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Autore: L_Fy    11/02/2008    21 recensioni
Una ragazza nuova e i due fratelli più contesi della scuola: Verena, Teo e Dieci. Cos’altro se non il classico triangolo? Ma non dimentichiamo Oleana, la nuova, frizzante amica di Verena: quindi, un insolito rettangolo. E il cattivo di turno, Scaturro il Terribile, non lo consideriamo come vertice? Vediamo, così dovrebbe essere un pentagono: ma se ci aggiungiamo anche una pseudo-fidanzata pseudo-aristocratica, una madre finlandese, un cane formato roditore, un diario segreto e un bel po’ di fantasia, che figura geometrica salta fuori? Forse una così articolata che può calzarle un solo nome: adolescenza!!
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Krisma: Tranquilla, tranquilla… fai un bel respiro e riponi la tua fiducia in me

Capitolo 17 : Equivoci

 

Verena si sedette con un sospiro di fronte a Scaturro, che sembrava gobbo e immobile come un gargoyle di Notre Dame, e si coprì gli occhi con i palmi aperti delle mani. Non sapeva bene cosa dirgli: in realtà non gliene importava un fico di lui e si sentiva un po’ in colpa per questo. D’altronde, lui di certo non si sforzava nemmeno un po’ di rendersi almeno accettabile: la tragedia delle begonie ne era un esempio lampante.

“E così…” iniziò incerta.

“Wow, che esordio pieno di entusiasmo e fantasia!” ironizzò Vocetta1. Scaturro non alzò nemmeno la testa dal tavolo.

“Come… ehm, come sta lo stomaco adesso?” provò di nuovo Verena.

“Da schifo” rispose finalmente una voce dall’oltretomba “Mi sembra di aver ingoiato due bombe a mano e trenta fumogeni.”

“Mi dispiace” mormorò Verena, ed era quasi sincera “La faccenda del mascarpone è stata una bella sfiga. Già con il circolo della mezza età non eravamo partiti benissimo…”

“E’ stata una merda di serata.” sentenziò Scaturro con brutale brevità.

“Sicuro” si inalberò Verena “Ma credo che sarebbe stata meno escrementizia se tu avessi almeno provato a comportarti da persona normale.”

Scaturro meditò sull’escrementizio.

“Ma se ho usato anche il tovagliolo!” fece notare sulla difensiva.

“Per fare i segnali di fumo al cameriere” gli ricordò Verena “Per tutta la sera ti sei comportato da autentico buzzurro. Mariacarla era sconvolta e quando ti sei messo a ruttare a tavola anche io ho dovuto controllare se avevi davvero i pollici opponibili.”

“Che c’entrano i pollici?” chiese disorientato Scaturro alzando la testa dal tavolo per guardarsi dubbioso le mani “Mica ruttavo con quelli!”

Verena alzò gli occhi al cielo, esasperata.

“I pollici opponibili! Quelli che distinguono gli esseri umani dagli scimmioni!”

“E io ce li ho ‘sti opponibili?”

“Sì, ma ti hanno fatto di sicuro un trapianto!”

Scaturro sembrò sul punto di rispondere, poi, miracolosamente, rinunciò.

“Non ce la faccio” sospirò sfinito “So che mi stai prendendo in giro, ma sono troppo stanco per capire in che modo.”

La sua faccia sembrava davvero esausta e provata: la rabbia di Verena si smontò di colpo per lasciare il posto a un vago rimorso.

“Vuoi un altro po’ di tisana?” gli chiese premurosa.

“Cazzo, no” rispose lui arricciando al faccia in una smorfia “Quella roba ha l’odore e il sapore della cacca di pollo.”

“Ti è andata ancora bene” lo informò Verena “A te almeno non è toccata la pizza con l’ananas e il budino di cervello centrifugato.”  

La faccia di Scaturro si arricciò ancora e Verena ci mise dieci secondi buoni prima di capire che stava sorridendo.

“Mi dispiace davvero che la serata sia andata così male” confessò con un sospiro “Doveva essere un’occasione per distrarsi…”

“Beh, per distrarmi mi sono distratto” specificò Scaturro “Anche troppo! Comunque… ehm… non è stato così male.”

“Davvero?”

Verena era piuttosto scettica: era tutto andato talmente storto che nemmeno in un film dell’orrore sarebbe andata peggio. Però Scaturro sembrava sincero: si guardava le mani giunte sul tavolo con ferocia e il suo colorito somigliava molto a quello delle begonie, ma aveva anche gli occhi lucidi e sembrava… sembrava… “Contento…?”

“Ora, ehm… insomma, ha avuto un suo perché questa serata” continuò Scaturro sottoponendosi a un tale sforzo che sembrava in procinto di espellere un calcolo renale “Subito credevo che tu e la tua amichetta voleste solo prendermi in giro… sai, io e i Ferri… ma poi ho capito.”

