra, anzi forse ancora più lucenti, come se dentro vi rinchiudesse delle lucciole pronte ad illuminare lo sguardo per intimorire l’avversario e allo stesso tempo, incantarlo.

Bill scosse la testa cercando di concentrarsi. Roxanne era distesa dietro di lui, avrebbe fatto di tutto per proteggerla ma non sarebbe dovuta restare lì, esposta a un rischio così grande. Bill pensò che se si fosse spostato, Megami invece di seguirlo avrebbe approfittato della situazione per colpire Roxanne; non ne era sicuro ma conoscendo l’ambiguità della donna e la sua furbizia, non avrebbe fatto finta di nulla.

-Allora? Nella difesa non sei male, ma nell’attacco ti conviene fare pratica.- puntualizzò la volpe argentea, in posizione eretta, quasi regale davanti a lui, per niente scomposta o intimorita.

Non sapeva che fare. Pensò di provare la prima volta ad attaccare, avrebbe fatto di tutto pur di non farla avvicinare.

-Hai paura di allontanarti dalla tua amichetta?-

-Smettila.- sputò tra i denti Bill.

-E allora togliti da lì.-

-Invece di impartire ordini, dato che hai detto che sono ancora inesperto, perché non mi insegni tu qualcosa?-

-Prima pensavo di darti una bella lezione per il tuo comportamento sconveniente e maleducato nei miei confronti.- disse acidamente la Volpe - ma il punto resta sempre quello. Se la smettessi di fare da barriera alla vampira e smettessi di avere la mente sempre rivolta a lei, magari potremmo provarci.-

La mente sempre rivolta a Roxanne?

-Basta farti domande, sei noioso.-

Bill scosse leggermente il capo per rendersi conto di quello che aveva sentito.

-Sei anche un’impicciona - sottolineò il ragazzo facendo finta che la cosa non lo toccasse minimamente - Mi leggi anche nel pensiero o cosa?- provocò.

-E anche se fosse? Saresti sempre tu in svantaggio, caro mio.-

Bill ringhiò tra i denti.

-Insegnami come si fa.-

Megami agitò lentamente la grande coda dietro di sé. Bill non riusciva a capire se fosse una o più, in quanto sembrasse eccessivamente folta, ed era ormai chiaro che la bella sacerdotessa stava facendo di tutto per distrarlo.

-Anche tu sei un impiccione… quante domande tutte in una volta.-

-Vuoi insegnarmi a diventare più forte?- le urlò Bill. - Vuoi insegnarmi a crescere? Insegnami i tuoi trucchetti.-

La Volpe non rispose, in compenso lo guardò con aria di sufficienza squadrandolo dalla testa ai piedi, o meglio, dalla testa alla coda. Si fermò sui suoi occhi chiarissimi e luminosi.

-Ti sei… accorto di avere una sola coda?-

-Cosa?!-

 

Non riusciva a stare tranquilla, ma sapeva che non sarebbe potuta uscire da quella stanza, sorvegliata da una decina di volpi fuori dalla finestra e altrettante dietro la porta. Sapeva che non si sarebbero fatte vedere per farle credere che la situazione fosse il più tranquilla possibile, ma puntualmente tornò alla memoria tutto quello che aveva passato ventitré anni prima, se non più, con quelle vipere. Le volpi sono furbe e veloci, ma non intelligenti. Questo era il pensiero che la consolava e la demoliva ogni volta che combatteva contro se stessa per cercare di stare in pace col proprio essere.

Simone non era mai stata una Volpe “attiva”. Raramente andava a caccia, raramente scendeva in campo a combattere… raramente rubava i consorti alle donne degli esseri umani. L’unico atto di coraggio che aveva fatto in secoli di vita, era stato quello di scappare. Bel gesto e molto dignitoso, pensava ogni attimo della sua lunghissima vita. Chi voleva prendere in giro? Era stata una codarda sotto tanti aspetti e da troppo tempo. Poche, di quelle volpi che sorvegliavano la Pagoda Madre e abitavano nella Valle di Hikari le avevano mostrato rispetto per la sua decisione, quella famosa volta, quando decise di andarsene. Poche l’appoggiarono, molte la minacciavano di non essere degna del suo essere, di essere l’incarnazione di un coniglio, pronto a darsela a gambe, sempre insicura e spaventata. Adesso doveva trovare il modo di uscire da lì, anche se non sarebbe riuscita ad aprire la porta doveva provarle tutte.

Si diresse alla finestra, pur non sembrando molto alto non avrebbe dovuto avere paura di scappare da lì, se non fosse stato per l’agguato che probabilmente le avrebbero riservato. Cercò di studiare la situazione, l’intera stanza, l’essenza e i flussi negativi che provenivano da fuori. Non c’era nessuna barriera, stranamente, ma conoscendo le “colleghe”, non sarebbero state così scontate, anche perché la presenza di un kekkai l’avrebbe percepita appena eretto.

