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Autore: high_hopes    01/08/2013    2 recensioni
[Attori vari]
[Catching Fire cast]
Virginia Rossi (alias Virgin) è una ragazza appassionata di cinema e di libri, in particolare della saga di Hunger Games. Doppiatrice, da quando era ancora un'adolescente sogna di raggiungere le celebrità hollywoodiane e, magari, anche di vincere il tanto ambito Oscar. Consapevole della grandezza della sua ambizione, si accontenta di lavorare divertendosi con i suoi migliori amici, Dalila e Tom. Ma un avvenimento inatteso sta per sconvolgere la sua vita...
Genere: Erotico, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Jennifer Lawrence, Josh Hutcherson, Sam Claflin, Jena Malone, Liam Hemsworth, Elizabeth Banks, Woody Harrelson, Lenny Kravitz, Donald Sutherland e tutti gli altri. Addirittura Francis Lawrence, il regista. Scorro i loro volti uno ad uno. Nella mia incredulità, noto che Jennifer mi sta sorridendo, Josh e Sam mi guardano con uno sguardo…strano, sembrano quasi affascinati. La mia mente scossa da quella vista non riesce a capire da cosa. Anzi, non ne ha nemmeno il tempo: la bocca mi si spalanca automaticamente senza che io abbia mandato alcun impulso volontario. Subito dopo: il buio.

 

 

Da bambina mi capitava spesso di svenire per qualsiasi cambiamento di temperatura. Ricordo ancora che una sera d’estate dentro la mia casa al mare c’era un’afa terribile; non ce la facevo più, così corsi fuori per prendere un po’ d’aria fresca: non ebbi neanche il tempo di rendermene conto che caddi immediatamente a terra sbattendo violentemente la testa contro lo spigolo di un muro. Mi portarono all’ospedale e mi diedero tre punti di sutura alla testa. Non piansi, tanto che mia madre si preoccupò che la botta mi avesse procurato danni al sistema nervoso. In parte, forse, è vero, ma non penso c’entri molto col fatto che non versai neanche una lacrima di dolore, come, invece, tutti i bambini normalmente fanno. Da quel momento non svenni più tanto spesso.

 

Fino a questo momento. Infatti, non appena apro gli occhi e mi ritrovo faccia a faccia con le dolci fossette di Sam Claflin, mi ruotano gli occhi e poi più nulla.

