Anime & Manga > Sousei no Aquarion
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Autore: gatta12    02/08/2013    4 recensioni
Dal Capitolo 1:
‘Per una volta, invece, non era un sogno.
[…]
Rena chinò il capo in segno di rispetto, versando due lacrime sul proprio vestito.
Era felice.’
°§°
Dal Capitolo 2:
'La ragazza sorrise mesta.
“Chi siete?” chiese Kurt.
La ragazza si guardò intorno.
“Mh… la zia non è qui…Va bene, inizierò col raccontare a voi tutta la storia”
“Qual è il tuo nome?” chiese Sirius.
“Oh, che sbadata” la ragazza si portò con grazia una mano sul cuore, in segno di scuse “Non mi sono ancora presentata. Il mio nome è Nobuko De Alisia. Vengo dal futuro insieme a Pollon”'
°§°
Dal capitolo 5:
'“Come ti chiami?”
“…K-Keyra…”
“Perché sei qui, Keyra?”
“…Mio padre… Mi ha rinchiusa… qui… tanto…tempo fa…”
Angel vide sua madre sussultare, fissò negli occhi il gemello e allora capì.
Keyra era la figlia di Scorpius.'
°°°°°°
Tre piume, per rappresentarla.
Fu figlia, amante e madre.
Ella fu Angel, la figlia prediletta di Apollonius.
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap.1    Dopo la Fusione della Sacra Genesi
 



Sento dei singhiozzi.
Apro la porta della mia camera.
Vedo qualcuno tra le coperte.
Qualcuno che piange.
E’ una ragazza di appena quindici anni.
E’…
La ragazza alza gli occhi e mi tende le braccia.
“Mamma…”
Io la abbraccio, piangendo con lei.
E’ mia figlia.
 
“No!” si svegliò di colpo Silvia. Rimase in silenzio, in quella posizione scomoda che comprendeva la mano tesa verso il cielo.
Quando si rese conto della sua posizione, abbassò il braccio e sospirò.
“Silvia? Sei sveglia?”
La ragazza sussultò e si voltò alla sua destra, dove Reika si era appena svegliata e stava uscendo dal suo sacco a pelo per avvicinarsi e controllare che stesse bene.
Si erano avvicinate molto in quei giorni, dove la D.E.A.V.A. cercava di recuperare l’Aquarion e con lui anche Apollo, Sirius e Toma.
“Ho fatto uno strano sogno”
La mora si sedette accanto a lei, facendole segno di continuare.
“All’inizio non capivo dove mi trovavo. Poi ho visto una porta. Da essa provenivano dei singhiozzi. Ho spalancato la porta, e ho trovato su un letto una ragazza che piangeva. La ragazza ha alzato le braccia verso di me e mi ha chiamato… mamma”
Reika spalancò gli occhi.
“Hai sognato… tua figlia nella vita passata?” Silvia la guardò. Poteva davvero essere? Lei e Apollonius… avevano avuto una figlia?
“Io…”
“Ragazze? Se siete sveglie uscite per favore” la voce della dottoressa Sofia le interruppe.
Le due si guardarono, con complicità, decidendo che ne avrebbero parlato in seguito.
Poi si alzarono e uscirono dalla tenda.
Il sole accecante le colpì in pieno viso.
Dei rumori vicino agli scavi le fecero voltare di scatto.
Si avvicinarono a Chloe che era lì vicino.
“Che succede?” chiese Silvia.
L’azzurra si voltò verso di lei e le sorrise.
“Hanno intravisto l’Aquarion e rilevato valori energetici umani”
Silvia e Reika si irrigidirono. Voleva forse dire che li avevano trovati? Che erano vivi?
Silvia, molto debole e stremata, dal momento che era preoccupata per Sirius e Apollo in quei giorni, non resistette e svenne tra le braccia di Reika.
 
