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Autore: Ema Penniman    01/08/2013    3 recensioni
Tutto ciò che la Clare potrebbe o meno aver omesso scrivendo The Mortal Instrument
Dalla storia:
Si scostò leggermente da Jace e Izzy quando qualcuno gli mise un braccio intorno alle spalle “Hey, Nephilim, cosa ci fa un ragazzino come te con una compagnia come quella?” chiese Magnus indicando con la testa Clary che cercava Simon sotto i tavoli.
“Io… no. In verità non sono con loro. Cioè, si sono con loro ma non perché lo voglio ma perché Jace e Isabelle hanno…” iniziò a balbettare una serie di frasi sconnesse finchè Magnus non rise forte facendolo ammutolire.
“Sei davvero adorabile, piccolo Nephilim, lo sai?” domandò divertito.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: City of Forbidden Loves
Autrice: Ema Penniman
RatingArancione
Capitoli: 4/?
Avvertimenti: Spoiler di The Mortal Instrument
Genere: Introspettivo

Pairing: Malec. 
Disclaimer: Non possiedo nè i personaggi nè le ambientazione perchè entrambi appartengono a Cassandra Clare









"Chi o cosa diamine è?" si lamentò Alec quando il telefono dello stregone intonò Toxic svegliandolo bruscamente dal suo sonno tra le braccia di Magnus.

"Shh, è il gatto. Lascialo stare" disse l'altro ancora visibilmente nel mondo dei sogni. Alec si girò nel suo abbraccio e sorrise guardandolo. Chi avrebbe dovuto dirglielo che quella notte si sarebbe trovato abbracciato ad un ragazzo così.

“Magnus devi svegliarti” disse dolcemente cercando di scacciare tutti i pensieri contrastanti che in quel momento gli stavano ingombrando la mente.

“Sti cazzi- rispose lo stregone molto gentilmente staccandosi da Alec e girandosi dalla parte opposta -dormi!”

Il Nephilim storse il naso e si decise finalmente ad alzarsi dal letto per andare a spegnere quell'aggeggio infernale che si dà il caso fosse il telefono di Magnus.

Una volta preso l'oggetto in questione però rispose “Jace? Si può sapere che fine hai fatto? È notte fonda, saresti dovuto essere qui ore fa”

“Alec, per l'angelo, dovete venire qui immediatamente. Il monda-Simon è stato morso da-” ma Alec non sentì il resto della frase perché Magnus gli aveva tolto il telefono dalla mano ed aveva iniziato a parlare concitatamente con Jace.

“Cosa è successo?” chiese Alec una volta che lo stregone ebbe chiuso la chiamata. Magnus si abbandonò sul letto passandosi una mano tra i capelli “Perché sono così cretini?” chiese retoricamente sospirando. Il Nephilim si sedette accanto a lui osservandolo “E' successo qualcosa di brutto?” domandò nuovamente. Lo stregone annuì “Quell'idiota di un mondano è andato all'Hotel Dumort. Come se non fosse già abbastanza pericoloso essere amico di una Shadowhunter. Ma non ce l'ha un cervello? Gli umani sono così stupidi che-”

“Hey, io sono un umano” si imbronciò Alec.

“Infatti- disse Magnus con un sorrisetto -non ti sto certo escludendo” e si prese un pugno dal cacciatore.

“Dobbiamo sbrigarci. Devo trovare del sangue” Alec sbiancò “A cosa diavolo ti serve del sangue?” lo stregone si voltò a guardarlo con una strana espressione negli occhi “Clarissa è troppo attaccata a lui. Devono seppellirlo e così rinascerà come vampiro” il cacciatore rabbrividì “Mai. Mai vorrei diventare un vampiro. Anche se poi diventerei immortale, non vorrei farlo” Magnus lo scrutò attentamente facendo sentire in soggezione il Nephilim per poi scuotere la testa e distogliere lo sguardo.