Pian piano comincio a sentire delle voci soffuse, dopo un po’ queste cominciano a crescere e ne sento una prevalere, una che mi è familiare, ma non riesco a capire cosa dice. Ah, sì, adesso sì! “Virgin! Virgin! VIRGIN! Svegliati! Riprenditi!”. Seguendo quella voce, riesco a schiudere gli occhi: vedo una figura sfocata, sicuramente maschile, ma non riesco ancora a capire chi sia. Poi, flebilmente, pronuncio una stupidissima domanda che in questo momento, in balia della mia debolezza, mi sembra la più sensata:”… sono morta?”.  Sento delle risate a me familiari in sottofondo, e ancora più forte la risata della persona che ho di fronte. La riconoscerei ovunque: quella di Tom. “No che non sei morta, scema! Sei soltanto svenuta. Adesso ti aiutiamo ad alzarti, tranquilla … ”. AIUTIAMO chi? Questo “tranquilla” seguito da una lunga pausa di silenzio mi preoccupa, ma decido di non fare ulteriori domande e di lasciarmi aiutare. Sento improvvisamente delle mani che mi afferrano le spalle, mentre Tom mi prende per le mani e qualcun altro per i piedi.  Con gli occhi ancora socchiusi riesco a vedere le altruiste figure che mi stanno lentamente mettendo a sedere su una sedia. Soltanto figure sfocate, ovviamente. Una volta seduta, chiudo gli occhi e li riapro più volte finché la visuale inizialmente sfocata non diventa nitida e riesco a distinguere i volti attorno a me intenti a fissarmi e a chiedermi insistentemente come mi sento: Tom, Dalila, i miei colleghi e … “Merda.”,  ecco la mia prima parola sensata dopo...quanto tempo sarà passato? Mi sento in un film di fantascienza, attorniata da uno dei miei cast preferiti. Tom, Dalila e gli altri italiani come me scoppiano a ridere, ma ovviamente quelli del cast no, dato che probabilmente nessuno conosce questa parola. “Sto…bene…credo…”, dico finalmente dopo una lunga pausa. Chiudo gli occhi e comincio a fare mente locale:mi chiamo Virginia Rossi, oggi è l’ultimo giorno di registrazione nonché compleanno del mio migliore amico Tom, io e lui abbiamo ballato, io sono svenuta perché…“Ma che cazzo è successo?” sbotto ad un tratto riaprendo gli occhi. Devo sembrare un gattino appena nato da come mi guardano Josh e Sam. “Il cast del film su cui abbiamo lavorato per tutto questo tempo per il doppiaggio, cioè ‘Catching Fire’, è qui per congratularsi con noi. Essendo uno dei migliori studi di doppiaggio e dalle nostre esilaranti interviste che hanno fatto il giro del mondo… beh, si capisce. Siamo i migliori, tzè!”, mi risponde Tom col suo solito senso dell’umorismo che mi distrae per un attimo da quella situazione assurda. Un attimo esatto, però. Davvero sto vivendo tutto questo? Mi do tre, forse quattro pizzicotti nelle braccia per capire se è la realtà oppure uno dei miei tanti e strani sogni. Come sospettavo: real.  Ad un certo punto, sorprendendo perfino me stessa, mi alzo di scatto e con un sorriso smagliante dico “A questo punto, allora, credo proprio che dovrei presentarmi!”, poi, rivolgendomi al cast con lo stesso sorriso pieno di charme, comincio a parlare in perfetto inglese e a turno stringo la mano a tutti. “Non ci posso credere, sto stringendo la mano a Jennifer Lawrence! Oddio, sto parlando con Sam Claflin! Che regista fantastico Francis! Wow, che stile Lenny! “pensa intanto la mia anima fangirlosa. Cerco, comunque, di sopprimerla mantenendo la calma ma continuando ad essere me stessa. Mentre parlo con gli “uomini” del cast, non riesco a capire perché continuano a guardare in basso. Ci rifletto un po’ e mi rendo conto di avere QUELLA maglietta. Che stupida che sono, ovviamente faccio sentire in imbarazzo chi mi sta parlando o, nel caso di Josh e Sam, gli do un motivo per provare piacere… Insomma, finita la conversazione con Josh corro a prendere la felpa che ho lanciato sul divanetto, notando con la coda dell’occhio che sia lui che Sam mi seguono con lo sguardo mentre parlano con gli altri. Sinceramente spero che non si siano fatti un’idea sbagliata di me.

Parlando con Jennifer, che è incredibilmente bella ed è anche più simpatica di quello che già mostra alle telecamere, vengo a sapere che rimarranno per un paio di settimane in Italia e che, udite udite, il motivo principale di questa permanenza è la première che si terrà proprio qui a Roma. A quanto pare, date le richieste insistenti inoltrate per mesi e mesi dai milioni di fan italiani, alla fine la Lionsgate ha deciso di concederne una al caloroso e accogliente pubblico italiano. Sto per urlare di gioia quando mi viene in mente che ho appena conosciuto il cast e non ho più bisogno di una première per tentare di incontrarlo. Inoltre, Jen (“Chiamami pure Jen!” mi ha detto, immaginate la mia reazione!) dice che ci vedremo spesso in questi giorni dato che vorrebbero conoscerci meglio. Figurati io!, penso tra me e me. “Adesso vorrei offrirvi di assaggiare una fetta della deliziosa torta fatta da Virgin!”, esclama improvvisamente Tom. Un mormorio si diffonde per tutta la stanza. Non capisco a cosa sia dovuto. Io, Tom e Dalila ci guardiamo a vicenda con aria interrogativa, ma nessuno di noi sa dare una risposta allo stesso quesito che si sta facendo strada nelle nostre teste: perché quel mormorio? Così decidiamo di infischiarcene e di cominciare a distribuire le fette. Nel frattempo, sento il mio stomaco attorcigliarsi convulsamente: nervosismo. Perché? Perché ho paura che la torta non piaccia. “Sei proprio stupida, Virgin” mi ripeto nella mia testa. Cerco di convincermi che la torta mi viene sempre bene e che anche stavolta sarà andata così, ma non riesco a fare a meno di buttare lo sguardo qua e là tra gli attori per vedere le loro reazioni al primo boccone. “È BUONISSIMA!”, mi rassicura ad un certo punto una voce da dietro. Mi giro e mi trovo davanti Josh Hutcherson con una faccia che mi fa scoppiare a ridere di quant’è teneramente divertente. “Che c’è, che ho detto?”, dice lui ridendo. “Niente niente, è solo che la tua faccia…” scoppio di nuovo a ridere. “La mia faccia? Cos’ha la mia faccia che non va?!”, ribatte con un mezzo sorriso. “Sembravi un bambino che è appena entrato nella fabbrica di cioccolato”, anch’io con un mezzo sorriso. “Oh, per fortuna! Pensavo di essermi sporcato tutta la faccia di cioccolato, dato che ce l’ho buttata subito a capofitto nella torta!”, dice divertito. Scoppio a ridere nuovamente e mi piego in due dalle risate. La sua espressione è esilarante ed è davvero divertente come appare nelle interviste. Mi balena in testa la strana idea che, forse, è anche un buon amico. Scaccio via quel pensiero: è ancora troppo presto per fare certe supposizioni, ma almeno è simpatico.

