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Autore: AbbieWriter    01/08/2013    7 recensioni
'White Horse Tavern' diceva la grande insegna blu a caratteri bianchi. Il locale era piuttosto affollato, perciò mi imbucai tra la gente del posto e i turisti armati di Canon, e cercai un posto dove sedermi. Optai per il bancone, e mi accomodai su uno sgabello alto, poggiando i gomiti sul tavolo e la testa sulle mani. Osservando pigramente il posto, notai un ragazzo seduto da solo a un tavolo, con l'espressione concentrata su un album da disegno, che muoveva freneticamente la matita sul foglio di carta. Rimasi incuriosita da lui, fino a quando non alzò lo sguardo verso di me, e i nostri occhi si incrociarono. Fu lì che il tempo si fermò.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Zayn passeggiava tranquillamente parlando del più e del meno, pareva sapesse esattamente dove andare,quando girare e che strada prendere. Io lo ascoltavo e a volte ridevamo come degli idioti. C’erano anche silenzi imbarazzanti, ma venivano subito riempiti con altre chiacchiere. Zayn sembrava davvero interessato a quello che dicevo, e anche quello che diceva lui era interessante; scoprii che era un anno più grande di me, ma tre anni prima aveva lasciato il college per entrare in una band con dei suoi amici. In quel periodo guadagnava soldi facendo concerti nei locali e come hobby disegnava in giro per la città.
-Vorrei avere una vita come la tua- dissi io lamentandomi.
-Fidati, la mia vita non è niente di speciale- mi rassicurò sorridendo come al solito. Aveva dei denti perfetti e un sorriso bellissimo.
–La tua vita non ti va bene?- Mi irrigidii a quella domanda, e probabilmente lui lo notò.
-Tasto dolente- affermò. Biascicai un ‘già’, ma visto che ormai lui mi aveva detto molto della sua vita, decisi di parlargli della mia.
-Sono cresciuta in una famiglia molto ricca. Non mi sono mai vantata di questo e sono sempre stata modesta. Ho sempre cercato di non essere un peso per nessuno, e con i miei genitori ci riesco piuttosto bene. Con i lavori che hanno, non trovano mai il tempo per la famiglia, e a loro questo sembra andare bene-
-E a te? Va bene questo?- chiese lui incitandomi a continuare.
-No. No, non va bene. Ma che importa? Loro non hanno mai chiesto il mio parere, sono sempre stata solo una terza presenza nella loro famiglia, qualcuno a cui lasciare l’eredità, niente di più- conclusi senza nessuna espressione in volto, ma sentivo fremere il mio corpo da quanto ero nervosa.
-Sono sicuro che anche se magari non lo dimostrano, ti vogliono un gran bene. Sono la tua famiglia, dopotutto, e questo lo sanno anche loro-
-No, invece. Possono anche saperlo, ma sono stanca di tutti questi incoraggiamenti che mi fanno le persone. Loro non mi vogliono bene, per loro non sono niente, niente! Ogni cosa che faccio la faccio per loro, per farmi notare e per renderli fieri, non volevo nemmeno andare al college!- Okay, forse gridavo un po’ troppo. Zayn stava muto ma era attento. Mi guardava negli occhi intensamente, mentre io lo vedevo solo con la coda dell’occhio.
-Scusa. Non dovevo urlarti contro, non è colpa tua. E’ solo che a volte.. a volte…- non finii la frase e strinsi i denti, poi lanciai un grido misto a un sospiro esasperato. Lui fece una risatina tranquilla.
-Ehi, va tutto bene, non spaccare niente- per un momento lo guardai, come non realizzando quello che mi aveva detto. Poi scoppiai a ridere senza contegno, e senza motivo.
-Comunque non ricordo di aver fatto questa strada, sicuro che stiamo andando bene?- chiesi con una punta di preoccupazione.
-No, non sono sicuro. Infatti prima devo portarti in un posto- disse divertito. Io mi fermai in mezzo al marciapiede con la bocca socchiusa e gli occhi sbarrati. Lui si fermò poco più avanti e si voltò verso di me ridendo come un bambino. Indietreggiò e mi prese per mano, e di nuovo provai quella sensazione, la stessa che avevo provato quando gli avevo stretto la mano. Un brivido mi percorse tutta la schiena. Una sensazione di calore e sicurezza pervase il mio corpo. Mi sentii avvampare, e avvertivo le mie guance arrossarsi sempre di più. Zayn mi tirò a sé e iniziò a camminare molto velocemente, dovetti fare una corsetta imbarazzante per raggiungerlo.
-Ehi, ehi, ma perché corriamo?- chiesi col fiato corto mentre non potevo fare a meno di sorridere.