Beato te” commentò Vocetta1 “Noi poveri mortali invece ci rotoliamo nella più nera ignoranza!”

“Oh… sono contenta.” tentennò Verena guardinga. 

“Tu l’hai fatto per me! Tu volevi che io e Mariacarla ci incontrassimo…”

“Mariacarla? Che c’entra adesso la principessa sul pisello?”

“Tu sapevi di lei!” sussurrò estasiato Scaturro senza guardarla negli occhi.

“Oh… beh, non te lo avevo detto?” balbettò Verena, completamente nel pallone.

Ballista!” tuonò Vocetta1 “Se a malapena hai imparato chi diavolo è Jimmy Choo!

“Mai avrei creduto che fosse possibile, ma è successo davvero” continuò Scaturro sibillino “Ti devo un favore. Devo davvero dirti, ehm grazie.”

Ehm grazie? Da Scaturro? Per essere uscito con Mariacarla?

“Ehm prego.” rispose Verena, sufficientemente flashata dalla situazione da sembrare sincera. Scaturro, intanto, era diventato rosso e ansimava come un mantice: evidentemente, comportarsi da persona civile non gli si confaceva molto.

“Ho pensato a quanto ti sei data da fare per me” continuò in fretta, come se si fosse rotto l’argine della diga e le parole gli uscissero di getto “E così ho preso il coraggio per le mani e gliel’ho chiesto.”

Verena sbatté le ciglia, incerta: o era finita chissà come in una dimensione parallela o Scaturro era ancora sotto l’effetto allucinogeno del mascarpone. O tutte e due.

“Chiesto cosa?” domandò lentamente come se parlasse con uno che non capiva l’italiano “A chi?”

“A Mariacarla” rispose Scaturro vagamente perplesso, come per dire: non è ovvio? “Ha detto che vuole vedermi domenica!”

Verena sentiva la testa leggera come se fosse un palloncino pieno d’elio: a quel punto era evidente che Scaturro stava dando i numeri e che….

“Cazzo!” strillò Verena subito dopo aver alzato gli occhi.

“E’ quello che ho pensato anche io!” gioì Scaturro gongolante, ignaro che nel frattempo il viso di Verena aveva perso ogni colore.

Il motivo di tanto sconcerto, stranamente, non riguardava Mariacarla; anzi, per il momento Mariacarla era l’ultimo dei pensieri di Verena. Il primo pensiero, enorme e invadente col suo pesante carico di orrore era un altro.

Di fianco al tavolo a cui era seduto Scaturro, c’era una mensola: su quella mensola, semisepolto da giornali di cucina, “Novella 2000” e qualche rara settimana enigmistica, c’era un quaderno dai bordi slabbrati e la copertina nera e bisunta. Verena l’aveva riconosciuto subito con un pesante tuffo al cuore.

“Il diario di Scaturro!” ululò Vocetta2 piena di sacro terrore.

*          *          *

Era proprio lui: ad altezza occhi, a meno di un metro dal legittimo proprietario, pronto a diventare la miccia più corta ed esplosiva nella storia della felice famiglia Ferri.

“Devi fare qualcosa” tremolò agitata Vocetta1 “Se Scaturro gira appena un attimo la testa e vede lì il suo diario, sai che succede?”

Un fungo atomico, come minimo.

“Verena?”

La ragazza riuscì a mettere a fuoco Scaturro che sembrava sempre più perplesso e anche vagamente preoccupato.

“Oh, ehm… sì?”

“Sei sicura di non avere mangiato anche tu il mascarpone? Sei diventata gialla come un limone…”

“No, ah, non è niente.” rispose in fretta Verena sforzandosi di non guardare la mensola; lo sforzo era così evidente che Scaturro fece per girarsi in quella direzione, incuriosito.

Dimostrando un’invidiabile prontezza di riflessi, Verena si allungò di scatto e immobilizzò saldamente la testa di Scaturro con le mani. Di colpo, si trovò a fissare a meno di dieci centimetri dal proprio naso lo sguardo sorpreso e vagamente attonito del giovane.

“Sono… davvero contenta per te, Paco” disse rapidamente con voce accorata pescando le parole a sorteggio “Davvero contenta.”

“Mpf?” sbuffò Scaturro con le guance compresse dalla presa bloccante di Verena: in quel momento, più che perplesso sembrava vagamente spaventato.

Verena, sempre fissandolo intensamente negli occhi, in apnea per non dover respirare il suo fiato direttamente importato dal settimo girone dell’inferno, gli fece ruotare la testa nella direzione opposta alla mensola.

“Ti sembrerà strano e assurdo, ma ci tengo davvero a farti contento” continuò a dire in fretta trascinandolo chissà come in piedi “Insomma, voglio davvero che noi due siamo amici, Scat… Paco. Ehm.”

Scaturro aggrottò i formidabili sopracciglioni e Verena si rilassò un poco in quanto la mensola e il suo esplosivo contenuto sembravano sempre più lontani e ignorati.