“Dobbiamo andare!” disse alzandosi dal letto. Schioccò le dita ed una busta di plastica contenente un liquido denso gli apparve in mano “Sangue animale” spiegò prima che Alec potesse fargli domande. Detto ciò aprì un portale

“Dov’è Jace?” chiese il cacciatore. Magnus alzò gli occhi al cielo “In un cimitero. Stiamo andando da loro” e prima che Alec potesse dire altro lo stregone gli si avvicinò e premette le labbra contro le sue

“Andiamo” disse sorridendogli mestamente.

Si infilarono entrambi nel portale che si richiuse immediatamente dietro di loro e si ritrovarono in un cimitero ebraico del Queens. Alec istintivamente si strinse allo stregone cercando la sua mano, ma immediatamente si ritrasse non appena vide il fratellastro e corse da lui.

Jace” lo chiamò con un tono così familiare e affettuoso che le budella nello stomaco di Magnus si contorsero. Ovviamente non lo diede a vedere e seguì il ragazzo nel buio del cimitero.

Incredibilmente Alec, dopo aver dato il sangue a Jace si avvicinò nuovamente a lui “Odio questo posto” sussurrò infilandosi le mani in tasca. Lo stregone aggrottò le sopracciglia “Odi la compagnia o è proprio il Queens che non ti va a genio?” il Nephilim scosse la testa “I cimiteri. Li odio. Mi danno la nausea” Magnus gli sorrise “Non prendermi in giro- disse Alec guardandolo –non è divertente”

“Non ti sto prendendo in giro. Penso che tu sia molto dolce” dichiarò sfiorandogli leggermente il braccio. Alec arrossì terribilmente ed abbassò lo sguardo verso il terreno.

Si avvicinarono al gruppo di Shadowhunters dove si notava la figura bianca di Raphael. Il vampiro si soffermò per qualche istante sul volto di Magnus e ad Alec partì un sorprendente ed inaspettato moto di stizza. Il vampiro salutò lo stregone con reverenza. Chissà come mai tutti quanti conoscevano Magnus. Okay, era il Sommo Stregone di Brooklyn, ma c’era un limite a tutto. Perché sembrava che chiunque fosse interessato a lui in quel senso. Non si facevano scrupoli? Magari poteva anche essere impegnato. Ma infondo lo era? Non né avevano mai parlato. Forse in quello stesso periodo si stava vedendo anche con qualcun altro. Non sarebbe stato così difficile. Era bello e aveva carisma. Chiunque si sarebbe innamorato di lui. Alec scosse la testa. Cosa diamine andava a pensare?!

Però non si fece assolutamente sfuggire l’occasione di fare una battuta con il vampiro. Purtroppo immediatamente se ne pentì. E proprio quando Magnus stava per poggiargli una mano sulla spalla si portò a debita distanza dallo stregone.

Non era un gesto fraintendibile. Poteva anche essere interpretato come una pacca amichevole per aver detto qualcosa di intelligente una volta tanto, ma Alec aveva paura. Di tutto. Così mordendosi il labbro si allontanò a grande velocità senza nemmeno guardare Magnus in volto.

Si tenne per tutto il tempo accuratamente lontano dallo stregone cercando di non posare mai lo sguardo su di lui ma fallendo ogni volta. Magnus continuava a guardare Simon di fronte a sé senza nemmeno degnarlo di un’occhiata. Non si accorse di nient’altro finchè Jace non gli si avvicinò “Dì a Magnus che tornerò da lui tra poco”

Alec non rispose troppo impegnato a vagabondare nei suoi pensieri e Jace fu costretto a scuoterlo “Eh? Cosa? Che ho fatto?”

“Ho detto che torno da Magnus tra un po’- lo guardò più attentamente –sei sicuro di stare bene? Mi sembri assente”

Alec annuì velocemente “Sì. Vado a dirglielo” disse allontanandosi velocemente dagli altri e raggiungendo lo stregone “Jace dice che tra un po’ sarà a casa” Magnus si strinse nelle spalle. Aprì un portale e vi si infilò dentro senza nemmeno degnare l’altro di uno sguardo. Il cacciatore riuscì ad entrarci per un pelo prima che si richiudesse alle sue spalle e si ritrovò nel soggiorno dello stregone.
“Magnus cosa-” ma non ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che l’altro si era già chiuso in camera da letto. Alec aggrottò le sopracciglia e lo seguì. Aprì lentamente la porta e vide lo stregone disteso sul letto a pancia in giù. Si avvicinò a lui sedendosi sul materasso.