Girò per la stanza cercando le parole giuste per la forma da pronunciare, quella famosa formula che non le riusciva mai decentemente soprattutto quando il nervosismo prendeva piede. Non aveva fatto caso a un piccolo camino proprio davanti al letto, spento. Strano, pensò… non aveva mai visto un camino nelle pagode, non ne avevano avuto mai bisogno. Non ci pensò molto, anche se gli occhi restarono puntati lì nel vuoto. Un ceppo sembrava prendere colore. Qualcuno stava cercando di entrare in quella stanza. Vide delle piccole scintille rosse che man mano aumentavano, prendendo tutto il ceppo che sembrava essere messo lì apposta.

Una fiammella, all’apparenza debole, si accese davanti a lei. Simone si avvicinò chiedendosi perché chiunque fosse non stesse pensando di assumere forma umana. Era lì, immobile come se la stesse fissando intensamente. Scavò tra le piccole fiamme socchiudendo gli occhi: c’era un viso, un visetto birbante che aveva sempre il piacere di vedere. Simone sorrise e si avvicinò al caminetto, mentre la fiammata divenne più alta e sembrava alquanto silenziosa.

-Vieni fuori.- disse Simone a bassa voce.

-Volevo solo vedere se è tutto ok.-

-Io sto bene… Ma ho una brutta sensazione.-

-Non spaventarti se ti dico che fai bene ad averla. Ma non puoi restare qui dentro.-

-Sono circondata, vero?-

-Simone, nonostante tu abbia dimostrato coraggio tanti anni fa, mi spiace ammettere che adesso non è più così- disse la vocina di Hiko, che sembrava ancora più piccola perché senza forma - io non voglio vederti così. C’è tuo figlio là fuori, e Megami cerca di metterlo in difficoltà. Ma il problema non sembra tanto lui quanto Roxanne.-

A quelle parole, Simone alzò lo sguardo verso Hiko, o quel poco dei suoi lineamenti che si intravedevano dalla fiamma.

-Roxanne? Che è successo?-

-Io ieri notte li ho visti… hanno dormito fuori dalla Pagoda Madre senza l’autorizzazione di Megami, lo sai anche tu.-

-Gliel’ho detto di tornare in tempo per la notte ma Bill non mi ha voluto dare ascolto.-

- Ho avvertito una strana energia provenire da Roxanne. Sembravano tranquilli, ma prima che si addormentassero, ho sentito che c’era qualcosa che non andava in quella ragazza. Non per colpa sua, ma credo che tra breve si manifesterà.-

Il non dare un nome, un volto a quell’essenza, demone, spirito qualunque cosa fosse, era quello che faceva andare fuori di senno Simone. Quello per cui si scervellava da quando Roxanne aveva avuto quelle prime manifestazioni.

-Ma chi, Hiko? Chi si manifesta?-

Ma Hiko continuò il discorso senza rispondere direttamente alla domanda di Simone.

-Quando l’ho conosciuta stava bene, adesso non riesce più a svegliarsi. È come se qualcosa la tenesse inchiodata al sonno, e nelle condizioni in cui si trova non può restare a lungo a digiuno… lo sai, vero?-

-Non deve accaderle niente.-

-So solo che bisogna svegliarla. Megami sta facendo uno strano gioco, è una brava stratega che cambia l’ordine delle pedine quando le pare, quando meno te l’aspetti.-

-Come faccio a uscire?-

-Come hai fatto ventitré anni fa. Non devo essere io a spingerti, sei grande abbastanza.-

-Tu sei più grande di me, invece.-

-Sì, ma devi pensare a te stessa. Basta pensare al passato, ora ci sono tre persone care che hanno bisogno di te. Quindi vai, senza indugio… usa il vento.-

 

Stava di certo migliorando nella difesa, ma all’attacco sembrava ancora debole. Se non ci fosse stata la barriera protettiva e quello fosse stato un luogo normale e non illusorio, probabilmente si sarebbe sentito molto in colpa per quello che aveva combinato a causa di quella strega con le sembianze di una grande volpe.

Megami si allontanò ancora per procedere all’ennesimo attacco. Non poteva nascondere di essere stanca e di avere un osso duro davanti ai suoi occhi: le aveva provate tutte, avevano entrambi distrutto tutto intorno a loro. Nell’aria c’era solo fumo di erba bruciata, aria che avrebbe fatto comunque male a Roxanne, ancora distesa dietro Bill.

-Non ti sei mosso di mezzo millimetro da lì.-

E non aveva intenzione di farlo. Aveva come messo le radici davanti a Roxanne, come aveva promesso, non avrebbe neanche rischiato di muoversi anche di poco, per evitare che Megami cambiasse obbiettivo e puntasse alla ragazza.