Di colpo sento una mano poggiarsi sulla mia spalla, mi volto e per un attimo rimango colpita dalla bellezza smisurata di Sam Claflin. È ancora più affascinante di quanto pensassi: il suo sorriso è così bello che per un momento ho la sensazione di stare per svenire (di nuovo). Scorro il suo viso perfetto fino ad arrivare agli occhi: due perle, così dolci ed espressivi. La sua voce, che rispecchia anche il suo fascino, mi riporta alla realtà, facendomi rendere conto di essere sul punto di toccargli il volto per testare se è vero oppure sto avendo delle allucinazioni. “Sei davvero bravissima… Questa torta è deliziosa, e io adoro le torte al cioccolato! Scommetto che sei anche brava a cucinare altro”. Prima i complimenti di Josh, adesso i suoi… sto riconsiderando l’insana idea di essere morta. “Sì, me la cavo”, è tutto quello che riesco a dire. Non so proprio cosa mi sia preso, non è da me bloccarmi a fissare così intensamente una persona che conosco da così poco. Fortunatamente interviene Tom dicendo “Te la cavi?! Sei la migliore! Così brava che preferisco mangiare le cose preparate da te che andare al ristorante!”. Non mi sbalordirei se avesse capito che ho bisogno di una mano per liberarmi da questo blocco mentale che mi ha provocato Sam. Effettivamente mi accorgo di trovarmi ad una distanza pericolosamente ravvicinata col bell’attore britannico, così indietreggio di poco, ma… SBAM! Vado a sbattere contro Josh, che intanto era rimasto dietro di me. Mi fa pena, perché mi ero completamente dimenticata della sua presenza e probabilmente, da un momento all’altro, si aspettava che lo interpellassi. Certo non in questo modo. Perché non appena sbatto contro di lui… gli cado letteralmente addosso ed entro in panico pensando di averlo schiacciato. Poi mi ricordo che non è un bambino ma un uomo, quindi non si sarà fatto niente, dal momento che non sono un bisonte. Ma è comunque l’ennesima figura di merda che ho fatto oggi nel giro di… tre ore? Già. Mi stupisco, però, di quello che succede subito dopo l’impatto: Josh comincia a ridere e, mentre io vengo travolta dalla sua meravigliosa risata, mi prende in braccio, mi solleva, mi guarda ridendo insieme a me e mi rimette in piedi sul pavimento. Sono scioccata ma continuo a ridere insieme a lui e agli altri. Soltanto Sam sembra non ridere proprio tanto. Con la coda dell’occhio noto nella sua espressione un filo di… gelosia. Gelosia? Che strano. Mi sembra di conoscerlo da una vita perché per me è come un libro aperto e riesco a capire le sue sensazioni da un singolo sguardo. Le risa scemano e così anche quelle mie e di Josh, che continuiamo a guardarci divertiti. “Scusa… sono un po’ imbranata”, dico. “Sei divertente!”,  dice ridendo. “Grazie, anche tu, tanto!” e ci rimettiamo a ridere. È assurdo come si sia già creata una certa sintonia tra noi. “Dicevamo?”, torno a dire sorridendo a Sam. Lui, di rimando, mi fa quasi venire un infarto col suo bellissimo sorriso e la sua risata. “Cosa?! Lo so, sono imbranata!” e ricomincio a ridere, questa volta insieme a lui, mentre Josh e Jen si uniscono alla conversazione e Tom e Dalila continuano ad insistere sul fatto che la mia cucina sia ottima. “Ok, mi arrendo! Avete vinto.”, dico alzando le mani in segno di resa, poi, rivolgendosi al cast, Tom dice ad alta voce “PER CORTESIA, UN ATTIMO D’ATTENZIONE!  Vorrei invitare per domani sera l’intero cast a casa mia, anzi, a casa nostra- indicando me e Dalila- per gustare dei deliziosi piatti preparati dalla nostra Virginia!”. Lo fulmino con lo sguardo: lo sa che entro nel panico quando devo cucinare per persone che non conosco molto, figurarsi, poi, per delle persone tanto importanti. Scelgo comunque di non obiettare. Non so perché, ma sono sicura che gli attori rifiuteranno con qualche scusa o perché sono troppo impegnati per la première. “Perfetto, penso che noi tutti siamo d’accordo: accettiamo volentieri!” dice, con mia grande sorpresa, Francis Lawrence, il regista. Ok, questa proprio non me l’aspettavo. Rimango allibita al solo pensiero di dover cucinare per tutti loro, e per di più non potrò sbagliare perché si aspettano di mangiare come fossero ad un ristorante. Bene, non potrebbe andare meglio di così.

