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Autore: TeenSpiritWho_    01/08/2013    6 recensioni
Il futuro può essere cambiato anche solo dal più piccolo errore, e Duncan lo scoprirà presto. Verrà trascinato in un luogo sconosciuto e dovrà lottare contro chi amava per salvare chi ama. Perché non sempre le persone di cui ti fidi si conoscono del tutto...
Genere: Azione, Guerra, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Un po' tutti | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Gwen urlò di dolore quando Zoey sfiorò la ferita.

-Giù le mani, ragazzina!!- sbraitò, quasi azzannandole la mano.

Zoey fece un balzo all'indietro con un gridolino e mi lanciò uno sguardo spaventato, come una richiesta d'aiuto. Ma io avevo altro a cui pensare. Una parte di me scoppiava di felicità, ma l'altra era divorata dal senso di colpa.

-Gwen, ma che diavolo ci fai qui?!- chiesi, cercando di tenerla sdraiata a terra, mentre lei si contorceva.

-Quel coglione del tuo amico- sibilò, mentre goccioline di sudore le imperlavano la fronte -Ha fatto un putiferio giù al rifugio per venire con te, per venire a cercarti. E io l'ho dovuto accompagnare.- strinse gli occhi, sofferente.

Mi voltai verso Zoey, gli occhi spalancati, poi guardai di nuovo Gwen -Geoff? E' qui? Dov'è ora?-

-Rilassati, il tuo fidanzato e fuori dal cottage, sta facendo attenzione che non arrivi nessun altro.- rispose lei -Io ti ho sentito gridare e sono venuta qui a vedere cosa fosse successo.-

Feci una smorfia al “il tuo fidanzato”, ma scattai comunque in piedi.

-Zoey, tu sistema la sua gamba- dissi -Fai... qualcosa, non lo so!- sbottai, agitando le mani nell'aria.

Zoey annuì -D'accordo. Noah, Heather, trovatemi qualcosa per ricucire il taglio.-

Ora che la situazione era sotto controllo corsi fuori, e subito il vento mi sferzò il viso come uno schiaffo. Mi guardai intorno, la sabbia che mi entrava negli occhi, e ripresi a correre. Davanti alla veranda d'ingresso del cottage c'era Geoff, in piedi, rigido, con in mano un fucile e sul viso un'espressione spaventata. Lo chiamai a gran voce, sorridendo. Anche se il mio grido era un po' coperto dal suono del vento lui mi sentì e si incamminò nella mia direzione.

Bentornato, amico.

Lo guardai venire verso di me, troppo felice di rivederlo per smettere di sorridere.

-Geoff, mi sei mancato così t...-

Ma lui mi prese totalmente alla sprovvista, tirandomi un pugno sul mento talmente forte da farmi girare la testa e cadere come un sacco di patate.

Rialzai il viso da terra e mi asciugai un rivolo di sangue che scendeva giù dal labbro, fissando il liquido rosso sulla mano come ipnotizzato. Poi mi rialzai lentamente, togliendomi la polvere dai pantaloni.

-Ma si può sapere che cazzo ti passa per il cervello?!- esclamai, sbalordito.

-TU.- tuonò, puntandomi contro un dito -Tu mi hai lasciato laggiù. Sei venuto nel passato, mi hai “salvato” e poi te ne sei scappato senza nemmeno salutarmi. Cosa passa A TE nel cervello!-

-Ehi, vaffanculo, io l'ho fatto solo per il tuo bene- risposi, e lo spintonai.

Lui inciampò all'indietro, preso alla sprovvista, ma non cadde. Il suo sguardo si incendiò.

-Per il mio bene? Hai già fatto abbastanza per me, mi hai salvato la vita!-

-E quindi? Ora devo fartela perdere?!-

Lui mi ignorò -Io voglio rendermi utile. Se ti sono di impiccio bastava dirmelo, mi sarei semplicemente tolto dai piedi!-

-D'impiccio? Ma che stai dicendo?-

-Lo sai! Sei così impegnato, tra il salvare il mondo e la tua nuova amichetta coi capelli blu... mi hai salvato la vita e poi “ciao ciao Geoff, ora mettiti in un angolino e guardami fare l'eroe!”- brontolò.

Alzai gli occhi al cielo con uno sbuffo -Sai, in questo momento, con questo tuo assurdo modo di pensare, mi sei veramente d'impiccio.- incrociai le braccia.