Bill sembrava ancora deciso a non mollare la presa, ma il pensiero di Roxanne non riusciva ad abbandonarlo. Avrebbe voluto lasciar perdere il combattimento e dedicarsi solo a lei. Quell'aria bruciata non avrebbe fatto bene a nessuna donna gravida, specialmente una non-morta come lei.

Tra un affanno e l’altro, Megami non riusciva a staccare di dosso gli occhi da quella volpe, così grande, possente, ma che nonostante fosse allo stremo, non avrebbe lasciato la sua postazione, pur usando tecniche limitate, senza andare incontro all’avversario. Era lui la barriera di Roxanne, e sicuramente non sarebbe riuscita ad abbatterlo.

-Mi duole ammetterlo. Sei forte.-

-Mi duole ammetterlo. Anche tu.-

-Ma non ho intenzione di lasciare tutto così.-

-Ti chiedo solo un favore.- disse Bill con gli occhi che brillavano di speranza per una risposta positiva.

-Prego.-

-Togli la barriera… per favore.-

Megami sapeva che la paura principale di Bill non era la sconfitta. Aveva dimostrato di combattere solo per difendere Roxanne, non per la voglia di scontrarsi con qualcuno.

Megami pensò bene al da farsi. Da un lato, per lei sarebbe stato meglio se morisse una volta per tutte, sia lei che il nascituro, portatore di morte. In fondo un essere del genere, che esce dal grembo di un vampiro e di un’altra creatura non del tutto umana, non poteva certo essere portatore di pace.

Con o senza barriera, pensò lei, se doveva morire sarebbe morta ugualmente, ma non voleva essere accusata di averlo fatto di proposito. Quello che stava succedendo era del tutto naturale, ma se non avesse tolto il kekkai, sarebbe stata lei l’assassina.

Ancora prima di dare una risposta, una strana forza si scagliò contro la barriera, come se le bussasse con forza per cercare di sfondarla.

Bill si voltò verso fuori.

-Mamma!-

Simone aveva le mani protese in avanti verso il kekkai. Da lì provenivano degli strani colpi che si schiantavano contro la barriera invisibile che facevano tremare tutto attorno.

-Mamma, ferma!-

-Apri il kekkai, Megami, o lo farò io!-

-Qualora fossi stata propensa a toglierlo, mi hai fatto cambiare idea! Ringrazia la mammina, Bill. Io non ricevo ordini da nessuno.-

-Ti ho detto di toglierlo.- continuò Simone.

Megami tornò nella sua forma umana, mentre continuava a fissare Simone che era più che convinta che sarebbe riuscita a rompere la protezione. Bill ne approfittò per riprendere tra le sue braccia Roxanne che sembrava davvero svenuta. Non respirava, e non era comunque un buon segno, sia da viva che da vampira, in quanto dovesse mantenere in vita qualcuno dentro di sé.

-Sei un’insolente Simone.-

Non fece in tempo a finire che il kekkai si frantumò nel nulla, come tanti piccoli cocci di vetro che brillavano alla luce del sole e si dissolvevano come polvere luccicante, quasi dorata.

Megami restò stupita, così come Simone stessa. Bill non si accorse di nulla, non gli importava chi fosse stato, l’importante era far respirare aria pulita a Roxanne e riuscire a svegliarla.

Come aveva fatto a pezzi quella barriera? Sarebbe stato impossibile per una qualunque Volpe, specialmente per Simone che non aveva mai usato tanta energia da tantissimi anni, non quanto meno più potente della Sacerdotessa delle Kitsune.

Simone si precipitò verso Roxanne e Bill. Megami restò immobile a fissarli.

-Spiegami come hai fatto.-

Simone si voltò verso Megami, ma non riuscì a dire nulla. La volpe argento, strano a dirsi, lasciò la presa.

-Per questa volta, facciamo finta di essere pari.-

Disse a Bill che però inizialmente non le diede retta.

Dopo un po’ si girò verso Megami, con Roxanne tra le braccia, mentre in volto era imperturbabile come se fosse scolpito nel marmo.

-Io sono nato così, a quanto mi è stato detto. Mi sono manifestato negli anni. Non è così?-

Megami restò in silenzio… poi rispose con un sì secco.

-Lei non è nata così. Lei era buona… lei è buona. Le è stato fatto un torto, come, non so se lo sai o meno, non mi importa, anche a mio fratello.-

Megami alzò lo sguardo sgranando gli occhi.

Simone poggiò la mano sulla spalla di Bill come per calmarlo.