Alec non era mai stato bravo con le parole, lo sapeva. Ma sapeva anche che era bravo con i fatti. Intrecciò le dita con i capelli di Magnus accarezzandolo dietro le orecchie. Continuò per qualche secondo finchè un suono non lo fece bloccare.

Si avvicinò con un orecchio allo stregone.

Il rumore proveniva da lui.

Stava. Facendo. Le. Fusa.

Era un gatto vero e proprio.

Sorrise.

Continuò a fargli i grattini finchè questi finalmente non si decise a voltarsi verso di lui.

“Beh?” chiese Magnus una volta che Alec rimosse la mano. Il cacciatore inarcò un sopracciglio con aria interrogativa e l’altro fece un sorriso furbo “Non continui?” domandò ammiccando.

Alec scoppiò a ridere e si chinò per dargli un bacio. Lo stregone non si fece scappare l’occasione e lo attirò a sé facendolo stendere sopra di lui.

“Magari- disse Magnus tra un bacio e l’altro –potremmo dire a qualcuno di questa storia” il cacciatore si mise in ginocchio con un sorriso ancora sul viso e le labbra gonfie “Di che stai parlando?”

Lo stregone lo guardò per qualche secondo. Era così sereno “Niente” disse appoggiandosi sui gomiti per raggiungere le sue labbra.

Purtroppo il citofono iniziò a suonare e non smise finchè Magnus non si alzò e non aprì la porta a Jace che era tornato.

Immediatamente i due ragazzi iniziarono a parlare animatamente a proposito di cosa era successo alla Corte Seelie. Magnus rimase ad osservarli seduto su un pouf. Alec aveva tutta un’altra dinamica con Jace. Totalmente diversa da quella che aveva con lui. Si muoveva secondo altre note. Le loro lunghezze d’onda erano sincronizzate diversamente dalla sua e quella del cacciatore.

Dopo qualche minuto Jace si rintanò nella sua stanza e Alec si voltò finalmente verso Magnus sorridendogli. Lo stregone non poté fare a meno che ricambiare e finalmente si alzò “Dovresti andare” disse sfiorando il naso del Nephilim con l’indice.

Il cacciatore arricciò il naso “Io…- disse abbassando lo sguardo –pensavo, se ti va bene, non so, di rimanere qui per la notte, visto che ormai è piuttosto tardi e-” ma Magnus non gli diede il tempo di terminare la frase che lo baciò.

Una volta che lo stregone si addormentò, cullato dalle carezze del cacciatore, Alec rimase a pensare.

Aveva compreso perfettamente le parole di Magnus. Il problema era se lui era davvero disposto a dirlo a qualcuno. Sicuramente non era ancora pronto. Ma stava davvero bene con Magnus. Era più di quello che aveva mai osato sperare. Era molto, troppo.

Si appisolò alle prime luci dell’alba con un sorriso sulle labbra finalmente convito che anche lo stregone faceva sul serio con lui. Non avrebbe mai potuto sperare in niente di meglio.



“Magnus, perché non hai mai nulla da mangiare?” urlò Jace la mattina dopo dalla cucina.

Lo stregone lo ignorò deliberatamente girandosi dall’altra parte del letto finendo praticamente sopra il povero Alec che si ritrovò con un peso non indifferente spalmato addosso.

“Magnus. Magnus, togliti. Mi stai schiacciando!” si lamentò il cacciatore cercando di sottrarsi alla presa mortale dello stregone. Purtroppo era troppo assonnato e si riaddormentò sotto l’altro che si stava praticamente acciambellando (in modalità gatto) sul povero Nephilim.

Rimasero così finchè la porta non fu quasi buttata giù a forza di pugni “Magnus, per l’angelo, io ho fame e non posso uscire senza di te. Svegliati diamine”

Per un puro colpo di fortuna Alec riuscì a svegliarsi del tutto. Magnus stava ancora dormendo beatamente sopra di lui.

