Jennifer
Lawrence, Josh
Hutcherson, Sam Claflin, Jena Malone, Liam Hemsworth, Elizabeth Banks,
Woody
Harrelson, Lenny Kravitz, Donald Sutherland e tutti gli altri.
Addirittura
Francis Lawrence, il regista. Scorro i loro volti uno ad uno. Nella mia
incredulità, noto che Jennifer mi sta sorridendo, Josh e Sam
mi guardano con
uno sguardo…strano, sembrano quasi affascinati. La mia mente
scossa da quella
vista non riesce a capire da cosa. Anzi, non ne ha nemmeno il tempo: la
bocca
mi si spalanca automaticamente senza che io abbia mandato alcun impulso
volontario. Subito dopo: il buio.
Da
bambina mi capitava
spesso di svenire per qualsiasi cambiamento di temperatura. Ricordo
ancora che
una sera d’estate dentro la mia casa al mare c’era
un’afa terribile; non ce la
facevo più, così corsi fuori per prendere un
po’ d’aria fresca: non ebbi
neanche il tempo di rendermene conto che caddi immediatamente a terra
sbattendo
violentemente la testa contro lo spigolo di un muro. Mi portarono
all’ospedale
e mi diedero tre punti di sutura alla testa. Non piansi, tanto che mia
madre si
preoccupò che la botta mi avesse procurato danni al sistema
nervoso. In parte,
forse, è vero, ma non penso c’entri molto col
fatto che non versai neanche una
lacrima di dolore, come, invece, tutti i bambini normalmente fanno. Da
quel
momento non svenni più tanto spesso.
Fino
a questo momento.
Infatti, non appena apro gli occhi e mi ritrovo faccia a faccia con le
dolci
fossette di Sam Claflin, mi ruotano gli occhi e poi più
nulla.
Pian
piano comincio a
sentire delle voci soffuse, dopo un po’ queste cominciano a
crescere e ne sento
una prevalere, una che mi è familiare, ma non riesco a
capire cosa dice. Ah,
sì, adesso sì! “Virgin! Virgin! VIRGIN!
Svegliati! Riprenditi!”. Seguendo
quella voce, riesco a schiudere gli occhi: vedo una figura sfocata,
sicuramente
maschile, ma non riesco ancora a capire chi sia. Poi, flebilmente,
pronuncio
una stupidissima domanda che in questo momento, in balia della mia
debolezza,
mi sembra la più sensata:”… sono
morta?”. Sento delle risate a me
familiari in sottofondo, e ancora più forte la risata della
persona che ho di
fronte. La riconoscerei ovunque: quella di Tom. “No che non
sei morta, scema!
Sei soltanto svenuta. Adesso ti aiutiamo ad alzarti, tranquilla
… ”. AIUTIAMO
chi? Questo “tranquilla” seguito da una lunga pausa
di silenzio mi preoccupa,
ma decido di non fare ulteriori domande e di lasciarmi aiutare. Sento
improvvisamente delle mani che mi afferrano le spalle, mentre Tom mi
prende per
le mani e qualcun altro per i piedi. Con gli occhi ancora
socchiusi
riesco a vedere le altruiste figure che mi stanno lentamente mettendo a
sedere
su una sedia. Soltanto figure sfocate, ovviamente. Una volta seduta,
chiudo gli
occhi e li riapro più volte finché la visuale
inizialmente sfocata non diventa
nitida e riesco a distinguere i volti attorno a me intenti a fissarmi e
a
chiedermi insistentemente come mi sento: Tom, Dalila, i miei colleghi e
…
“Merda.”, ecco la mia prima parola
sensata dopo...quanto tempo sarà
passato? Mi sento in un film di fantascienza, attorniata da uno dei
miei cast
preferiti. Tom, Dalila e gli altri italiani come me scoppiano a ridere,
ma
ovviamente quelli del cast no, dato che probabilmente nessuno conosce
questa
parola.
“Sto…bene…credo…”,
dico finalmente dopo una lunga pausa. Chiudo gli
occhi e comincio a fare mente locale:mi chiamo Virginia Rossi,
oggi è l’ultimo
giorno di registrazione nonché compleanno del mio migliore
amico Tom, io e lui
abbiamo ballato, io sono svenuta perché…“Ma
che cazzo è successo?” sbotto
ad un tratto riaprendo gli occhi. Devo sembrare un gattino appena nato
da come
mi guardano Josh e Sam. “Il cast del film su cui abbiamo
lavorato per tutto
questo tempo per il doppiaggio, cioè ‘Catching
Fire’, è qui per congratularsi
con noi. Essendo uno dei migliori studi di doppiaggio e dalle nostre
esilaranti
interviste che hanno fatto il giro del mondo… beh, si
capisce. Siamo i
migliori, tzè!”, mi risponde Tom col suo solito
senso dell’umorismo che mi
distrae per un attimo da quella situazione assurda. Un attimo esatto,
però.