-Eppure siamo fratelli, stesso sangue, stessa madre, stessa vita. Se sono accettato io qui, deve esserlo anche lui, essendo una parte della mia anima residente in un altro corpo. E non è il corpo che conta nel nostro caso, giusto? È l’anima buona che o si ha, o non si ha. Non so quale sia la tua paura. So solo che io non ne ho, e chiunque un giorno, non molto lontano, dovrà uscire da lei ed essere il frutto del bene che ci vogliamo e che ci vorremo in eterno, lo accetteremo.-

Bill si girò verso Roxanne sussurrando

-Da lei possono nascere solo angeli.-

Simone non riuscì a trattenere un sorriso, poi si nascose dietro Bill.

Megami guardò Bill ancora fisso su Roxanne.

-Se non fosse quello che è, potrei accettare che restaste qui…- Bill si voltò verso Megami -Ma non posso rischiare che la Valle di Hikari venga invasa da Yōkai di ogni genere.- Bill riconobbe di dover prendere lezioni di giapponese quanto prima se voleva davvero comprendere quella donna, oltre ad uno psichiatra.

-Ma non potrà mai succedere nulla!-

-Cosa ne sai tu? Come fai ad essere così tranquillo? Forse semplicemente perché questa non la senti come casa tua!- Bill da un lato si sentì mortificato, come se volesse imporsi in casa d’altri, e forse era quello che stava facendo -Beh, è casa mia. Il mio regno, la mia dimora, il mio paradiso. E non posso lasciare la strada spianata ad uno spirito del male. Come tu non lo permetteresti a me.-

-Io non credo che tu sia il male, parliamo solo lingue diverse. Sotto certi aspetti ti capisco e ti do ragione piena, ma sotto altri, ti chiedo di fidarti di me. Sono l’unica volpe maschio qui dentro, quando questo posto lo sentirò davvero mio, nessuno potrà fargli del male perché lo proteggerò.-

-Tu.-

-Sì, io.- rispose il ragazzo seccamente.

-Ti chiedo solo di accettarla, e fidarti di me.-

Megami abbassò gli occhi, si avvicinò decisa ai due. Guardò Roxanne dormiente con aria indifferente. Alzò la mano destra che si illuminò di una luce azzurra che sembrava emettere calore. Mise la mano sulla fronte di Roxanne, mentre Bill restava scettico su di lei.

Dopo qualche secondo il petto di Roxanne iniziò a muoversi e cominciò a tossire. Aprì gli occhi spaventata e si aggrappò a Bill come se fosse l’unica ancora pronta a sostenerla in qualunque momento… ed era proprio così. La mise a terra e la strinse forte, tutto questo davanti agli occhi di Megami, mentre la vampira cominciava man mano a riprendersi.

-Stai bene?-

Roxanne fece sì con il capo ma non molto convincente. Simone si sporse per abbracciarla e lei ricambiò.

-C’era uno strano odore…-

-Non dire nulla, poi ti racconto tutto!- l’abbracciò di nuovo.

Megami fece marcia indietro e si allontanò dalla coppietta.

Bill alzò gli occhi verso di lei mentre era di spalle.

-Megami…-

-“-Sama”.-

-Eh?-

-Megami-sama!- suggerì sottovoce Simone.

-Cosa? Aah, sì. Megami-sama…-

Megami si fermò senza voltarsi.

-Grazie…-

Roxanne si girò verso la sacerdotessa. Dal gesto di Bill, capì che probabilmente doveva a lei di aver riaperto gli occhi. Non sapeva nulla, restò imbambolata per tutto il tempo, fin quando la miko, non rispose.

-Ho solo cercato di svegliarla. E ci sono riuscita… per vostra fortuna. Un’ultima cosa.- tutti e tre si fermarono ad ascoltare -Solo perché sono riuscita a destarla, non significa che sia la benvenuta…-

Bill aggrottò le sopracciglia, stava per esplodere ma Megami lo precedette -Ma… al momento può restare qui.-

Roxanne sembrava non credere a quelle parole, così come Simone e Bill.

-Bill.-

-Sì?-

-Non sottovalutare quello che ho detto poco fa. Credi quello che vuoi ma non dare per scontato che sia come dici tu.- Bill ascoltò quelle parole amare con un filo di terrore, come se stesse man mano dando ragione alla donna.

- …Chi sta là dentro, è più forte di me. - e se ne andò, senza degnarli di uno sguardo. Mentre Hiko, dopo aver assistito da dietro un albero, si dissolse nel nulla.


The Corner

Ciaaaaaaaaaaaao a tutti! *imita Bill*
Come state, che fate, che pensate, che dite?!
come procede la vostra estate? :3
io mi sono accorta ADESSO di avere solo 31 giorni per preparare 4 materie all'Università ahahahahah
quindi dovrò mettermi schifosamente sotto .-.
quest'estate sta volando via!
avvisi per la prossima settimana... *spulcia l'agenda*
nessuno!
ci vediamo, puntuale come sempre, giovedì 8 Agosto :3
a meno che non mi cadano le mani e non riesca più a scrivere ahahahahah
bye bye!

Chii

   
 
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