 

“Perché l’hai fatto?! Dovevi proprio?!”. Mi sto già facendo prendere dall’ansia, quella che mi fa andare male sempre tutto, o non mi fa mai dare il massimo. “Perché?! Mi chiedi pure perché?! Ma dai, sei sempre bravissima ai fornelli! Non ti preoccupare, andrà bene. Devi stare tranquilla, sono anche loro degli esseri umani”. Come posso stare tranquilla? In questo momento ce l’ho a morte con Tom. Se la cena non dovesse andare bene gli darò la colpa, perché non è stata una mia idea e per di più sa che non sono una chef professionista e che non mi posso permettere di sbagliare con alcuni dei miei attori preferiti. LO SA. Eppure ormai il danno è fatto. E, sebbene io gli voglia un bene dell’anima, in questi momenti mi fa irritare parecchio. Spero solo di non far trovare un mio capello in mezzo alla pasta di Jen o un insetto nell’insalata di Lenny Kravitz. Non mi è mai capitato, ma in queste occasioni ne ho sempre il terrore. “Piuttosto, ti sei accorta di come ti guardavano Josh e Sam? Sembrava che volessero mangiarti!” e ride. “Ma cosa ridi? Non mi guardavano in quel modo… Forse quando avevo addosso soltanto quella maglietta… Nah, impossibile. Di tutte le belle ragazze che vedranno ogni giorno, perché dovrei interessargli proprio io?!”. Tom mi guarda con l’espressione di quando vuole dire “Stai scherzando, vero?”. Poi dice “Non è soltanto per la maglietta… Quella ha contribuito sicuramente-dice ridendo- ma mentre ti parlavano sembravano affascinati proprio dalla tua personalità… Queste cose le capisco, io!”. Quando fa così non posso non ridere. “Ok ok, forse hai ragione, ma non m’interessa, ci conosciamo appena!” dico con leggerezza. “Sì, è vero, ma sembrava che fossero gelosi… non lo so”. Ecco, allora non è stata soltanto una mia sensazione. Nonostante la mia curiosità sempre crescente, decido di non comunicargli le mie sensazioni mentre parlavo con loro per evitare di illudermi, e continuiamo a parlare delle conversazioni con le altre star. Metto da parte perfino il mio disappunto con lui, perché mi sembra inutile continuare a girarci intorno: domani sera loro saranno qui e farò come ho sempre fatto, cucinerò con tutta la tranquillità di questo mondo e la serata andrà benone. E poi, cosa potrebbe andare storto?

 

 

 

 

 

Già, cosa potrebbe andare storto?

Stavolta ho voluto mettere alla fine un po' di suspance (più o meno), sperando di trovare un'idea quantomento passabile per il prossimo capitolo. Infatti in questi giorni non ho pubblicato nulla perché ho avuto qualche distrazione... *tossisce*Game Of Thrones*tossisce*

Volevo specificare, inoltre, che ho saputo da poco del matrimonio di Sam Claflin e che questa storia è stata pensata PRIMA del matrimonio, in un mondo (parallelo) dove Sam non sta con  nessuno...al momento. Basta, ho detto troppo! Nel prossimo capitolo metterò in evidenza questa specificazione, anche se non credo dia fastidio a nessuno... Considerando che in questo campo sono una principiante, c'è ben poco da dire. 

Mi auguro soltanto che chi legga questa fanfiction pensi cose positive anche se non recensisce... Se avete qualche disappunto, però, sarò felice di vedere in cosa sbaglio e di migliorare. 

Anyway, al prossimo capitolo!

Ps. Anche qui, vorrei ringraziare Benny Badflour e _SereSkate_  per aver recensito il primo capitolo della mia primissima fanfiction :)

  
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