Davvero sto vivendo tutto questo? Mi do tre, forse quattro pizzicotti
nelle
braccia per capire se è la realtà oppure uno dei
miei tanti e strani sogni.
Come sospettavo: real. Ad un
certo punto, sorprendendo
perfino me stessa, mi alzo di scatto e con un sorriso smagliante dico
“A questo
punto, allora, credo proprio che dovrei presentarmi!”, poi,
rivolgendomi al
cast con lo stesso sorriso pieno di charme, comincio a parlare in
perfetto
inglese e a turno stringo la mano a tutti. “Non ci
posso credere, sto
stringendo la mano a Jennifer Lawrence! Oddio, sto parlando con Sam
Claflin!
Che regista fantastico Francis! Wow, che stile Lenny! “pensa
intanto la mia
anima fangirlosa. Cerco, comunque, di sopprimerla mantenendo la calma
ma
continuando ad essere me stessa. Mentre parlo con gli
“uomini” del cast, non
riesco a capire perché continuano a guardare in basso. Ci
rifletto un po’ e mi
rendo conto di avere QUELLA maglietta. Che stupida che sono, ovviamente
faccio
sentire in imbarazzo chi mi sta parlando o, nel caso di Josh e Sam, gli
do un
motivo per provare piacere… Insomma, finita la conversazione
con Josh corro a
prendere la felpa che ho lanciato sul divanetto, notando con la coda
dell’occhio che sia lui che Sam mi seguono con lo sguardo
mentre parlano con
gli altri. Sinceramente spero che non si siano fatti un’idea
sbagliata di me.
Parlando
con Jennifer,
che è incredibilmente bella ed è anche
più simpatica di quello che già mostra
alle telecamere, vengo a sapere che rimarranno per un paio di settimane
in
Italia e che, udite udite, il motivo principale di questa permanenza
è la
première che si terrà proprio qui a Roma. A
quanto pare, date le richieste
insistenti inoltrate per mesi e mesi dai milioni di fan italiani, alla
fine la
Lionsgate ha deciso di concederne una al caloroso e accogliente
pubblico
italiano. Sto per urlare di gioia quando mi viene in mente che ho
appena
conosciuto il cast e non ho più bisogno di una
première per tentare di
incontrarlo. Inoltre, Jen (“Chiamami pure Jen!” mi
ha detto, immaginate la mia
reazione!) dice che ci vedremo spesso in questi giorni dato che
vorrebbero
conoscerci meglio. Figurati io!, penso tra
me e me. “Adesso vorrei
offrirvi di assaggiare una fetta della deliziosa torta fatta da
Virgin!”,
esclama improvvisamente Tom. Un mormorio si diffonde per tutta la
stanza. Non
capisco a cosa sia dovuto. Io, Tom e Dalila ci guardiamo a vicenda con
aria
interrogativa, ma nessuno di noi sa dare una risposta allo stesso
quesito che
si sta facendo strada nelle nostre teste: perché quel
mormorio? Così decidiamo
di infischiarcene e di cominciare a distribuire le fette. Nel
frattempo, sento
il mio stomaco attorcigliarsi convulsamente: nervosismo.
Perché? Perché ho
paura che la torta non piaccia. “Sei proprio
stupida, Virgin” mi
ripeto nella mia testa. Cerco di convincermi che la torta mi viene
sempre bene
e che anche stavolta sarà andata così, ma non
riesco a fare a meno di buttare
lo sguardo qua e là tra gli attori per vedere le loro
reazioni al primo
boccone. “È BUONISSIMA!”, mi rassicura
ad un certo punto una voce da dietro. Mi
giro e mi trovo davanti Josh Hutcherson con una faccia che mi fa
scoppiare a
ridere di quant’è teneramente divertente.
“Che c’è, che ho detto?”, dice
lui
ridendo. “Niente niente, è solo che la tua
faccia…” scoppio di nuovo a ridere.
“La mia faccia? Cos’ha la mia faccia che non
va?!”, ribatte con un mezzo
sorriso. “Sembravi un bambino che è appena entrato
nella fabbrica di
cioccolato”, anch’io con un mezzo sorriso.