Geoff strinse i pugni. Ci squadrammo per qualche istante, come due cani rabbiosi.

Poi fu lui a parlare -Sei un pezzo di merda!- urlò, come un grido di battaglia, e mi si avventò contro.

Il così poco preavviso non mi diede il tempo di prepararmi, ed entrambi cademmo a terra, rotolandoci l'uno sull'altro con ringhi selvaggi. Una scenetta quasi comica.

Quando fui su di lui, gli sferrai un pugno in pieno volto, facendogli sanguinare il naso ma senza romperlo -Qual è il tuo problema?!-

Lui riuscì a liberarsi dal mio peso e mi fece finire a terra, questa volta con lui a cavalcioni su di me -Magari tu sei io mio problema!!- cercò di tirarmi un altro pugno, ma lo scansai e spinsi via Geoff.

Mi allontanai strisciando all'indietro sui gomiti, respirando affannosamente. Anche Geoff rimase a terra, e si asciugò il sangue che gli colava dal naso ammaccato.

-Ma che stiamo facendo?- mormorai -Ci sono problemi più grandi a cui pensare al momento.-

-Non lo so, amico. E' che... è che tutta questa situazione mi manda ai matti e io...- abbassò lo sguardo, poi lo rialzò, colpevole -... se non ho te sono solo.-

-Hai Bridgette.- commentai, sollevando le sopracciglia.

-Perché sei convinto che noi due abbiamo una relazione segreta? Te l'avrei detto! No, siamo solo amici. Per qualche motivo è ancora un po' timida con me...- scosse la testa -Ma non è questo il momento di parlarne. Duncan, mi dispiace, mi sono comportato da stupido.-

Sospirai -E io più di te.- d'impulso scoppiai a ridere -Ma guardaci, eravamo lì a azzuffarci come due bambini!-

Anche Geoff rise, ridemmo finché non fummo piegati in due dalle risate, poi ci asciugammo le lacrime e ci guardammo negli occhi.

-Supereremo anche questa. Lo faremo insieme.- disse Geoff, con un sorriso storto.

-Ne sono certo!- gli feci l'occhiolino e gli allungai la mano -Ora, sii gentile. Dammi una mano a rialzarmi, vuoi?-

Tornammo al fienile sorreggendoci l'uno con l'altro, zoppicanti ma integri. Quando Noah ci vide arrivare strabuzzò gli occhi.

-Ma che... siete stati attaccati da un puma inferocito o cosa??-

Io e Geoff ci lanciammo un'occhiata divertita -Più o meno.-

Heather arrivò correndo da una stanza antistante al fienile con in mano un bauletto del pronto soccorso.

-Ecco, è tutto quello che ho trovato!-

Lo lanciò a Zoey, che lo prese al volo. La ragazza dai capelli rossi esaminò attentamente il contenuto e estrasse un filo e un ago.

-Probabilmente dovrò metterti dei punti- disse, amareggiata -E, senza anestesia, non sarà piacevole...-

Gwen annuì nervosamente e strinse le labbra finché non furono solo due righe sottili -Fallo e basta.-

Zoey annuì a sua volta e si apprestò a cominciare il lavoro, mentre Geoff, Heather e Noah si allontanavano, chiudendo gli occhi per non guardare. Io, invece, mi avvicinai a Gwen, inginocchiandomi accanto a lei.

-Vattene, brutto idiota che non sei altro.- ringhiò lei, puntandomi contro uno sguardo assassino.

Ma io resistetti -Gwen, senti, so che non è il momento adatto per parlarne, ma mi dispiace, d'accordo?! Mi dispiace moltissimo per quello che ho detto!-

Lei rimase in silenzio, fissando le mani di Zoey che armeggiavano con l'attrezzatura medica.

-Sono stato uno stupido, ero ubriaco e...- abbassai gli occhi -... ho detto cose che non pensavo.-

La sentii ridere sarcasticamente e rialzai la testa.

-Credi che basti? Delle semplici scuse inventate sul momento? Tu non capisci cosa mi hai fatto provare... io mi fidavo di te...- riuscì appena a finire la frase, poi urlò a pieni polmoni, mentre Zoey le inseriva l'ago nella pelle. La sua mano mi artigliò il braccio e lo strinse così forte che per poco non urlai anche io.