Rimase a guardarlo per qualche secondo. Era bellissimo. Con i capelli sconvolti ed i lineamenti rilassati.

L’aveva visto dormire soltanto un’altra volta, ma in quell’occasione era stremato e totalmente privo di forze. Ora la vita sembrava scorrere in lui con una forza che lo rendeva sovrannaturale. Poteva sentirla formicolare in ogni punto in cui la loro pelle veniva a contatto. Era luminoso.

Un altro pugno da parte di Jace sulla porta lo riportò alla realtà “Magnus” sussurrò cercando di non farsi sentire dal fratello “Magnus, ti prego devi svegliarti. Se Jace ci trova qui per me sarà l’inferno” disse scuotendo leggermente lo stregone che invece continuò imperterrito a dormire beatamente. Alec levò gli occhi al cielo “Magnus, per l’angelo, svegliati” lo esortò facendosi forza sui bicipiti per alzarsi a sedere. Inavvertitamente però cercando di alzarsi, venne a contatto con qualcosa che non avrebbe mai desiderato sentire.

Istantaneamente si immobilizzò arrossendo drasticamente. Non aveva mai dormito con qualcuno prima e non era certo in grado di affrontare tutto ciò in così poco tempo. Si ridistese molto lentamente. Magnus fortunatamente si spostò di sua spontanea volontà dal corpo del Nephilim e si incollò al braccio del ragazzo un po’ come una cozza e Alec lo guardò stupito. Ma era mai possibile che una persona potesse dormire con tutto quello che stava succedendo?!

“Magnus Bane, devi svegliarti. Immediatamente” disse a voce leggermente più alta.

“Fatti un giro, ho sonno” si lamentò Magnus continuando a dormire tranquillamente. Nemmeno con le bombe si sarebbe svegliato.

Il cacciatore si sedette sfilando con una certa forza il braccio dalla morsa dello stregone. Doveva ripiegare sulla soluzione più drastica.

Scese dal letto ed afferrò un piede dell’altro e lo tirò giù dal letto facendolo ruzzolare per terra. Magnus non appena sentì che la terra iniziava a mancare sotto i suoi piedi si svegliò ma prima di lui comparvero migliaia di scintille gialle che gli impedirono di capitombolare sul pavimento, ma lo fecero adagiare lentamente per terra.

Magnus, ora seduto a gambe incrociate, in mutande (ma quando si era tolto i vestiti?!), osservava Alec con espressione ostile.

“Beh?- domandò il Nephilim -non riuscivo a svegliarti!”

“Non era un buon motivo per buttarmi giù dal letto” contestò l’altro con voce impastata dal sonno “Cosa vuoi?”

“Jace si è svegliato e sta buttando giù tutta la casa. Ha fame” Magnus roteò gli occhi e poi schioccò le dita.

“Grazie” urlò il cacciatore nell’altra stanza. Magnus sorrise e si arrampicò nuovamente sul letto abbracciando il cuscino. Alec aggrottò le sopracciglia “Cos’erano quelle scintille? Perché erano gialle? E perché-”

“Woah. Frenati un po’. Non puoi farmi domande a quest’ora. Prima caffè” disse schioccando le dita e facendosi apparire un bicchiere dello Starbucks in mano. Lo stesso che Alec si ritrovò a stringere
fra le mani.

Lo stregone prese un grande sorso e sorrise “Fantastico! Ora si che si ragiona. Prima di tutto, quello è un incantesimo che funziona solo quando dormo. Per questo lo vedi diverso dall’altro. Fa in modo che io non cada. Ecco, come avrai potuto costatare, io non sono esattamente tranquillo mentre dormo, quindi mi capita spesso di cadere dal letto. Prima di imparare quell’incantesimo mi sono fatto parecchio male” disse sorseggiando il caffè con un sorriso genuino.

“Allora anche tu sei umano!” dichiarò Alec battendo le mani divertito. Magnus inarcò un sopracciglio “In che senso?” domandò lo stregone curioso.