-Devi tornare all’hotel, giusto? Quindi prima arriviamo sul posto, prima potrai tornare alla tua classe- disse lui con convinzione. Camminammo velocemente e mano nella mano per un altro tratto di strada, mi stavo abituando a sentire le nostre mani insieme. Dopo qualche minuto finalmente capii dove voleva portarmi. Rallentammo un po’, il tempo di riprendere fiato, e lui ritrasse la mano imbarazzato, probabilmente non aveva fatto caso a tutto quel tempo passato a trascinarmi per la città. Davanti a noi si stagliava un’enorme foresta. No, non era una foresta. Era Central Park. La mia bocca si dischiuse automaticamente mentre alzavo la testa, ammirando tutto quel verde. Zayn mi fece strada ed entrammo nel gigantesco parco.
Central Park era qualcosa di meraviglioso. Avevo tanto immaginato come sarebbe stato entrarci, mi ero fatta raccontare come fosse dalle persone che c’erano già state, ma niente rendeva l’idea di quel luogo. Fontane guizzanti animavano i viali creando buffe forme con l’acqua, prati immensi e verdissimi si estendevano in tutte le direzioni, alberi secolari facevano ombra ai visitatori dal sole di inizio estate, newyorkesi e turisti che facevano picnic in mezzo al prato o che facevano jogging in giro per il parco.
Feci un giro su me stessa ammirando tutto quello spettacolo, non realizzando di essere lì. Il moro mi aspettava qualche passo più avanti, e quando abbassai la testa con un’espressione da idiota, notai che mi fissava silenzioso. Lo raggiunsi, e lui mi lanciò uno sguardo divertito tendendomi la mano. Mi liberai in una risata tranquilla e gli diedi un pugno amichevole sul braccio. Continuammo a passeggiare tra la gente, parlando del più e del meno, e io mi dimenticai completamente di avere una fretta assurda. A un certo punto non trovai più Zayn accanto a me, e mi girai disorientata; poi vidi il suo culo che si allontanava e si sedeva comodamente nell’erba. La sua espressione era senza prezzo, con le sopracciglia alzate e un sorrisetto ebete sulla faccia. Mi presi la pancia mentre ridevo senza un vero motivo, e lo raggiunsi, sedendomi in modo impacciato accanto a lui. Diventò stranamente silenzioso, e per un momento mi persi nuovamente nell’immenso verde di quel luogo, percependo la strana armonia che emanava. Quando mi girai, alla mia destra Zayn era seduto a gambe incrociate, poggiandosi sulle mani, con gli occhi chiusi e la testa all’indietro. Aveva un’espressione mite, come se fosse in pace con se stesso e il mondo. Aveva un profilo perfetto, senza difetti. Le ciglia lunghe e scure creavano delle ombre sulle sue guance, mentre si lasciava riscaldare dal sole luminoso di quella giornata. Improvvisamente, come se si fosse appena ricordato di me, girò la testa e mi guardò. Fui colta alla sprovvista, perché lo stavo fissando come una stupida, perciò voltai immediatamente la testa davanti a me, tenendola bassa e sentendomi arrossire. Mi rigirai verso di lui lentamente, come per paura di una sua reazione, e scoprii che mi guardava a metà tra il preoccupato e il divertito. Ci guardammo negli occhi per un lungo istante.
-Grazie per avermi portata qui- dissi a un certo punto.
-Figurati, per me non è un problema, vengo sempre qui- disse lui tranquillo. Dopo un po’ gli feci una domanda.
-Hai mai portato qualcuno qui con te?-
Lui sembrò rifletterci, con una punta di disagio e imbarazzo sul viso.
-A dire la verità no. Sono sempre venuto qui da solo. Quando ho bisogno di riflettere non mi piace avere compagnia- disse serio, ma nella sua voce avvertivo una certa tranquillità. Tornai a guardare un punto indefinito davanti a me.
-Sicuramente tornerò qui con la classe, ma mi è piaciuto venirci prima, così da non dover rispettare delle regole o andare dove mi dicono i professori- osservai tranquilla.
-Lo so, ho sempre delle idee strepitose- esclamò Zayn facendo il finto modesto. Ridemmo tutti e due, come se non ci fosse nessuno a fermarci. Il momento divertente finì, e noi riprendemmo ad affondare l’uno negli occhi dell’altra. Non avevo mai avuto il coraggio di guardare negli occhi la gente, non ci riuscivo nemmeno con le iridi nere di Maggie. Tendevo a distogliere lo sguardo e volare da un oggetto indefinito a un altro. Ma con lui era diverso, non riuscivo a staccare lo sguardo dai suoi occhi color caramello. Mi scostai un ciuffo dal viso, e quando posai nuovamente la mano sul prato, questa andò a toccare quella di Zayn. Istintivamente la rimossi con un gesto troppo veloce, e lui mi guardò a disagio.
-Scusami- mormorai con una risata nervosa. Sentivo i suoi occhi addosso, ma ormai ero già intenta a guardarmi le scarpe.