“Senti, Bassi, mettiamo in chiaro le cose” grugnì Scaturro togliendosi con precauzione le mani di Verena dalla faccia “Primo, le tue mani sembrano due pinguini tanto sono fredde; secondo, tu non mi attizzi. Quindi, non ci provare con me, ok?”

Verena, disorientata, sbatté rapidamente le ciglia.

“Io… cosa?”

“Hai capito, dai” rispose Scaturro sostenuto “Sì, sei gnocca, ma non sei il mio tipo… troppe poche tette, per i miei gusti, e poi sei completamente sciroccata. Oltretutto, ti sei fatta ripassare da quella checca di Teo e di sicuro noi Scaturro non ci prendiamo i suoi scarti!”

“Ri… ripassare?!” trasecolò Verena con un filo di voce arrossendo violentemente. Di tutte le cazzate che aveva detto Scaturro, quella era di sicuro la più feroce e umiliante di tutte!

“Sì, l’avevi detto tu! Cioè, io mica ci credevo che tu e Teo aveste davvero scopato, ma poi vi ho visti ballare, e allora…”

“Ehm!”

Le teste di Verena e Scaturro, in perfetto sincronismo, scattarono verso la porta di casa dalla quale un tizio alto in divisa, con un sobrio cappellino calato sulla fronte e lo sguardo attonito e vagamente scandalizzato, li fissava pietrificato sulla soglia.

Gesù, Giuseppe e Maria assunta in cielo!” pregò Vocetta1 disperata “Oliviero! Il mobiliere autista di Mariacarla! Fa che non abbia sentito… fa che non abbia visto niente!

Ma Oliviero aveva evidentemente visto e sentito, almeno a giudicare dalla sua faccia schifata. Con l’aplomb di un vero chauffeur d’oltremanica, fece un rigido e breve inchino fissando con dignità il pavimento.

“Sono qui per prendere la signorina Santogiacomo.” disse con estrema eleganza, evidenziando subito che non aveva niente a che fare con sudici intrallazzi amorosi tra adolescenti.

Verena, frastornata e mezzo moribonda di vergogna, si trovò a spingere Scaturro verso la porta, col cervelletto che fumava tanto lavorava freneticamente.

“Perfetto” riuscì a gracidare chissà come “Dobbiamo andare a casa anche noi, ci date un passaggio?”

*          *          *

Finalmente, quella serata interminabile era finita. Verena, stesa sotto le tiepide lenzuola di flanella, chiusa nella penombra rassicurante della propria camera, non riusciva a chiudere gli occhi, ancora scossa dall’adrenalina che le circolava a quintali nel sangue. Non ricordava bene come fosse uscita finalmente da casa Ferri: aveva un’immagine nebulosa di Tellu che le posava dolcemente una giacca sulle spalle, Oleana con la faccia da spirito del Natale passato che domandava piangiucchiante se non era possibile vedere Marco Ferri prima di tornare a casa e Mariacarla che zoppicava vistosamente verso la macchina sorretta da Oliviero il mobiliere, bianca e provata neanche stesse per morire di tisi. Mentre saliva in macchina, Verena si era accuratamente accertata di non dover mai incrociare lo sguardo di Teo e fra saluti, raccomandazioni, waffeggiamenti lontani di Otello e begonie tracimate era riuscita perfettamente nella sua impresa. Stava quasi per rilassarsi, seduta sul costoso sedile di pelle della Mercedes dei Santogiacomo, quando con un’improvvisa zaffata di profumo di more, la testa di Teo era sbucata dalla portiera aperta, ancora umida dopo la doccia e tutta piena di quei deliziosi ricciolini da putto rinascimentale a incorniciargli il viso.

“Che fai, te ne vai senza salutare?” l’aveva rimproverata con una voce stranamente timida.

Immediatamente, Verena aveva ricominciato a iperventilare, aggrappandosi al sedile con le unghie.

“Non mi trasferisco in Groenlandia” aveva risposto seccamente quando era stata certa di aver ripreso il controllo della voce, guardando con interesse scientifico la maniglia della portiera “Comunque se proprio ci tieni ciao.”

“Sempre così scorbutica” aveva mormorato Teo carezzandola con quelle erre così maledettamente dolci “Farà anche parte del tuo fascino, ma alla lunga essere strapazzati dalla tua psicosi stufa.”

“E chi ti ha chiesto di farti strapazzare?” aveva grugnito Verena aggrottata “Torna pure sotto la doccia a innaffiare il tuo ceppo finlandese; si sa mai che cresca un germoglio.”

Teo aveva sospirato: Verena non lo guardava, ma aveva intuito lo stesso di averlo ferito e il cuore aveva sanguinato suo malgrado. “Scusami, canarino…

“Perché poi?” aveva piagnucolato frustrata Vocetta1 “Non è stato lui il primo a comportarsi da stronzo?”