“Sei sempre troppo perfetto. Finalmente ho trovato la crepa nello specchio” disse sorridendo e mandando giù un sorso di caffè “Bene- annunciò successivamente –devo tornare a casa. Dovresti aprirmi un portale, perché Jace non può assolutamente vedermi qui. E poi devo parlare con Isabelle di quello che è successo ieri sera. Poveretta, si sentirà così in colpa anche se non ha fatto nulla e poi devo-” ma Magnus aveva smesso completamente di ascoltarlo già da un pezzo. Si era fermato al ‘troppo perfetto’.

Nessuno gli aveva mai detto una cosa del genere. Mai. Né tantomeno l’avrebbe mai fatto con una spontaneità come quella che aveva utilizzato Alec.

Lui non si considerava perfetto.

“Mi stai ascoltando?” domandò il cacciatore sventolandogli una mano davanti agli occhi. Magnus scosse la testa “Si, scusa. Ero sovrappensiero. Dicevi di andare a casa… non avrebbe senso. Perché non rimani qui ormai? È quasi mezzogiorno. Potresti mangiare con me” buttò lì noncurante.

Alec impiegò qualche secondo per apprendere appieno il significato delle parole dello stregone. Ed immediatamente le sue sopracciglia si aggrottarono “Non-non posso. Lo sai. Jace è lì fuori e io-”
“Lascia perdere- lo interruppe Magnus con una scrollata di spalle –capisco. Ti apro un portale” disse schioccando le dita.

Alec sparì velocemente nella fessura temporale creatasi che si chiuse alle spalle del Nephilim. Lo stregone sospirò rassegnato ed uscì dalla stanza.

“Brutta cera.  Ti è sparito di nuovo il gatto?” chiese Jace mentre ingoiava l’ultimo boccone della sua colazione. Magnus lo ignorò e si lasciò cadere a peso morto sul pouf più vicino.

Il biondino lo osservò per qualche secondo per poi prendere la sedia e spostarsi esattamente davanti a lui “Questo non è colpa mia. Me ne accorgo. Di solito la gente preferisce tirarmi le scarpe, quindi sputa il rospo” ma lo stregone continuava a guardare interessato il pavimento. Jace sbuffò “Dai, siamo coinquilini credo che abbiamo sviluppato un certo livello di confidenza”

Magnus sospirò e si prese la testa tra le mani “Cosa faresti se… mmh… tu e Clary stesse insieme ma lei non volesse dirlo a nessuno?”

“Vuoi seriamente prendere me come esempio? Mia madre mi odia e mio padre odia Clary” disse sarcasticamente. Magnus roteò gli occhi e schioccò le dita “Mi piacerebbe tirarti una scarpa in questo momento” e una pantofola gli si materializzò nella mano.


Alec fece un’altra volta per uscire dalla sua stanza, ma ritornò a sedersi sul letto.

Voleva, anzi doveva tornare da Magnus. Si sentiva in colpa ad averlo lasciato così.

Se l’era letteralmente squagliata.

Non era stato esattamente un gesto carino da parte sua. E se ne era pentito nel momento stesso in cui era entrato nel portale.

Però Magnus lo sapeva, ne avevano già parlato. Non era pronto a dirlo a Jace. In realtà non era pronto a dirlo a nessuno. Tantomeno a Jace.

Strinse i pugni e fece per alzarsi. Purtroppo per lui quella scellerata di sua sorella entrò come una furia nella sua stanza sbattendogli quasi la porta sul naso.

“Per l’angelo, Alec. Dove sei stato tutta la notte? Sei un irresponsabile. Non avevo la più pallida idea di dove fossi. Mi sono dovuta inventare una storia assurda con la mamma. Ti detesto, sei il fratello peggiore del mondo. Non puoi… aaah” disse colpendo il fratello con un pugno.

“Ouch! Non puoi farlo” disse Alec massaggiandosi la spalla dolorante.

“Sei un idiota Alexander Gideon Lightwood. Sei davvero un idiota!”

“Sembri mamma quando fai così. Fai davvero paura” commentò il moro guardandola incredulo. Isabelle lo fulminò con un’occhiata e si sedette sul letto. Non prima di aver richiuso la porta.

“Dimmi. Esattamente. Dove. Sei. Stato” disse scandendo lentamente le parole.

Era una minaccia e Alec lo sapeva bene.