“Oh, per fortuna! Pensavo di essermi
sporcato tutta la faccia di cioccolato, dato che ce l’ho
buttata subito a
capofitto nella torta!”, dice divertito. Scoppio a ridere
nuovamente e mi piego
in due dalle risate. La sua espressione è esilarante ed
è davvero divertente
come appare nelle interviste. Mi balena in testa la strana idea che,
forse, è
anche un buon amico. Scaccio via quel pensiero: è ancora
troppo presto per fare
certe supposizioni, ma almeno è simpatico.
Di
colpo sento una mano
poggiarsi sulla mia spalla, mi volto e per un attimo rimango colpita
dalla
bellezza smisurata di Sam Claflin. È ancora più
affascinante di quanto pensassi:
il suo sorriso è così bello che per un momento ho
la sensazione di stare per
svenire (di nuovo). Scorro il suo viso perfetto fino ad arrivare agli
occhi:
due perle, così dolci ed espressivi. La sua voce, che
rispecchia anche il suo
fascino, mi riporta alla realtà, facendomi rendere conto di
essere sul punto di
toccargli il volto per testare se è vero oppure sto avendo
delle allucinazioni.
“Sei davvero bravissima… Questa torta è
deliziosa, e io adoro le torte al
cioccolato! Scommetto che sei anche brava a cucinare altro”.
Prima i
complimenti di Josh, adesso i suoi… sto riconsiderando
l’insana idea di essere
morta. “Sì, me la cavo”, è
tutto quello che riesco a dire. Non so proprio cosa
mi sia preso, non è da me bloccarmi a fissare
così intensamente una persona che
conosco da così poco. Fortunatamente interviene Tom dicendo
“Te la cavi?! Sei
la migliore! Così brava che preferisco mangiare le cose
preparate da te che
andare al ristorante!”. Non mi sbalordirei se avesse capito
che ho bisogno di
una mano per liberarmi da questo blocco mentale che mi ha provocato
Sam.
Effettivamente mi accorgo di trovarmi ad una distanza pericolosamente
ravvicinata col bell’attore britannico, così
indietreggio di poco, ma… SBAM!
Vado a sbattere contro Josh, che intanto era rimasto dietro di me. Mi
fa pena,
perché mi ero completamente dimenticata della sua presenza e
probabilmente, da
un momento all’altro, si aspettava che lo interpellassi.
Certo non in questo
modo. Perché non appena sbatto contro di lui… gli
cado letteralmente addosso ed
entro in panico pensando di averlo schiacciato. Poi mi ricordo che non
è un
bambino ma un uomo, quindi non si sarà fatto niente, dal
momento che non sono
un bisonte. Ma è comunque l’ennesima figura di
merda che ho fatto oggi nel giro
di… tre ore? Già. Mi stupisco, però,
di quello che succede subito dopo
l’impatto: Josh comincia a ridere e, mentre io vengo travolta
dalla sua
meravigliosa risata, mi prende in braccio, mi solleva, mi guarda
ridendo
insieme a me e mi rimette in piedi sul pavimento. Sono scioccata ma
continuo a
ridere insieme a lui e agli altri. Soltanto Sam sembra non ridere
proprio
tanto. Con la coda dell’occhio noto nella sua espressione un
filo di… gelosia.
Gelosia? Che strano. Mi sembra di conoscerlo da una vita
perché per me è come un
libro aperto e riesco a capire le sue sensazioni da un singolo sguardo.
Le risa
scemano e così anche quelle mie e di Josh, che continuiamo a
guardarci
divertiti. “Scusa… sono un po’
imbranata”, dico. “Sei
divertente!”, dice
ridendo. “Grazie, anche tu, tanto!” e ci rimettiamo
a ridere. È assurdo come si
sia già creata una certa sintonia tra noi.
“Dicevamo?”, torno a dire sorridendo
a Sam. Lui, di rimando, mi fa quasi venire un infarto col suo
bellissimo
sorriso e la sua risata. “Cosa?! Lo so, sono
imbranata!” e ricomincio a ridere,
questa volta insieme a lui, mentre Josh e Jen si uniscono alla
conversazione e
Tom e Dalila continuano ad insistere sul fatto che la mia cucina sia
ottima.
“Ok, mi arrendo! Avete vinto.”, dico alzando le
mani in segno di resa, poi,
rivolgendosi al cast, Tom dice ad alta voce “PER CORTESIA, UN
ATTIMO
D’ATTENZIONE! Vorrei invitare per domani sera
l’intero cast a casa mia,
anzi, a casa nostra- indicando me e Dalila- per gustare dei deliziosi
piatti
preparati dalla nostra Virginia!”. Lo fulmino con lo sguardo:
lo sa che entro
nel panico quando devo cucinare per persone che non conosco molto,
figurarsi,
poi, per delle persone tanto importanti. Scelgo comunque di non
obiettare. Non
so perché, ma sono sicura che gli attori rifiuteranno con
qualche scusa o
perché sono troppo impegnati per la première.