-Dio, Gwen! Molla la presa!- sbraitai.

-No!- rispose lei -Mi servi, adesso!- e strinse più forte, lanciando un altro urlo, che io accompagnai con un gemito.

Ora ero arrabbiato. Era vero, mi sentivo in colpa. Tutto quello che le avevo appena detto era vero. E lei non voleva ascoltarmi?

-Senti, non mi interessa minimamente se per te le mie scuse sono troppo poco. Vai a farti fottere!-

-Oh, bel modo per cercare di far pace, complimenti! Sai che ti dico? Vacci tu a farti fottere!-

Di nuovo Gwen mi strinse il braccio, sudando e ansimando, e questa volta urlammo dal dolore insieme.

-No, basta! Anche io credevo di potermi fidare della piccola e innocente Gwen, ma mi hai tenuto nascosto di te e Trent!-

-E perché mai avrei dovuto parlartene? Siamo, o meglio eravamo,- calcò su quest'ultima parola con rabbia -amici, non sto a parlarti della mia vita privata se non mi va!-

-Invece si, perché tu mi hai raccontato cose del tuo passato che nemmeno Bridgette, DJ e Trent sapevano, ti sei confidata!-

-E quindi?!- domandò, piena d'ira.

-E QUINDI TI VERGOGNI DI TE E TRENT!- fu la mia ultima risposta, urlata. Improvvisamente, nel momento in cui avevo aperto bocca per dire queste parole, tutti si erano zittiti ed era sceso il silenzio. E tutti avevano sentito perfettamente cosa avevo da dire. Io e Gwen ci fissavamo, con il fiatone. Sembrava stessimo per sbranarci a vicenda.

Zoey, che era tra di noi, guardò prima una poi l'altro, imbarazzata.

-Ehm, ragazzi, io avrei finito...- balbettò.

-Sparisci!- le ordinò Gwen.

-Si, tutti fuori!- continuai, indicando l'uscita del fienile.

Noah, Heather, Geoff e Zoey si allontanarono a testa bassa, a disagio.

-Trent è stato come un fratello per me, per due anni.- mormorò Gwen -C'eravamo sempre l'uno per l'altra, eravamo gli unici amici che avevamo in quel posto. E mi sono innamorata di lui. Penso sia normale, dopo un periodo di intimità come la nostra. Hai ragione, non gli ho raccontato tutto, ma non mi è facile esternare la mia parte più sentimentale.-

Ma con me ci sei riuscita, feci per dire, interrompendomi poi all'ultimo secondo. Meglio non peggiorare ancora di più le cose.

-E poi arrivi tu e sconvolgi tutto. Brillante, sveglio, forte, con la battuta sempre pronta e l'incredibile capacità di attirare tutta l'attenzione su di sé. Se ne frega delle regole, fa di testa sua... come resistergli? E finalmente ho una nuova persona con cui parlare, qualcuno di nuovo, di speciale. Ma si rivela come tutti gli altri: non sa fare altro che criticare, criticare, criticare...- il labbro le tremolò leggermente, quasi impercettibilmente -Io ti volevo così bene, Duncan. Mi capivi, provavi le mie stesse emozioni. Mi hai spezzato il cuore, capisci?-

Non quanto tu lo stai spezzando a me in questo momento.

Basta che tu le dica che l'hai fatto perché la ami.

Perché farla stare ancora peggio? Non voglio farla soffrire ancora di più.

Rimasi a bocca aperta, cercando di trovare le parole. Ma non arrivarono. Boccheggiai ancora qualche secondo, poi chiusi gli occhi. Quando li riaprii Gwen aveva il viso voltato di profilo, nel tentativo di non guardarmi. Forse era una mia impressione, ma i suoi occhi erano lucidi. Mi alzai in piedi, massaggiandomi il polso che mi aveva stretto così forte pochi minuti prima. Uscii dal fienile senza dire una parola.

 

Il cottage era caldo e accogliente. Cuscini ricamati di qua, maglioni all'uncinetto di là... proprio la casa di una famiglia normale. Almeno finché non si scendeva in cantina.

Ci mettemmo a girare per l'edificio in cerca di armi, munizioni e provviste. Tutto poteva essere utile, anche perché avevano rubato la nostra roba e non avevamo idea di dove l'avessero messa.