“Io… sono stato con Jace” tecnicamente era vero.

La sorella assottigliò lo sguardo. Era ovvio che non gli credeva “Non sai mentire. Dimmi dove sei stato”

Improvvisamente l’aria nei polmoni del ragazzo terminò. Stava sudando freddo. Isabelle si alzò dal letto e gli si fece improvvisamente più vicina.

“Alec, te lo chiedo per l’ultima volta. Dove sei stato questa notte?”

Il fratello iniziò a balbettare una serie infinita di parole senza senso finchè non incontrò lo sguardo di sua sorella. E non stava guardando lui.

O meglio stava guardando lui ma non lui, lui. Stava osservando attentamente il suo viso e i suoi capelli. Gli occhi della ragazza saettavano irrequieti da una parte all’altra della faccia di Alec. Il che era parecchio inquietante.

“Iz? Che stai facendo?” istintivamente il Nephilim fece un paio di passi indietro ed il viso di Isabelle si illuminò.

Bene, o stava diventando pazza o lo era già.

Inaspettatamente lo prese per le spalle e lo fece muovere in avanti e poi nuovamente indietro. Ripeté il gesto un altro paio di volte per poi sorridere.

“Non posso crederci. Sei stato da Magnus” Alec in quell’esatto istante sbiancò dalla testa ai piedi. Anche i capelli neri si adattarono scolorendo di un tono.

Con la bocca aperta e gli occhi spalancati guardava la sorella come se fosse un mostro a tre teste che stesse cercando di vendergli roba.

“Sai che se tieni la bocca spalancata potrebbero entrarci le mosche?” domandò ironica Izzy. Il fratello sbatté le palpebre un paio di volte.

“Non è vero”

“Sai che dopo questa reazione non ci crederei mai, vero?”

Alec, con gesti meccanici, si sedette sul letto stringendosi le mani “Ero stanco. E Jace mi ha detto di rimanere a dormire lì”

“Non è vero”

“Io non volevo rimanere”

“Neanche questo è vero”

Alec prese un respiro profondo e rimase in silenzio “Te lo dico io come è andata- disse Isabelle sedendosi accanto al fratello –tu e Magnus Bane avete una relazione. E non provare a negare. È un po’ che lo sospettavo. Vuoi sapere perché ne sono sicura?” Alec annuì e la sorella gli passò un dito sulla guancia per poi mostrarglielo. Era pieno di brillantini.

Istintivamente il cacciatore sorrise. Ma l’espressione sparì immediatamente dal suo volto. Sostituita da una di terrore “Ti prego, non dirlo a nessuno” la supplicò il ragazzo. Isabelle scosse la testa “Non
lo farei mai”

Entrambi rimasero in silenzio per qualche secondo finchè la ragazza non parlò nuovamente “Perché non mi hai detto che hai una relazione con Magnus?”

“Io non ho una relazione con Magnus!” disse il Nephilim per poi ricredersi ad uno sguardo della sorella “Beh, non stiamo insieme. È complicato Iz, è davvero-”

“Ti piace?” domandò la sorella interrompendolo.

“Non lo so” disse Alec incerto “però è diverso da Jace. Mi fa… sentire bene”

“Qualsiasi cosa vorrai fare, l’importante è che tu ne sia sicuro” disse Isabelle abbracciandolo. Lo Shadowhunter sorrise e ricambiò la stretta felice che almeno sua sorella fosse a conoscenza del suo
segreto. 








Spazietto di Ema :D
Salve a tutti :DD Non sono in particolare ritardo, grazie al cielo xD vado particolarmente fiera di questo capitolo, non so perchè, ma mi piace :D
Grazie mille a tutti coloro che leggono questa cosa, veramente, sono felice :D (Si, oggi sono particolarmente di buon umore, il che è tipo un evento epico)
Non ho nulla da dirvi, a parte che sto leggendo Clockwork princess e non so perchè ma ho paura per il mio piccolo Jem D: e che odio Tessa (perchè lei non se lo merita, lui è migliore di lei u.u) scusate, piccolo sfogo da disadattata xD
Al prossimo capitolo, che spero arriverà presto :D

   
 
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