Il carillon e la collana
L |
a bambina portò Alice
nuovamente nel lato della città in cui il silenzio prendeva il sopravvento. Le
fece percorrere piccole stradine che la fecero giungere dinnanzi ad una piccola
casetta isolata dal resto dei palazzi. Non conoscendo il luogo esatto in cui si
trovava l’edificio, sarebbe stato assolutamente impossibile raggiungerlo.
“È qui dentro” disse la
bambina.
“Non entri con me?” domandò
Alice, vedendo l’altra intimorita.
“Non posso, non mi è permesso”
disse scappando l’istante successivo. La ragazza non fece in tempo nemmeno a
dirle grazie, che già si era volatilizzata. Osservò poi quella piccola casetta,
e bussò, ma la porta si spalancò immediatamente, come se questa non fosse stata
chiusa bene.
“Permesso?”
Nessuno rispose. La ragazza
iniziò dunque ad esaminare la dimora, più grande di quanto sembrasse all’esterno.
Sembrava proprio che lì vi vivesse una sola persona, data la misera quantità di
oggetti. Prese a scrutarne alcuni, finché non aprì per caso un carillon, la cui
melodia catturò il suo interesse. Dopo una trentina di secondi circa prese a
canticchiarla con voce molto bassa, come se già avesse sentito quelle note. Più
continuava il suono, più la ragazza riusciva ad assecondarlo meglio con la
voce. Non era però semplicemente perché stava apprendendo quel ritmo, ma perché
lo conosceva già. Poi un improvviso flash le si formò in testa, vide un’immagine
apparirle davanti. Quella strana visione durò solo un secondo, accompagnato da
un urlo di donna. Poi chiuse il carillon, non riuscendo più a sopportare quella
strana sensazione. Che stava succedendo? Perché conosceva quella melodia? Alice
non riusciva a capirlo, e questo la spaventava. Ma i suoi dubbi si fecero da
parte, una volta individuata quella porta con quel simbolo disegnato. Alice si
tolse la collana che aveva fin dalla nascita, e la mise a confronto con la
raffigurazione: erano identici. Ma allora il simbolo della sua collana celava
qualche segreto? La ragazza pensò che l’unico modo per scoprirlo era spalancare
quella porta, e non volle esitare un solo istante di più. Una volta aperta,
però, si ritrovò davanti qualcosa che le fece gelare il sangue. La stanza era
piena di suoi ritratti, di ogni età. Sembrava che chiunque vivesse là dentro
fosse ossessionato da lei. Eppure era certa che soltanto sua nonna fosse a
conoscenza della sua esistenza.
“Chi sei?” fece una voce alle
sue spalle. Alice si sentì contrarre tutti i muscoli dal terrore, avendo paura
dell’uomo in possesso di così tanti suoi ritratti. La ragazza si voltò molto
lentamente col cuore in gola, ma non appena lo vide il suo stupore raggiunse il
culmine.
“Nonno?!”
Non scrivevo Alice e il blu
da un sacco! Credo che questo capitolo mi sia riuscito abbastanza bene, mi
piace come stanno andando le cose. All’inizio mi dava fastidio che non
riuscissi a scrivere molto, ma adesso lo apprezzo. Un po’ alla volta mi sto
rendendo conto di scrivere qualcosa di carino, certamente non un capolavoro, ma
carino senz’altro! Ringrazio AngyAngioletto per tutte
le sue recensioni, anche perché è l’unica che recensisce, nonostante la storia
sia seguita da diverse persone! Scusate comunque se vi ho fatto aspettare
tanto, spero di riprendere il ritmo giusto e di stupirvi al massimo!