-Emily!- sentii gridare all’improvviso. Sollevai subito la testa cercando di capire da dove proveniva quella voce, e davanti e me, un po’ distante, vidi Maggie che correva da me con un’espressione preoccupata in viso. Mi alzai, mi spazzolai la gonna e corsi verso di lei. Quando ci raggiungemmo, mi prese per la braccia strattonandomi.
-Ma dove sei stata? Ho perso sei anni di vita! Perché diavolo sei sparita? Sono quasi impazzita per trovarti e non far notare la tua assenza al resto della classe! Tu non immagini lo spavento che mi hai..- Presi il suo viso tra le mani.
-Meg, calmati. Respira. Sono qui, sana e salva- dissi guardandola negli occhi, cosa rara. Sentii i suoi nervi distendersi, e sembrò accorgersi solo allora che non ero sola.
-Ehi, ma chi è quel tipo?- disse maliziosa, sorridendomi furba. Roteai gli occhi.
-Non iniziare, Meg. L’ho incontrato in un bar e mi stava riaccompagnando all’hotel- mi giustificai.
-Lo vedo, infatti eravate tranquillamente sdraiati a Central Park- osservò lei. In effetti, non ci stavamo esattamente ‘muovendo’. Risi imbarazzata, poi sentii una mano sulla mia spalla. Mi girai e Zayn mi apparve accanto.
-Ciao, mi chiamo Zayn. Tu devi essere Maggie- si presentò lui tendendole la mano. All’inizio lei rimase un po’ disorientata, ma poi gli strinse la mano e si presentò.
-Così, ti sei preso cura di Emily in mia assenza- osservò lei alzando un sopracciglio, ma notammo che scherzava. Il ragazzo rise tranquillo.
-Già- disse soltanto, lanciandomi un’occhiata strana, con un sorrisetto in volto.
-Beh, mi dispiace, ma ora dobbiamo proprio scappare. Grazie per non averla fatta investire da un taxi, Zayn- disse Meg frettolosamente, prendendomi per un braccio e tirandomi via dal moro, che all’inizio non capì tutta quella fretta, e sembrò confuso.
-Tu vedi troppi film, Meg- disse ridendo, e marcando sul suo soprannome. Mi voltai e mi liberai dalla presa della mia migliore amica.
-Raggiungi gli altri, arrivo tra un attimo- le sussurrai vicino all’orecchio. Lei andò via riluttante. Mi avvicinai nuovamente a Zayn, che mi guardava intensamente negli occhi. Questa volta distolsi lo sguardo.
-Grazie mille per tutto- gli dissi. –Non so dove sarei senza il tuo aiuto-
-Probabilmente in un vicolo, dietro un cassonetto, a piangere disperatamente- disse lui, inizialmente serio. Quando poi vide la mia espressione stranita e scioccata, scoppiò in una fragorosa risata. Riuscì a dire uno ‘scherzavo’ tra le risate, a cui poi si unirono le mie. A un certo punto non so cosa mi prese, forse per l’allegria del momento, gli buttai le braccia al collo. Non fu uno di quegli abbracci da addio, sdolcinati e dove ci si stringe a più non posso. Le mie braccia erano delicate sulle sue spalle, e all’inizio il ragazzo fu preso alla sprovvista, ma poi sentii le sue mani calde sui miei fianchi, che ricambiavano l’abbraccio in modo goffo. Fino a quel momento non gli avevo mai visto fare qualcosa di goffo. Era tenero. Mi sciolsi dall’abbraccio.
-Scusa- dissi sorridendo timidamente.
-E di che?- rispose sorridente.
-Addio- recitai in modo smieloso. Ridemmo entrambi.
-Nah, so che ci rivedremo- disse lui, e mi sembrò estremamente serio. Lo guardai per un altro lungo istante, cercando di memorizzare quanto più riuscivo del suo viso, del suo corpo, delle sue espressioni. Poi mi voltai e mi incamminai verso la mia classe. Prima di scomparire dietro un grande cespuglio, mi girai ancora una volta verso di lui. Alzò una mano in segno di saluto, rivolgendomi uno di quei sorrisi strani che faceva ogni tanto. Ricambiai il saluto, e raggiunsi Meg e il resto della mia classe.
Mentre gli studenti e gli insegnanti si organizzavano per tornare al pullman, girai la testa un’ultima volta verso il posto dove eravamo stati, ma il ragazzo dai capelli scuri non c’era più. Restai confusa, un po’ distante da quello che mi accadeva intorno, ancora proiettata nei momenti passati con Zayn. Tutto sembrava essere stato solo un bellissimo sogno.



 

Aloha! Eccomi qui con un nuovo e appassionante capitolo della mia ff (?) E' tardissimo e sto morendo di sonno, quindi non scriverò niente di impegnativo qui lol 
Scusate se non rispondo alle recensioni, è che direi sempre la stessa cosa. Sappiate comunque che vi ringrazio tantissimo di tutti i commenti positivi, per me è davvero importante perchè adoro scrivere, e sono felice di sapere che a qualche anima piaccia la mia storia :) Ci vediamo al prossimo capitolo! x

-Emily:


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-Maggie:

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-Zayn: 

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