Certo, era stato lui. Il cuore sanguinava lo stesso, però.

“Non ti capisco” aveva sussurrato Teo scuotendo la testa “E ancora meno capisco perché mi ostino a cercare di capirti. Sarà per quelle fossette, chissà.”

Era sembrato così deluso e… triste.

“Comunque buonanotte, Verena cara.”

Nonostante si fosse sforzata con tutta sé stessa, Verena non aveva resistito a quelle erre struggenti come un ricordo d’infanzia: si era girata a guardarlo, incontrando due azzurri e stanchi laghetti finlandesi e il cuore aveva fatto una tale capriola nel petto che era mancato un pelo che le fosse uscito dalla bocca. “Non è giusto” aveva gorgogliato accorata Vocetta1 mentre Verena aveva guardato Teo con gli occhi lucidi e indifesi e il mento che quasi tremava come quello di una bambina che è stata sgridata ingiustamente.

“Buonanotte, stronzo.” aveva risposto con una strana vocetta liquida.

Teo, turbato e sorpreso, aveva fatto per aprire la bocca e dire qualcosa, ma poi era stato urtato da Scaturro che entrava in macchina; sommerso dalle voci degli altri che si preoccupavano di parlare tutti insieme neanche fossero ai mercati generali, era sparito fuori dal finestrino. Verena aveva sbattuto gli occhi, sentendosi pericolosamente vicina alle lacrime senza assolutamente sapere perchè.

“Buonanotte!”

“Buonanotte!”

“State tranquilli!”

“Non preokkuppatevi!”

“Ci sentiamo domani!”

“Waff!”

“Allacciate le cinture!”

“Ciao!”

La cacofonia rassicurante di suoni si era attutita alla chiusura della portiera ma Verena aveva ripreso a respirare normalmente solo quando la Mercedes si era allontanata finalmente dal cortile di casa Ferri. Eppure, a distanza di ore la sensazione molesta di bucatura di spillo al cuore non le era ancora passata. Si rigirava inquieta tra le lenzuola e fingeva di non sentire quel “buonanotte Verrena carra” che le rimbalzava per le pareti della mente come una fastidiosa palla magica, ma non poteva zittire Vocetta1 e Vocetta2 che cantilenavano in coro come perfide gemelle siamesi.

“E trallallero trallallà, tanti anni sprecati a costruirsi un bel carapace per tenere lontani i sentimenti, per non essere ferita… buttati nel cesso, voilà!”

“Verena la dura, Verena la tosta, Verena dalla Clava, Verena che non deve chiedere mai come nella pubblicità di un aftershave!”

“E’ bastato che un biondino sgambettante dalle camicie impossibili sbattesse le ciglia e ti rovesciasse addosso qualche erre rotolosa per stenderti come un tappeto persiano.

 “Che ne dite di lasciarmi dormire?” ringhiò Verena sottovoce.

“E la cosa più tragica è che non ci sarà mai niente più di questo: lui da te vuole solo amicizia senza ormoni!”

“Sei destinata a soffrire come un cane, povera Verrena carra.”

A Verena bruciavano gli occhi, e non era certo per la stanchezza.

“Adesso basta, per favore.” mormorò con voce tremolante e le vocette, impietosite, finalmente tacquero lasciandola più sola che mai nel tranquillo silenzio della notte.

*          *          *

“Ho un piano.” dichiarò con aria ispirata Oleana sedendosi di botto sul letto di Verena la quale, svegliata di soprassalto, scattò a sedere con la palpebra destra ancora incollata e le funzioni neurali a livello neonatale.

“Umpf?” grugnì cercando di mettere a fuoco la figura nebulosa davanti a lei.

“Ho un piano” ripetè Oleana paziente “Ormai è ora che mi dia da fare, o qualcuna arriverà prima di me, e questo non posso permetterlo.”

Verena non capiva se stava avendo un incubo o se era morta e finita all’inferno.

“…azzo sei…?”

“Oleana Odescalchi ramo Riccobono, non ricordi?” rispose Oleana come se fosse la cosa più ovvia del mondo “Senti qui il mio piano: mi introduco in casa Ferri; localizzo la stanza di Marco Ferri; mi nascondo nel bagno fino all’ora di chiusura, poi, quando tutti dormono, mi intrufolo nella camera di Marco Ferri vestita con solo tre gocce di Chanel Nr.5; mi butto ai suoi piedi piangendo e dicendo che ho un tumore in fase terminale (allego come documentazione le radiografie dei polmoni di mio nonno Celso che è morto due anni fa) e che non voglio morire vergine; lo supplico di fare l’amore con me e lui, impietosito, accetta. Scopiamo come canguri per tutta la notte; il giorno dopo gli porto le radiografie, quelle vere stravolta, e lo convinco che sono stata miracolata, che è un segno del destino e che dobbiamo sposarci e fare due dozzine di figli tutti rigorosamente di ceppo finlandese. Che te ne pare?”