 
 "Silvia!" la ragazza aprì gli occhi. Dov’era? Era svenuta? E l’Aquarion? Sirius? Apollo?!
 Si stropicciò gli occhi ancora appannati e si mise a sedere. Era sul suo sacco a pelo.
 "Cos-?"
 "Sei proprio carina quando ti svegli, principessa fessa"
 Spalancò gli occhi e si voltò di scatto alla sua sinistra.
 "A-a-a-a-a-a-a-a-ap-pollo?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?!?" balbettò, sorpresa, confusa e felice.
 "In carne ed ossa... bè, forse più pelle ed ossa"
 Il ragazzo era lì, con qualche graffio, ma era lì, stava bene.
 "Apollo!!" Silvia gli saltò addosso in lacrime.
 "Apollo! Apollo!"
 Lui ricambiò l'abbraccio con un po’ di fatica, quasi soffocato dalle braccia di Silvia.
 "Mi sei mancato" gli disse piangendo.
 "Anche tu, Silvia"
 Lei si staccò un attimo dall'abbraccio.
 Gli prese il volto tra le mani.
 "Sei veramente tu?" chiese flebilmente, avendo paura che fosse solo la sua immaginazione.
 Lui mise le sue mani sopra quelle di Silvia, le prese e le portò all'altezza del suo petto, sul suo cuore.
 Chiuse gli occhi e dopo qualche secondo gli riaprì.
 "Sono io"
 La De Alisia si tuffò sul suo petto e strinse la maglietta.
 "Apollo..."
 "Silvia" si guardarono negli occhi.
 "Mi sei mancata tantissimo, tu non ne hai idea"
 Lei sorrise.
 "Anche tu" sussurrò.
Si avvicinarono ancora di più e si sfiorarono le labbra. Un semplice sfioramento tanto bramato, che fece imbarazzare entrambi.
 "Senti… Fuori c'è tuo fratello, che ne dici di andare a salutarlo?"
 Silvia sorrise all’amato.
 "Certo!"
 
 
“Non riesco proprio a capire la decisione di Toma. Insomma, poteva restare alla DEAVA, invece ha deciso di recarsi ad accudire i resti di Atlanta. Io proprio non lo capisco” disse Pierre.
“E’ più semplice di quel che pensi” gli disse Chloe. “Toma si sente in colpa per ciò che ci ha fatto e per questo non si ritiene degno di stare alla DEAVA”
“Mh… Come al solito hai ragione Chloe!” disse lui sospirando e tirando una palla in porta. Erano ad un vecchio campetto da calcio.
Ad un tratto a Pierre venne l’illuminazione.
“Ah! Giusto!”
“Giusto cos-?”
Chloe non fece in tempo a finire di parlare che si ritrovò la faccia di Pierre a meno di due centimetri di distanza. Il suo cuore batteva all’impazzata.
“La torta? Non dovevamo mangiarla insieme?”
Scoppiò.
“PIERRE SEI UN IDIOTA!”
“Mi dici che ho fatto?!?”
Però era felice che se ne fosse ricordato.
 
 
-Saranno tutti a dormire a quest’ora- pensò Reika. –E io come al solito sono l’unica sveglia-
Uscì dai bagni e si diresse verso la camera che divideva con Silvia e Tsugumi.
Cercò di entrare facendo il più piano possibile, pur sapendo che Tsugumi non si poteva svegliare neanche con le cannonate, ma notò subito l’assenza della principessa.
-Sarà con Apollo?- Arrossì per quel pensiero assurdo.
Quando si voltò verso il suo letto, però, notò un mazzo di rose scarlatte posate sulle lenzuola.
Arrossì ancora di più, capendo, anche senza biglietto, che solo una persona gliele avrebbe potute mandare.
-Sirius…-
 
 
Mentre anche Reika andava a letto, Rena si trovava nei giardini della DEAVA, tra le rose scarlatte. Cantava. Una di quelle canzoni tristi, che aveva iniziato a comporre 12.000 anni prima.
D’un tratto, vide come un riflesso di energia blu.
Alzò lo sguardo, come faceva ogni notte da tempo immemore, credendo che, anche questa volta, come le altre, si sarebbe sbagliata.
Per una volta, invece, non era un sogno.
La vedeva benissimo, la sua sagoma si stagliava davanti alla Luna, in una posizione di magnificenza che le si addiceva perfettamente.
Rena chinò il capo in segno di rispetto, versando due lacrime sul proprio vestito.
Era felice.
 
 
 
  
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