“Perfetto, penso che noi tutti
siamo d’accordo: accettiamo volentieri!” dice, con
mia grande sorpresa, Francis
Lawrence, il regista. Ok, questa proprio non me l’aspettavo.
Rimango allibita al
solo pensiero di dover cucinare per tutti loro, e per di più
non potrò
sbagliare perché si aspettano di mangiare come fossero ad un
ristorante. Bene,
non potrebbe andare meglio di così.
“Perché
l’hai fatto?!
Dovevi proprio?!”. Mi sto già facendo prendere
dall’ansia, quella che mi fa
andare male sempre tutto, o non mi fa mai dare il massimo.
“Perché?! Mi chiedi
pure perché?! Ma dai, sei sempre bravissima ai fornelli! Non
ti preoccupare,
andrà bene. Devi stare tranquilla, sono anche loro degli
esseri umani”. Come
posso stare tranquilla? In questo momento ce l’ho a morte con
Tom. Se la cena
non dovesse andare bene gli darò la colpa, perché
non è stata una mia idea e
per di più sa che non sono una chef professionista e che non
mi posso
permettere di sbagliare con alcuni dei miei attori preferiti. LO SA.
Eppure
ormai il danno è fatto. E, sebbene io gli voglia un bene
dell’anima, in questi
momenti mi fa irritare parecchio. Spero solo di non far trovare un mio
capello
in mezzo alla pasta di Jen o un insetto nell’insalata di
Lenny Kravitz. Non mi
è mai capitato, ma in queste occasioni ne ho sempre il
terrore. “Piuttosto, ti
sei accorta di come ti guardavano Josh e Sam? Sembrava che volessero
mangiarti!” e ride. “Ma cosa ridi? Non mi
guardavano in quel modo… Forse quando
avevo addosso soltanto quella maglietta… Nah, impossibile.
Di tutte le belle
ragazze che vedranno ogni giorno, perché dovrei
interessargli proprio io?!”.
Tom mi guarda con l’espressione di quando vuole dire
“Stai scherzando, vero?”.
Poi dice “Non è soltanto per la
maglietta… Quella ha contribuito
sicuramente-dice ridendo- ma mentre ti parlavano sembravano affascinati
proprio
dalla tua personalità… Queste cose le capisco,
io!”. Quando fa così non posso
non ridere. “Ok ok, forse hai ragione, ma non
m’interessa, ci conosciamo
appena!” dico con leggerezza. “Sì,
è vero, ma sembrava che fossero gelosi… non
lo so”. Ecco, allora non è stata soltanto una mia
sensazione. Nonostante la mia
curiosità sempre crescente, decido di non comunicargli le
mie sensazioni mentre
parlavo con loro per evitare di illudermi, e continuiamo a parlare
delle
conversazioni con le altre star. Metto da parte perfino il mio
disappunto con
lui, perché mi sembra inutile continuare a girarci intorno:
domani sera loro
saranno qui e farò come ho sempre fatto, cucinerò
con tutta la tranquillità di
questo mondo e la serata andrà benone. E poi, cosa potrebbe
andare storto?
Già,
cosa potrebbe andare storto?
Stavolta ho
voluto mettere alla fine un po'
di suspance (più o meno), sperando di trovare un'idea
quantomento passabile per
il prossimo capitolo. Infatti in questi giorni non ho pubblicato nulla
perché
ho avuto qualche distrazione... *tossisce*Game Of Thrones*tossisce*
Volevo
specificare, inoltre, che ho saputo
da poco del matrimonio di Sam Claflin e che questa storia è
stata pensata PRIMA
del matrimonio, in un mondo (parallelo) dove Sam non sta con
nessuno...al
momento. Basta, ho detto troppo! Nel prossimo capitolo
metterò in evidenza
questa specificazione, anche se non credo dia fastidio a nessuno...
Considerando che in questo campo sono una principiante, c'è
ben poco da
dire.
Mi auguro
soltanto che chi legga questa
fanfiction pensi cose positive anche se non recensisce... Se avete
qualche
disappunto, però, sarò felice di vedere in cosa
sbaglio e di migliorare.
Anyway, al
prossimo capitolo!
Ps.
Anche qui, vorrei ringraziare Benny Badflour e _SereSkate_ per
aver recensito il primo capitolo
della mia primissima fanfiction :)