Entrai nel bagno e aprii l'armadietto accanto allo specchio. Cercavo aspirine, medicinali di ogni genere, qualcosa che potesse servirci in caso di un altro attacco del genere. Ma non riuscivo a concentrarmi. Mi sedetti sul bordo della vasca, mi presi la testa tra le mani e cercai di ricacciare indietro le lacrime.

Non ora, Duncan, non ora.

Non ero mai stato uno dalla lacrima facile. Non avevo pianto molte volte nella mia vita da adulto, quasi nessuna. Né per Courtney, né per mie sorella. Per nessuno. Ma Gwen... lei era diversa.

Con la coda dell'occhio vidi Heather, ferma sulla soglia. Alzai la testa, cercando di sorridere. Niente da fare.

-Ehi.-

-Ehi, Duncan. Come va?-

Deglutii. Niente lacrime, Ducky, non ora.

-Potrebbe andare meglio, grazie.-

Heather fece qualche passo verso di me, entrando nel bagno -Mi dispiace per te e Gwen... quella ragazza è una testa calda, non devi ascoltarla.-

-No, non è colpa sua...-

-Si, invece.- ora era in piedi davanti a me e io, ancora seduto sul bordo della vasca, dovetti piegare il collo all'indietro per guardarla negli occhi.

-Duncan, tu sei un ragazzo fantastico, non dovresti sprecarti con una come lei se non ti capisce...- mi accarezzò una guancia. Rimasi incantato a guardarla per un secondo, poi sbattei le palpebre e mi ripresi, scattando in piedi.

-Oh, ehm, ok...- mi spostai verso il lavandino, strisciando contro il muro, ma lei non voleva staccarsi da me.

-Lo sai? Mi piaci molto, mi sei sempre piaciuto.- Heather mi gettò le braccia al collo, avvicinando il viso.

-Oh, Gesù- esclamai, imbarazzato ma allo stesso ammaliato dalla sua bellezza mozzafiato -Heather, io ho una missione! Devo tornare con Courtney, ricordi?-

Il suo sguardo divenne malizioso -Si, ma ora non sei da lei, puoi fare quello che vuoi.-

Il suo bacio fu così improvviso che persi l'equilibrio e quasi caddi all'indietro, battendo contro il lavandino e facendo cadere spazzolini, saponette e qualsiasi cosa si trovasse in zona. Rimasi con gli occhi spalancati e le posai le mani sulle spalle, cercando di allontanarla gentilmente da me, ma lei era decisa e si avvinghiò ancora di più, mettendomi le mani tra i capelli.

Poi una voce ci interruppe.

-Oh, vedo che voi due avete già fatto amicizia.-

Finalmente Heather si staccò, ed entrambi ci voltammo a vedere chi aveva parlato. Gwen era in piedi davanti alla porta, appoggiata allo stipite per non cadere. Ci osservo con un sopracciglio alzato, digrignando i denti.

-No, io, non è come...- balbettai.

-Si, si, risparmiami le tue scuse, non mi interessa. Divertitevi.- e si allontanò zoppicando.

Rimasi in silenzio per un attimo guardando il punto dove un attimo fa c'era Gwen, mentre sul volto di Heather spuntava un sorrisetto malizioso. Poi mi voltai contro il muro e cominciai a prenderlo a testate, imprecando silenziosamente.

 

-Gwen, cosa c'è?- disse Noah, entrando in una delle tante camere della casa.

Gwen era seduta sul letto, rannicchiata, e singhiozzava. Quando alzò la testa, Noah vide che i suoi occhi erano rossi e pieni di lacrime, che le scendevano anche lungo le guance.

-Niente, non preoccuparti.- rispose con voce flebile lei, abbozzando un sorriso.

Ma perché ci sto così male?, pensò, mentre parlava.



Buonasera/buongiorno/buonpomeriggio!
Non li ho ancora fatti tornare insieme felici e contenti, lo so, ma datemi tempo. c:
Rubo solo un attimo del vostro tempo per farvi vedere lo splendido disegno realizzato dalla mia cara collega Dalhia_Gwen e ispirato nientemeno che da questa storia! *^*
Ecco il link -> 
http://dalhia-gwen.deviantart.com/art/DxG-Always-together-until-the-end-382056670 

E naturalmente grazie a tutti quelli che continuano a seguire i miei deliranti capitoli, vi adoro! :'3
Un bacio, TeenSpirit 

  
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