Verena prese la sveglia e se la portò davanti al naso, aggrottando le sopracciglia per mettere a fuoco.

“Che cazzo ci fai in camera mia alle otto di domenica mattina?” grugnì infine trattenendosi per un pelo dal tirare la sveglia in fronte all’amica.

“Ti espongo il mio piano per concupire Marco Ferri” rispose Oleana scansandosi placidamente quando Verena, imbufalita, scalciò le coperte per scendere dal letto “Mi ha fatto entrare tua madre. Persona deliziosa, tra parentesi, comincio a nutrire il dubbio che tu sia stata adottata. Comunque, cosa ne pensi del mio piano?”

“Penso che sono le otto di domenica mattina e che voglio ucciderti!” ringhiò Verena marciando verso il bagno con una traiettoria non proprio rettilinea.

“Io parlavo del mio piano” specificò Oleana seguendola “Era già pronto ieri ma tu non sei venuta a scuola…”

“Stavo male” si affrettò a spiegare Verena impacciata aprendo la porta del bagno “Il famoso bacillo postumo del mascarpone.”

“Certo” sorrise Oleana con aria furba “Che balla puerile. Te la perdono solo perché a quest’ora il tuo neurone sta ancora giocando a canasta con l’omino del sonno.”

“Devo fare pipì” rispose Verena stringendo la porta del bagno come se fosse un’alabarda spaziale “Ti spiace aspettare fuori insieme alle tue stronzate?”

“No, non mi spiace.” rispose materna Oleana e Verena le sbatté la porta in faccia.

“Sai, ho riflettuto molto su quello che è successo l’altra sera e vorrei esporti un paio di teorie interessanti.”

“Se hai intenzione di fare un’altra lista, sappi che te la farò ingoiare.” biascicò la voce di Verena al di là della porta chiusa.

“No, niente liste” rassicurò Oleana “Solo qualche constatazione. Primo, avevi ragione: Scaturro è uno stronzo. Ma questo lo sapevi già. Secondo, Mariacarla della Mirandola Ambarabacciccìcoccò è la gallina più bionda e spocchiosa di tutta la galassia, isole comprese.”

“E questo non lo sapevo secondo te?”

“Magari credevi che fosse solo apparenza. E comunque mi sono tolta una soddisfazione a riguardo, l’altra sera!”

“Le hai davvero sputato nella tisana?”

“No, però le ho attaccato un chewing-gum nei capelli.”

“Non devi trattare così male la tua futura cognata… sempre se la cosa del tumore con prova radiografica vada in porto.”

“Non farmi perdere il filo: ho ancora la terza teoria da esporti.”

“Se non è quella della relatività di Einstein, è meglio che taci.”

“Teo ti piace.”

La porta del bagno si aprì e la faccia appena lavata di Verena ne spuntò aggrottata e chiara come quella di una Valchiria.

“Non. Dire. Stronzate.” scandì minacciosa “Comunque devi chiamare i Ferri.”

“Volentieri” rispose Oleana guardinga “Per dire cosa di preciso? Che stuprerei volentieri in sequenza tutti i Ferri di sesso maschile, padre escluso, o devo limitarmi a chiedere come stanno le begonie?”

“Devi riuscire a farti invitare.” spiegò Verena.

“Allora pensi davvero che il mio piano sia buono?” si illuminò Oleana speranzosa.

“No, il tuo piano fa schifo. Primo, se ti nascondi in bagno, con la frequenza con cui i Ferri si fanno le docce ti beccano dopo nemmeno dieci secondi che ti sei intrufolata; secondo, vestita con solo tre gocce di Chanel Nr.5 muori di ipotermia anche prima che Otello ti scovi e ti azzanni un tallone, visto che il ceppo finlandese stabilizza la temperatura della casa a -15°; terzo, guarire da un tumore terminale è fantascienza pura, a meno che tu non sia la protagonista di una fiction su Canale 5, e non lo sei. Quindi, desisti.”

“Uff, che guastafeste” si inalberò Oleana incrociando le braccia sul petto “E allora perché dovrei farmi invitare dai Ferri?”

“Ho visto di nuovo il diario l’altra sera. E Scaturro ha vaneggiato di cose assurde, tipo che ha chiesto un appuntamento a Mariacarla e che lei ha accettato… lo so, doveva essere per forza l’effetto allucinogeno del mascarpone, ma ne voglio essere sicura e quel maledetto diario ormai è diventato la chiave di volta di tutto! Dobbiamo assolutamente recuperarlo.”

“Verena cara, mi auguro per te che quel “dobbiamo” sia un plurale maiestatis … insomma, che l’idea di introdursi in casa Ferri per rubare un diario sia una cosa che pensi di fare tra te e te medesima, vero? Perché io non voglio avere niente a che fare con le tue allucinazioni visive, a meno che non siano maschi, biondi e metà finlandesi.”

“Dio mio, sei proprio fissata” esclamò Verena infastidita “Se riguarda i Ferri, più che un senso unico diventi un passo carrabile! Comunque non ti ho chiesto di rubare il diario. Sarebbe più un…”

“… prendere a prestito” finì Oleana scettica “La conosco già questa fola, raccontala al tuo frate confessore! Perché non fai le cose in modo normale?”

Verena corrugò interrogativamente la fronte.

“Che vuol dire in modo normale?”

“E’ un concetto molto al di fuori della tua portata, lo so” sospirò Oleana ironica “Ma perché non vai tu a casa Ferri e chiedi se gentilmente ti danno il diario?”

Verena meditò un attimo: di nuovo a casa Ferri? A subire il tiro incrociato ormonale di Dieci e Teo, con Otello alle calcagna, le begonie defunte e le tisane volanti?

“Non posso andare a casa Ferri.” dichiarò a bocca asciutta.

“Perché?”

“Perché no.”

“Perché no è una motivazione stupida e infantile ed è proibito usarla dopo che si è finito le elementari.”

“Parla quella che si diverte a fare liste intelligenti dove al punto 7 c’è scritto: Marco Ferri ha il culo più interessante della regione Emilia Romagna.”

“Piantala di glissare! E’ per via di Teo o di Otello?”

“Non vedo la differenza, mordono e waffeggiano entrambi.”

“Beh, uno ha il ceppo finlandese e l’altro no. Avanti, dimmelo, vuoi o non vuoi incontrare Teo?”

Era difficile glissare con una domanda così diretta.

“Mi appello al quinto emendamento.” mormorò Verena in difficoltà.

Oleana la fissò con autentica commiserazione.

“Sei patetica” sentenziò decisa “E io sono stufa di aspettare che tu ammetta con te stessa che sei cotta marcia di Teo.”

Il viso di Verena diventò di colpo rosso e lucido come la buccia della mela di Biancaneve.

“Ti ho già detto che non è vero!?!” strillò emettendo fumo dalle narici “Io cotta… di quel bambolotto? Di quel canarino frou frou con le ruches nelle mutande? Di quel dislessico col verme solitario che guida come Schumacher in astinenza da cocaina? Di quel cerebroleso che ascolta Masini per endovena? Fammi il favore! Io non mi faccio abbindolare da psicopatici vichinghi solo perchè hanno dei begli occhioni e la erre che si aggroviglia! Io… io non sono cotta marcia di nessuno, chiaro?!?”

Oleana, per niente scalfita dalla sfuriata, la fissava con l’espressione vagamente nauseata di chi annusa un cassonetto straripante pattume.

“Allora mi chiedo con che scusa assurda riesci a giustificare tutto il resto con te stessa, a meno che tu non sia convinta di avere un tumore al cervello.”

“Tutto… tutto il resto? Tutto il resto di cosa?!?”

“Se avessi ragione, e Verena cara non ce l’hai…”

“Non chiamarmi Verena cara!”

“… dovresti spiegare le tue reazioni a determinati stimoli… cazzo, se parlo bene, dovrei registrarmi!! Comunque, ti ho osservato bene e il linguaggio del corpo parla chiaro…”

“Il mio corpo parla ungherese, non puoi averlo capito!”

“… se Teo si avvicina inizi ad ansimare come un brontosauro asmatico, ti viene l’occhio a palla, produci copiosa bava idrofoba e inizi a delirare a vanvera. Di quest’ultimo effetto me ne sono accorta solo io, ufficialmente parli sempre a vanvera. Senza contare il resto: tachicardia, vertigini, sudorazione diffusa… secchezza delle fauci, ritenzione idrica, cefalea, blocco intestinale…”

“Devo pensare seriamente a una chemioterapia?”

“Devi renderti conto che Teo ti piace.” rispose Oleana lapidaria.

“Non è vero!”

“Quando guardi Teo ti illumini come un albero di Natale. Mi vien voglia di cantare Jingle Bells tutte le volte che ti vedo!”

Verena avrebbe probabilmente strillato qualcosa di osceno e blasfemo, se non fosse stata interrota dal provvidenziale squillo del cellulare.

“Pronto!” ruggì al volo senza nemmeno guardare chi fosse, segretamente grata del diversivo.

“Buongiorno, Verena cara!” squillò allegra la voce di Teo, inondandola a sorpresa con le sue erre aggroviglianti.


 

 

 

 

 

 

 

 

NOTE DELL’AUTRICE:

Amori miei, visto che vi amo tutti dalla punta dei vostri piedi puzzolenti alla cima dei capelli, vi auguro di cuore “Buon San Valentino”!!

E chissà che non ci scappi un aggiornamento EXTRA per il 14 Febbraio… giusto perchè qui si parla di amore, quindi perché non festeggiare la ricorrenza con un capitoletto nuovo?

Fatemi sapere se la cosa vi aggrada!!

 

Krisma: Tranquilla, tranquilla… fai un bel respiro e riponi la tua fiducia in me!! Devi far passare un po’ di traversie ai miei adorati personaggi, no? La donna-lombrico, ovvero Mariacarla, ha indubbiamente un suo fascino: chi non ha il gene Y non può capire… come un maschio medio non capisce perché a noi femminucce possa piacere un tipo come Teo. Eh, i misteri della natura umana… ricambio il vagone di baci, mia diletta, a presto!!

I_s: Una nuova recensitrice… che bello! Beh, grazie davvero per tutti questi complimenti, che meraviglia… anche a nome della mia bellissima e insostituibile beta reader, che si fa un mazzo così a correggere le stronz… ehm, le cose che scrivo. Kiss anche da Teo!!

Kokky: Panico, eh? Da me dovete aspettarvi di tutto!!!! (…risata sadica…). He he he, ma non che non sono cattiva: vedrai… qualche capitoletto di sofferenza c’è, e tieni presente che a me piacciono lo coppie “improbabili”, quindi… tanti tanti baci, a bientot!

Teo: O mio carissimo detentore di erre rotolosa, a quando l’MP3 con lo scioglilingua trentino? Qui siamo tutte ansiose di farci la doccia con le tue erre… nel mio immaginifico Teo ha anche l’accento bolognese (tutto un programma!!): per rendere l’MP3 credibile,  credi di poter arrivare a tanto? Baci baci, a presto!!

Armonia: Amore mio, certo che mi sei mancata!! Tutto bene lo studio? Beata te che hai capito dove voglio andare a parare… io ancora sono in alto mare!! Sto scrivendo il capitolo 21 e ho talmente ingarbugliato la faccenda che non so più come fare ad uscirne…. Suggerimenti…? Comunque, Teo e l’autoanalisi non sono ancora stati presentati, vedrò di rimediare. Non è nella sua natura pensare… lui sgambetta e fa molto vento con le mani, e crede di aver espletato così tutte le sue funzioni!! Che tesoro, però… Masini è troppo? Ma no! In fondo, era da prevedersi… o lui o la Pausini. O entrambi? Orrore!!!

Marzy: Ma non che non spodesti nessuno!! DrummyDream è felice di concederti il posto. L’unica cosa è che ti toccherà dormire con una tale folla di poster di Tom Kaulitz attaccata al naso che se sei allergica alla cellulosa andrai in shock anafilattico! In caso, fammi sapere che procederò allo spoglio. Intanto, prepara i gargarismi con l’aceto per l’ugola!!! Un bacione!!

Maharet: Ho capito, dopo San Valentino basta capitoli/regalo, va a finire che vi sconvolgo la routine e dopo non ci capisce più niente nessuno!! Ma visto che mi hai detto che sono un genio, mi risollevo il morale, Maharret carra!! Ricambio i baci e aggiungo un vagone di erre, a presto!!

Kyaelys: Mea culpa… ho pubblicato un capitolo in mezzo alla settimana e ho ribaltato qualche equilibrio… scusatemi!!! La coppia Dieci/Verena non è così male come la dipingono gli altri…sinceramente, io non ho ancora deciso con chi finirà Verena. Posto che finisca con qualcuno! Attualmente, la propensione naturale dei personaggi verte su altre ship, ma lascio fare a loro… a incasinarsi la vita sono più bravi di me! Intanto, beccati una scatola di sbaciuzzi assortiti, a presto!!

Black_Moody: Ti devo ringraziare per talmente tante cose che non so nemmeno da dove cominciare. E, orrore!, non so nemmeno dove finire!! Il bello della diretta. Allora, mia cara, le tue recensioni sono entusiastiche, esaltanti, correttamente scritte e denotano una simpatia frizzante e una mente agile. Come non amarti di primo acchito? Quindi, mia cara grazie per aver letto anche le altre mie storie, grazie per le belle parole che hai sprecato epr una vecchia ciabatta come me, allenati col flauto e beccati i miei più sinceri e cari ringraziamenti. A presto, bellezza!

Evan88: Che divertente farvi disperare!! MA davvero la coppia Teo/MC sarebbe così improbabile? Io li vedo molto compatibili, invece: il senso estetico di Teo è molto vicino alla smania da firma compulsava di MC… Un po’ contorto il fattore “scegli la coppia che sembra meno improbabile epr coprire la vera  coppia probabile per coprire la coppia che scoppia…” . Oddio, mi sono persa! Vuoi la verità? Le coppie non le decido io: si decidono da sole. E adesso internatemi, avreste tutte le ragioni. Sbaciuzzoni!!

Greta91: Non disperate, miei cari… Teo e MC non stanno mica insieme!! E Teo è così “cacofonico” (non trovo un aggettivo migliore per descriverlo) che manco lui sa cosa vuole. Comunque, se volete un bel finale assicurato, sono corrompibile… eh eh eh! Per una notte con Johnny Depp faccio mettere insieme Verena con Godzilla in persona! Baci baci, a presto!

Roby: Ma come? Invece di apprezzare i miei regali vi lamentate perché pubblico troppo spesso? Siete tutti delle savusilakke! A proposito, questa deliziosa parola l’ho pescata da un dizionario finlandese. Ma che razza di lingua parlano? Ho cercato “io ti amo” ed è venuta fuori una roba che sembra lo scaracchio di Shrek. Orribile. Divertentissimo! E’ ufficiale, adoro le lingue nordiche!! Baci sparsi a te, mio diletto!

Tartis: Teo, è ufficiale davvero, non è gay. E’ molto, come dire, eccentrico… casinista… indeciso? Ma non sulla tendenza sessuale, eh. Comunque, di più non dico, che rischio di spoilerare. Amici senza ormoni o amici con ormoni…? Questo è il problema! Risolvibile tra qualche capitolo, non disperate… Kuss, ciao!!

Londonlilyt: Teo dell’altra sponda? Un oggettino così deliziosamente carino lo lascio sprecato per quel fetacchione del genere maschile? Non sarebbe da me. E infatti, sto seriamente pensando di ritirare Teo dal mercato e spupazzarmelo solo io. Peccato che non esista! Senti, ma che è successo a Cadmen Town? Sapevano che venivo io e hanno deciso di dar fuoco a tutto ciò che poteva piacermi? Che stronzi questi inglesi…!

Saraj: Infatti, la tua mente (malata e perversa, lasciatelo dire!) segue purtroppo gli stessi contorti processi mentali della mia, quindi… per non spoilerare troppo, sei pregata di non fare congetture a voce alta (???). Mi costringi sempre a rimescolare le carte in tavola, uffi! E adesso che combino? Rimetto in pista Marco e da special guest lo faccio diventare l’uomo dei sogni…? Uhm, se non lo dici a nessuno, ci potrei anche fare un pensierino…

Suni: Quando hai parlato di malati di mente, pensavo che parlassi di me! E invece parlavi di Teo e Verena… meno male. Oleana sta vivendo un momento di recessione, ma presto avrà di nuovo un suo perché. Comunque, epr la cronaca, Teo detiene al momento il primato di capocannoniere: ha baciato Verena nel primo capitolo, MC adesso e chissà… Otello? Oleana? Chi sarà la sua prossima vittima? Sto valutando anche la tua proposta per la ship Dieci/Oleana: sembrava scontata, e invece… L’unica cosa che continua a perplimermi è: con chi caspita lo metto Scaturro?!?! Baci baci, ciao!!

Rik Bisini: E così, è ufficiale? Avrò l’onore di condividere con te lo stesso lavandino in cui lavarci i denti? Ben misero ridimensionamento rispetto alla vasca idromassaggio, ma dobbiamo accontentarci… Teo una peste? E’ vero. Un’adorabile peste, vorrei precisare: c’è il suo bell’aggettivo di differenza! Insomma, ho un debole per questa mia creatura: come l’avevo per Garrie e Camillo, più che per Sasha o per Saverio. Non so, forse il fascino dei biondi, chissà? Per la coppia Teo/Verena… sai che ancora non ho deciso? Sto ancora aspettando un segna dai personaggi… saranno loro a decidere, alla fine! Baci dovunque, a presto mio diletto!!

Lauraroberta87: Dimmi, cara, sono una sadica… cosa? Ho fatto due conti, e ci viene solo sadica di polistirolo blu espanso. Illuminami tu sul reale significato di tutte quelle stelline…. Teo che ci prova con Verena…? Non so se sarebbe d’accordo. Dal suo punto di vista, stava solo socializzando. Strano ceffo, sai? , il nostro canarino finlandese. E Dieci? Davvero si vede che Verena gli piace? Non so… il gemello cazzuto è molto riservato… non mi ha ancora confessato gli affar suoi. Aspetto che si apra per dirvi cosa pensa in realtà di tutte queste ragazze che gli ronzano introno… magari, il vero gay è lui!! No, no, scherzavo. Risolvere il macello? Ma se devo ancora cominciare a complicarlo!!! Baci baciosi, ciao!!

Kabuki: Maddrinah mi piace, dovunque tu l’abbia preso vedo che l’hai interiorizzato bene e ci calza come un guanto. Finlandia, Norvegia... li confondo sempre anche io. Un po’ come l’Uganda e il Rwanda, il Kazakisthan e il Kajikisthan, il pero e il melo… Tanti baci sparsi da me, da Teo e tutta la banda riunita!!

__Miriel__: E che ci faccio con due bei gemellini identici se non posso scambiarli e incasinarli per benino? Mi sto divertendo come una pazza!! (Loro un po’ meno, poracci….). Spero anche di continuare a divertire voi, miei carissimi lettori!! ASempre grazie di tutto, un bacio e a presto!!

 

 

 

 

 

 

 

  
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